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La rivincita di Vandoorne© Getty Images

La rivincita di Vandoorne

La conquista del titolo mondiale in Formula E da parte del pilota belga rappresenta una rivincita nei confronti di quella F1 che lo ha scaricato dopo sole due stagioni

20.08.2022 ( Aggiornata il 20.08.2022 19:58 )

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Vandoorne e l’approdo in Formula 1

Nato a Courtrai il 26 Marzo 1992, Vandoorne fin dall’età di sei anni comincia a correre sui kart e, dopo essersi aggiudicato nel 2008 a sedici anni il campionato belga KF2, nel 2010 passa alla guida delle monoposto conquistando subito al primo tentativo la F4 Eurocup 1.6 francese ottenendo ben sei vittorie. Nel biennio 2011-2012 il pilota belga approda nella Formula Renault 2.0: se nel 2011 con il team KTR ottiene il quinto posto in classifica, nel 2012 con il team Josef Kaufmann Racing si aggiudica il campionato ottenendo ben quattro vittorie e sei podi.
Nel 2013 Vandoorne entra nel programma di giovani talenti della McLaren, e al contempo partecipa alla Formula Renault 3.5, che lo vedrà chiudere al secondo posto in classifica generale alle spalle di Kevin Magnussen ottenendo ben quattro vittorie di cui una sulla pista di casa di Spa-Francorschamps.
Nel 2014 Vandoorne approda in GP2 nelle fila del team ART (oltre a venir promosso come pilota di riserva in McLaren sul fronte F1). Se in quel primo anno il pilota belga chiuderà al secondo posto con 229 punti (staccato dal vincitore Jolyon Palmer) ottenendo quattro vittorie (al debutto gara 1 in Bahrain, gara 2 in Ungheria, gara 1 in Italia ed Abu Dhabi) ma pagando sopratutto nelle prime gare dei risultati piuttosto deludenti e fuori dai punti, nel 2015 Vandoorne grazie alle quattro vittorie ottenute nelle prime otto gare di campionato (gara 1 in Bahrain, Spagna, Montecarlo e Austria, a cui si aggiungeranno le ulteriori vittorie in Belgio, Bahrain nuovamente e Abu Dhabi) associate a una maggiore continuità di risultati riuscirà a vincere con largo anticipo il campionato, forte dei suoi 341.5 punti contro i 181.5 del secondo classificato (Alexander Rossi su Racing Engineering).

Dopo la vittoria del campionato di GP2 tanti vedono in Vandoorne un futuro pieno di successi, ritenendo il pilota belga un nuovo possibile talento prodigio della Formula 1. Una sensazione che viene ulteriormente rafforzata nel 2016 al termine del Gp del Bahrain, che vede Stoffel sostituire all’ultimo minuto il pilota titolare Fernando Alonso, costretto a saltare la gara in programma sul circuito del Sakhir in seguito ai postumi del violento incidente occorso al pilota asturiano in occasione della prima gara della stagione in Australia. Al suo primo approccio al volante della McLaren MP4/31, non solo Vandoorne riesce a battere per 54 millesimi il più esperto Jenson Button qualificandosi in dodicesima posizione (con Button quattordicesimo), ma in gara il pilota originario di Courtrai conclude al decimo posto, conquistando un punto preziosissimo per la McLaren in una domenica che aveva visto Jenson Button ritirarsi al sesto giro per un problema al motore.

Alla luce della decisione di Button di ritirarsi dalla Formula 1 a fine 2016, Vandoorne nel 2017 viene promosso come pilota titolare al fianco di Fernando Alonso, ma la MCL32 si rivelerà essere una monoposto piuttosto deficitaria sia sul profilo dell’affidabilità (per via della power unit Honda), sia per quanto riguarda le prestazioni, con i migliori risultati per il pilota belga rappresentati dal decimo posto in Ungheria, e poi dal doppio settimo posto a Singapore e in Malesia.

Nel settembre 2017 la McLaren annuncia l’addio alla motorizzazione Honda acquisendo la motorizzazione Renault della Toro Rosso (la quale rileverà la motorizzazione nipponica del team di Woking). In McLaren c’è grande fiducia per il 2018, ma i fatti non supporteranno queste sensazioni, per il semplice fatto che la MCL33 in fase di progettazione era stata di fatto pensata per ospitare il motore Honda, non la power Renault, che richiedeva tutta una serie di attacchi diversi rispetto al motore nipponico. Il risultato è quindi una monoposto ibrida che alla fine non riuscirà ad esaltare le caratteristiche della power unit francese, finendo così con l’accusare sia dei seri problemi di affidabilità (sopratutto nelle fasi iniziali della stagione), sia facendo registrare dei risultati decisamente inferiori all’attesa , con Vandoorne che riuscirà ad andare a punti solamente in Australia (nono posto), Bahrain (ottavo posto), Azerbaijan (nono posto), e Messico (ottavo posto).


Al termine del Mondiale 2018, pertanto, Vandoorne chiude con dodici punti (uno in meno rispetto al 2017), ma sopratutto viene di fatto messo fuori squadra, visto che per il 2019 al fianco di Carlos Sainz Jr (che prenderà il posto del connazionale Fernando Alonso, che si ritirerà al termine della stagione salvo poi tornare in F1 nel 2021 al volante dell’Alpine) la McLaren annuncia l’ingaggio del giovane Lando Norris.

Vandoorne però vuole continuare a correre con le monoposto, e decide così di approdare in Formula E accasandosi con il team HWA RaceLab, squadra affiliata con Mercedes, con il team tedesco che sceglierà Stoffel come pilota per il simulatore nel 2019, e come pilota di riserva per il triennio 2020-2022. Un modo, questo, per mantenere un minimo contatto con la Formula 1.

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