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Il salto del Camerun©  Getty Images

Il salto del Camerun

Quella di Italia '90, l'8 giugno a San Siro, rimane la partita inaugurale più famosa nella storia del Mondiale. Non solo per il risultato ma anche per il tifo del pubblico presunto neutrale... 

Stefano Olivari

07.06.2020 16:26

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Italia ’90 è rimasto nella memoria come l’edizione del Mondiale meno spettacolare della storia, ma la sua partita inaugurale è probabilmente la più famosa di sempre. 8 giugno a San Siro, dopo le varie cerimonie e una memorabile esibizione di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato si gioca Argentina-Camerun, sfida fra i campioni del mondo in carica e la nazionale più rappresentativa del calcio africano, sempre definito emergente e che forse proprio per questo raramente è emerso. Più che per la sorprendente vittoria della squadra di Nepomniachi la partita è ricordata per il tifo quasi compatto del pubblico neutrale in favore del Camerun, ma sarebbe meglio dire contro l’Argentina e Maradona.

Forse c’entrava il fatto che il Napoli di Maradona fosse stato nella seconda metà degli anni Ottanta il principale rivale di Milan e Inter, forse (da parte rossonera) era ancora troppo vivo il ricordo della monetina di Alemâo e di Lo Bello a Verona, ma di sicuro il tifo presunto neutrale mai come in quell’occasione si schierò compattamente a favore di una delle due squadre in campo, a partire dai fischi all’inno nazionale argentino. Maradona fu utilizzato da Bilardo in posizione molto più avanzata del solito, a fianco di Balbo, privando così della sue invenzioni una squadra già non eccezionale, dove solo Burruchaga e Caniggia, entrato nel secondo tempo al posto di Ruggeri, si elevavano rispetto alla media. Disputò anche una buona partita, Maradona, reggendo come al solito bene le botte dei difensori avversari, ma predicando nel deserto.

Argentina nulla, ma al netto delle retorica terzomondista modestissimo anche quel Camerun: rivedendo la partita si nota anti-calcio da ambo le parti per un’ora, quando Caniggia portò verso l’espulsione Kana Biyck. In superiorità numerica l’Argentina continuò a combinare poco, mentre aumentavano i calci degli africani, bene organizzati dallo sconosciuto (che tale sarebbe rimasto) allenatore sovietico, ma senza talento. Pochi minuti dopo un colpo di testa di Omam Biyck, un salto pazzesco ad anticipare Sensini dopo una palla toccata da Makanaky, con annesso errore di Pumpido, fece impazzire San Siro. La reazione argentina semplicemente non ci fu ed il Camerun chiuse addirittura in 9, con in campo anche il trentottenne Roger Milla, per l’espulsione di Massing. L’Argentina e Maradona si sarebbero ripresi e pur giocando quasi sempre male, tranne forse che contro gli azzurri di Vicini nella semifinale di Napoli, arrivarono in finale. Merito anche di una rabbia nata con i fischi di San Siro, oltre che di un'altra Mano de Dios contro l'URSS e della forrtuna sfacciata negli ottavi contro il Brasile. 

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