Olanda-Argentina, una perla di Bergkamp per la semifinale col Brasile

Olanda-Argentina, una perla di Bergkamp per la semifinale col Brasile

Nel Mondiale di Francia '98 le due nazionali si affrontarono ai quarti. In campo c'era mezza Serie A, ma a decidere la gara fu una gemma assoluta di uno "scarto" dell'Inter

Jacopo Pascone/Edipress

09.12.2022 ( Aggiornata il 09.12.2022 17:19 )

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Olanda-Argentina e i Mondiali di calcio: un grande classico, la terza gara più ricorrente di sempre. Solo Brasile-Svezia e Argentina-Germania hanno più precedenti (7). La prima che torna alla mente è la discussa finale del 1978, edizione disputata proprio nel Paese sudamericano e vinta dai padroni di casa. Quattro anni prima l’Arancia Meccanica di Cruijff aveva strapazzato l’Albiceleste nel girone (4-0), mentre finirà 0-0 sempre ai gironi la sfida del 2006. Drammatica – ancora per gli Oranje – la semifinale del 2014 vinta ai rigori da Messi e compagni. Ma Olanda e Argentina, prima di Qatar 2022, si erano già affrontate anche nei quarti di finale.

Francia ’98, Olanda-Argentina: chi vince prende il Brasile in semifinale

Mondiali francesi, sabato 4 luglio 1998, Stadio Vélodrome di Marsiglia. Un torneo ricco di stelle, tantissime giocano (giocavano o giocheranno) nel nostro campionato. Olanda-Argentina non fa eccezione, a partire dalle panchine: Frank Rijkaard, vice di Guus Hiddink, da una parte, Daniel Passarella dall’altra. Era stato proprio El Gran Capitan ad alzare la coppa al cielo di Baires nel ’78, dopo il palo di Rensenbrink che aveva fatto tremare tutto il regime videlista: a 20 anni di distanza si trova in difficoltà; criticato dalla stampa e col futuro da Ct in bilico, a prescindere dal risultato.

Olanda-Argentina, quanta Serie A in campo

4-4-2 (o 4-2-4, interpretazione libera) per gli Oranje. L'Olanda s’impernia sull’allenatore in campo; numero 4, regista arretrato e capitano Frank de Boer. In porta gioca Van der Sar, Stam completa il reparto dei centrali, Numan e Reiziger quello dei terzini. Davids e Jonk formano l’equilibrata mediana; Cocu e l’altro De Boer agiscono sulle fasce. 3-5-2 – se di centrocampo a 5 si può parlare quando composto da uomini come Ortega e Veron – per l’ex Fiorentina. Roa in porta; milita tutta in Serie A la difesa: Sensini (Parma), Chamot (Lazio), Ayala (Napoli); così come (quasi) tutto il centrocampo: Zanetti e Simeone (Inter), Veron (Sampdoria), Ortega – che arriverà a breve in blucerchiato mentre la Brujita saluterà direzione Parma – e Almeyda (Lazio). Non ci siamo dimenticati le punte, queste valgono un discorso a parte: non tanto per l’attacco argentino – composto da Batistuta (capitano della Fiorentina) e Lopez, che prima di arrivare alla Lazio la butterà fuori dalla Champions con il Valencia – quanto per quello olandese, formato da due “scarti” di Inter e Milan come Bergkamp e Kluivert. Ci siamo presi la licenza, dato che “l’olandese non volante” da considerevole tempo dispensa magie sotto al Big Ben, mentre il centravanti originario del Suriname è in procinto di abbandonare Milanello: beffa rossonera doppia per chi conosce la storia, quantomeno Dennis una coppa europea all’Inter l’aveva regalata…

A Kluivert risponde Lopez

Sono proprio i due scarti delle milanesi a regalare la semifinale all’Olanda. Un gol per tempo per matare un’Argentina formato Serie A. In mezzo il pareggio di Claudio Lopez, servito da un passaggio geniale di Veron. Il vantaggio olandese era arrivato al 12’, grazie a una combinazione veloce tra Bergkamp e Kluivert: l’ex Inter, dopo aver ricevuto da Ronald de Boer, accasciandosi per colpire di testa, prolungava verso il compagno di reparto che freddamente batteva Roa. Parità all’intervallo con l’Argentina che può rimuginare sul palo clamoroso colpito da Ortega, andato a compensare il destro di Jonk – altro ex nerazzurro – che in avvio di gara aveva salvato Roa.

