Danny Vinyard, fratello di quel Derek protagonista di &ldquo;American History X&rdquo;, dice che c'&egrave; sempre qualcuno che ha detto una cosa nel migliore dei modi, perci&ograve; se non riesci a fare di meglio, ruba da lui e farai la tua figura. Trovandoci a parlare del leggendario James Hunt in occasione del ricorrere dei 75 anni dalla sua nascita, noi de Il Cuoio, come chiunque altro voglia parlare del biondo pilota britannico dal 2013 in poi, non possiamo fare altro che prendere da Ron Howard e dal suo capolavoro: &ldquo;Rush&rdquo;. Ecco, se volete sapere qualcosa su James Hunt e non lo avete ancora fatto, smettete di leggere e andatelo a vedere. <h2></h2> <h2>Hunt, il pilota playboy</h2> James Hunt rappresenta in pieno quella figura di pilota che forse non esiste pi&ugrave;: soprannominato gi&agrave; dai primi anni &ldquo;Hunt the shunt&rdquo; a causa della sua indole spericolata, volta a cercare sempre il limite e quindi a finire spesso fuori pista, il pilota britannico era un guascone, donnaiolo, sempre spavaldo sia dentro che fuori dal circuito, caratteristiche che gli assicurarono nel tempo la fama di playboy impenitente. Oltre che per il suo grandissimo talento in pista, era celebre per eccedere a volte con l&rsquo;alcol e con il fumo, comportamento lontano anni luce dal suo storico rivale Niki Lauda, che rappresentava invece il prototipo di pilota moderno. Con l&rsquo;austriaco dar&agrave; vita ad una delle rivalit&agrave; pi&ugrave; belle della storia dello sport nel corso degli anni &rsquo;70. <h2>L&rsquo;infanzia e le prime corse</h2> La storia di Hunt comincia molto prima: nato e cresciuto nel sud di Londra da una famiglia della piccola borghesia, si rivela sin da subito un ragazzino portato per lo sport ma allo stesso tempo ribelle ed irrequieto. Il giovane James gioca a cricket, a tennis, &egrave; bravo sugli sci e ottiene qualche buon risultato anche con il football, giocando da portiere. D&rsquo;altronde chiunque abbia giocato a calcio sa che quello che indossa una maglia diversa da tutti con il numero uno sulle spalle e prende la palla con le mani di solito &egrave; uno un po&rsquo; fuori di testa. Secondo la madre di Hunt, inizia a fumare ad appena 10 anni, vizio che manterr&agrave; per tutta la vita. Si appassiona ai motori molto presto, a 17 anni appena compiuti prende la patente e, come ci dice Donaldson nella biografia dedicata al campione nel 2009, il giovane James afferma: &ldquo;Adesso inizia davvero la mia vita&rdquo;. <h2>Una vita col piede sull&rsquo;acceleratore</h2> La sua carriera di pilota automobilistico inizia dai campionati inglesi di Mini, per poi continuare con la Formula Ford e approdare in Formula 3 a cavallo degli anni &rsquo;60 e &rsquo;70. In questo periodo incontra l&rsquo;eccentrico miliardario Lord Alexander Hesketh, che lo vuole pilota per il suo team e che lo far&agrave; correre anche in Formula 1 nel 1973 e nel 1974. Nonostante Hunt non corra mai su vetture competitive per le prime posizioni, ottiene sempre ottimi risultati: nel 1975 Lord Hesketh inizia ad avere problemi finanziari dovuti alla sua scelta di correre senza &ldquo;quegli orrendi adesivi di marche di sigarette&rdquo; e quindi senza sponsor, e Hunt viene ingaggiato dalla McLaren. &Egrave; in questi anni che la sfida con Lauda si fa pi&ugrave; accesa, culminando nel campionato 1976, l&rsquo;incidente di Lauda al Nurburgring, il ritorno miracoloso del pilota austriaco dopo appena 42 giorni e il clamoroso Gran premio del Giappone, che consegna ad Hunt il suo primo e unico titolo mondiale. La folle corsa del pilota inglese arriva al capolinea, al suo apice: Hunt dopo la vittoria del 1976 inizier&agrave; un lento declino, preso poi come esempio da Enzo Ferrari nel suo libro &ldquo;Piloti, che gente!&rdquo;, per descrivere la parabola sportiva di molti piloti automobilistici che una volta raggiunta la vittoria, logorati e allo stesso tempo appagati da quest&rsquo;ultima, non affrontano pi&ugrave; la pista come una volta, peggiorando le prestazioni e poi ritirandosi. Smette di correre nel 1979, per una decina d&rsquo;anni fa il commentatore dei Gran Premi per la BBC, prima di morire nel 1993, ad appena 45 anni.

