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F1 Spagna: doppietta McLaren, Leclerc terzo© Getty Images

F1 Spagna: doppietta McLaren, Leclerc terzo

Oscar Piastri si aggiudica il Gp di Spagna davanti al compagno di squadra Lando Norris e al ferrarista Leclerc. Hamilton sesto, Verstappen decimo e penalizzato
 

5 giorni fa

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Red Bull: la penalizzazione di Verstappen e le difficoltà di Tsunoda

Una domenica da dimenticare. La Red Bull esce da Barcellona con il decimo posto finale di Verstappen e il tredicesimo di Tsunoda al termine di una gara dai due volti per il team austriaco. 

Fino al 55°giro, infatti, il Gp di Spagna assomigliava a una delle tante gare che abbiamo visto nell’arco della stagione, con una McLaren assolutamente imbattibile per il team austriaco, e con un Verstappen capace di fare la differenza con il proprio talento, assecondato in questo dal muretto Red Bull, che mette a punto per il campione olandese una strategia d’attacco basata sulle tre soste. Se la McLaren non casca nel tranello escogitato dal team guidato da Chris Horner preferendo rimanere fedele alla propria strategia basata sulle due soste, Verstappen nell’arco della gara dimostra chiaramente a tutti di essere l’unico in grado di poter impensierire per quanto possibile il team di Woking, con una RB21 che anche al Montmelò dimostra chiaramente di non essere perfetta e con Max abile sotto questo aspetto a riuscire ad estrarre tutto il potenziale possibile della sua monoposto, anche mettendoci molto di suo. 
La Safety Car (entrata in pista dal 55°al 60°giro per rimuovere la Mercedes di Andrea Kimi Antonelli, costretto al ritiro per un problema al motore della sua W16), finisce però per cambiare pesantemente la gara di Verstappen: se gli altri piloti si fermano ai box per montare un set di gomme soft per disputare gli ultimi giri del Gp, il campione olandese si vede montare sulla propria monoposto un set di gomme dure nuovo, perché purtroppo i set di gomme soft erano stati usati già in precedenza, mostrando così purtroppo l’aspetto negativo della strategia delle tre soste. 

In questo scenario è fin troppo evidente come la gara di Verstappen sia drammaticamente compromessa: nelle libere del venerdì, infatti, era emerso come curiosamente la gomma dura (che in caso normale dovrebbe essere quella più indicata con temperature elevate in pista) non funzionava minimamente, facendo scivolare la monoposto e risultando piuttosto complicata da mandare in temperatura. Ed è quello che puntualmente succede anche a Verstappen, che al momento della ripartenza tende un po' a scivolare sul rettilineo del traguardo, prestando il fianco non solo all’attacco di Leclerc (andato poi a segno vittoriosamente nonostante un leggero contatto tra le due monoposto, che nel dopo gara verrà assolto dalla Direzione Gara), ma anche a quello della Mercedes di Russell all’altezza di curva 1, con il campione olandese che viene spinto leggermente verso la via di fuga che percorre nella sua totalità per poi rientrare in pista alle spalle di Leclerc e comunque davanti a Russell. 

Nel corso del penultimo giro la Red Bull impone a Verstappen di restituire la posizione a Russell temendo la possibilità di una penalizzazione, ma il campione olandese al momento di restituire la posizione rallenta, salvo poi allungare la frenata all’altezza di curva 5, finendo con il toccare la Mercedes. 
Questo episodio merita una doverosa analisi. Come emerso nel dopo gara, infatti, la Direzione Gara aveva assolto la manovra di Verstappen, in quanto secondo gli Stewards era stato Russell passato il campione olandese a perdere il controllo della vettura, scontrandosi così con la Red Bull numero 1, facendola allargare e finire di conseguenza nella via di fuga, che Verstappen ha percorso rientrando in pista davanti a Russell. Siccome l’uscita di pista di Verstappen era dovuta a una perdita di controllo della monoposto di Russell, secondo gli Stewards il campione olandese non avrebbe dovuto minimamente ridare la posizione alla Mercedes. 

Possiamo dunque dire che alla fine è stato un eccesso di zelo da parte della Red Bull che poi ha determinato il contatto in curva 5 nel corso del penultimo giro tra Verstappen e Russell, indagato dalla Direzione Gara e che poi ha spinto gli Stewards a comminare non solo la penalità di dieci secondi (con retrocessione dal quinto al decimo posto), ma sopratutto i tre punti di penalità, che rischiano ora di pesare non poco sul proseguo del campionato di Verstappen, visto che il campione olandese sale così a 11 punti di penalità sulla Superlicenza. 
Ricordando che con 12 punti di penalità sulla Superlicenza scatta automaticamente la squalifica di un Gp, è chiaro come nelle prossime gare (Canada e Austria) Verstappen dovrà stare particolarmente attento a come si comporterà in pista: se è vero che a a fine mese spariranno i due punti comminatigli lo scorso anno in occasione del contatto con Norris nelle fasi finali del Gp d’Austria, il campione olandese si ritroverà comunque con 9 punti di penalità sulla Superlicenza. Elemento questo, da tenere sott’occhio nei prossimi mesi. 

Se Verstappen per via della penalità chiude in decima posizione, ancora peggio in casa Red Bull è stata la gara di Yuki Tsunoda, con il pilota giapponese che alla fine non è minimamente riuscito ad emergere, chiudendo in tredicesima posizione una gara estremamente anonima che lo ha visto protagonista solamente quando ha rallentato pochettino il doppiaggio ad opera della McLaren di Norris, consentendo così a Verstappen di potersi un po' più riavvicinare. 
Troppo poco per una squadra che vuole lottare per il titolo costruttori, che vede di fatto un pilota (Verstappen) conquistare la quasi totalità dei punti del team (137 su 144), e con Tsunoda (e prima di lui Lawson) in evidente difficoltà al volante di una monoposto che evidentemente solo Max sembra essere in grado di guidare. 

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