Quando Recoba fece il “Fenomeno” all’esordio di Ronaldo con l’Inter

Quando Recoba fece il “Fenomeno” all’esordio di Ronaldo con l’Inter

Il 31 agosto 1997 in 70mila accorsero al Meazza per assistere alla prima del brasiliano. A decidere la partita contro il Brescia fu però una doppietta da urlo del Chino

Vincenzo Lo Presti/Edipress

31.08.2022 ( Aggiornata il 31.08.2022 08:54 )

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Esattamente 25 anni fa, 31 agosto 1997, mentre il mondo intero piangeva la morte della Principessa Diana, la Serie A si preparava a dare il benvenuto a Luis Nazario de Lima, per tutti Ronaldo. Fortemente voluto da Massimo Moratti, che lo portò a Milano dopo un’estenuante trattativa con il Barcellona per 48 miliardi di lire, il Fenomeno quel pomeriggio ha tutti gli occhi su di sè. Al Meazza sono accorsi in 70mila per assistere a Inter-Brescia, la prima del brasiliano nel nostro campionato, tutti pronti ad alzarsi in piedi ad ogni slalom ubriacante del nuovo gioiello nerazzurro. ”Sono ansioso di cominciare, pronto a questa grande sfida che ho scelto di affrontare. Non ho mai segnato nei miei esordi, nè con il Cruzeiro, nè con il Psv Eindhoven, nè con il Barcellona. Spero di sfatare questa tradizione e di giocare una grande partita, con l’aiuto dei tifosi”. Questo il suo auspicio in un’intervista al Corriere dello Sport-Stadio alla vigilia del match contro le Rondinelle. Anche stavolta, però, resterà a secco. Ci andrà vicino, colpendo una traversa e vedendosi annullare, giustamente, un gol. A rubargli la scena nel giorno del suo esordio in Serie A sarà infatti un altro volto nuovo dell’Inter di Gigi Simoni: Alvaro “El Chino” Recoba, autore di una doppietta da urlo che ribalterà il momentaneo vantaggio ospite firmato Hubner.

L’esordio del Fenomeno Ronaldo con l’Inter: che attesa!

Per quella prima giornata del campionato 1997-98 tutti i riflettori sono puntati sul Meazza e su quel numero 10 – sì, il Fenomeno al suo primo anno in nerazzurro non aveva ancora la 9, sulle spalle di Zamorano – che ha dominato la scena per un’estate intera. Lo sa bene anche il brasiliano: “Sento che c’è interesse intorno a me. Non potrebbe essere altrimenti, perché è sempre stato così, sia in Olanda che in Spagna, oppure quando vado a giocare con la nazionale brasiliana. So anche quali sono le mie possibilità e le mie potenzalità, forse adesso non sono ancora al cento per cento delle mie condizioni, ma con un po’ di lavoro in più vedrete presto grandi cose. Quelle che ho sempre fatto”. Sul prato di San Siro splende un sole luminoso, ma è un pomeriggio complicato per Ronaldo, costretto a dover fare da sé in assenza di un gioco fluido. L’Inter di Simoni è infatti imballata, incapace di sfondare e troppo spesso imbottigliata nel traffico del centrocampo. Il Fenomeno, dunque, assistito poco e male dai compagni, cerca di risolverla da solo e quasi vi riesce: prima viene fermato da un super Cervone, poi segna ma la rete viene annullata da Rodomonti per un fallo su Savino, infine si dispera quando la sua punizione si infrange sulla traversa. È il preludio al gol del vantaggio ospite che, puntuale, arriva al 74’: un giovanissimo Andrea Pirlo, appena 18enne, entrato una ventina di minuti prima al posto di Bonazzoli, pesca Hubner con un lancio perfetto. Tatanka, alla prima in Serie A all’età di 30 anni e 125 giorni, è bravissimo a sistemarsi la sfera con il ginocchio destro e lasciare partire un potente sinistro che si infila sotto l’incrocio battendo così un incolpevole Pagliuca. Sul Meazza cala il gelo: il Brescia, che sembrava la vittima sacrificale perfetta per l’esordio stagionale dell’Inter e di Ronaldo, è in vantaggio.

