Albertino Bigon: il fantasista gentile del Milan della stella

Albertino Bigon: il fantasista gentile del Milan della stella

Calciatore dal grandissimo estro, da giocatore si è laureato campione d’Italia con la Primavera del Padova e in Serie A con i rossoneri. Da allenatore fu il condottiero del secondo scudetto del Napoli

Alessio Abbruzzese/Edipress

31.10.2022 ( Aggiornata il 31.10.2022 11:45 )

  • Link copiato

Chiunque abbia mai messo piede in un campo di calcio sa perfettamente quanto un rimpallo, un contrasto vinto o una deviazione vincente siano incredibilmente molto meno legati alla fortuna di quanto non si possa immaginare dall’esterno. Faber est suae quisque fortunae dicevano i latini, con la loro visione pragmatica del mondo per cui ognuno deve crearsela da sé, la buona sorte. Ebbene c’è un calciatore che, almeno in un determinato punto della sua carriera, ha raggiunto una certa celebrità per questa sua capacità di trovarsi al posto giusto al momento giusto, riuscendo con una carambola superficialmente valutata come fortuita, a fare gol o comunque a risultare decisivo. Un calciatore che è stato eccome fabbro della sua fortuna, grazie sia alle grandi doti tecniche che alla sua grinta, e che come accennavamo sopra, ai tempi del Milan colleziona un buon numero di reti da “centravanti sponda da biliardo”. Parliamo di Albertino Bigon, che deve il diminutivo esclusivamente ad un capriccio di una vecchia prozia (che lui biasimerà sempre), perché in campo quel ragazzo padovano non è “piccolo” proprio davanti a nessuno. Grazie a un’ottima progressione palla al piede, a un dribbling fenomenale, ad una capacità di reazione e una velocità di esecuzione fuori dal comune Bigon è stato uno dei calciatori più temuti degli anni ’70. 

Gli inizi e la sfortunata parentesi di Ferrara

Inizia a giocare nella sua Padova giovanissimo, vince un Campionato Primavera, esordisce in Serie B e a neanche vent’anni lo preleva il Napoli. Pesaola però non lo ritiene ancora pronto per la massima serie, Albertino non è d’accordo e a novembre si trasferisce subito alla Spal. A Ferrara nonostante inizi a dimostrare le sue qualità, incappa in una stagione sfortunata: è la fine del periodo d’oro degli estensi che, rimasti orfani di Capello, andato alla Roma, e del capitano Oscar Massei, costretto al ritiro a stagione in corso per una labirintite, si trovano anche a dover affrontare la riduzione delle partecipanti al torneo da 18 a 16. Durante quel campionato arriva il primissimo centro in Serie A del giovane Albertino, proprio a San Siro contro quel Milan di cui di lì a qualche anno sarebbe diventato protagonista e, purtroppo, arriva anche la retrocessione. Le buone prestazioni del giovane non bastano nemmeno l’anno dopo: la Spal finisce in Serie C. 

La consacrazione tra Foggia e Milan e le vittorie in panchina

Nonostante le annate sfortunate a Ferrara, Bigon rimane uno dei giovani più promettenti di quegli anni. Ne approfitta il Foggia di Maestrelli, che se ne assicura le prestazioni sportive nell’estate del 1969, più o meno negli stessi giorni in cui Neil Armstrong tocca il suolo lunare. In quella stagione Albertino esplode definitivamente, segna 11 reti e trascina i Satanelli in Serie A, ma l’anno successivo non riesce a mantenere la categoria. Per Bigon è però ormai arrivato il momento del grande salto, e nel 1971 trova la maglia che farà sua per quasi un decennio: quella rossonera del Milan. Alla corte di Nereo Rocco prima e Nils Liedholm dopo passerà i migliori anni della sua carriera, diventando definitivamente quel centrocampista offensivo con licenza di segnare che impensierisce le difese di tutta Italia. A Milano vince 3 Coppe Italia, una Coppa delle Coppe e lo storico scudetto della stella. Termina la carriera giocando in cadetteria con la Lazio prima di appendere gli scarpini al chiodo al Lanerossi Vicenza in C1. 

In panchina ottiene prima una grande salvezza in A con il Cesena, e poi guida nel 1990 il Napoli di Maradona al suo secondo scudetto, diventando uno dei pochi a laurearsi campione d’Italia sia da calciatore, in Primavera e Serie A, che da allenatore.

Condividi

  • Link copiato

Commenti