Quando il trionfo è tutto Made in Italy

Quando il trionfo è tutto Made in Italy

Masetti, Liberati, Agostini e Bagnaia: sono loro i piloti azzurri che hanno vinto un Mondiale nella classe regina in sella a una moto italiana

Simone Braconcini/Edipress

26.03.2023 ( Aggiornata il 26.03.2023 14:26 )

  • Link copiato

Grazie all’impresa iridata 2022 di Francesco Bagnaia alla guida della Ducati, per l’11° volta nella storia un italiano vinceva il Mondiale piloti nella classe regina alla guida di una moto Made in Italy. Per i nostri colori e per i team che li rappresentano, dunque, la classe 500 prima e la MotoGP poi, hanno rappresentato una fucina inestimabile di gloria e di successi. Trionfi che hanno visto grande protagonista l’immenso Giacomo Agostini, capace di conquistare per ben 7 volte il titolo iridato (dal 1966 al 1972), correndo per MV Agusta, la Casa di Schiranna. 

Bagnaia e il titolo iridato con Ducati

Agostini il mito

Vincente e dal fascino accattivante, Agostini ha avuto successo anche al di fuori dalla pista: protagonista di fotoromanzi, film, campagne pubblicitarie, testimonial di marchi importanti, è regolarmente sulle prime pagine delle riviste dell’epoca, che gli attribuiscono decine di storie amorose. Non c’è dubbio che “Ago” sia stata una delle prime star mediatiche nella storia dello sport, colui che ha dato lustro al motociclismo, anche per merito di doti umane fuori dal comune. Vincitore complessivamente di 15 campionati iridati, Agostini è il pilota più titolato nella storia del Motomondiale. Chapeau. 

Giacomo Agostini, 80 anni da mito

La doppietta di Masetti

Più a ritroso nel tempo, ecco poi le affermazioni (due) di Umberto Masetti con la Gilera, nel 1950 e nel 1952. Talento precocissimo, nel 1950 fu il primo italiano a vincere il Mondiale nella 500, grazie alle vittorie in due Gran Premi (in Belgio e nei Paesi Bassi) e ai 28 punti conquistati in classifica generale, solo uno in più del secondo classificato, il britannico Geoff Duke. Grazie a quel successo, Masetti divenne la prima vera “stella” del motociclismo. Soprannominato “Topolino”, Masetti trionfò nella classe regina del motociclismo anche due anni dopo, nel 1952. Tante le affinità col precedente trionfo: per iniziare dal numero di punti conquistati in classifica (ancora 28) e per proseguire con il numero di successi in gara (anche qui 2), ottenuti sempre negli stessi GP che lo avevano visto trionfare due anni prima (Olanda e Belgio). Un trionfo che acquisisce ancor più valore per il fatto che, in quella rocambolesca edizione del Mondiale, Masetti fu costretto per ben tre volte al ritiro, ottenendo poi due secondi posti nelle gare in Italia (Gran Premio delle Nazioni) e Spagna. Dal 1956 in poi le sue apparizioni nei circuiti internazionali si fecero più sporadiche e nel 1958, dopo una breve apparizione nella classe 350, decise di ritirarsi dal professionismo. Oltre ai successi in campo internazionale, Masetti si aggiudicò anche 6 titoli nel Campionato Italiano Velocità tra il 1949 e il 1955, in varie classi. 

Liberati, Cavaliere d’Acciaio

A quelle imprese fece seguito l’exploit del ternano Libero Liberati, che conquistò il Mondiale nella classe 500 nell’anno 1957, sempre su Gilera. La stagione 1957 lo vide conquistare il titolo iridato in 500 grazie alle vittorie ottenute in quattro delle sei gare in programma. Nella stessa competizione ottenne anche il 3° posto finale in 350 con una vittoria e 5 piazzamenti sul podio su 6 gare. Durante la stagione si verificò anche un episodio curioso: al termine del Gran Premio del Belgio in cui Liberati aveva tagliato per primo il traguardo, venne squalificato dai commissari per presunte irregolarità e la vittoria venne assegnata a Jack Brett. Dovette aspettare l’inizio del 1958 per ottenere una completa riabilitazione e il ripristino dell’ordine di arrivo originario. Anche Liberati fu un grande personaggio: dopo aver lavorato alle acciaierie di Terni come autista, iniziò a competere nel motociclismo in gare nazionali subito dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale. Al “Cavaliere d’Acciaio”, come venne ribattezzato all’epoca, l’Italia del motociclismo deve davvero profonda riconoscenza.

Guida alla MotoGp 2023

Condividi

  • Link copiato

Commenti