Affermazione larga della Juventus nel secondo match di Champions League sul campo della Dinamo Zagabria. Partita senza storia, conclusa 4-0 per i bianconeri, a segno con Pjanic, Higua&iacute;n, Dybala ed un'autorete.  Traversone da destra di Dani Alves per Higua&iacute;n, destro alto. Ci prova Hernanes dalla distanza, ma il suo mancino termina largo. Al 24&deg; Pjanic sblocca il punteggio con una zampata di fronte a Semper, servito dall'erroraccio del centrale Sigali. La Dinamo cerca di scuotersi e coglie una traversa con Schildenfeld, ma arriva il bis bianconero: &egrave; il 31&deg; minuto, lancio millimetrico di Pjanic per Higua&iacute;n che indisturbato stoppa di petto e batte il portiere in uscita. Nella ripresa Allegri inserisce Pjaca e Cuadrado passando a quattro dietro, poi mette in ghiaccio la vittoria con il bolide mancino della Joya Dybala al 57&deg;: una botta precisa a mezz'altezza da 30 metri che non lascia scampo a Semper. Risultato chiuso a 5 minuti dalla fine grazie alla punizione di Dani Alves, toccata in barriera da Schildenfeld e smanacciata in rete da Semper.  Zagabria (Croazia), stadio Maksimir, 27 settembre 2016 Dinamo Zagabria-Juventus 0-4 Dinamo Zagabria (4-3-3): Semper; Situm, Sigali, Schildenfeld, Pivaric; Antolic (72&deg; Paulo Machado), Benkovic, Jonas (48&deg; Fiolic); Soudani, Fernandes (58&deg; Hodzic), Pavicic. (In panchina: Peric, Henriquez, Gojak, Livakovic). Allenatore: Zeljko Sopic. Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli (68&deg; Pjaca), Bonucci, Chiellini; Dani Alves, Khedira, Hernanes, Pjanic (46&deg; Cuadrado), Evra; Dybala, Higua&iacute;n (71&deg; Mandzukic). (In panchina: Alex Sandro, Lemina, Neto, Sturaro). Allenatore: Massimiliano Allegri. Arbitro: De Sousa (Portogallo). Reti: 24&deg; Pjanic, 31&deg; Higua&iacute;n, 57&deg; Dybala, 85&deg; aut. Semper. Note: nessun ammonito, spettatori 23.875.  Fabio Ornano @fabio_ornano  &nbsp;

La Juventus cala il poker d'assi a Zagabria

Un giochino, nulla di pi&ugrave;. Ci siamo divertiti a scegliere un giocatore simbolo per ogni decennio del Napoli, che oggi compie novant&rsquo;anni. Per forza di cose abbiamo dovuto sacrificare dei mostri sacri della squadra (tra gli altri Amadei, Jeppson, Pesaola, Altafini, Zoff, Krol, Careca, Bruscolotti, Alem&atilde;o, Cavani). E voi? Siete d'accordo con le nostre scelte o ne avreste fatte delle altre?  Anni Venti: Attila Sallustro Il primo giocatore di questa carrellata &egrave; questo attaccante italoparaguaiano: nato ad Asuncion da genitori emigrati proprio da Napoli, fu uno degli uomini-chiave della squadra nella parte finale degli anni Venti e per buona parte degli anni Trenta. Anzi, forse proprio in questi ultimi diede il meglio di s&eacute;, ma le ventidue reti nella Divisione Nazionale del 1929 furono un fragoroso exploit. Giocava sia a centrocampo sia in attacco, fu senz'altro uno dei primi idoli dei tifosi. Fece clamore il suo matrimonio con la giovanissima soubrette Lucy d&rsquo;Albert.  Anni Trenta: Antonio Vojak Altro giocatore a cavallo tra anni Venti e Trenta &egrave; questo bomber originario di Pola, secondo miglior marcatore del club con 102 reti siglate in 191 partite. Nella stagione 1932-33 segn&ograve; ventidue reti. Per il Napoli sar&agrave; un record fino al 2010-11, quando Cavani lo superer&agrave;.  Anni Quaranta: Arnaldo Sentimenti Secondo dei cinque mitici fratelli, Sentimenti fu il portiere del Napoli in due mandati: dal 1934 al 1943 il primo, dal 1945 al 1958 il secondo. Divenne partenopeo d&rsquo;adozione, visto che visse nel capoluogo campano anche una volta appesi i guanti al chiodo e dal momento che spos&ograve; una donna napoletana. Rifiut&ograve; un passaggio alla Juventus perch&eacute; &ldquo;Napoli per me &egrave; come una seconda mamma&rdquo;.  Anni Cinquanta: Luis Vinicio Dieci anni sotto il Vesuvio, di cui cinque da allenatore (1955-1960) e cinque da allenatore (1973-1976 e 1978-1980). Era soprannominato il &ldquo;leone&rdquo; gi&agrave; ai tempi del Botafogo, il club di Rio da cui lo prelev&ograve; Achille Lauro. Soprannome che fu mantenuto a Napoli, anche per la sua forza fisica. In maglia azzurra, 69 reti in 152 presenze. Arriv&ograve; in pratica quando Hasse Jeppson esauriva la sua esperienza partenopea: i due composero una prolifica coppia-gol solo per un anno, nel 1955-56.  Anni Sessanta: Antonio Juliano Limitando il discorso al solo campionato, &egrave; lui a detenere il record di presenze. Regista di classe, pass&ograve; una vita a Napoli: dal 1962 al 1978 come giocatore, prima di chiudere la carriera a Bologna. Nel 1968 fu uno dei leader della squadra che si classific&ograve; seconda in campionato alle spalle del Milan (in quella squadra c'era la coppia da sogno Altafini-Sivori): ai tempi fu il miglior risultato della storia del club. Torn&ograve; da dirigente e fu decisivo nel colpaccio-Maradona. Con la nazionale, vinse l'Europeo del 1968 e scese in campo nella finale mondiale di Mexico '70, quando subentr&ograve; a Bertini a un quarto d'ora dalla fine.  Anni Settanta: Giuseppe Savoldi Quattro anni a Napoli per &ldquo;mister due miliardi&rdquo; come venne soprannominato al momento del suo acquisto (vennero versati 1,4 miliardi di lire nelle casse del Bologna pi&ugrave; Clerici e la met&agrave; di Rampanti, complessivamente valutati 600 milioni). In Campania vinse la Coppa Italia del 1976 e trascin&ograve; l&rsquo;entusiasta pubblico del San Paolo: memorabile un poker rifilato alla Juventus.  Anni Ottanta: Diego Armando Maradona Due scudetti e una Coppa Uefa. Dopo il suo arrivo Napoli e il Napoli scalarono posizioni nel calcio italiano ed europeo arrivando ad affermarsi in due campionati (quello del 1986-87 e quello del 1989-90) e trovando l&rsquo;alloro continentale vincendo la Coppa Uefa del 1989 contro lo Stoccarda. In tutti questi successi, il marchio indelebile del &ldquo;Pibe de Oro&rdquo;, che ha cambiato per sempre la storia della squadra campana. Tra il 1984, anno del suo arrivo e il 1991, anno del suo addio, 81 reti in 188 partite di campionato, 115 in 259 partite complessive. La storia non fu pi&ugrave; la stessa. Normale, con il miglior calciatore del secolo nei propri ranghi.  Anni Novanta: Ciro Ferrara Il meglio con questa maglia lo diede in realt&agrave; negli anni Ottanta, quando vinse i due scudetti e la Coppa Uefa. Anzi, in quest&rsquo;ultima trov&ograve; persino il gol in finale. Ma sono innegabili i suoi meriti anche nei primi anni del decennio seguente, quando costitu&igrave; la colonna della difesa e fece crescere al suo fianco un certo Fabio Cannavaro. Nel &lsquo;94 lasci&ograve; il Napoli per la Juventus e ritrov&ograve; Marcello Lippi, suo tecnico proprio nelle gare al San Paolo.  Anni Duemila: Marek Hamsik Approdato al Napoli nel 2007, quando De Laurentiis sbors&ograve; 5,5 milioni per prelevarlo dal Brescia, &egrave; divenuto col tempo una bandiera. &Egrave; entrato giovanissimo nel club (aveva 20 anni al momento del suo approdo) e col tempo si &egrave; imposto come uno dei migliori centrocampisti della Serie A e come stella della nazionale slovacca. &Egrave; il terzo giocatore pi&ugrave; presente nella storia del club. In tre campionati &egrave; andato in doppia cifra, trovando sempre numeri egregi come assistman. Ha vinto da capitano la Coppa Italia 2013-14 ed &egrave; andato a segno nella finale (vinta) del 2012.  Anni Duemiladieci: Gonzalo Higuain Il &ldquo;Pipita&rdquo; arriv&ograve; a Napoli nel 2013 per raccogliere la difficile eredit&agrave; di Edinson Cavani. Sfida difficile, ma ampiamente vinta. Prima del clamoroso addio di questa estate, l&rsquo;argentino ha passato al San Paolo tre magnifiche annate, con la ciliegina delle trentasei reti realizzate in un solo campionato: miglior marcatore in una singola stagione del calcio italiano, con tanti saluti a Nordahl. Aveva rinnovato il felice connubio tra Napoli e i talenti argentini e gli &egrave; mancato solo il tricolore per rimanere immortale. La brusca separazione di questa estate poi ha lasciato e lascer&agrave; il segno nel cuore dei tifosi.  Giovanni Del Bianco @g_delbianco

