Chicco Evani, il jolly del Milan di Sacchi

Chicco Evani, il jolly del Milan di Sacchi

Una vita in rossonero, fedelissimo del tecnico di Fusignano, poi alla Sampdoria nell'affare-Gullit. Infine un eccellente allenatore dell'Italia giovanile

Alessandro Ruta/Edipress

01.01.2023 ( Aggiornata il 01.01.2023 15:12 )

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Parlava poco, si notava meno, ma l'efficacia era indiscutibile. Alberico Evani, per il mondo intero "Chicco", ha attraversato con leggerezza 15 anni di calcio italiano, vincendo come uomo per tutti i ruoli nel Milan di Sacchi e poi alla Sampdoria. Nell'ultimo quindicennio però è stato fondamentale il suo lavoro con le giovanili sia rossonere che dell'Italia, fino a diventare assistente del commissario tecnico Roberto Mancini.

I Gol pesanti di Chicco Evani

Evani, nato l'1 gennaio del 1963 e soprannominato dai tifosi milanisti anche "Bubu" come l'orsetto amico di Yoghi dal volto sempre un po' malinconico, ha avuto il privilegio di risolvere due finali, o comunque due partite importantissime. Peraltro nel giro di pochi giorni, nel dicembre del 1989. La prima fu la Supercoppa Europea: andata 1-1 tra Barcellona e Milan al Camp Nou, gol di Van Basten su rigore e pareggio di Amor, poi al ritorno ecco l'1-0 per il Diavolo, firmato da una punizione secca e precisa del nativo di Massa. Dieci giorni dopo a Tokyo, Coppa Intercontinentale tra i rossoneri e il Nacional Medellin. Una sfida appiccicosa, tesa ed equilibrata, destinata inevitabilmente ai calci di rigore. Ultimo minuto dei tempi supplementari, calcio di punizione dal limite per il Milan, posizione ideale per un destro. I giocatori del Nacional forse si sono rilassati, vedono i tiri dagli undici metri lì a un passo, ma non hanno fatto i conti con la furbizia di Chicco, che è entrato a metà del secondo tempo al posto di Fuser. Mentre il portiere Higuita sta ancora piazzando la barriera, Evani calcia senza aspettare il fischio dell'arbitro. Uno dei gol più importanti nella storia recente del Milan, con esultanza smodata di Adriano Galliani in un'altra immagine celebre, a correre dentro il campo per festeggiare.

Il ciclo con Sacchi in panchina poté così proseguire grazie all'Intercontinentale, dopo la Coppa Campioni vinta con lo Steaua e la Supercoppa Europea, risolta come abbiamo già visto sempre grazie a Evani.

Evani, il jolly del Milan di Sacchi

Tanto Milan nella carriera di Chicco, fin dalle giovanili. Per i tifosi rossoneri è sempre stato un giocatore speciale, visto che a parte la trafila nella Primavera Bubu si è sciroppato tutti quegli anni bui, tra retrocessione in B e la non competitività delle successive stagioni in A, quando assieme a Baresi, Tassotti e Filippo Galli formava una retroguardia praticamente tutta fatta in casa. Fino all'arrivo di Arrigo Sacchi, che ne fece un jolly incredibile, in grado di giocare sia sulla fascia sinistra (come nella finale di Coppa Campioni del 1990 contro il Benfica, e da titolare) che in mezzo al campo. Sempre senza urlare o reclamare spazio. In più di un'occasione Evani ha indossato nientemeno che la maglia numero 10.

Tredici stagioni al Milan da bandiera silenziosa, prima del passaggio alla Sampdoria nell'ambito dell'operazione-Gullit, quando l'olandese decise clamorosamente di trasferirsi a Genova, sponda blucerchiata. E anche alla Samp l'opportunità di giocare assieme a grandi campioni, vincendo la Coppa Italia nel 1994 battendo in finale il sorprendente Ancona, squadra di Serie B.

Chicco Evani e la Nazionale

In blucerchiato Evani conobbe Roberto Mancini, che avrebbe ritrovato in Nazionale: Chicco assistente, Mancio commissario tecnico. Ma Evani aveva già fatto un enorme lavoro con le varie squadre giovanili dell'Italia, su tutte l'under 20 portata in semifinale al Mondiale del 2017, perdendo contro l'Inghilterra futura vincitrice del torneo. Comunque un terzo posto di enorme prestigio con una formazione imperniata su Orsolini, attuale giocatore del Bologna. Per Evani anche due gettoni da allenatore dell'under 21 in sostituzione di Di Biagio quando nel 2018 quest'ultimo era diventato commissario tecnico della nazionale maggiore. Bilancio, un pareggio con la Norvegia e una vittoria in Serbia, in due amichevoli. Da giocatore Chicco aveva partecipato al Mondiale del 1994 negli Stati Uniti, convocato dall'allenatore che più di tutti ha puntato su di lui in carriera: Arrigo Sacchi. Pochi minuti in campo per lui, e un contributo minimale ma decisivo, quando in finale contro il Brasile fu uno dei due azzurri a segnare nella lotteria dei rigori (l'altro, Demetrio Albertini). Sinistro a mezza altezza a spiazzare Taffarel con tutta la calma del mondo, perfettamente in linea con il suo stile.

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