        Cinquantasei anni dopo, l&rsquo;Italia torna a ospitare un campionato Mondiale di calcio. La prima e unica occasione in cui la Coppa del Mondo si era disputata nel nostro Paese risale al 1934, edizione che vide il primo storico trionfo degli azzurri guidati da Vittorio Pozzo. L&rsquo;8 giugno 1990, invece, prende il via il Mondiale delle Notti Magiche. La lunga vigilia di Italia &lsquo;90 &nbsp; Ai nastri di partenza la nostra Nazionale non pu&ograve; non essere inserita tra le favorite. Oltre al grande vantaggio di giocare in casa, il nostro movimento calcistico domina l&rsquo;Europa: il Milan di Sacchi ha vinto la seconda Coppa dei Campioni consecutiva; la Juventus di Zoff si &egrave; aggiudicata la Coppa Uefa al termine di una finale tutta italiana contro la Fiorentina; la Sampdoria di Boskov ha appena trionfato in Coppa delle Coppe, vincendo il suo primo (e unico) trofeo internazionale. Spetta per&ograve; all&rsquo;Argentina campione in carica l&rsquo;onore di scendere in campo per prima. La Selecci&ograve;n dovrebbe giocare il suo girone tra il San Paolo di Napoli e il San Nicola di Bari, ma debutta a San Siro, stadio designato per la cerimonia d&rsquo;apertura. La squadra di Bilardo affronta il Camerun, schierando nell&rsquo;undici titolare ben due giocatori dell&rsquo;Udinese, Balbo e Sensini, e ovviamente Diego Armando Maradona: molti dei 73.780 spettatori presenti sono accorsi a Milano proprio per vedere le magie del Pibe, intento a trascinare l&rsquo;Argentina verso un altro trionfo Mondiale. Argentina-Camerun 1990: primo tempo &nbsp; Il fischietto francese Michel Vautrot, che i tifosi italiani ricordano per la direzione della semifinale di Coppa dei Campioni tra Roma e Dundee nel 1984, d&agrave; il via al Mondiale italiano. L&rsquo;Argentina si rende subito pericolosa con un paio di affondi che non vanno a buon fine. Al 21&rsquo; i Leoni Indomabili sfiorano il vantaggio: un traversone basso mette in difficolt&agrave; Basualdo, il centrocampista pasticcia mettendo fuori causa il portiere Pumpido con un tocco maldestro; quando la sfera sta per terminare in rete, Nestor Fabbri la butta miracolosamente in calcio d&rsquo;angolo. Sugli sviluppi del corner l&rsquo;Albiceleste riparte, la pelota arriva al Diez, che pur mancando lo stop riesce a liberarsi del diretto marcatore e lanciare in profondit&agrave; un pallone a mezzaria. In questo preciso istante arriva come un treno Victor N&rsquo;Dip, che colpisce Diego con un calcio Kamikaze in pieno petto. L&rsquo;argentino cade a terra, ma Vautrot, incredibilmente, estrae solo il cartellino giallo. La partita si incattivisce e il primo tempo regala solo un&rsquo;ultima chance agli africani, con la conclusione di Biyik respinta dai guantoni di Pumpido. La sorpresa arriva nel secondo tempo &nbsp; Bilardo prepara l&rsquo;assalto e a inizio ripresa manda in campo un attaccante, Caniggia, al posto di un difensore, Ruggeri. La mossa del selezionatore porta i suoi frutti al minuto 61, quando un&rsquo;accelerazione del Figlio del Vento provoca l&rsquo;espulsione diretta di Kana-Biyik. Il rosso sembra eccessivo, ma forse negli spogliatoi a Vautrot &egrave; stato segnalato l&rsquo;errore commesso nell&rsquo;episodio del calcio a Maradona. Il Camerun resta in 10 e la partita potrebbe prendere una strada ben delineata. Invece, come spesso accade nel calcio, succede il contrario. Al 67&rsquo;, sugli sviluppi di un calcio di punizione, la sfera s&rsquo;impenna. Fran&ccedil;ois Omam-Biyik salta e la impatta in cielo: il tentativo di opposizione del portiere Pumpido &egrave; a dir poco maldestro e, di fatto, accompagna la sfera in rete. Tra lo stupore di tutto il mondo, il Camerun &egrave; in vantaggio sull&rsquo;Argentina. La Selecci&ograve;n spreca una buona opportunit&agrave; con Balbo, che cicca di testa sul traversone dello scatenato Caniggia. Il numero 8 &egrave; l&rsquo;ultimo ostacolo che si frappone tra i Leoni Indomabili e un successo storico. &Egrave; ancora lui, dopo aver saltato tre avversari con un&rsquo;incredibile accelerazione, a provocare la seconda espulsione di giornata. Questa volta l&rsquo;intervento di Massing &egrave; duro e fuori tempo: il secondo giallo &egrave; sacrosanto. Nonostante la doppia inferiorit&agrave; numerica, il muro africano regge fino al triplice fischio. Il Mondiale delle Notti Magiche inizia con la sorpresa.  &nbsp;       