Napoli, un giocatore per ogni decennio

CALCIO  Higua&iacute;n &egrave; arrivato a Torino Gonzalo Higua&iacute;n &egrave; arrivato stamattina a Torino per completare&nbsp;le visite mediche ed unirsi ai nuovi compagni della Juventus.   Domani debutto per il Sassuolo in Europa League Domani il Sassuolo di Eusebio Di Francesco affronter&agrave; la sua prima storica gara europea. Nel terzo turno preliminare di Europa League, i neroverdi incontreranno in Svizzera il Lucerna. Arbitro lo svedese Ekberg.   Lutto per il Cagliari: morto l'ex presidente Delogu Mariano Delogu, 82 anni, ex presidente del Cagliari tra il 1976 e il 1981 ed attuale membro del CDA, &egrave; scomparso questa mattina. Di professione avvocato, era stato senatore e sindaco della citt&agrave;. Calciomercato ITALIA - Duje&nbsp;&Ccedil;op (CRO): Cagliari &gt; Sporting Gij&oacute;n (SPA) /&nbsp;Matheus Pereira&nbsp;(BRA): Corinthians (BRA) &gt; Empoli /&nbsp;Wallace Fortuna dos Santos&nbsp;(BRA): Braga (POR) &gt; Lazio /&nbsp;Slobodan Rajkovic&nbsp;(SER): Darmstadt (GER) &gt; Palermo /&nbsp;Wojciech Szczesny&nbsp;(POL, prestito): Arsenal (ING) &gt; Roma /&nbsp;Karol Linetty&nbsp;(POL): Lech Poznan (POL) &gt; Sampdoria CICLISMO  Vallonia, Devenyns pigliatutto Il 33enne belga Dries Devenyns, del team IAM Cycling,&nbsp;ha conquistato allo sprint l'ultima tappa del Giro di Vallonia 2016, portandosi contestualmente a casa il primo posto. FORMULA UNO  Ferrari: Binotto nuovo responsabile del settore tecnico La Ferrari ha interrotto consensualmente il rapporto di lavoro con James Allison. Alla guida del settore tecnico gli subentra Mattia Binotto, collaboratore della casa modenese dal 2013. OLIMPIADI  Chatbi escluso da Rio: terzo controllo saltato Jamel Chatbi, convocato per i Giochi di Rio dall'Italia per gareggiare nei 3000 siepi, &egrave; stato escluso dal CONI per aver saltato tre controlli antidoping. TENNIS  Montreal: alla Vinci il derby azzurro. Errani out Nel torneo WTA&nbsp;di Montreal (Canada), Roberta Vinci ha sconfitto Camila Giorgi in un derby tutto azzurro per 2-6, 6-3, 6-4. Al terzo turno affronter&agrave; la vincente tra Kasatkina e Stosur. Sara Errani ha dato forfait prima del match con la ceca Pliskova, per problemi al collo.  Fabio Ornano @fabio_ornano

Le news del giorno: Rio, Chatbi out. WTA Montreal, derby alla Vinci

CALCIO  La Juventus deposita il contratto di Higua&iacute;n Da oggi Gonzalo Higua&iacute;n &egrave; un giocatore della Juventus a tutti gli effetti. La punta argentina ha firmato un accordo di 5 anni da 7 milioni e mezzo di &euro; a stagione. Pagati i 90 milioni di &euro; della clausola rescissoria.   Il ritorno in Europa del "Papero" L'attaccante brasiliano Alexandre Pato, in passato al Milan, ha firmato un contratto annuale con gli spagnoli del&nbsp;Villarreal. Nella scorsa stagione non trov&ograve; praticamente spazio al Chelsea.   Cagliari: Conti nuovo coordinatore giovanili L'ex bandiera del Cagliari Daniele Conti &egrave; stato nominato coordinatore tecnico del settore giovanile, dove affiancher&agrave; Mario Beretta. Sar&agrave; anche "Ambasciatore del Club" a livello istituzionale.   Genoa e Sampdoria insieme per la gestione del "Ferraris" Genoa e Sampdoria hanno fondato la societ&agrave; congiunta "Luigi Ferraris" per la gestione univoca dell'impianto di Marassi. Le spese per il canone annuo saranno di 350.000 &euro;, pi&ugrave; altri 600.000 per ripianamento debiti dei club con il comune di Genova. FORMULA UNO  Sequestrata la suocera di Ecclestone: chiesto maxi riscatto La suocera del patron del Circus Bernie Ecclestone, Aparecida Schunk, &egrave; stata sequestrata a San Paolo del Brasile. Da indiscrezioni sembra che sia stato richiesto ad Ecclestone un maxi riscatto di oltre 30 milioni di &euro;. OLIMPIADI  Russia: esclusi 5 canoisti e 2 pentatleti In seguito alle direttive del CIO, che ha delegato alle singole federazioni internazionali la decisione su chi andr&agrave; o no a Rio de Janeiro (in riferimento alla Russia), sono stati esclusi 5 canoisti&nbsp;(Aniushina, Dyachenko, Korovashkov, Kraitor e Podolskaia) e 2 pentatleti (Kustov e Frolov).   Tennis: Federer rinuncia Roger Federer, numero 3 del mondo, non difender&agrave; i colori della Svizzera alle Olimpiadi: il campionissimo elvetico necessita di far riposare un ginocchio fino alla fine della stagione ATP. Federer &egrave; stato argento individuale a Londra e 4 anni prima oro nel doppio con Wawrinka. PALLACANESTRO  NBA: Lue rinnova con Cleveland Tyron Lue, tecnico dei Cleveland Cavaliers che hanno vinto uno storico titolo NBA sotto la sua guida, ha rinnovato il contratto: per lui, quinquennale da 35 milioni di $.  &nbsp;  Fabio Ornano @fabio_ornano