        Danny Vinyard, fratello di quel Derek protagonista di &ldquo;American History X&rdquo;, dice che c'&egrave; sempre qualcuno che ha detto una cosa nel migliore dei modi, perci&ograve; se non riesci a fare di meglio, ruba da lui e farai la tua figura. Trovandoci a parlare del leggendario James Hunt in occasione del ricorrere dei 75 anni dalla sua nascita, noi de Il Cuoio, come chiunque altro voglia parlare del biondo pilota britannico dal 2013 in poi, non possiamo fare altro che prendere da Ron Howard e dal suo capolavoro: &ldquo;Rush&rdquo;. Ecco, se volete sapere qualcosa su James Hunt e non lo avete ancora fatto, smettete di leggere e andatelo a vedere.  Hunt, il pilota playboy James Hunt rappresenta in pieno quella figura di pilota che forse non esiste pi&ugrave;: soprannominato gi&agrave; dai primi anni &ldquo;Hunt the shunt&rdquo; a causa della sua indole spericolata, volta a cercare sempre il limite e quindi a finire spesso fuori pista, il pilota britannico era un guascone, donnaiolo, sempre spavaldo sia dentro che fuori dal circuito, caratteristiche che gli assicurarono nel tempo la fama di playboy impenitente. Oltre che per il suo grandissimo talento in pista, era celebre per eccedere a volte con l&rsquo;alcol e con il fumo, comportamento lontano anni luce dal suo storico rivale Niki Lauda, che rappresentava invece il prototipo di pilota moderno. Con l&rsquo;austriaco dar&agrave; vita ad una delle rivalit&agrave; pi&ugrave; belle della storia dello sport nel corso degli anni &rsquo;70.  L&rsquo;infanzia e le prime corse La storia di Hunt comincia molto prima: nato e cresciuto nel sud di Londra da una famiglia della piccola borghesia, si rivela sin da subito un ragazzino portato per lo sport ma allo stesso tempo ribelle ed irrequieto. Il giovane James gioca a cricket, a tennis, &egrave; bravo sugli sci e ottiene qualche buon risultato anche con il football, giocando da portiere. D&rsquo;altronde chiunque abbia giocato a calcio sa che quello che indossa una maglia diversa da tutti con il numero uno sulle spalle e prende la palla con le mani di solito &egrave; uno un po&rsquo; fuori di testa. Secondo la madre di Hunt, inizia a fumare ad appena 10 anni, vizio che manterr&agrave; per tutta la vita. Si appassiona ai motori molto presto, a 17 anni appena compiuti prende la patente e, come ci dice Donaldson nella biografia dedicata al campione nel 2009, il giovane James afferma: &ldquo;Adesso inizia davvero la mia vita&rdquo;.  Una vita col piede sull&rsquo;acceleratore La sua carriera di pilota automobilistico inizia dai campionati inglesi di Mini, per poi continuare con la Formula Ford e approdare in Formula 3 a cavallo degli anni &rsquo;60 e &rsquo;70. In questo periodo incontra l&rsquo;eccentrico miliardario Lord Alexander Hesketh, che lo vuole pilota per il suo team e che lo far&agrave; correre anche in Formula 1 nel 1973 e nel 1974. Nonostante Hunt non corra mai su vetture competitive per le prime posizioni, ottiene sempre ottimi risultati: nel 1975 Lord Hesketh inizia ad avere problemi finanziari dovuti alla sua scelta di correre senza &ldquo;quegli orrendi adesivi di marche di sigarette&rdquo; e quindi senza sponsor, e Hunt viene ingaggiato dalla McLaren. &Egrave; in questi anni che la sfida con Lauda si fa pi&ugrave; accesa, culminando nel campionato 1976, l&rsquo;incidente di Lauda al Nurburgring, il ritorno miracoloso del pilota austriaco dopo appena 42 giorni e il clamoroso Gran premio del Giappone, che consegna ad Hunt il suo primo e unico titolo mondiale. La folle corsa del pilota inglese arriva al capolinea, al suo apice: Hunt dopo la vittoria del 1976 inizier&agrave; un lento declino, preso poi come esempio da Enzo Ferrari nel suo libro &ldquo;Piloti, che gente!