Juve, 16 maggio 1982, a Catanzaro lo scudetto della seconda stella

Juve, 16 maggio 1982, a Catanzaro lo scudetto della seconda stella

Un trionfo arrivato all’ultima giornata di un campionato agguerrito, grazie al rigore di Brady. Beffata la Fiorentina di De Sisti fermata sullo 0-0 a Cagliari

Jacopo Pascone/Edipress

16.05.2022 ( Aggiornata il 16.05.2022 10:31 )

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L’Italia intera non può esserne ancora consapevole, non sa che sta per vivere un’estate indimenticabile. È il 16 maggio 1982, giorno della vigilia degli Internazionali maschili al Foro Italico di Roma; la corsa Rosa sta entrando nel vivo ed è purtroppo la prima domenica senza Gilles Villeneuve, deceduto in seguito al terribile incidente sul circuito di Zolder, provocando tristezza infinita nel cuore di tutti gli amanti del motorsport. In questo contesto l’evento che tiene tutto il Paese con la radiolina sintonizzata su “Tutto il calcio minuto per minuto” è la 30esima giornata del campionato di Serie A, l’ultima di uno dei tornei più emozionanti e spettacolari di sempre. Juventus e Fiorentina sono giunte all’ultimo round a pari merito: 44 punti per i viola –  che volano in Sardegna per sfidare il Cagliari – , gli stessi per i bianconeri, che scendono a Catanzaro. In caso di arrivo a pari punti si giocherebbe uno spareggio che manca dal 1964. Oltre allo scudetto, ad eccezione della retrocessione anticipata del Como, tutti gli altri verdetti sono ancora da scrivere.

La vigilia tormentata dei bianconeri

In Calabria la Juve viene accolta all’aeroporto da una contestazione agguerrita: in 3mila a fischiare e insultare la squadra. La massa è composta in maggioranza da tifosi anti-juventini. Alcuni giocatori vengono addirittura aggrediti, come Rossi, colpito da uno schiaffo in volto e finito a terra. Il povero Pablito è tra i più criticati per le note vicende che l’hanno visto protagonista: la lunga squalifica per il Totonero è terminata lo scorso 28 aprile e Trapattoni lo ha lanciato subito contro l’Udinese. Rossi ha risposto con una prestazione maiuscola, contribuendo con un gol nel 5-1 rifilato ai friulani. Anche in quell’occasione era stato accolto da sonori fischi, il tutto davanti agli occhi di Bearzot, recatosi al Friuli per testare le condizioni fisiche e, soprattutto, mentali dell’ex Perugia. Quelli che l’hanno riempito di fischi dimenticheranno tutto a meno di due mesi di distanza…

La Juventus sale così sul pulmann e scappa via in fretta e furia dall’aeroporto di Lamezia Terme. Rossi, come tutta la squadra, resta comunque concentrato sulla partita, Boniperti ha tuonato: “L’anno prossimo dobbiamo giocare la Coppa dei Campioni”. Per presenziare al tavolo delle grandi la Juve deve prima avere la meglio sul Catanzaro di Bruno Pace, anche se questo potrebbe non bastare. I calabresi, già ampiamente salvi, sfoggiano due grandi talenti del nostro calcio: Massimo Mauro e Edi Bivi, entrambi azzurrini all’ordine di Vicini. Il primo – corteggiato da mezza Italia – si accaserà a Udine, prima di transitare anche a Torino. Il secondo non riuscirà mai a esplodere definitivamente, rimanendo comunque un apprezzato mestierante d’area di rigore. Ad alzare l’età media dei giallorossi ci pensa Sergio Santarini, professione stopper, ex bandiera della Roma. Nelle 13 stagioni trascorse nella Capitale ha condiviso lo spogliatoio con Picchio De Sisti: erano compagni di stanza durante i ritiri sull’Aurelia. È nata un’amicizia vera con l’attuale allenatore della Fiorentina, motivo per il quale Santarini arriva motivatissimo alla sfida. Si stenderebbe di traverso pur di non far passare la Signora: “In questi giorni penso alla Fiorentina. La nostra leggerezza potrebbe distruggere il campionato della Viola, polverizzare tutte le sue fatiche, non sarebbe giusto. Ragionerei così anche se non conoscessi Picchio”.