Le news del giorno: Higuain-Juventus, &egrave; ufficiale. Federer, no a Rio

ATLETICA LEGGERA Cade il record mondiale dei 100 hs donne dopo 28 anni  La 23enne statunitense Kendra Harrison ha stabilito il nuovo record del mondo dei 100 ostacoli, ora fissato a 12 secondi e 20 centesimi. Il primato &egrave; stato colto al London Gran Prix e ha migliorato di un solo centesimo quello realizzato dalla bulgara Yordanka Donkova nel 1988: ben 28 anni fa.  CALCIO &nbsp;Higua&iacute;n bianconero: ci siamo?  Il clamoroso passaggio di Gonzalo Higua&iacute;n&nbsp;dal Napoli alla Juventus sta per concretizzarsi: bianconeri pronti a pagare la clausola di 94,7 milioni di &euro;. Al ritiro partenopeo di Dimaro, tifosi in rivolta.&nbsp;  Allardyce nuovo C.T. dell'Inghilterra  Sam Allardyce&nbsp;&egrave; il nuovo selezionatore dell'Inghilterra. Il tecnico ex Sunderland ha firmato un contratto biennale. Il suo posto &egrave; stato preso da David Moyes, gi&agrave; sulla panchina del Manchester United.&nbsp;  Faggiano sostituisce Foschi come ds del Palermo  Rino Foschi si &egrave; dimesso da direttore sportivo del Palermo, citando motivi di salute e rammarico per alcuni errori. Arriva il 38enne&nbsp;Daniele Faggiano,&nbsp;ex Trapani.  CICLISMO Tour de France: passerella pronta per Froome  Penultima tappa. Vince lo spagnolo Izaguirre, 3&deg;&nbsp;Nibali. Aru cede di schianto, a oltre 17''. Chris Froome, con 4' 05'' su Bardet e 4' 21'' su Quintana, vince cos&igrave; sui campi Elisi per la terza volta. Domani l'epilogo.  FORMULA UNO&nbsp; Gran Premio d'Ungheria: Rosberg in pole  Nico Rosberg (Mercedes) conquista la pole position girando in 1' 19'' 965, mettendo in fila Hamilton, Ricciardo, Verstappen e Vettel. Raikkonen 14&deg;. Sessione partita dopo 20'' a causa della pioggia.  PALLAVOLO Rio, Bonitta sostituisce un'atleta  Il selezionatore della Nazionale femminile Marco Bonitta sostituisce una giocatrice nella lista per le Olimpiadi di Rio de Janeiro: a casa Valentina Diouf, dentro Alessia Gennari. La Diouf era stata gi&agrave; esclusa per scelta tecnica dal preolimpico di Tokyo a maggio.  TENNIS Primo trionfo per il 34enne Lorenzi  Paolo Lorenzi conquista finalmente il primo titolo della carriera, alla "veneranda" et&agrave; di 34 anni: a Kitzbuhel (Austria) ha la meglio sul georgiano Nikoloz Basilashvili per 6-3, 6-4. Prima volta ATP pi&ugrave; anziana di sempre del circuito professionistico. &nbsp;  Fabio Ornano @fabio_ornano

Le news del giorno: storico Lorenzi, Froome tris in giallo

L'Argentina di Leo Messi &egrave; la prima finalista della Copa Am&eacute;rica del centenario. I biancocelesti si sono facilmente sbarazzati dei padroni di casa statunitensi con un secco 4-0. La gara viene indirizzata sul binario argentino gi&agrave; al 3&deg; minuto, quando Lavezzi beffa Guzan di testa dopo aver ricevuto un pallone alto da Messi. Meravigliosa punizione mancina di Messi (32') per il raddoppio, con la sfera che supera la barriera, accarezza la traversa e si insacca nel sette alla sinistra di un incolpevole Guzan. Partita ormai in discesa per i sudamericani. Si aggiunge al tabellino anche Gonzalo Higua&iacute;n (50'), pescato da Lavezzi in area: "Pipita" &egrave; lesto a ribattere in rete il suo primo tentativo respinto dal portiere. Sfortunatissimo Lavezzi, che si frattura il gomito sinistro cadendo rovinosamente oltre i cartelloni pubblicitari: salter&agrave; la finalissima. La banda di Martino chiude i conti all'86' ancora con Higua&iacute;n, che appoggia comodamente a porta vuota un cioccolatino servitogli da Messi. Gravi responsabilit&agrave; del subentrato Birnbaum, che innesca l'azione del 4-0 sbagliando un disimpegno al limite dell'area. Ora l'Argentina attende di sapere chi le contender&agrave; il trofeo luned&igrave;: Colombia-Cile giocheranno stanotte a Chicago (alle ore 02.00 italiane).  IL TABELLINO  Houston, 21 giugno  Stati Uniti-Argentina 0-4 3' Lavezzi, 32' Messi, 50' e 86' Higua&iacute;n Stati Uniti&nbsp;(4-4-2): Guzan; Yedlin, Cameron, Brooks, Johnson; Zardes, Bradley, Beckerman (60' Birnbaum), Zusi; Wondolowski (46' Pulisic), Dempsey (78' Nagbe). In panchina: Horvath, Howard, Besler, Castillo, Orozco, Kitchen. Ct: Klinsmann. Argentina (4-3-2-1): Romero; Mercado, Otamendi, Funes Mori, Rojo (84' Cuesta); Fernandez (59' Biglia), Mascherano, Banega; Messi, Lavezzi (67' Lamela); Higua&iacute;n. In panchina: Andujar, Guzman, Maidana, Roncaglia, Kranevitter, Pastore, Di Maria, Aguero. Ct: Martino. Arbitro: C&aacute;ceres (Paraguay). Note: ammonito Wondolowski. Uomo partita Budweiser: Messi.  Fabio Ornano @fabio_ornano

Copa Am&eacute;rica, Argentina prima finalista: Usa travolti (4-0)