&rdquo;, per descrivere la parabola sportiva di molti piloti automobilistici che una volta raggiunta la vittoria, logorati e allo stesso tempo appagati da quest&rsquo;ultima, non affrontano pi&ugrave; la pista come una volta, peggiorando le prestazioni e poi ritirandosi. Smette di correre nel 1979, per una decina d&rsquo;anni fa il commentatore dei Gran Premi per la BBC, prima di morire nel 1993, ad appena 45 anni.         

Il pilota britannico, celebre per le sue gesta sia in pista che fuori, viene ricordato anche e soprattutto per l&rsquo;amicizia-rivalit&agrave; con Niki Lauda

James Hunt, lo spericolato playboy icona degli anni ’70

La Formula 1 piange&nbsp; un grande campione, capace di scrivere innumerevoli pagine della storia di questo sport. Le foto pi&ugrave; belle della sua lunga carriera&nbsp;

Morto Niki Lauda, addio al Campione Ferrari e McLaren

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Quando tutti auspicavano un suo pronto ritorno ai box in Mercedes al fianco del Team Principal Toto Wolff, ecco la notizia che non ti aspetti, una di quelle che fanno veramente male al cuore, diffusa nella notte: Niki Lauda non ce l&#39;ha fatta. Quella salute che tante volte l&#39;aveva afflitto prima con il doppio trapianto di reni nel 1997 e nel 2005 e poi con il trapianto al polmone lo scorso mese di agosto e dal quale si stava progressivamente riprendendo grazie a un&#39;attenta riabilitazione, alla fine purtroppo lo ha tradito. Secondo quanto aveva comunicato nei giorni scorsi il fratello Florian, dall&#39;inizio di maggio Niki dopo aver fatto dei grossi progressi era stato costretto a trasferirsi dal Centro di Riabilitazione Cireneo diVitznau in una clinica privata sempre in Svizzera per sottoporsi a dialisi per purificare il sangue. Nulla poteva far presagire un epilogo cos&igrave; drammatico, con Niki che ha vissuto i suoi ultimi momenti di vita pacificamente con la sua famiglia nella giornata di ieri. LA SUA CARRIERA IN FORMULA 1. La Formula 1 perde, dunque, un grande campione, capace di scrivere con il suo estro e il suo talento innumerevoli pagine della storia di questo sport. Nato a Vienna il 22 Febbraio 1949, Lauda approda in Formula 1 in occasione del Gp d&#39;Austria del 1971 dopo una lunga gavetta che lo aveva visto debuttare contro il volere dei suoi genitori (che sognavano per lui un futuro da banchiere nella banca di famiglia) prima in Formula Vee, passando poi in Formula 3 senza ottenere risultati significativi, Formula 2 e per l&#39;appunto Formula 1 con la March, con cui disputer&agrave; anche il Mondiale 1972 . La scarsa competitivit&agrave; della sua monoposto lo spinge ad offrirsi come pilota pagante alla BRM per il Mondiale 1973, ed &egrave; qui che incontra il pilota svizzero Clay Regazzoni, il quale rimane fin da subito colpito dal talento di pilota e di collaudatore del giovane austriaco, capace in pochi giri di capire subito quali modifiche dare alla propria monoposto in modo da farla andare pi&ugrave; veloce (da qui il soprannome di pilota Computer), al punto che, una volta rientrato in Ferrari, non esita a segnalare Lauda direttamente ad Enzo Ferrari, il quale decide di ingaggiare anche l&#39;austriaco per la stagione 1974. Lauda non solo dar&agrave; un grande contributo fin dal suo approdo a Maranello trovando nelle sospensioni il tallone d&#39;Achille della nuova monoposto 312 B3-74 riuscendo con la nuova tipologia di sospensione a migliorare il proprio