Catanzaro-Juventus, la gara del Comunale 

All’ex Campo Militare di Catanzaro è tutto esaurito: 30mila spettatori, con insistenti proteste da parte dei 60mila rimasti fuori. Fortunati i bagarini quel giorno… Il Trap recupera in extremis Tardelli, davanti ancora assente Bobby gol Bettega: giocano Rossi e Virdis, con Fanna che scalpita in panchina. Furino vince il ballottaggio con Bonini, per il resto è la solita Juve, capitanata da Zoff alla 300esima presenza in bianconero. È l’ultima gara di Liam Brady, Boniperti infatti ha già piazzato due colpi da 90 per la prossima stagione: i tasselli per gli stranieri sono stati occupati da Boniek e Platini, quest’ultimo ufficializzato proprio nell’ultimo giorno disponibile, il precedente 30 aprile.

I primi tempi della 30esima giornata scivolano via, Enrico Ameri e Sandro Ciotti – in collegamento rispettivamente da Catanzaro e Cagliari – si palleggiano la linea dei campi principali, dove il punteggio è fermo sullo 0-0. Da segnalare un brivido nell’area juventina al 39’, quando il contatto tra Borghi e Brio viene giudicato regolare dall’arbitro Pieri. Dalle parti di Zaninelli bianconeri vicini al gol con Tardelli. La ripresa si apre con una clamorosa occasione ancora per il centrocampista ex Pisa, che da ottima posizione stampa di testa sulla traversa. Con il passare dei minuti Brady sale in cattedra e con lui si alza il livello dell’intera squadra: la Juve comincia a girare, lottano tutti come leoni, il gol è nell’aria. Intanto dal Sant’Elia interviene Ciotti per comunicare l’annullamento della rete di Graziani, episodio al quale seguiranno oceani di polemiche (dalle immagini il fallo non sembra così evidente). Il fischio di Trapattoni – che nel frattempo ha sostituito Virdis con Fanna – si sente fino alle ultime file delle tribune, i suoi continuano ad attaccare cercando disperatamente il gol vittoria. Al 30’ Brady pesca Marocchino, l’inesauribile centrocampista si allunga la palla e cavalca verso il fondo, il suo cross raggiunge Rossi che colpisce il palo. Sulla carambola la sfera finisce sui piedi di Fanna, che controlla e calcia a botta sicura trovando sulla traiettoria del tiro il braccio di Celestini. L’arbitro Pieri questa volta indica il dischetto: dagli undici metri si presenta lo specialista Liam Brady, proprio l’irlandese con le valigie in mano che finirà alla Sampdoria, può decidere le sorti del campionato. Rincorsa breve e piattone sinistro alla destra di Zaninelli che si tuffa dall’altra parte: lo scudetto prende la via Torino. Quando Ameri annuncia il vantaggio bianconero sulle tribune del Sant’Elia la radiolina dei Pontello finisce in mille pezzi. A Catanzaro invece inizia un nutrito lancio di oggetti, che dalle tribune bersagliano l’avamposto di Trapattoni.

Serie A 1981-82, i verdetti del campionato

L’epilogo è scontato, la Fiorentina non riesce a segnare e dopo 90 minuti spasmodici la Juventus si conferma campione d’Italia, conquistando il suo 20esimo scudetto. L’ultima, pazza, giornata regala altri verdetti pesanti: il pareggio del Sant’Elia condanna al secondo posto la Viola ma salva il Cagliari; si salva anche il Genoa, grazie alla rete di Faccenda che vale il 2-2 al San Paolo. I pareggi dei sardi e dei liguri condannano il Milan: nonostante l’eroico ribaltone sul Cesena firmato Jordan, Romano e Antonelli, i rossoneri tornano in Serie B. Stessa sorte per il Bologna, retrocesso per la prima volta nella sua storia nella stagione in cui ha lanciato uno dei futuri astri del nostro calcio: Roberto Mancini. 

Il post partita e i giorni seguenti all’epilogo saranno bollenti: mentre mezza Torino corre festante a Caselle per accogliere i campioni, a Firenze sfilano cortei e slogan in protesta contro gli arbitraggi. Anche il capitano viola Antognoni nel post partita rilascia dichiarazioni pesanti, ma alla Vecchia Signora importa poco: inizierà il nuovo campionato con sulle maglie cucita la seconda, prestigiosa, stella.

Catanzaro-Juventus del 16 maggio 1982: il tabellino

CATANZARO: Zaninelli, Celestini, Salvadori, Boscolo (1' st Cascione), Santarini, Peccenini, Mauro, Braglia, Borghi, Sabato, Bivi (26' st Palese). A DISP: Bertolini, Cardinali, Nastase. ALL.: Pace

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, Furino, Brio, Scirea, Marocchino (40' st Bonini), Tardelli, Rossi P., Brady, Virdis (8' st Fanna). A DISP: Bodini, Osti, Galderisi. ALL.: Trapattoni

ARBITRO: Pieri (Genova) . MARCATORI: 75' rig. Brady. 

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