Cosa sarebbe il Napoli senza Higuain? Non parliamo soltanto dei suoi 30 gol in questo campionato o del piazzamento finale della squadra, ma dell'immagine che il club di De Laurentiis vuole dare di s&eacute; e che soprattutto della percezione che ha di s&eacute;. Proprio per questo qualsiasi notizia di trattativa o proposta riguardante Higuain genera reazioni scomposte e attacchi al giornalista che osa scrivere, incredibile, che Higuain &egrave; corteggiato da altri club. La proposta fatta dal Napoli all'attaccante argentino, tramite il fratello procuratore Nicolas, suona in questo modo: 14 milioni di euro lordi a stagione per 4 anni, inglobando i due residui (a 10 lordi annuali) del contratto attualmente in essere fino al 2018, che ne farebbero il giocatore pi&ugrave; pagato della serie A, con una clausola di rescissione vicina ai 100 milioni che di fatto lo blinderebbe per sempre. Proposta senza condizionali, con l'asterisco che non ce ne sar&agrave; una ulteriore al rialzo. La risposta di Higuain, inteso come Gonzalo, &egrave; stata interlocutoria come del resto &egrave; logico per uno che avrebbe cittadinanza nell'attacco di ogni grande club europeo fatta eccezione forse per il Barcellona. Inutile quindi in questo momento spacciare certezze, visto che il primo a non averne &egrave; il giocatore: certo &egrave; che una stagione come questa a livello realizzativo &egrave; irripetibile (nelle prime due al Napoli, pur buonissime, era in campionato andato a segno 17 e 18 volte), quindi per il contratto della vita, avendo 29 anni, ora o mai pi&ugrave;. Di solito i club italiani non fanno il braccio di ferro con i campioni scontenti, ma De Laurentiis ha sempre avuto un'altra politica (con Hamsik, ma anche con Cavani e Lavezzi, fino a quando sono rimasti) e i fatti, cio&egrave; gli incassi, gli hanno dato ragione. Se per Higuain arriver&agrave; la proposta indecente dal Manchester City della situazione, squadra citata non a caso, allora partir&agrave; subito, se no rimarr&agrave; suo malgrado la bandiera del Napoli. Per indecente intendiamo doppia rispetto ai 38 milioni dati 3 anni fa al Real Madrid, per il solo cartellino, mentre &egrave; chiaro che a livello di ingaggio l'argentino potrebbe incassare almeno il doppio della migliore proposta del Napoli. Cifra tranquillamente alla portata dei top club europei, cosa che Higuain e anche De Laurentiis sanno benissimo: per questo &egrave; probabile che le prossime tre siano le ultime partite di questo campione con la maglia del Napoli, al di l&agrave; del secondo posto che darebbe la sicurezza della Champions League. Un piazzamento che invece significherebbe tutto per Maurizio Sarri, che dopo l'overdose di complimenti &egrave; tornato ad essere messo sotto esame come ogni allenatore di provincia che non regge le tensioni e le aspettative della metropoli: se non fosse sotto esame il Napoli avrebbe gi&agrave; annunciato l'esercizio del suo diritto unilaterale di prolungamento del contratto annuale (non proprio un segnale di grande stima, come il Guerin aveva scritto gi&agrave; l'estate scorsa), ma mentre scriviamo queste righe non lo ha ancora fatto e ci sembra che 35 partite su 38 siano sufficienti per giudicare il lavoro di un tecnico. Se la Roma riuscisse a compiere il sorpasso, quindi, al Napoli finirebbero nello stesso momento sia l'era Higuain che quella Sarri: non sappiamo se sia di buon augurio ricordare che Mazzarri alla sua prima stagione completa e Benitez alla sua prima stagione nel Napoli finirono terzi, venendo riconfermati (ma avevano gi&agrave; il contratto). E cos&igrave; ancora una volta De Laurentiis avrebbe l'alibi per la mancanza di quell'ultimo passo, che &egrave; sempre il pi&ugrave; difficile anche senza colpe specifiche: a volte, semplicemente, gli avversari sono pi&ugrave; forti.

Napoli, il lungo addio di Higuain e l'ultimo passo di De Laurentiis

Non &egrave; successo niente, solo un incidente di percorso. Insperato, inatteso, inadatto alla vigilia, ma niente che possa in qualche modo intaccare il roseo cammino del Napoli. Provateci voi a perdere dopo pi&ugrave; di tre mesi. Mirante si trasforma da supereroe e Reina decide che Bologna &egrave; la giusta citt&agrave; per la naturale pausa in vista delle festivit&agrave; natalizie. Tanti errori, soprattutto in difesa, che hanno richiamato immediatamente il paragone con Benitez, inevitabile come quello che accomuna Allegri e Conte a Torino e irreale nelle proporzioni perch&eacute; basta dare un rapido sguardo alle vecchie partite dell'attuale allenatore del Real Madrid (!) per farsi la giusta idea sull'assetto del reparto. Sarri pecca in un'unica cosa, che poi &egrave; anche il versante che maggiormente regala pi&ugrave; soddisfazioni in termini di punti. Il voler a tutti i costi, e lo si &egrave; visto proprio nella sconfitta del Dall'Ara, cercare Higuain. Non riteniamo il Napoli una squadra subordinata al valore dell'argentino - pur riconoscendo il differente potenziale rispetto ai compagni - perch&eacute; siamo stati in grado di valutarne la controprova in Europa League: lo spettacolo &egrave; mirabile anche senza la presenza del Pipita. Ma quando si &egrave; sotto, o comunque in situazioni di evidente difficolt&agrave;, sembra quasi che gli azzurri si svestano delle proprie convinzioni fino a qui maturate aggrappandosi al disegno della provvidenza, che si materializza nella persona di Higuain. Il piano, il pi&ugrave; delle volte, garantisce il risultato sperato, ma quella che principalmente preoccupa &egrave; la percezione che i restanti dieci hanno degli altri nove. Se ti si presentano due opportunit&agrave; - una in tutta evidenza pi&ugrave; facile e l'altra pi&ugrave; difficile anche se con Higuain - logica e lavoro vogliono che si imbocchi la prima strada. Detto ci&ograve;, chi sceglie l'etichetta "giocatore-dipendente" e in base a cosa? Se vogliamo arrivare fino in fondo, allora, &egrave; bene togliere quei punti che Reina ha portato al Napoli - sul campo e in modo lampante all'interno dello spogliatoio -, ma nessuno qui parla della squadra come Reina-dipendente. Il discorso acquista un senso se relazionato al gioco espresso. Il chiaroscurale volto del Milan di inizio stagione ci aiuta un po' a capire meglio il nocciolo della questione. Centrocampo assente, terzini pi&ugrave; timidi di un tronista di Uomini e Donne al primo giorno di scuola e il solo Bonaventura - aggiungiamo Bacca fino al mese di novembre - a dare forza all'ennesimo tentativo di rilancio da parte di Mihajlovic. Tre diversi ruoli e a braccetto la parte del protagonista, anche nelle situazioni pi&ugrave; infauste. Quanti, di quei 24 punti, sono di SuperJack? Postilla: Higuain &egrave; in Italia dall'estate del 2013, ma mai come adesso la citt&agrave; partenopea sembra avere qualcosa di concreto da raggiungere. Fuoriclasse che sfrutta al meglio le occasioni che gli propiziano i compagni, questo &egrave; Higuain.  @damorirne