tempo di 8 decimi rispetto a quello effettuato con le vecchie sospensioni, ma, supportato da una squadra costituita dal progettista (l&#39;Ing. Mauro Forghieri) e dal Direttore Sportivo (un giovanissimo Luca Cordero di Montezemolo) dar&agrave; al via a una nuova stagione di successi che porter&agrave; la Rossa dopo un&#39;annata preparatoria rappresentata dal 1974, a conquistare il titolo mondiale sia nel 1975 con la 312T, sia nel 1977 con la 312T2. In mezzo il drammatico incidente del N&uuml;rburgring del 1&deg; Agosto 1976 dal quale Lauda si salva miracolosamente grazie al prezioso contributo del collega Arturo Merzario, tornando a correre a Monza il 12 Settembre dello stesso anno, nonch&eacute; la conquista del titolo mondiale da parte del pilota inglese James Hunt, in occasione della gara finale disputata il 24 Ottobre 1976 in Giappone sul circuito del Fuji in seguito alla decisione di Lauda di ritirarsi dopo due giri a causa delle condizioni troppo pericolose in cui versava la pista, battuta da una violenta pioggia. Il 1977 &egrave; un&#39;annata chiave per il pilota austriaco: se da una parte Lauda conquista con la Ferrari 312 T2 il suo secondo titolo mondiale, dall&#39;altra il rapporto sempre pi&ugrave; burrascoso con la scuderia di Maranello, fortemente intenzionata a puntare su Reutemann (che aveva preso il posto di Regazzoni) lo spinge a lasciare la squadra una volta acquisita la certezza matematica del titolo. Lauda si trasferisce cos&igrave; nel biennio 1978-1979 alla Brabham, ma la monoposto inglese motorizzata Alfa Romeo non poteva avere inevitabilmente le prestazioni della Ferrari, e cos&igrave; dopo aver conseguito due vittorie nel 1978 (Svezia e Italia) e nel 1979 solo due piazzamenti a punti (Sudafrica e Italia) a causa della scarsissima affidabilit&agrave; della sua monoposto, decide di ritirarsi dal mondo della Formula 1. Non sar&agrave; per&ograve; un addio: a sorpresa, il 30 Settembre 1981 Niki Lauda annuncia il suo ritorno come pilota di Formula 1, e a fine Novembre dello stesso anno dopo un test effettuato sulla pista di Donington sar&agrave; la McLaren ad annunciare l&#39;ingaggio dell&#39;austriaco. Lauda disputer&agrave; con la McLaren le stagioni 1982-1985, conquistando il suo terzo e ultimo titolo iridato nel 1984, battendo per solo mezzo punto il suo nuovo compagno di squadra, il francese Alain Prost. &nbsp; I problemi tecnici accusati nel 1985 dalla sua monoposto lo spingono ad annunciare il suo ritiro definitivo dalla Formula 1, al termine di una carriera che lo aveva visto disputare la bellezza di 171 gare, con ben 25 vittorie e la conquista dei gi&agrave; citati tre titoli piloti. L&#39;amore, per&ograve;, per il Circus negli anni &egrave; rimasto fortissimo, e cos&igrave;, smessi i panni di pilota, Lauda &egrave; stato negli anni 90 consulente per la Ferrari negli anni della presidenza Montezemolo, e poi a cavallo del nuovo millennio per la scuderia Jaguar. Nel 2012 l&#39;austriaco torna in Formula 1 come Presidente non esecutivo della scuderia Mercedes, dove fino allo scorso anno ha collaborato a stretto contatto con il Team Principal della scuderia, il connazionale Toto Wolff. LA F1 RICORDA LAUDA. Moltissimi i messaggi di cordoglio arrivati in queste ore per ricordare Niki Lauda, a cominciare dalle scuderie con cui ha corso il campione austriaco, o a cui ha dato comunque un grande contributo. <blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"> Oggi &egrave; un giorno triste per la F1. La grande famiglia della Ferrari apprende con profonda tristezza la notizia della morte dell&rsquo;amico Niki Lauda, tre volte campione del mondo, due con la Scuderia (1975-1977). Resterai per sempre nei cuori nostri e in quelli dei tifosi. <a href="https://twitter.com/hashtag/CiaoNiki?