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Mourinho vs Lady Benitez, tutte le frasi dello Special One

Redazione

29.07.2015 ( Aggiornata il 29.07.2015 15:00 )

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Si sapeva che prima o poi sarebbe arrivata la risposta di José Mourinho. Questa volta, la polemica ingaggiata dallo Special One, appare ancora più singolare delle altre perché il duellante a distanza è Montserrat Seara, la moglie di Benitez. Lei ha dichiarato che «Rafa deve aggiustare i casini lasciati dall'amico» e lui ha replicato con un poco elegante «Si occupi della dieta del marito». Noi abbiamo raccolto le frasi che maggiormente hanno caratterizzato la storia dell'allenatore portoghese, spesso al di là del buon costume. «Vi prego di non chiamarmi arrogante, ma sono campione d'Europa e credo di essere speciale». «Se avessi voluto un lavoro facile, lavorando con la grande protezione di quello che avevo già fatto, sarei rimasto al Porto – una bella sedia blu, una Champions League, Dio, e dopo Dio, io». «Come diciamo in Portogallo, hanno portato un bus e lo hanno lasciato davanti alla porta. Sarei frustrato se fossi un tifoso che ha pagato £50 per vedere questa partita (Chelsea-Tottenham), perché loro sono venuti per difendersi». «Penso che Arsène Wenger sia un guardone. Ci sono alcune persone che, quando sono a casa, hanno un grande telescopio per vedere cosa accade nelle altre famiglie. Lui parla, parla e parla del Chelsea». «Come si dice "imbrogliare" in catalano? Barcellona è una città culturale con molti grandi teatri e questi ragazzi hanno imparato molto bene. Lionel Messi ha imparato a recitare». «Sir Alex Ferguson è rimasto diversi anni, mi pare tre, al Manchester senza vincere nulla, eppure è ancora al suo posto. Stessa cosa per Wenger, anche lui al terzo anno senza titoli, ma ancora al suo posto. Se fosse stato per i tifosi, avrei avuto il contratto per vent'anni, perché la gente mi adora». «Se fossi il ct di un'altra squadra, non potrei affrontare il Portogallo. Sarebbe sbagliato. Sono completamente contrario ai c.t. stranieri, credo che le nazionali dovrebbero mettere insieme non solo i migliori giocatori di un Paese, ma anche il miglior tecnico. Allenare una nazionale non è come guidare un club. È un lavoro per gente cui non piace lavorare troppo». «Io non sono un pirla». «Ranieri? Ha vinto poco ed è troppo vecchio per cambiare mentalità». «Si parla tanto di Kakà che ha vinto il Pallone d’oro, di Messi e di Cristiano Ronaldo, ma quando lavoro due tre giorni con Ibra, capisco che lui è speciale». «Perché mi attaccano tutti? Facile, perché sanno che il giorno dopo le prime pagine dei giornali si occuperanno di loro. È tutta pubblicità gratis». «Lo Monaco? Io conosco Monaco de Tibete, Monaco Montecarlo, Bayern Monaco, Gran Prix di Monaco. Se questo Lo Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto. Io ho già degli sponsor che mi pagano per fare pubblicità. Non vengo pagato per fare pubblicità a Monaco». «Non sono il migliore del mondo, ma penso che nessuno sia migliore di me». «Mi sembra che gli italiani non siano tanto innamorati di calcio come io pensavo, sono innamorati più dello show televisivo». «Io ho studiato cinque ore al giorno l'italiano per diversi mesi per poter comunicare con voi giornalisti, con i tifosi e pensate che vi abbia mancato di rispetto? Parla poi Ranieri che dopo cinque anni in Inghilterra ha avuto difficoltà a dire good morning e good afternoon». «Dopo una partita non mi sentirete mai criticare i miei giocatori. Io non mi nascondo mai, mi piace che loro si sentano protetti». «La mia squadra è sempre la più forte, era così quando allenavo l'Uniao Leiria, figurarsi oggi che sono all'Inter». «Se Balotelli si allenasse al 50% rispetto a giocatori come Zanetti e gli altri, sarebbe tra i più forti al mondo. Lui invece si allena al 25% degli altri e ha solo 18 anni». «A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l'onestà intellettuale. Mi sembra che negli ultimi giorni ci sia una grandissima manipolazione intellettuale, un grande lavoro organizzato per cambiare l'opinione pubblica per un mondo che non è il mio». «Non si parla di una Roma con grandissimi giocatori, tanti che avrei voluto avere con me, e che finirà la stagione con zero tituli. Non si è parlato di un Milan che finirà la stagione con zero tituli. Con giocatori, tradizione, cultura vincente, tutto quello di cui si ha bisogno per vincere tituli». «Non è vero che sono  antipatico, e nemmeno che sono sempre incazzato. Neppure Gesù piaceva a tutti». «Zanetti? Sapevo che è una forza della natura, ma non pensavo fosse questo uomo. E poi il suo passaporto deve essere sbagliato. Non può avere 36 anni, devono essere al massimo 25-26». «Ho espresso un'opinione da uomo libero in un Paese libero, e subito ho sentito il rumore dei nemici. Questo mi piace: ho parlato e ora sono tutti qui». «Credo che la gente si sia un po' stufata di vedermi vincere. Dicono che sono un difensivista, ma non è verità, e poi un allenatore difensivo vince una volta, non due, tre o 17 volte. I titoli parlano per me». «Sarei un mediocre? Rispetto le opinioni di tutti, anche quelle di Zeman. Scusi, ma dove gioca questo Zeman? Ah, è un allenatore. Non lo sapevo, cercherò su Google». «Potrei scrivere un libro di 200 pagine sui miei due anni all'Inter con Mario Balotelli ma non sarebbe un romanzo drammatico, piuttosto una commedia perché è un ragazzo divertente». «Boateng? Non cerco fotomodelli, il Chelsea insegue calciatori. Nell'ultimo anno ha fatto più cambi di look che gol». «Cambi giusti? Si chiama culo!». «La domanda è por qué, por qué?» «Pogba piace a tutti, ma ci sono cose che si possono fare e altre che non si possono fare. Mi piace anche la Torre Eiffel, ma non posso averla nel mio giardino». @damorirne

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