Perch&eacute; il Napoli non &egrave; Higuain-dipendente

Il volo del Napoli verso la testa della classifica, in solitaria. L'ultima volta il 29 aprile del 1990, il giorno del secondo scudetto: superata la Lazio nell'azzurro del San Paolo per 1-0 con rete decisiva di Marco Baroni. L'assist - manco a dirlo - fu di Maradona, direttamente da calcio di punizione.  C'era il Pibe in tutto il suo magnifico splendore e il piccolo Higuain - non ancora treenne - cresceva a Buenos Aires dopo i primi mesi passati in Francia, guardando pap&agrave; Jorge giocare per il River Plate. Insigne, Jorginho, Allan, Koulibaly, Ghoulam e Hysaj - per citare soltanto i titolari - non erano venuti al mondo e un giovanotto di 31 primavere - Maurizio Sarri - iniziava la sua carriera da allenatore nella provincia toscana. Aurelio De Laurentiis era alle prese con la produzione del solito film di Natale e Cristiano Giuntoli, di l&igrave; a poco, avrebbe accumulato le prime presenze da calciatore in C2 con la maglia del Prato.  Rafa Benitez aveva ormai appeso da tempo gli scarpini al chiodo per via dei numerosi infortuni e in estate sarebbe andato a insegnare calcio presso l'Universit&agrave; della California mentre Walter Mazzarri, il 3 giugno, avrebbe festeggiato la promozione in B con il suo Modena, giocando insieme a Marco Ballotta e Franco Colomba.  Nelson Mandela gustava i primi mesi di libert&agrave; dopo ventisette anni passati in carcere per la sola colpa di aver dato voce alla propria dignit&agrave; e Augusto (tutto unito) Pinochet, con la reintroduzione della democrazia, terminava il suo regime dittatoriale in Cile anche se, di fatto, restava al vertice delle forze armate. Un pezzo di capitalismo faceva il suo ingresso a Mosca con l'apertura del primo McDonald's e la Mondadori faceva la spola tra Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi.  Si dava l'addio a due miti del cinema, Aldo Fabrizi e Greta Garbo mentre Amedeo Minghi e Mietta assestavano un duro colpo alle classifiche italiane con 'Vattene amore', facendo perdere terreno a Phil Collins con 'Another day in paradise' e a Sinead O'Connor con la cover di 'Nothing compares 2 U'. Un altro brano, per&ograve;, avrebbe scalzato tutti lavorando da apripista ai successivi Mondiali di calcio di Italia '90.  Edoardo Bennato e Gianna Nannini davano il via alle notti magiche, quelle di un 'caruso' siciliano&nbsp;- Tot&ograve; Schillaci - che avrebbe portato a casa il titolo di capocannoniere, il riconoscimento di miglior giocatore della competizione e la seconda piazza del Pallone d'Oro pur avendo alle spalle un solo anno di Serie A.  @damorirne

Ultimo tango a Napoli

In dieci si gioca meglio che in undici, diceva il Barone. Il basso baricentro della squadra costringe i difensori a dare il via alla manovra e l'uomo in meno li obbliga, insieme ai compagni, a dispensare delle buone prestazioni tramutando la mancanza in virt&ugrave;. Pi&ugrave; nel contenuto che nella forma, il lascito di Liedholm viene preso in prestito da Mancini che lo riadatta - involontariamente - per la notte pi&ugrave; importante dell'anno. Accade al San Paolo, per buona parte del secondo tempo, dopo la doppia ammonizione riservata a Nagatomo, la cui scelta infausta ha gi&agrave; fatto cadere nel dimenticatoio l'ottima e sorprendente gara del giapponese contro la Roma di inizio novembre. Ora s&igrave; che si pu&ograve; dire, anche se il rischio &egrave; quello di far aleggiare l'alone del controsenso o dar spazio a una provocazione lanciata ad hoc: il vigore dell'Inter scopre la sua inspiegabile sorgente in un contesto di macerie, giocando a viso aperto - senza alcuna paura e in inferiorit&agrave; numerica - davanti al Napoli, la banda pi&ugrave; in forma del campionato e che pi&ugrave; delle altre &egrave; riuscita a trovare un senso ai termini 'cultura' e 'lavoro'. Il 2-2 avrebbe permesso di rasentare i pi&ugrave; alti piani della lirica, provocandone una rimodulazione da tramandare ai posteri. La manona di Reina, sul finale, &egrave; quella di San Gennaro, non ci sono altre spiegazioni. La citt&agrave; torna in testa alla classifica dopo 25 anni, allora gridando per Diego, oggi per Gonzalo. Numero uno del campionato per evidente distacco, in grado di costruire un'azione in solitaria e finalizzarla nel modo pi&ugrave; roseo. La seconda rete &egrave; il manifesto, in chiaro tono declamatorio, della strapotenza fisica e tecnica che appartiene al centravanti, al di l&agrave; del fatto che Miranda e Murillo abbiano acconsentito al richiamo di Mos&egrave; e all'apertura della difesa. C'&egrave; stato un errore, chiaro, ma in quanti avrebbero portato a compimento un risultato del genere? Chi sorprende nella seconda Inter &egrave; senza dubbio il tuttocampista Ljaji&#263;, ora da naturale esterno ora da pseudo-regista, scintillante nella sua forma fisica ed egregio nel rendimento, quattro volte pi&ugrave; sicuro degli attuali colleghi di reparto alla Roma. &laquo;Abbiamo dato tutto&raquo; dir&agrave; a fine partita. Parole che finalmente arrivano veritiere. Non vorremmo essere nei panni di Sarri perch&eacute; adesso il lavoro diventa ancora pi&ugrave; duro. Restano da capire le ragioni del crollo fisico nel finale nonostante il vantaggio nel numero degli uomini, che si &egrave; tramutato in paura e impazienza di buttar via il pallone, circostanza che quasi mai aveva incontrato il bel Napoli. Nel frattempo si goda il primato, pi&ugrave; che mai meritato.  @damorirne

Il solito Higuain e la migliore Inter di Mancini

15 gare divise tra campionato (11) e coppe europee (4), 10 vittorie, 4 pareggi e 1 sola sconfitta. Maurizio Sarri, in quest'inizio di stagione, ha conquistato 34 dei 45 punti disponibili. Solo nella prima gestione Benitez si &egrave; visto di meglio (3 in pi&ugrave; del collega) anche se in termini di differenza reti il paragone non sussiste: +28 quest'anno, +17 nel 2013. Abbiamo analizzato i primi 15 impegni del Napoli dai tempi di Maradona, considerando solo le stagioni con almeno 4 match di Champions o di Europa League - tolti i preliminari, esclusivamente dal girone in poi - e calcolando ovviamente i 3 punti a vittoria, anche quando il regolamento ne assegnava 2.  1988: Ottavio Bianchi, 33 punti, +19 D.R. (Coppa UEFA) 10V 3P 2S  1989: Alberto Bigon, 33 punti, + 11 D.R. (Coppa UEFA) 9V 6P 0S  1990: Alberto Bigon, 20 punti, + 2 D.R. (Coppa dei Campioni) 5V 5P 5S  1992: Claudio Ranieri/Ottavio Bianchi, 18 punti, - 2 D.R. (Coppa UEFA) 5V 3P 7S  1994: Vincenzo Guerini/Can&eacute;, 21 punti, - 3 D.R. (Coppa UEFA) 5V 6P 4S  2010: Walter Mazzarri, 24 punti, + 5 D.R. (Europa League) 6V 6P 3S  2011: Walter Mazzarri, 23 punti, + 12 D.R. (Champions League) 6V 5P 4S  2012: Walter Mazzarri, 29 punti, + 10 D.R. (Europa League) 9V 2P 4S  2013: Rafa Benitez, 37 punti, + 17 D.R. (Champions League) 12V 1P 1S  2014: Rafa Benitez, 30 punti, + 13 D.R. (Europa League) 9V 3P 3S  2015: Maurizio Sarri, 34 punti, + 28 D.R. (Europa League) 10V 4P 1S  I CANNONIERI  1988: Careca (10)  1989: Maradona (5)  1990: Maradona (5)  1992: Fonseca (13)  1994: Agostini (7)  2010: Cavani (9)  2011: Cavani (8)  2012: Cavani (12)  2013: Higuain (8)  2014: Higuain e Callejon (8)  2015: Higuain (10)

