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Il 7 ottobre del 1922 nasceva il tecnico del primo tricolore biancoceleste. Da calciatore - per un errore burocratico - scampò alla tragedia di Superga. Le sue doti umane plasmarono uno spogliatoio ribelle
L’anniversario della nascita di Tommaso Maestrelli evoca una figura apicale del calcio nazionale. Il suo profilo certifica lo spessore umano di un personaggio che personaggio non è mai stato, neanche quando il presidente federale Artemio Franchi gli offrì la panchina dell’Italia. Non se ne fece nulla; il tecnico toscano decise di restare alla Lazio: quella che per gli altri poteva rappresentare soltanto una squadra, per lui era diventata una famiglia. È intorno al suo nucleo familiare che Maestrelli costruisce e sviluppa la propria carriera, ma il connubio tra l’uomo e l’allenatore è talmente stretto che squadra e famiglia diventano un’unica fonte di aggregazione, di condivisione, di affetti. Maestrelli ha saputo impreziosire il poco tempo che l’avaro destino gli ha riservato; a
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