Nella ripresa il sole continua ad abbagliare il Vélodrome, mentre il Pitbull corre a destra e sinistra mordendo le caviglie agli avversari. Sfruttando l’ennesimo servizio di Veron – il migliore dei suoi – Batistuta sconquassa il legno alla sinistra dell’inerme Van der Sar. Non trovano fortuna i bolidi lanciati dall’Albiceleste, Stam fatica ma non lascia altri varchi al Piojo, bilanciando un duello che si ripeterà infinite volte sui campi di Formello. Al 76’ l’episodio che potrebbe cambiare la gara: Numan stende il capitano argentino Simeone, che si rotola a terra come se gli avessero sparato. Il fallo non è duro, ma in ritardo e stoppa una ripartenza: secondo giallo ed espulsione per il terzino del PSV. Potrebbe essere la svolta per l’Albiceleste, che però, a 4' dal termine vanifica la superiorità numerica. La scemenza la compie Ortega: dopo essersi buttato in area e aver animosamente chiesto un rigore, va faccia a faccia con Van der Sar accennando una leggera testata. “Durante una partita cade almeno trenta volte. Il suo comportamento è assurdo. E ha fatto bene l’arbitro a non credere alle sue sceneggiate. Ortega è salito alla ribalta solo per una testata al nostro portiere. Per il resto, non è esistito”, parole di Edgar Davids, dopo la positiva prova.

Nel Mondiale dei maghi la gemma di Bergkamp

In 10 contro 10 a pochi minuti dal termine, sembra scontato poter benificiare di almeno un’altra mezzora abbondante di sole, Bergkamp evidentemnte ha troppo caldo. Minuto 89’: sventagliata di 60 metri di Frank de Boer, che da prima del centrocampo pesca Bergkamp sul vertice destro dell’area di rigore. Sullo scarpino dell’8 c’è il Super Attak, in testa il cappello a cilindro di un mago col quale fa sparire inspiegabilmente il pallone ad Ayala. Il tocco d’esterno con cui batte Roa è una delle gemme dei Mondiali di calcio: un gol favoloso, che fa esplodere il muro arancione che si issa proprio dietro la porta argentina. “Ho seguito l’istinto. È stato il gol più bello e più importante della mia vita”, dirà a fine gara. Grande gioia anche per il compagno di reparto Kluivert: “Il mio Mondiale era cominciato nel modo peggiore, con quell’espulsione (nella gara con il Belgio, ndr) che mi aveva fatto precipitare nello sconforto. Ora mi sento anche io un protagonista positivo. Il Brasile di Ronaldo? È la nazionale più forte, quella che alla vigilia è stata indicata da tutti come la favorita”. Passerà dopo i rigori la Seleçao del Fenomeno, ma il Mondiale dei maghi lo vincerà Zizou.

Olanda-Argentina 2-1 del 4 luglio 1998: il tabellino

OLANDA (4-4-2): Van der Sar; Reiziger, Stam, F. de Boer, Numan; R. de Boer (19' st Overmars), Davids, Jonk, Cocu; Kluivert, Bergkamp. A DISP.: Hesp, De Goey, Bogarde, Ooijer, Van Bronckhorst, Seedorf, Winter, Zenden, Hasselbaink, Van Hooijdonk. ALL.: Hiddink.

ARGENTINA (3-5-2): Roa; Ayala, Sensini, Chamot (44' st Balbo); Zanetti, Simeone, Almeyda (23' st Pineda), Ortega, Veron; Batistuta, Lopez. A DISP.: Burgos, Cavallero, Paz, Vivas, Astrada, Berti, Gallardo, Crespo, Delgado. ALL.: Passarella. 

ARBITRO: Carter (Messico).

MARCATORI: 12' Kluivert (O), 17' Lopez (A), 44' st Bergkamp (O). 

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