Napoli, solo il primo Benitez ha fatto meglio di Sarri

Il commissario tecnico della Nazionale argentina, Gerardo Martino, ha diramato la lista dei 25 convocati per le prossime sfide contro Brasile e Colombia. Il guaio &egrave; che non figurano Messi e Aguero, ancora alle prese con i rispettivi infortuni, e la precariet&agrave; del reparto avanzato dell'Albiceleste &egrave; stata edulcorata dalle sobrie chiamate di Higuain, Tevez, Dybala, Lavezzi, Di Maria, Correa, Lamela, Pastore e Gaitan. Alcuni di loro, nel tempo, hanno dovuto arretrare - per forza di cose - la propria zona di competenza, ma questo non ci esime dal considerarli a tutti gli effetti dei trequartisti e, quindi, dei surplus dal centrocampo in su. Per quanto riguarda Gaitan (Benfica), che in mezzo a tutti quei nomi potrebbe passare per lo scemo del villaggio, c'&egrave; da dire che &egrave; soltanto il meno mediatico, il che rende l'idea del concetto che vogliamo far passare. Il vero impiccio, per&ograve;, non tarder&agrave; ad arrivare e riguarder&agrave; i vari Icardi, Vietto, Driussi, Carrillo, Bou, il figlio del 'Cholo', tutta gente che ora o tra qualche anno dovr&agrave; necessariamente indossare la maglia della Nazionale, anche perch&eacute; basta dare un'occhiata alle statistiche per rendersi conto che pi&ugrave; o meno tutti - per il complesso gioco dei procuratori - hanno ricevuto almeno una volta la chiamata. La sterminata produzione offensiva di talenti a disposizione del 'Tata', oltre a rappresentare ragionevolmente un rischio - non &egrave; facile gestire una situazione del genere -, riesce a tratti nell'ingrato compito di imbarazzare gli altri. Partendo dal Brasile ed escludendo Neymar e s&igrave;, mettiamo anche Oscar, Willian e il bavarese Douglas Costa, cosa resta? Hulk, Ricardo Oliveira, Renato Augusto, Firmino, Coutinho e cos&igrave; via. Buoni giocatori alcuni, impresentabile il resto. E non abbiamo parlato di Diego Tardelli o Robinho. L'Italia risponde con Pell&eacute;, Eder, Zaza, El Shaarawy, Candreva e i campioni del mondo della Germania con M&uuml;ller, &Ouml;zil, G&ouml;tze, Sch&uuml;rrle, Kruse, Bellarabi, Reus e la triste esperienza semsetrale di Podolski all'Inter. Morata, Diego Costa, Paco, Nolito, Isco, Silva, Pedro per la Spagna (sono soltanto alcuni nomi, sia chiaro) e Rooney, Kane, Sterling, Welbeck, Walcott, Sturridge e il "ranieriano" Vardy per l'Inghilterra. Doveroso inserire anche la Francia con Benzema, Giroud, Martial, Fekir, Griezmann, Lacazette e Valbuena. Ora &egrave; bene dosare la parola "campione" e fare il paragone tra il parco attaccanti dell'Argentina e quello delle altre Nazionali.  @damorirne

Martino, l'uomo pi&ugrave; invidiato del pianeta

Funziona tutto, ed &egrave; sempre un piacere per gli occhi. Il lussurioso lavoro di Sarri, grondante di sudore e appagante per chi tenta di distogliersi dal ripetitivo, destabilizza anche tutti quei tifosi che per evidenti motivi non vogliono sentir pronunciare la parola "s....tto". Napoli-Fiorentina, almeno per il momento, &egrave; la ghirlanda d'alloro del campionato. Vivacit&agrave; e impeto - soprattutto dei viola - rendono godibile il primo tempo senza reti, Insigne e Higuain ammaliano il secondo. Il calcio del Napoli - senza nulla togliere alla squadra di Paulo Sousa - &egrave; superiore. Le fatiche del centravanti argentino risultano encomiabili, arrivando limpide in occasione del gol. &Egrave; lui che fa partire l'azione, rubando palla a Ilicic subito dopo la met&agrave; campo, ed &egrave; lui che la conclude beffando con il tocco mortifero degli artisti l'ottimo Tatarusanu. Qui c'&egrave; tutta la differenza che passa da un buon giocatore e un campione. La citt&agrave; lo ha ritrovato nel pieno delle energie e dell'ispirazione e un tesoro simile in Serie A, almeno per quest'anno, non s'&egrave; ancora visto. Riduttivo, per&ograve;, declassare l'ottimo momento degli azzurri al solo Pipita. La fortuna di avere due capitani in campo non capita ogni giorno, Hamsik e Pepe Reina. Uno finalmente tornato a giocare nel posto che gli compete, l'altro a colmare la profonda lacuna lasciata dall'alternanza di Rafael e Andujar. Per quanto riguarda Insigne e Allan, rimandiamo alla bellissima immagine del Sarri sorridente al triplice fischio. Quello che maggiormente impressiona, per il repentino cambiamento, &egrave; Koulibaly. Tolto qualche picchio di irruenza, quasi naturale per un difensore centrale, colpisce il divario rispetto alla scorsa stagione: meno amnesie e pi&ugrave; consapevolezza del proprio strapotere fisico. Sa come e quando utilizzarlo. Il bello, per il Napoli, arriva adesso. Il calendario, nel prossimo turno di campionato, presenta la trasferta di Verona contro il Chievo. Dodici i punti conquistati contro le "grandi" (Fiorentina, Milan, Juventus e Lazio), solo tre contro Sassuolo, Sampdoria, Empoli e Carpi. Sarri si gioca un'importante fetta di maturit&agrave;. Non che non l'abbia ancora dispiegata ai quattro venti - ci mancherebbe -, ma questa &egrave; la ghiotta occasione per la vera svolta. Che sulla carta &egrave; notevolmente pi&ugrave; abbordabile di quanto mostrato fino a ieri.  @damorirne