Nella gara inaugurale delle Notti Magiche, l'Albiceleste di Maradona perse 1-0 contro gli africani decimati dai cartellini rossi

Argentina-Camerun: il Mondiale di Italia '90 inizia con la sorpresa

Italia &rsquo;90 &egrave; rimasto nella memoria come l&rsquo;edizione del Mondiale meno spettacolare della storia, ma la sua partita inaugurale &egrave; probabilmente la pi&ugrave; famosa di sempre. 8 giugno a San Siro, dopo le varie cerimonie e una memorabile esibizione di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato si gioca Argentina-Camerun, sfida fra i campioni del mondo in carica e la nazionale pi&ugrave; rappresentativa del calcio africano, sempre definito emergente e che forse proprio per questo raramente &egrave; emerso. Pi&ugrave; che per la sorprendente vittoria della squadra di Nepomniachi la partita &egrave; ricordata per il tifo quasi compatto del pubblico neutrale in favore del Camerun, ma sarebbe meglio dire contro l&rsquo;Argentina e Maradona.  Forse c&rsquo;entrava il fatto che il Napoli di Maradona fosse stato nella seconda met&agrave; degli anni Ottanta il principale rivale di Milan e Inter, forse (da parte rossonera) era ancora troppo vivo il ricordo della monetina di Alem&acirc;o e di Lo Bello a Verona, ma di sicuro il tifo presunto neutrale mai come in quell&rsquo;occasione si schier&ograve; compattamente a favore di una delle due squadre in campo, a partire dai fischi all&rsquo;inno nazionale argentino. Maradona fu utilizzato da Bilardo in posizione molto pi&ugrave; avanzata del solito, a fianco di Balbo, privando cos&igrave; della sue invenzioni una squadra gi&agrave; non eccezionale, dove solo Burruchaga e Caniggia, entrato nel secondo tempo al posto di Ruggeri, si elevavano rispetto alla media. Disput&ograve; anche una buona partita, Maradona, reggendo come al solito bene le botte dei difensori avversari, ma predicando nel deserto.  Argentina nulla, ma al netto delle retorica terzomondista modestissimo anche quel Camerun: rivedendo la partita si nota anti-calcio da ambo le parti per un&rsquo;ora, quando Caniggia port&ograve; verso l&rsquo;espulsione Kana Biyck. In superiorit&agrave; numerica l&rsquo;Argentina continu&ograve; a combinare poco, mentre aumentavano i calci degli africani, bene organizzati dallo sconosciuto (che tale sarebbe rimasto) allenatore sovietico, ma senza talento. Pochi minuti dopo un colpo di testa di Omam Biyck, un salto pazzesco ad anticipare Sensini dopo una palla toccata da Makanaky, con annesso errore di Pumpido, fece impazzire San Siro. La reazione argentina semplicemente non ci fu ed il Camerun chiuse addirittura in 9, con in campo anche il trentottenne Roger Milla, per l&rsquo;espulsione di Massing. L&rsquo;Argentina e Maradona si sarebbero ripresi e pur giocando quasi sempre male, tranne forse che contro gli azzurri di Vicini nella semifinale di Napoli, arrivarono in finale. Merito anche di una rabbia nata con i fischi di San Siro, oltre che di un&#39;altra Mano de Dios contro l&#39;URSS e della forrtuna sfacciata negli ottavi contro il Brasile.&nbsp; 

Quella di Italia &#39;90, l&#39;8 giugno a San Siro, rimane la partita inaugurale pi&ugrave; famosa nella storia del Mondiale. Non solo per il risultato ma anche per il tifo del pubblico presunto neutrale...&nbsp;