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#CiaoNiki</a> <a href="https://t.co/srQUUeDqLw">pic.twitter.com/srQUUeDqLw</a> &mdash; Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) <a href="https://twitter.com/ScuderiaFerrari/status/1130699190382878722?ref_src=twsrc%5Etfw">21 maggio 2019</a></blockquote> <script async="" src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script> A cominciare dalla Ferrari, che questa mattina ha ricordato Niki Lauda con un tweet (&ldquo;Oggi &egrave; un giorno triste per la F1. La grande famiglia della Ferrari apprende con molta tristezza la notizia della morte dell&#39;amico Niki Lauda, tre volte campione del mondo, due con la Scuderia(1975-1977). Resterai per sempre nei nostri cuori e in quelli dei tifosi&rdquo;). <blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"> All at McLaren are deeply saddened to learn that our friend, colleague and 1984 Formula 1 World Champion, Niki Lauda, has passed away. Niki will forever be in our hearts and enshrined in our history. <a href="https://twitter.com/hashtag/RIPNiki?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#RIPNiki</a> <a href="https://t.co/Ndd9ZEfm6B">pic.twitter.com/Ndd9ZEfm6B</a> &mdash; McLaren (@McLarenF1) <a href="https://twitter.com/McLarenF1/status/1130647543057211393?ref_src=twsrc%5Etfw">21 maggio 2019</a></blockquote> <script async="" src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script> Anche la McLaren ha voluto ricordare la figura di Niki Lauda. &ldquo;Tutti in McLaren sono profondamente attristati dall&#39;apprendere che il nostro amico, collega e Campione del Mondo 1984, Niki Lauda, &egrave; scomparso. Niki sar&agrave; per sempre nei nostri cuori e scolpito nella nostra storia.&rdquo; <blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"> &ldquo;Our team has lost a guiding light. Niki was always brutally honest - and utterly loyal. It was a privilege to count him among our team and moving to witness just how much it meant to him to be part of the team&#39;s success.&rdquo; - Toto Statement <a href="https://t.co/BZhHstNkrh">https://t.co/BZhHstNkrh</a> <a href="https://t.co/c59wvEjTGf">pic.twitter.com/c59wvEjTGf</a> &mdash; Mercedes-AMG F1 (@MercedesAMGF1) <a href="https://twitter.com/MercedesAMGF1/status/1130780474266279936?ref_src=twsrc%5Etfw">21 maggio 2019</a></blockquote> <script async="" src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script> Anche la Mercedes ha voluto ricordare Niki Lauda. Su Twitter il team campione del mondo ha pubblicato una foto del campione austriaco accompagnandolo con la scritta Niki 1949-2019 e con un cuoricino. Poco fa sull&#39;account Twitter del team campione del mondo &egrave; uscita una dichiarazione di cordoglio da parte del Team Principal Toto Wolff in cui viene messo in evidenza l&#39;importante ruolo di Lauda all&#39;interno della squadra. <blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"> Lieber Niki... <a href="https://t.co/BLxi3pL33G">pic.twitter.com/BLxi3pL33G</a> &mdash; Nico Rosberg (@nico_rosberg) <a href="https://twitter.com/nico_rosberg/status/1130724373088919552?ref_src=twsrc%5Etfw">21 maggio 2019</a></blockquote> <script async="" src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script> L&#39;ex pilota Mercedes Nico Rosberg laureatosi Campione del Mondo nel 2016 con il team tedesco ha voluto ricordare Niki Lauda sui social con una lettera. &ldquo;Caro