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Sainz viene investigato dalla direzione gara. Lo spagnolo viene penalizzato per il contatto con Alonso nella maxi carambola Alpine. La Ferrari da quarta passa a 12esima per i 5 secondi di penalità© Getty Images

F1 Australia: Ferrari e il ricorso respinto dalla Federazione

La Federazione ha respinto la richiesta di revisione presentata dalla Ferrari relativa alla sanzione inflitta in occasione del Gp d’Australia a Sainz (che resta 12°), non ritenendo le prove presentate dalla Rossa rilevanti

20.04.2023 ( Aggiornata il 20.04.2023 12:58 )

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Le prove presentate dalla Ferrari e le motivazioni alla base della decisione dei commissari

Martedì 18 Aprile, dunque, si è svolta l’udienza in via telematica che ha visto coinvolti gli stewards presenti in occasione del Gp d’Australia, e la Ferrari. A rappresentare la scuderia di Maranello il Team Principal Frederic Vasseur, il Ds Laurent Mekies e il pilota spagnolo Carlos Sainz Jr.

Tre le prove presentate dalla Ferrari, e a suo giudizio fondamentali per richiedere la revisione della penalità a carico del pilota spagnolo: la telemetria della monoposto di Sainz al momento della seconda ripartenza (all’inizio del 57°giro n.d.r), la testimonianza di Sainz, e infine le dichiarazioni rilasciate dagli altri piloti al termine della gara tra cui quella di Alonso, secondo il quale la penalità inflitta al connazionale ferrarista era stata troppo severa.

Nel presentare queste prove la Ferrari ha richiamato alla memoria dei commissari il precedente del Gp del Canada 2014 (conquistato dalla Red Bull di Daniel Ricciardo (alla sua prima vittoria in carriera in Formula 1)), che aveva visto nel corso dell’ultimo giro l’incidente tra la Williams di Felipe Massa (sopra raffigurato) e la Force India di Sergio Perez, in lotta per il quarto posto. In quel frangente Massa provò a superare il pilota messicano in curva 1, finendo però con il toccare la gomma posteriore sinistra della Force India: ciò porterà a un contatto tra le due monoposto, che finiranno la propria corsa violentemente contro le barriere. Entrambi i piloti vennero subito portati di sicurezza al Pronto Soccorso per degli accertamenti, e per questo motivo non poterono presentarsi dagli stewards per dei chiarimenti in merito all’incidente.

I commissari ritennero Perez (sopra raffigurato) responsabile dell’incidente e gli assegnarono una penalità di cinque posizioni in griglia da scontare nella gara successiva in Austria. Force India, però, non era per niente convinta della colpevolezza del proprio pilota, e così decise di chiedere la revisione della penalità di Perez, che gli stewards in quel caso accettarono in via eccezionale, visto e considerato che non avevano avuto occasione di poter ascoltare il pilota messicano, annullando poi la penalità inflittagli, ritenendo che le prove portate da Perez fossero nuove e rilevanti.

Nel presentare le proprie prove la Ferrari, dunque, ha richiamato alla memoria degli stewards il precedente di nove anni fa, sostenendo che oggi come allora le dichiarazioni del pilota (Sainz) e la telemetria della monoposto possano rappresentare delle prove nuove e rilevanti. Una posizione, quella della scuderia di Maranello, non condivisa dagli stewards.

Come possiamo leggere dal documento diffuso dalla Federazione al termine del processo di revisione, “le circostanze di fatto nella decisione dei Commissari Sportivi in merito a quel caso (tra Perez e Massa n.d.r) sono del tutto diverse da quelle in merito a questo caso. Il caso del team Sahara Force India F1 prevedeva un'udienza post-gara in merito a un incidente (in altre parole, non era chiaro agli stewards chi fosse stato il responsabile della collisione in questione). Il pilota (Perez n.d.r) non era disponibile a presenziare all'udienza perché ricoverato in ospedale a seguito dell'incidente. L’udienza si è svolta senza che il concorrente (Force India n.d.r) potesse ascoltare il proprio pilota per poter ottenere una sua versione (dei fatti n.d.r). Solo successivamente all’udienza (che aveva portato alla penalizzazione di Perez n.d.r) è stato possibile ascoltare il pilota, e la versione del pilota ha messo in una luce diversa i fatti che erano stati presentati agli stewards.
La caratteristica distintiva in questo caso è che la nostra decisione è stata presa in gara. Abbiamo ritenuto che non fosse necessario sentire Sainz o qualsiasi altro guidatore per decidere che era interamente responsabile della collisione. Una decisione che noi, e gli altri collegi dei commissari, prendiamo abitualmente e siamo incoraggiati a prendere quando la causa della collisione è chiara ed è necessario che le penalità di tempo vengano emesse il più rapidamente possibile”.