Il salto del Camerun

        Gli Stati Uniti, atavicamente assetati di episodi da posare sull&rsquo;altare di una sedimentazione storica che in realt&agrave; solo il regolare corso del tempo pu&ograve; costruire, nel 1994 ebbero la fortuna di ospitare una partita entrata di diritto negli annali della storia dei Mondiali. Alle 13 del 28 giugno di quell&rsquo;anno, infatti, Russia e Camerun scendono in campo essenzialmente per salutare la grande kermesse della FIFA allo Stanford Stadium davanti a un&rsquo;incredibile cornice di 75.000 spettatori, pronti a combattere il sole a picco sulla California acquistando i fiumi di bevande prodotte dai munifici sponsor del Mondiale. &Egrave; una partita che non sembra poter attecchire nella memoria: i russi hanno accumulato due sconfitte contro Brasile e Svezia, il Camerun &egrave; riuscito a racimolare solo un pareggio con gli scandinavi. Le possibilit&agrave; di passare il turno sono remotissime per entrambe le squadre, che possono quindi affrontarsi a viso aperto semplicemente per il gusto di lasciare un buon ricordo di s&eacute; e, quanto ai giocatori, approfittare dell&rsquo;esposizione mediatica per ottenere nuovi, remunerativi contratti. Nessuno pu&ograve; immaginare che l&rsquo;1-0 firmato da Oleg Salenko al 15' minuto apre le porte della storia all&rsquo;attaccante con la maglia numero nove, autore, a fine gara, di una cinquina mai registrata prima nelle fasi finali dei Mondiali e, tutt&rsquo;oggi, mai eguagliata. Quel 28 giugno Salenko scarica palloni in rete come un kalashnikov, mettendo il proprio nome sul tabellino dei marcatori anche al 41', al 44', al 72' e al 75', togliendosi inoltre lo sfizio di mandare in gol il compagno Radchenko nel definitivo 6-1 che chiude una partita nella quale i Leoni d&rsquo;Africa esprimono una gestione tattica dissennata, spingendosi in avanti senza mantenere equilibri di copertura e lasciando ai russi la possibilit&agrave; di infierire. Ma chi era Oleg Salenko? Per sua stessa definizione sovietico di Leningrado (oggi San Pietroburgo), dove nacque nel 1969 da padre ucraino e madre russa, si mise in evidenza nel periodo 1986-1992 con lo Zenit Leningrado e la Dinamo Kiev prima di approdare nel 1993 in Spagna nel Logrones dove, in due anni, segn&ograve; 23 gol in 47 partite. A livello internazionale, Oleg vest&igrave; ben tre divise: quella dell&rsquo;URSS Under 21, con la quale vinse la Scarpa d&rsquo;Oro di miglior realizzatore del mondiale under 20 nel 1989 (5 gol in 4 partite); quella dell&rsquo;Ucraina, per una sola volta; e, infine, quella della Russia, con la quale disput&ograve;, appunto, il Mondiale di USA '94 dove, grazie anche al rigore realizzato contro la Svezia, vinse il titolo di capocannoniere con 6 gol insieme a Hristo Stoichkov. Una prestazione che gli permise di approdare al Valencia, dove per&ograve; cominci&ograve; un rapido declino: sette sole reti nella stagione 1994-95 e un successivo passaggio ai Glasgow Rangers abbastanza deludente, in un campionato che Salenko considerava noioso. La gloria, se arriva all&rsquo;improvviso, con la stessa velocit&agrave; pu&ograve; scappar via. Per eludere questo destino, Salenko prov&ograve; a ripartire dalla Turchia con una neopromossa, l&rsquo;Istanbulspor, con la quale cominci&ograve; alla grande: in sei mesi 11 gol in 15 partite sembrarono poterlo riproporre ai livelli di USA '94. Ma un grave infortunio al ginocchio lo port&ograve; a tre operazioni e una serie di peregrinazioni cliniche che non furono altro che il preludio di una fine silenziosa e infelice.             Visualizza questo post su Instagram  -    :  Il 28 giugno 1994 Oleg Salenko entra di diritto nella storia dei Campionati del Mondo. Inizialmente la sfida tra Russia e Camerun non sembra promettere spettacolo: le possibilit&agrave; di passare il turno sono remotissime per entrambe le squadre. Nessuno pu&ograve; immaginare che l&rsquo;1-0 firmato da Oleg Salenko al 15' minuto aprir&agrave; le porte della storia all&rsquo;attaccante con la maglia numero nove, autore, a fine gara, di una cinquina mai registrata prima nelle fasi finali dei mondiali e, tutt&rsquo;oggi, mai eguagliata. Quel 28 giugno Salenko scarica palloni in rete come un kalashnikov, mettendo il proprio nome nel tabellino dei marcatori anche al 41', al 44', al 72' e al 75'. La gara viene anche ricordata per un altro record: l'attaccante del Camerun Roger Milla segna l'unico gol per i suoi a 42 anni compiuti. Ancora oggi quella rete rimane la pi&ugrave; anziana dei Mondiali. #amodonostro#ilcuoio#olegsalenko#salenko#russia#teamrussia#usa94#record#legend#story#football#worldcup#calcio#vintage#milla#rogermilla#camerun#cameroun#russian#futbol#futebol#usa#photography#fifa#fifawordcup#rangers#valencia#dinamokiev#urss#moscow Un post condiviso da    (@ilcuoio) in data: 28 Giu 2019 alle ore 1:10 PDT   Quello che si fa ai Mondiali, per&ograve;, riecheggia nell&rsquo;eternit&agrave; del mito. Il nome di Oleg Salenko rimarr&agrave; impresso per sempre nell&rsquo;albo d&rsquo;oro dei capocannonieri della coppa del mondo, affiancato a quello di campioni del calibro di Eusebio, Gerd Mueller, Kempes, Paolo Rossi, Ronaldo. E non sar&agrave; certo facile togliere all&rsquo;attaccante sovietico il record dei gol in un&rsquo;unica partita che, nata senza aspettative di rilievo, &egrave; entrata nella storia anche per aver registrato il gol pi&ugrave;&hellip; anziano dei mondiali: quello segnato dall&rsquo;attaccante camerunense Roger Milla a 42 anni. Ma questo &egrave; un altro primato, un altro episodio che merita un capitolo a parte nel grande libro della storia dei Mondiali, nel quale la presenza di Salenko ha il sapore della sorpresa inaspettata.       