La vera svolta del Napoli

Non pronunceremo quella parola tanto odiata da Sarri, per&ograve; l'impressione che sta regalando l'ultimo Napoli &egrave; pi&ugrave; che positiva e la testa dei tifosi sogna. Quattro sono le chiavi che rafforzano il pensiero stupendo.  DIFESA: un solo gol subito tra Europa League e campionato in sei partite. La scalata alla gloria parte sempre da dietro, come da tradizione. Il lavoro che l'ex allenatore dell'Empoli sta compiendo sul reparto &egrave; encomiabile, soprattutto quando si ha a che fare con giocatori che presi singolarmente sono parecchio inferiori a molti colleghi che vestono un'altra maglia. Non eccellono dal punto di vista tecnico - anzi, a volte sfiorano il ridicolo -, non sono in grado di creare i presupposti per far ripartire l'azione, ma Albiol e Koulibaly sembrano aver trovato la giusta dimensione. Pressing e linea sempre alta insieme agli esterni ora funzionano, a dispetto delle prove (fallite) nel match di settembre contro l'Empoli. Allora c'era Chiriche&#537; a far reparto con lo spagnolo, si era solo all'inizio e la prima rete di Saponara dimostrava come il metodo di Sarri fosse in parte rimasto sulle lavagne tattiche.  ALLAN: era stato tra i migliori centrocampisti dell'ultima stagione, quando vestiva la maglia dell'Udinese. Ha pagato il primissimo avvio un po' timido e adesso &egrave; impossibile farne a meno. Straordinario nelle due fasi - quanti come lui in Italia? -, ha imparato anche a trovare la via della rete, superando gi&agrave; il record di marcature nei tre anni passati in Friuli. Che aspetta Dunga? Leggere la lista delle convocazioni per i prossimi impegni del Brasile (Cile e Venezuela) provoca l'orticaria. Menzione speciale anche per Jorginho, in attesa del rientro a pieno regime di Valdifiori. Ottimo a Verona, spaesato con Benitez. E probabilmente se fosse rimasto Rafa, ora il regista sarebbe in un altro paese, magari sgomitando nei bassifondi della classifica.  INSIGNE: pare che ormai non ci siano dubbi. Siamo tutti d'accordo nel ritenere il Magnifico il talento pi&ugrave; interessante - insieme a Verratti - delle ultime generazioni italiane? Il pi&ugrave; delle volte prevedibile, sempre lo stesso movimento, ma non per questo limitato. Robben campa da quindici anni con un unico repertorio, eppure...  HIGUAIN: di un altro pianeta, la lezione pi&ugrave; interessante del maestro Sarri. Ruba applausi anche quando non segna, attaccante mentalmente rinato - sul piano del gioco non l'avevamo mai messo in discussione -, ride e abbraccia il suo nuovo mentore al momento della sostituzione. Del Pipita, che ha tutte le ragioni per guadagnarsi le copertine del nuovo Napoli, ne avevamo parlato qui.  @damorirne

Napoli, lezione a domicilio e pensiero stupendo

Almeno per una volta evitiamo di sminuire le difese delle piccole squadre - che poi, a dirla tutta, sono quelle che danno sempre del filo da torcere alle italiane - e godiamoci in tutta la sua regalit&agrave; lo straordinario lampo di genio che ha permesso a Gonzalo Higuain di ridicolizzare il Legia Varsavia. Appena entrato mette subito in mostra le proprie doti nel taglio e cucito - come nella migliore tradizione sartoriale napoletana - partendo dall'esterno e lasciando gli avversari nel dubbio: &laquo;Che faccio, vado o no?&raquo;. Non &egrave; il centravanti pi&ugrave; forte del mondo - scusa Sarri -, ma di sicuro ha un posto riservato nelle primissime file, gi&agrave; dai tempi di Madrid. E la cosa che maggiormente sorprende quest'anno, nel Pipita, &egrave; il sorriso. La voglia di giocare per il - e diciamolo pure - suo Napoli, il fatto di essere meno solista rispetto agli anni con Benitez, il che lo rende ancora pi&ugrave; simpatico ed efficace. Capitava spesso di assistere a quel processo di straniamento che l'argentino metteva in atto non appena la sua mente calcistica - superiore a molti dei compagni - reputava sgraziata e disarmonica un'azione di gioco. Farne a meno, oggi, &egrave; inevitabile. Com'era inevitabile farne a meno anche quando gli si scaricavano addosso tutte le colpe per dei rigori sbagliati - alcuni dei quali parecchio importanti, &egrave; vero - e come sarebbe inevitabile per il 99,9 % dei club europei. Merito suo, chiaramente, e di chi lo sta guidando. Il filo diretto che lo lega a Sarri - non era facile crearlo con il caratterino di Higuain - testimonia l'eccellente lavoro dell'ex allenatore dell'Empoli, che finalmente ha cominciato a raccogliere i frutti dopo l'indetraibile rodaggio iniziale. Il mister che ora &egrave; passato a guidare un grande club, avendo portato a compimento con il massimo dei voti l'et&agrave; della gavetta, esattamente l'antitesi della foltissima schiera di quei calciatori arrivati senza merito in territori a loro sconosciuti per qualit&agrave;, che sfoggia la tuta come il pi&ugrave; elegante degli abiti - anche se durante gli anni della Sansovino si presentava per scaramanzia in completo nero - e che spazza via una volta per tutte il luogo comune che considera inadatta a carpire i principi fondamentali del mestiere la persona che non ha mai praticato calcio ad alto livello. Nessuno si offender&agrave; se ogni tanto si lascia un po' di spazio all'umilt&agrave; e alla meritocrazia.  @damorirne

Napoli, il sorriso letale di Higuain

Se si tratta di un nuovo film di Natale, meglio avvisare. Aurelio De Laurentiis torna a far danni. Le ultime riprese si sono svolte proprio a Napoli, all'aeroporto di Capodichino. Il patron del club partenopeo s'&egrave; beccato una denuncia dal Sindacato lavoratori della Polizia della Cgil. Il motivo? Prima qualche battutina non proprio gradevole, poi una gomitata all'agente. Il presidente ha fretta di salire con il suo staff sull'aereo e andare a trovare la squadra in ritiro a Dimaro, in Trentino. Vuole saltare la coda, prendere il pullmino privato per raggiungere il velivolo, pretende addirittura che la polizia trasporti i suoi bagagli. Roba che non s'era mai vista nemmeno nei personaggi interpretati da De Sica. Adesso la parola passer&agrave; ai giudici, per capire come siano andate realmente le cose.  Purtroppo, per&ograve;, il buon De Laurentiis non &egrave; nuovo a storiacce del genere. &laquo;Con Aurelio fummo vicini alla rissa&raquo;, parola di Edy Reja. Gennaio 2008, &egrave; appena terminata Napoli-Lazio, pareggiata in extremis con un tiro - deviato dalla difesa avversaria - di Hamsik. Il numero uno degli azzurri si reca all'interno dello spogliatoio, vuole complimentarsi con i ragazzi. Parte il friulano: &laquo;Ti fai vedere solo quando le cose vanno bene, gioved&igrave; invece mi hai massacrato&raquo;. Il riferimento &egrave; all'eliminazione dalla Coppa Italia di qualche giorno prima, sempre contro la Lazio, e alle accuse lanciate dal produttore cinematografico. L'aria diventa pesante, si arriva quasi alle mani. I due vengono divisi da tutti i presenti. Reja rincara la dose: &laquo;Sono quattro anni che ti sopporto, ora mi hai stufato. Trovati un altro allenatore&raquo;. De Laurentiis sbatte la porta e se ne va.  Storia pi&ugrave; recente, stessa situazione. &laquo;Siete delle teste di c...! Voglio ritornare a fare il cinema, siete delle m...! Penso di cambiare Paese e cittadinanza&raquo;. &Egrave; la sceneggiata di un tardo luglio di quattro anni fa. I sorteggi hanno appena decretato il prossimo calendario del campionato, ma il Napoli - secondo De Laurentiis - ha troppe gare importanti a ridosso degli impegni di Champions. Un ottimo motivo per lasciarsi andare a delle finissime imprecazioni e scappare in scooter, rigorosamente senza casco, con il primo malcapitato di turno per le vie di Milano.  Ma l'episodio pi&ugrave; bizzarro rimane quello della causa alla Regione Campania e al Comune di Capri. Il neoacquisto Higuain sbatte con un tuffo sugli scogli e rimedia otto punti di sutura sul mento. Niente di irrimediabile, per carit&agrave;, sono cose che sfortunatamente potrebbero accadere. Ma a De Laurentiis la situazione non va gi&ugrave;: &laquo;Spero solo che queste suture durino nel tempo perch&eacute; in ospedale non sanno nemmeno mettere dei punti. Chiediamo 100 milioni di danni alle istituzioni da devolvere in beneficenza. Sono stanco di non avere medici di buon livello, manco fossimo in Africa&raquo;. 100 milioni? Africa? Quando essere presidente di una societ&agrave; &egrave; questione di eleganza...  [poll id="11"]  @damorirne

