Paolo Franzoni: l’uomo dei gol decisivi nella Lazio di Maestrelli

Paolo Franzoni: l’uomo dei gol decisivi nella Lazio di Maestrelli

Nato il 15 gennaio ’48, viene ricordato per la rete del pari nel derby d’andata del 1973-74. Da riserva di Chinaglia si ritagliò un piccolo, grande spazio

Alessio Abbruzzese/Edipress

15.01.2023 ( Aggiornata il 15.01.2023 08:03 )

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“La grandezza, per quanto breve, un uomo la porta sempre con sé”, ci dice coach McGinty ne “Le riserve”, magistralmente interpretato dal grande Gene Hackman. Mai frase fu più azzeccata per sintetizzare al massimo quel pezzo di storia del calcio che Paolo Franzoni e la Lazio percorsero insieme, durante quel breve, folle e glorioso scampolo di anni ’70 che vide la Banda Maestrelli salire alla ribalta.

Franzoni e quel gol immortale nel derby

Franzoni è, infatti, l’uomo dei gol decisivi. In quella Lazio a dire il vero non trova  molto spazio, chiuso da Chinaglia, Garlaschelli e D’Amico, ma quando è chiamato in causa lascia il segno. Il 9 dicembre 1973 l’Olimpico si accende per la stracittadina. La Roma ha una marcia in più: i giallorossi vogliono vendicarsi del doppio ko subìto nel campionato precedente, e dominano nel primo tempo. Il terzino Negrisolo sulla destra è imprendibile e Vincenzo D’Amico, centro fantasioso di quella Lazio, è in totale difficoltà: non riesce mai a prenderlo, e l’esterno giallorosso si concede anche il lusso di siglare al 34’ il gol del vantaggio romanista. Maestrelli si accorge delle difficoltà di D’Amico: gli dice di aspettare l’intervallo, così da poter riordinare le idee. Ne ha una: inserire quel giovane attaccante livornese così da aumentare il peso offensivo.

Franzoni entra in campo. Il resto è storia. Frustalupi apre per Garlaschelli che crossa: l’attaccante la mette dentro di testa. È incredulo e pieno di gioia, come i tifosi biancocelesti che esplodono subito dopo la sua incornata. “Ho fatto gol al derby dopo 50 secondi dal mio esordio in Serie A. Un record. Per tanti anni sono stato l’esordiente in Serie A ad aver segnato più velocemente. Ogni tanto veniva qualche televisione a intervistarmi per ricordarmelo. Poi, dopo tanti anni questo record mi è stato tolto dal milanista Paloschi, che contro il Siena segnò dopo 18 secondi. Diciamo che la Roma era la mia preda preferita. Ai giallorossi segnai anche nella finale scudetto Primavera con la maglia del Torino e nel campionato De Martino quando ero alla Lazio. Quel giorno mi marcò Ranieri, con il quale ho un ottimo rapporto, ma sono comunque riuscito a fare gol. I giallorossi mi hanno sempre portato bene. E quando la Lazio mi cedette all’Avellino, Liedholm mi chiamò per convincermi a tornare a Roma. Ma dall’altra parte. Ci furono un paio di telefonate, ma non se ne fece nulla”.

Gioia e rammarico per la rete al Bayern Monaco

Quello non fu l’unico guizzo nella fugace avventura laziale di Franzoni, che viene ricordato dai tifosi biancocelesti anche per la rete segnata nell’amichevole di lusso contro il Bayern Monaco, all’inizio di quella stagione in cui ai ragazzi di Maestrelli fu preclusa la Coppa dei Campioni, per via della celebre folle nottata di Lazio-Ipswich Town. “Questo Bayern era sulla bocca di tutti - ricorda Franzoni -. Erano i campioni di Germania, avevano vinto la Coppa dalle grandi orecchie e gran parte della loro rosa formava l’ossatura della nazionale tedesca che in estate aveva vinto i Mondiali. Insomma c’era grande curiosità nel vedere all’opera campioni come Maier, Beckenbauer, Müller, Hoeness. Noi entrammo in campo e guardammo tutti questi fenomeni giocare contro di noi. Una grande emozione. Quando entrai allo stadio e lo vidi così pieno fu bellissimo. Una cornice di pubblico eccezionale. In tribuna c’era anche Fulvio Bernardini, il commissario tecnico della Nazionale. Io mi accomodai in panchina con mister Maestrelli, Polentes, Badiani e altri compagni, convinto di assistere alla partita semplicemente da spettatore. Ma non fu così”. Franzoni entra in campo a venti minuti dalla fine. È chiamato a sostituire Giorgio Chinaglia, che ha preso una brutta botta e zoppica vistosamente da diversi minuti. È la svolta della partita, a cinque dal termine Paolo entra nella storia: “Frustalupi la mise in area di rigore, a mezza altezza. Io mi gettai sul pallone, riuscii a colpirlo con la fronte e indirizzarlo nell’angolino basso alla sinistra di Maier. Appena vidi la sfera entrare in rete capii di aver segnato al portiere campione del mondo”. L’euforia per il gol del definitivo uno pari però, non potè che essere adombrata dal rammarico di non vedere una Lazio così forte giocare la Coppa Campioni.

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