Di padre ucraino e madre russa, l&rsquo;attaccante &egrave; entrato a sorpresa nella storia dei Mondiali per aver segnato cinque gol in una sola partita ed essersi aggiudicato il titolo di capocannoniere di USA '94 insieme a Hristo Stoichkov&nbsp;

Oleg Salenko, da Leningrado al sogno americano

Ha chiuso i battenti l'edizione numero 31 della Coppa d'Africa: nella finalissima di Libreville, il Camerun ha battuto in rimonta l'Egitto del romanista Salah per 2-1, conquistando per la quinta volta la corona continentale. Una vittoria che porta senza dubbio la firma del belga Hugo Broos, arrivato sulla panchina dei Leoni Indomabili in modo curioso. Vediamo cos'&egrave; successo in Gabon.  Premesse.&nbsp;L'organizzazione della Coppa d'Africa 2017 era stata affidata inizialmente alla Libia: poi il secondo conflitto civile fece virare la CAF altrove. Un'edizione importante, da disputarsi 60 anni dopo la prima e che infine venne affidata al Gabon l'8 aprile 2015. Il Marocco, che accett&ograve; ma poi si tir&ograve; indietro dall'organizzazione della Coppa d'Africa 2015, fu inizialmente squalificata dalle edizioni 2017 e 2019: tutto questo prima che un arbitrato annullasse le sanzioni. Insomma... una fase preparatoria a dir poco complicata. Nelle qualificazioni, ha fatto rumore l'eliminazione della Nigeria, una delle grandi del continente.  Torneo.&nbsp;Oltre alla mancata partecipazione delle Super Aquile, si sono verificate altre eliminazioni eccellenti anche durante la fase finale. L'Algeria guidata da&nbsp;Leekens, accreditata per arrivare in fondo al torneo, non ha vinto neppure un match: naturali le dimissioni dell'ex selezionatore del Belgio. Il Gabon&nbsp;padrone di casa ha provato a fare bella figura di fronte ai suoi tifosi, troppo sola per&ograve; la stella del Borussia Dortmund Pierre-Emerick Aubameyang. I grandi sconfitti sono il Ghana (trascinato dall'eterno Gyan e dai fratelli Ayew) e l'Egitto del romanista Mohamed Salah, che gi&agrave; sentiva&nbsp;il profumo della vittoria prima della rimonta del Camerun. Come detto nell'introduzione, questo trionfo &egrave; targato Hugo Broos: il nazionale belga degli anni '70 e '80 &egrave; diventato selezionatore nel febbraio 2016 dopo aver risposto&nbsp;all'appello online della federazione. Broos ha avuto il merito di scovare alcuni&nbsp;talenti pressoch&eacute; sconosciuti. Come l'ala 21enne Christian Bassogog&nbsp;(in forza ai danesi dell'AaB), che ora ha ottime possibilit&agrave; di approdare in un campionato europeo di primo piano. Oppure il centrale difensivo Michael Ngadeu-Ngadjui dello Slavia Praga, autore di 2 reti nel torneo. Determinanti i pi&ugrave; esperti Moukandjo&nbsp;(capitano), Nkoulou e Aboubakar. Ma &egrave; da raccontare la particolare&nbsp;storia del portiere Fabrice Ondoa, campione d'Africa ma impegnato nella squadra filiale del Siviglia nella Segunda Divisi&oacute;n spagnola.  