Napoli, il cinepanettone &egrave; De Laurentiis

Era la ghiottissima occasione per indossare delle vecchie cuffie, mettere su il 'best of' di Astor Piazzolla e cominciare a ballare sulle note di Libertango in territorio nemico. Una generazione cos&igrave; colma di talento, in Argentina, non si vedeva da un bel po' di anni. E riesce difficile soltanto scorrere con l'indice il palmares dell'Albiceleste e vedere che l'ultimo trofeo &egrave; datato 1993, tralasciando le vittorie dei cinque Mondiali Under 20 sparsi tra il '95 e il 2007 e delle Olimpiadi di Atene e Pechino.   In Cile, come in Brasile, a strappare Leo Messi da quel misero centimetro che lo separa dalla gloria personale ci hanno pensato Angel Di Maria e Gonzalo Higuain. Al primo, chiaramente, nulla &egrave; imputabile, se non una questione di sfortuna. Una lesione muscolare gli ha vietato la gioia del Maracan&agrave;, nell'ultimo atto mondiale contro la Germania. E a Santiago si &egrave; dovuto arrendere alla mezz'ora del primo tempo, sempre per un problema fisico.  Discorso diametralmente opposto se si parla di Higuain. Due brutti errori, prima allo scadere del tempo regolamentare e dopo dal dischetto. Se la Copa Am&eacute;rica non &egrave; andata all'Argentina, il (de)merito &egrave; anche del Pipita a coronamento di un anno piuttosto pallido, escludendo la Supercoppa di Doha. Il rigore Champions contro la Lazio, che ha relegato il Napoli addirittura in quinta posizione. Abbiamo capito che Gonzalo non va molto d'accordo con i tiri dagli undici metri. Una cosa, per&ograve;, la sappiamo. Lo splendido tesoro partenopeo, perch&eacute; lo &egrave; ed &egrave; innegabile, resta uno dei migliori interpreti nel suo ruolo.  Lo sa bene anche De Laurentiis, dato che nelle scorse settimane ha tenuto a precisare che la clausola dell'argentino &egrave; pari a ben 94 milioni di euro. Cifra elevatissima, se non ti chiami Messi. Ma chi, tra i tanti emiri, sceicchi e sultani, dovrebbe staccare l'assegno per una somma del genere? Soprattutto se dovessero rivedere nuovamente, nel 150 pollici di casa, gli highlights della finale di Rio tra Argentina e Germania. L&igrave;, Gonzalo, ha fallito. Un maldestro colpo di testa di Kroos - anche qui non si parla del primo tizio che si incontra nel reparto surgelati del supermercato -, gli permette di trovarsi a tu per tu con Neuer. E chiss&agrave; quanti pensieri, in quel momento. Dove la metto? Come la metto? Conclusione sporchissima e 1-0 che non arriva. Per la disperazione di Mascherano, che si tocca i capelli che non ha. Ma c'&egrave; ancora tutto il tempo per rimediare.  Adriano Lo Monaco @damorirne 

Napoli, l'inutile clausola di Higuain

Aurelio De Laurentiis dovrebbe essere preso a pernacchie per le dichiarazioni sulle cure portate a Higuain e sulla causa da 100 milioni di euro che ha minacciato di fare al comune di Capri e alla Regione Campania per cure mal eseguite. Cos&igrave; non accadr&agrave;, per motivi vili e tristi: si possono criticare davvero solo gli allenatori, cio&egrave; gli unici che in questo circo conoscano la materia, e i giocatori, cio&egrave; i personaggi grazie ai quali tutti noi esistiamo, ma non chi pu&ograve; nuocere a certe carriere (carriere?). I tribunali italiani sono zavorrati da cause molto pi&ugrave; pretestuose di questa, usate come un manganello o solo per vedere l'effetto che fa, ma questa vicenda fa ridere pi&ugrave; che riflettere sui problemi della giustizia. Perch&eacute; quel genio di Higuain, luned&igrave; mentre era in barca, si &egrave; tuffato vicino a uno scoglio e si &egrave; procurato un taglio. Nel giro di pochi minuti sono entrati in funzione la Guardia Costiera, che &egrave; andata a prendere Higuain dolorante sulla barca, un'ambulanza dell'ospedale Capilupi che &egrave; andata a prelevare sul molo l'argentino per portarlo al Pronto Soccorso, il medico sociale del Napoli che in contatto con i medici dell'ospedale caprese ha fatto un po' di telemedicina. Mancavano i Navy Seals e i servizi segreti (deviati, va da s&eacute;), ma forse c'erano anche loro e sono sfuggiti ai cronisti. 45 minuti, tutto compreso, per 8 (8!!!) punti di sutura. La vera certezza &egrave; che un normale tifoso di Higuain, se si fosse fatto male nelle stesse condizioni, non sarebbe stato curato cos&igrave; velocemente. Una velocit&agrave; da E.R., serie televisiva che De Laurentiis non ha prodotto ma che di sicuro conosce. Il confine fra il cialtronismo e la genialit&agrave; &egrave; sempre molto sottile e spesso i doganieri sono distratti. In questa vicenda la genialit&agrave; sta nel fatto di avere conquistato ancora una volta le prime pagine, anche dei quotidiani generalisti, a costo zero. Perch&eacute; De Laurentiis conosce troppo bene i media, per non sapere che l'attenzione va sempre mantenuta alta. Oggi per un tagliato, domani per un rigore negato. Per le grandi storiche &egrave; tutto pi&ugrave; facile, basta il sussurro di un panchinaro in conferenza stampa. E al netto del macchiettismo, evidentemente studiato a tavolino, De Laurentiis &egrave; l'unico presidente nella storia del calcio italiano ad avere costruito una squadra da scudetto avendo i bilanci in utile. Nel 2011-12 14,7 milioni di euro, nella scorsa stagione un risultato non lontano (le cifre non sono ancora ufficiali). Tutto senza stadio di propriet&agrave;, speculazioni immobiliari, aiuti pubblici, sponsorizzazioni farlocche... Senza contare che il produttore &egrave; l'unico dirigente del calcio italiano ad affermare con forza, senza paura di turbare lo status quo politico-televisivo (senza calcio italiano Sky e Mediaset potrebbero chiudere anche domani mattina), che il prodotto serie A &egrave; venduto male. Non solo: De Laurentiis ha da anni messo nel mirino la UEFA, cosa magari non utile per le designazioni di Champions League ma di sicuro per stabilire il principio che chi mette i soldi nello spettacolo deve gestire anche lo spettacolo stesso. Per fare Pozzo ci vuole competenza, ma l'ambiente poco pressante di Udine lo facilita, mentre fare calcio a Napoli &egrave; complicato anche se la serie C (il produttore inizi&ograve; da l&igrave;) di pochi anni fa dovrebbe far apprezzare non solo Higuain ma anche il contratto pluriennale a Insigne.  Twitter @StefanoOlivari

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