Per quanto riguarda le prove presentate dalla Ferrari, a detta degli stewards non sono tali da richiedere la revisione della penalità.
Per quanto concerne la telemetria, i dati di telemetria (allegato 4) di per sé non costituiscono un elemento nuovo e significativo per decidere di chi fosse la colpa della collisione. Gli Steward hanno accesso a una considerevole quantità di dati di telemetria. Siamo stati anche in grado di accedere a tali dati. I dati di telemetria presentati nella petizione (da parte della Ferrari n.d.r) è nella migliore delle ipotesi ambigua e, a nostro avviso, non discolpa SAI ma di fatto corrobora la nostra decisione che è stato interamente responsabile della collisione. Il pilota ha dichiarato di aver frenato più forte ma che non è riuscito a fermare l'auto a causa delle gomme fredde. Afferma inoltre che un giro di formazione lento ha contribuito a raffreddare le gomme. Sono due affermazioni deboli. Innanzitutto, anche se fosse vero, la presentazione della telemetria che mostra il suo punto di frenata non costituisce elemento di novità rilevante ai fini dell'art.14.
In secondo luogo, le condizioni della pista e delle gomme sono degli elementi che ogni pilota deve prendere in considerazione e adattarvisi. Nel tentativo di frenare in ritardo durante la gara mentre tentava di proteggersi da Gasly, (Sainz n.d.r) ha corso il rischio come pilota di perdere il controllo della sua monoposto. In questo caso, quel rischio si è concretizzato, con la relativa conseguenza di una collisione, per la quale è seguita una penalità.”

Per quanto concerne la testimonianza scritta di Sainz, “essa non costituisce un elemento nuovo significativo e rilevante necessario per decidere di chi fosse la colpa della collisione. In primo luogo, se avessimo pensato che la testimonianza di Sainz fosse stata necessaria per analizzare il fatto, lo avremmo convocato dopo la gara. Noi non ritenemmo necessario farlo per prendere la nostra decisione. Nella sua testimonianza, in sostanza, afferma oltre allo scarso grip (abbiamo affrontato sopra il motivo per cui non è una scusa sufficiente) anche di aver avuto il sole negli occhi. La logica suggerisce che la posizione del sole avrebbe avuto ugualmente un impatto anche sugli altri guidatori. Non è una giustificazione per evitare una penalità per collisione. Anche la testimonianza non è quindi un elemento nuovo”.

Per quanto riguarda, infine, le dichiarazioni rilasciate dagli altri piloti al termine della gara, esse non sono rappresentano nuovi elementi significativi e rilevanti su cui decidere in merito al contatto (nessuna delle dichiarazioni conteneva nuove versioni significative e rilevanti circa la collisione).
Queste dichiarazioni erano tutte registrazioni di dichiarazioni post-gara rilasciate dai piloti ai media. Queste sono state presentate per corroborare la loro posizione secondo cui il livello di aderenza era basso e che le gomme erano fredde.
Ancora una volta, mentre queste dichiarazioni sono state fatte successivamente alla nostra decisione, e quindi non avrebbero potuto venir presentate quando abbiamo preso la decisione, nulla di quanto dichiarato in quei commenti era significativo o davvero rilevante per le nostre considerazioni. Ciò non soddisfa nemmeno i requisiti dell'articolo 14.”

Alla luce di tutto ciò gli stewards hanno deciso di respingere la richiesta di revisione della penalità di Sainz presentata dalla Ferrari.

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