Squadre partecipanti.&nbsp;Algeria, Burkina Faso, Camerun, Costa d'Avorio, Egitto, Gabon, Ghana, Guinea-Bissau, Mali, Marocco, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Togo, Tunisia, Uganda, Zimbabwe.  Risultati.&nbsp;Gruppo A (Burkina Faso e Camerun 5, Gabon 3, Guinea-Bissau 1): Gabon 1 (Aubameyang 52) - Guinea-Bissau 1 (Juary 91) | Burkina Faso 1 (Dayo 75) - Camerun 1 (Moukandjo 35) | Gabon 1 (Aubameyang rig. 38) - Burkina Faso 1 (Nakoulma 23) | Camerun 2 (Siani 61, Ngadeu-Ngadjui 78) - Guinea-Bissau 1 (Piqueti 13) | Camerun-Gabon 0-0 | Guinea-Bissau 0 - Burkina Faso 2 (Rudinilson aut. 12, B. Traor&eacute; 58).&nbsp;Gruppo B (Senegal 7, Tunisia 6, Algeria 2, Zimbabwe 1): Algeria 2 (Mahrez 12, 82) - Zimbabwe 2 (Mahachi 17, Mushekwi rig. 29) | Tunisia 0 - Senegal 2 (Man&eacute; rig. 10, Mbodji 30) | Algeria 1 (Hanni 92) - Tunisia 2 (Mandi aut. 50, Sliti rig. 66) | Senegal 2 (Man&eacute; 9, Saivet 13) - Zimbabwe 0 | Senegal 2 (Diop 43, Sow 53) - Algeria 2 (Slimani 10, 52) | Zimbabwe 2 (Musona 42, Ndoro 58) - Tunisia 4 (Sliti 9, Msakni 22, Khenissi 36, Khazri rig. 45).&nbsp;Gruppo C (Repubblica Democratica del Congo 7, Marocco 6, Costa d'Avorio 2, Togo 1): Costa d'Avorio 0 - Togo 0 | RD Congo 1 (Kabananga 55) - Marocco 0 | Costa d'Avorio 2 (Bony 25, Di&eacute; 67) - RD Congo 2 (Kebano 10, Kabananga 28) | Marocco 3 (Bouhaddouz 14, Saiss 21, En-Nesyri 72) - Togo 1 (Dossevi 5) | Marocco 1 (Alioui 64) - Costa d'Avorio 0 | Togo 1 (Laba 69) - RD Congo 3 (Kabananga 29, Mubele 54, M'Poku 80).&nbsp;Gruppo D (Egitto 7, Ghana 6, Mali 2, Uganda 1): Ghana 1 (A. Ayew rig. 32) - Uganda 0 | Mali 0 - Egitto 0 | Ghana 1 (Gyan 21) - Mali 0 | Egitto 1 (Said 89) - Uganda 0 | Egitto 1 (M. Salah 11) - Ghana 0 | Uganda 1 (Miya 70) - Mali 1 (Bissouma 73).&nbsp;Quarti di finale:&nbsp;Burkina Faso 2 (Banc&eacute; 81, Nakoulma 85) - Tunisia 0 | Senegal 0 - Camerun 0, 4-5 d.c.r. | RD Congo 1 (M'Poku 68) - Ghana 2 (J. Ayew 63, A. Ayew rig. 78) | Egitto 1 (Kahraba 88) - Marocco 0.&nbsp;Semifinali:&nbsp;Burkina Faso 1 (Banc&eacute; 73) - Egitto 1 (M. Salah 66), 3-4 d.c.r. | Camerun 2 (Ngadeu-Ngadjui 72, Bassogog 93) - Ghana 0.&nbsp;Finale 3&deg;-4&deg; posto:&nbsp;Burkina Faso 1 (Al. Traor&eacute; 89) - Ghana 0.  Finale 1&deg;-2&deg; posto 5 febbraio 2017, Libreville (Gabon), Stade de l'Amiti&eacute; Egitto 1 (Elneny 22) - Camerun 2 (Nkoulou 59, Aboubakar 88) Egitto (4-2-3-1): El-Hadary; Elmohamady, Hegazy, Gabr, Fathy; Hamed, Elneny; M. Salah, Said, Tr&eacute;z&eacute;guet (Sobhi 66); Warda. C.T. H&eacute;ctor C&uacute;per (ARG). Camerun (4-2-3-1): Ondoa; Fai, Ngadeu-Ngadjui, Teikeu (Nkoulou 31), Oyongo; Siani, Djoum; Bassogog, Zoua (Mandjeck 94), Moukandjo; Tambe (Aboubakar 46). C.T. Hugo Broos (BEL). Arbitro: Sikazwe (Zambia). Note: ammoniti Aboubakar (89), Fai (91), Sobhi (92), Bassogog (94); spettatori 38.250. Man of the Match: Benjamin Moukandjo (Camerun).  Premi.  