Recoba show: una doppietta da urlo salva Simoni

Il tempo stringe e i nerazzurri si devono aggrappare agli uomini migliori per cercare di rimettere in piedi la partita. Tutti sperano in una giocata del Fenomeno, nessuno si aspetta che a togliere le castagne dal fuoco (e le ragnatele dalla rete) possa essere il ragazzino col numero 20 sulla schiena, quel “Chino” Recoba, soprannominato così per i caratteri somatici simili al popolo orientale, scommessa personale del presidente Massimo Moratti. Entrato tra l’indifferenza generale al posto di Ganz pochi istanti prima della rete delle Rondinelle, l’uruguaiano sale in cattedra e diventa il vero protagonista di giornata. I compagni e il tecnico Gigi Simoni conoscono le potenzialità di questo ragazzo dalla faccia pulita e i capelli a caschetto, i tifosi dell’Inter le scopriranno nel giro di qualche minuto. In estate, quando è stato prelevato dal Nacional senza rubare le prime pagine dei quotidiani al suo più quotato compagno brasiliano, qualcuno ha parlato di un sinistro capace di ogni tipo di prodezza, ma lì per lì sembravano racconti lontani, provenienti da altre epoche, roba da calcio sudamericano. Niente affatto. È infatti il 35’ della ripresa quando la leggenda si trasforma in fulgida realtà: su passaggio di Cauet – altro calciatore all’esordio in maglia nerazzurra e anche lui entrato a partita in corso -, praticamente senza rincorsa, Recoba lascia partire un missile terra-aria con il mancino da distanza siderale andando a trovare l’angolo sotto al sette e facendo impazzire il popolo nerazzurro, incredulo per l’incredibile rete messa a segno dal numero 20. Non c’è troppo tempo per festeggiare, bisogna premere sull’acceleratore per cercare di ribaltarla. A 2’ dalla fine del tempo regolamentare i padroni di casa conquistano una punizione dalla lunga distanza. Il pubblico del Meazza si aspetta di rivedere sul pallone Ronaldo che nel primo tempo, da più vicino, aveva colpito la traversa. Sulla sfera, invece, si presenta proprio il Chino. “Ci siamo spostati tutti per farla tirare a lui”, ricorderà successivamente Beppe Bergomi, compreso il Fenomeno. Il ragazzo è in fiducia e poi con quel sinistro può fare veramente tutto. Cervone, che ha già testato il talento dell’uruguaiano, stavolta non ci casca e ne piazza cinque in barriera, compreso Pirlo, per una volta chiamato a fare da “spettatore”. Nuova occhiata alla porta e mancino a giro a spolverare l’altro incrocio dei pali. Una meraviglia di rara bellezza che fa spellare le mani e stropicciare gli occhi ai tifosi, accorsi al Meazza per ammirare il Fenomeno Ronaldo ma ormai ai piedi del Chino Recoba. Il primo ad abbracciare Alvaro è Pagliuca, il più vicino al numero 20, a testimonianza di quanto lontana fosse posizionata la sfera rispetto alla porta avversaria. Moriero, invece, si esibisce nella sua prima “lustrata” di scarpe. Ricordando quegli attimi straordinari, l’uruguaiano dirà: “Ero orgoglioso di giocare insieme a Ronaldo, uno dei giocatori più forti che abbia mai visto. Al debutto stagionale dell'Inter tutta la gente era venuta per vedere lui e sono quelle partite dove dici ‘Andiamo a vedere Ronaldo, vinceremo 3-4 a zero e sarà una festa'. Invece il Brescia è passato in vantaggio e noi facevamo fatica perché era la prima di campionato. Quando mancavano venticinque minuti Simoni mi dice di entrare. Alla seconda palla che ho toccato ho pareggiato, poi subito dopo c'è stata la punizione e anche se c'era Ronaldo che poteva calciarla l'ho tirata io. Quella partita ha segnato me ma anche tanti tifosi, perché quando mi incontravano mi hanno sempre detto ‘Io c'ero alla partita contro il Brescia'”. L’uomo copertina, alla fine, sarà dunque Recoba, mentre il Corriere dello Sport-Stadio giudica con un buon 6,5 in pagella l’esordio di Ronaldo: “Nell’Inter che lo segue, ma non lo cerca, il Fenomeno prova a fare da sé, dando spallate alla retroguardia del Brescia. Un gol annullato (giustamente), una traversa e quattro-cinque belle cose. Verranno giorni migliori: i gol”. Verranno, eccome se verranno. Quello del 31 agosto 1997 è solo il primo ballo del Fenomeno in maglia nerazzurra.

31 agosto 1997, Inter-Brescia 2-1: il tabellino 

INTER (4-4-2): Pagliuca; Sartor, Bergomi, Galante, Zanetti; Moriero, Simeone, Djorkaeff (49’ st Berti), Winter (34’ st Cauet); Ronaldo, Ganz (27’ st Recoba). ALL.: Simoni. A DISP.: Nuzzo, Tarantino, Zé Elias, Paganin.

BRESCIA (5-3-2): Cervone; A. Filippini, Adani, Diana, Savino, Kozminski; E. Filippini, De Paola (12’ st Bacci), Banin (39’ st Doni); Bonazzoli (9’ st Pirlo), Hubner. ALL.: Materazzi. A DISP.: Pavarini, Romano, Sabau, Bizzarri.

ARBITRO: Rodomonti di Teramo. MARCATORI: 29’ st Hubner (B), 35’ e 43’ st Recoba (I). NOTE: Sole. Terreno in buone condizioni. Ammoniti: Galante, Moriero e Djorkaeff (I), Filippini, Bacci e Doni (B). Spettatori: 70mila.

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