Miglior giocatore del torneo:&nbsp;Christian Bassogog (Camerun). Capocannoniere del torneo:&nbsp;Junior Kabananga (RD Congo), 3 reti. Fair-play:&nbsp;Egitto. Top 11 del torneo:&nbsp;Fabrice Ondoa (Camerun); Kara Mbodji (Senegal), Ahmed Hegazy (Egitto), Michael Ngadeu-Ngadjui (Camerun); Charles Kabor&eacute; (Burkina Faso), Daniel Amartey (Ghana), Bertrand Traor&eacute; (Burkina Faso), Christian Atsu (Ghana), Mohamed Salah (Egitto); Christian Bassogog (Camerun), Junior Kabananga (RD Congo).    I campioni.&nbsp;  Portieri: Fabrice Ondoa (24.12.1995, Sevilla Atl&eacute;tico - SPA), Jules Goda (30.05.1989, Ajaccio - FRA), Georges Bokwe (14.07.1989, Coton Sport). Difensori: Ernest Mabouka (16.06.1988, Zilina - SLC), Nicolas Nkoulou (27.03.1990, Lione - FRA), Adolphe Teikeu (23.06.1990, Sochaux - FRA), Michael Ngadeu-Ngadjui (23.11.1990, Slavia Praga - RCE), Ambroise Oyongo (22.06.1991, Montreal Impact - CAN), Collins Fai (13.08.1992, Standard Liegi - BEL), Mohammed Djetei (18.08.1994, Gimn&aacute;stic Tarragona - SPA), Jonathan Ngwem (20.07.1991, Progresso - ANG). Centrocampisti: Clinton N'Jie (15.08.1993, Marsiglia - FRA), Edgar Salli (17.08.1992, Norimberga - GER), Frank Boya (01.07.1996, APEJES Academy), Christian Bassogog (18.10.1995, AaB - DAN), Georges Mandjeck (09.12.1988, Metz - FRA), S&eacute;bastien Siani (21.12.1986, Ostenda - BEL), Arnaud Djoum (02.05.1989, Hearts - SCO). Attaccanti: Benjamin Moukandjo (12.11.1988, Lorient - FRA), Jacques Zoua (06.09.1991, Kaiserslautern - GER), Vincent Aboubakar (22.01.1992, Besiktas - TUR), Robert Ndip Tambe (22.01.1994, Spartak Trnava - SLC), Karl Toko Ekambi (14.09.1992, Angers - FRA).  La parola all'esperto.&nbsp;Francesco Cucinotta, caporedattore di MondoSportivo.it, ha seguito con attenzione la manifestazione: Ha vinto un'outsider: al di l&agrave; del blasone, il Camerun non rientrava nel lotto delle favorite contrariamente a Costa d'Avorio, Ghana, Senegal, Algeria ed Egitto. Questa vittoria, se vogliamo un po' a sorpresa, &egrave; maturata mettendo in mostra&nbsp;notevole unit&agrave; di squadra, tenuta difensiva e senza stelle acclamate. Nella finalissima, il Camerun ha ribaltato il risultato con&nbsp;grande carattere: un'impresa non facile, ma dall'esito meritato per gli uomini di Broos. Il collettivo ha rappresentato&nbsp;la chiave del suo successo. Costa d'Avorio - campione uscente - ed Algeria sono state per me le delusioni peggiori. Al contrario esalto l'ottimo torneo del Burkina Faso trascinato dai fratelli Traor&eacute;, Kabor&eacute; e Nakoulma, che forse &egrave; stato preso un po' sottogamba da avversari pi&ugrave; titolati. Da sottolineare, una volta di pi&ugrave;, la presenza predominante del calcio europeo nella&nbsp;manifestazione: ben 12 su 16&nbsp;selezionatori provenivano dal Vecchio Continente, cos&igrave; come 2/3 dei giocatori convocati. &nbsp;  Fabio Ornano @fabio_ornano  &nbsp;

Speciale Coppa d'Africa 2017: fatti, protagonisti e... la parola dell'esperto

Fabrizio Bertuzzi, esperto talent scout e sempre alla ricerca di giovani talenti, ci presenta Vincent Aboubakar, classe 1992 attaccante del Camerun e attualmente in forza al Lorient, in Ligue 1, con il quale nell'ultima stagione ha realizzato 16 gol in 33 partite. In passato il giocatore &egrave; stato accostato alla Roma, ma Sabatini e i suoi non hanno mai fatto trapelare nulla al riguardo.  Un giocatore universale d'attacco, &egrave; molto difficle da inquadrare in un ruolo specifico. la sua caratteristica fondamentale &egrave; quella di adattare la sua posizione in campo a seconda del tipo di gioco e della situazione. Per alcuni ricorda Gianluca Vialli.    Vincent Aboubakar in azione e in gol:  

Mondiali 2014: scopriamo Vincent Aboubakar del Camerun

Joseph Minala magari non avr&agrave; 42 anni invece di 17, come ha rivelato un sito senegalese poi duramente attaccato dalla Lazio (che ha minacciato azioni legali: non abbiamo idea della velocit&agrave; della giustizia a Dakar. ma fossimo in Lotito non conteremmo troppo su quei soldi&hellip;), per&ograve; di sicuro il suo caso ha riportato l'attenzione su un problema che rende meno credibile il calcio giovanile e che soprattutto altera certe quotazioni di mercato. Il centrocampista camerunense, ufficialmente nato il 24 agosto 1996 e quindi a pieno titolo arruolabile nella Primavera, &egrave; solo l'ultimo di una serie di casi che la caduta di fatto di ogni frontiera porta a fronteggiare. Balzato agli onori, si fa per dire, della cronaca, non tanto per le illazioni fatte da Afrik Foot e da altri media ma perch&eacute; un altro sito, senego.net, ha riportato una presunta ammissione di 'colpevolezza' di Minala, giustificata con il fatto di dover mantenere tutto il resto della famiglia. Uscendo dal caso Minala (giudicate voi, come dicevano una volta a Telepi&ugrave;) e parlando in generale, &egrave; evidente che a parit&agrave; di valore tecnico e fisico un giocatore di 17 anni vale pi&ugrave; di uno di 25, quindi &egrave; ovvio che i sospetti ci possano essere sempre e che tratti del viso da adulti non facciano che aumentarli. Con rabbia di chi ha davvero 17 anni e al confronto appare inevitabilmente meno di prospettiva, con ripercussioni molto concrete su ingaggio e opportunit&agrave; di carriera. Ecco, se sul web si ride di queste vicende chi vive di calcio ride di meno. Da Minala, a maggior ragione se ha davvero meno di 18 anni e quindi &egrave; stato diffamato, a tutti gli altri&hellip; Oltre ai soldi c'&egrave; poi anche il discorso sportivo, perch&eacute; tutti dicono che i settori giovanili devono formare uomini e giocatori per il futuro ma poi all'atto pratico vogliono vincere la loro coppetta nel presente. Il Mondiale Under 17 (non prendiamo in considerazione l'Under 20, perch&eacute; un ventenne 'vero' ha comunque la struttura fisica formata di uno 'finto') &egrave; stato vinto, nella storia, dalle corazzate ma anche da nazionali come Nigeria, Arabia Saudita, Ghana e Messico. Che nel mondo 'adulto' hanno poi schierato formazioni senz'altro dignitose, ma mai nemmeno avvicinatesi alla Coppa del Mondo vera. E ci fermiamo ai vincitori, perch&eacute; vicino al titolo, in zona semifinali, sono arrivati anche Guinea, Burkina Faso, Bahrein, Qatar, Oman&hellip; Discorsi scomodi, perch&eacute; chi li fa viene accusato in automatico di razzismo, ma perch&eacute; un diciassettenne italiano (curiosit&agrave;: solo una volta gli azzurrini sono arrivati fra i primi quattro, con la squadra di Pessotto, Gallo, Cappellini e Micillo) deve considerare una sfortuna il fatto di vivere in un paese con un'anagrafe credibile? Conclusione: la verifica della reale et&agrave; dei giocatori non &egrave; una fissazione legalistica o statistica, ma una necessit&agrave; per evitare danni a chi &egrave; onesto o anche solo costretto ad esserlo.

Minala e l&rsquo;et&agrave; che conviene

NIGERIA Annata d&rsquo;oro per i nigeriani: a febbraio hanno vinto la Coppa d&rsquo;Africa, a inizio novembre si sono laureati Campioni del Mondo Under 17 e ora hanno conquistato l'accesso ai prossimi Mondiali. &Egrave; vero che nelle qualificazioni, l&rsquo;undici di Keshi non ha trovato sulla sua strada formazioni irresistibili (Malawi, Kenia e Namibia nel girone; Etiopia nei play-off), ma il percorso chiuso da imbattuto ha riportato nelle Super Aquile quell'autorevolezza che negli ultimi anni era andata scemando, dopo i fasti degli anni Novanta. Sesta partecipazione negli ultimi sette Mondiali (ha saltato solo Germania 2006).  COSTA D&rsquo;AVORIO  Terzo Mondiale consecutivo per gli Elefanti, e ultima grande occasione per Didier Drogba. Sia nel 2006 che nel 2010, gli ivoriani si presentavano ai nastri di partenza come possibile sorpresa, ma entrambe le volte sono capitati in un girone di ferro (con Argentina e Olanda nel Mondiale tedesco, con Brasile e Portogallo in quello sudafricano). Per prenotare il volo per il Brasile, la Costa d&rsquo;Avorio ha messo in riga il Marocco nella fase a gironi e il Senegal, nel play-off. Contro quest&rsquo;ultimo per&ograve;, ha dovuto soffrire fino alla fine: dopo la vittoria per 3-1 di Abidjan, gli ivoriani sono andati sotto 1-0 a Casablanca (il Senegal ha dovuto giocare in campo neutro dopo i disordini dei suoi tifosi proprio durante una sfida con la Costa d&rsquo;Avorio, nella scorsa Coppa d&rsquo;Africa). Il raddoppio senegalese avrebbe estromesso gli arancioni dalla rassegna mondiale, ma cos&igrave; non &egrave; stato. Anzi, in pieno recupero, &egrave; arrivato pure l&rsquo;1-1 di Salomon Kalou, che ha fatto partire la festa per i ragazzi di Sabri Lamouchi, ex centrocampista di Parma, Inter e Genoa, e dal 2012 selezionatore della nazionale ivoriana. Il Senegal, dopo l&rsquo;exploit del 2002 con il compianto Bruno Metsu alla guida, non &egrave; pi&ugrave; riuscito ad ottenere il pass per la Coppa del Mondo.  CAMERUN Settima qualificazione raggiunta dal Camerun, che da Spagna &lsquo;82 in poi ha saltato solo Messico &lsquo;86 e Germania 2006. I Leoni Indomabili sono prevalsi nel doppio confronto con la Tunisia, che invece mancher&agrave; per la seconda volta consecutiva. Dopo lo 0-0 di Tunisi, Eto&rsquo;o e compagni hanno avuto vita facile nel ritorno in casa, imponendosi 4-1. Chiuso avanti per 2-0 il primo tempo, il Camerun ha avuto qualche brivido solo dal 49&rsquo; (minuto in cui la Tunisia ha accorciato le distanze) al 65&rsquo; (minuto in cui il vantaggio &egrave; tornato di due reti). La Tunisia era arrivata ai play-off al posto di Capo Verde, che aveva vinto il suo girone nella fase precedente, ma, schierando un giocatore squalificato proprio contro i tunisini, ha avuto una penalizzazione tale da perdere il primato, a favore delle Aquile di Cartagine. Curioso che i tunisini abbiano giocato i play-off con un nuovo allenatore, l&rsquo;olandese Ruud Krol, perch&eacute; il precedente, Nabil Ma&acirc;loul (a sua volta, subentrato a Sami Trabelsi) si era dimesso dopo la sconfitta contro Capo Verde, non potendo prevedere che la sua squadra sarebbe stata in seguito ripescata. La squalifica di Capo Verde ha intralciato anche l&rsquo;Egitto, che senza Tunisia tra i piedi, sarebbe stato testa di serie.  GHANA Anche le Stelle Nere, come la Costa d&rsquo;Avorio, si preparano alla terza partecipazione consecutiva, dopo l&rsquo;esordio nel 2006 e la semifinale sfiorata quattro anni fa. Per qualificarsi, oltre all&rsquo;Egitto spazzato via senza nemmeno sudare, il Ghana ha fatto fuori nella fase precedente lo Zambia (Campione d&rsquo;Africa due edizioni fa) vincendo lo scontro diretto proprio all&rsquo;ultima giornata. In Brasile, il Ct Kwesi Appiah potr&agrave; contare su un centrocampo molto solido (Asamoah, Muntari, Essien), che rappresenter&agrave; ancora una volta il punto di forza della sua selezione. La tranciante regola della zona africana che prevede una doppia sfida tra le vincitrici dei gironi fa s&igrave; che con una sola gara steccata, si possa mandare a "ramengo" un&rsquo;intera tornata di qualificazione. &Egrave; capitato all&rsquo;Egitto:&nbsp; dopo la fase a gironi, i nordafricani avevano vinto sei partite su sei, vantando capocannoniere e vicecannoniere delle qualificazioni (Salah, 6 gol, e Aboutrika, 5), poi &egrave; arrivato il pesante 1-6 contro il Ghana, che ha estromesso dalla corsa i Faraoni, che pur essendo i pi&ugrave; titolati a livello continentale, continuano ad essere allergici ai Mondiali; l'ultima partecipazione infatti, risale a Italia '90.  ALGERIA L&rsquo;ultima qualificata della zona africana &egrave; l&rsquo;Algeria, che rinverdisce i fasti degli anni Ottanta, partecipando a due Mondiali consecutivi. Le Volpi del deserto, allenate dal bosniaco Halilhodzic, sono l&rsquo;unica squadra capace di ribaltare lo svantaggio dell&rsquo;andata. Grazie al gol di Bougherra, l'Algeria ha eliminato il Burkina Faso per la norma dei gol in trasferta: sconfitta per 3-2 a Ouagadougou; vittoria per 1-0 a Bilda, tra le mura amiche. Il Burkina Faso, nazionale in costante crescita (a febbraio fu vicecampione d'Africa), ha colpito un palo proprio nei minuti di recupero, arrivando a pochi centimetri da una storica qualificazione; l&rsquo;appuntamento con la storia &egrave; rimandato. L&rsquo;Algeria sar&agrave; per la seconda edizione consecutiva, l&rsquo;unica rappresentante dell&rsquo;Africa mediterranea.  Giovanni Del Bianco twitter: @g_delbianco

Algeria, Camerun, Costa d'Avorio, Ghana e Nigeria: le cinque qualificate della zona CAF

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