Niki, grazie per tutto quello che hai fatto per me. Ho imparato cos&igrave; tanto da te. La tua passione, il tuo spirito combattivo, il non mollare mai,il tuo credo sul fatto che c&#39;incontriamo sempre due volte nella vita, e anche la tua pazienza con noi giovani piloti. Io come tutti i tuoi 100 milioni di fans in tutto il mondo che tu hai fortemente ispirato a non mollare mai nei momenti pi&ugrave; difficili stiamo pensando a te e alla tua famiglia e ti auguriamo di riposare in pace&rdquo;. <blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"> Rest in peace Niki Lauda. Forever carried in our hearts, forever immortalised in our history. The motorsport community today mourns the devastating loss of a true legend. The thoughts of everyone at F1 are with his friends and family. <a href="https://t.co/olmnjDaefo">pic.twitter.com/olmnjDaefo</a> &mdash; Formula 1 (@F1) <a href="https://twitter.com/F1/status/1130702574083104768?ref_src=twsrc%5Etfw">21 maggio 2019</a></blockquote> <script async="" src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script> Anche la F1 ha voluto ricordare su Twitter la figura di Niki Lauda. &ldquo;Riposa in pace, Niki Lauda. Per sempre portato nei nostri cuori, per sempre immortalato nella nostra storia. La comunit&agrave; del motorsport piange oggi la devastante perdita di un vera leggenda. I pensieri di tutta la Formula 1 sono rivolti ai suoi amici e alla sua famiglia&rdquo;. Un pilota, Niki Lauda, simbolo di una Formula 1 che purtroppo oggi non c&#39;&egrave; pi&ugrave;, e in cui a fare la differenza non era la tecnologia odierna, ma l&#39;estro, il talento, e magari anche le conoscenze tecniche che un pilota poteva avere grazie all&#39;esperienza. Un pilota, Niki, che, siamo certi, avr&agrave; per sempre un posto speciale nel cuore di tutti gli appassionati di Formula 1.

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Quando tutti auspicavano un suo pronto ritorno ai box in Mercedes al fianco del Team Principal Toto Wolff, ecco la notizia che non ti aspetti, una di quelle che fanno veramente male al cuore, diffusa nella notte: Niki Lauda non ce l&#39;ha fatta. Quella salute che tante volte l&#39;aveva afflitto prima con il doppio trapianto di reni nel 1997 e nel 2005 e poi con il trapianto al polmone lo scorso mese di agosto e dal quale si stava progressivamente riprendendo grazie a un&#39;attenta riabilitazione, alla fine purtroppo lo ha tradito. Secondo quanto aveva comunicato nei giorni scorsi il fratello Florian, dall&#39;inizio di maggio Niki dopo aver fatto dei grossi progressi era stato costretto a trasferirsi dal Centro di Riabilitazione Cireneo diVitznau in una clinica privata sempre in Svizzera per sottoporsi a dialisi per purificare il sangue. Nulla poteva far presagire un epilogo cos&igrave; drammatico, con Niki che ha vissuto i suoi ultimi momenti di vita pacificamente con la sua famiglia nella giornata di ieri.    LA SUA CARRIERA IN FORMULA 1.  La Formula 1 perde, dunque, un grande campione, capace di scrivere con il suo estro e il suo talento innumerevoli pagine della storia di questo sport. Nato a Vienna il 22 Febbraio 1949, Lauda approda in Formula 1 in occasione del Gp d&#39;Austria del 1971 dopo una lunga gavetta che lo aveva visto debuttare contro il volere dei suoi genitori (che sognavano per lui un futuro da banchiere nella banca di famiglia) prima in Formula Vee, passando poi in Formula 3 senza ottenere risultati significativi, Formula 2 e per l&#39;appunto Formula 1 con la March, con cui disputer&agrave; anche il Mondiale 1972 . La scarsa competitivit&agrave; della sua monoposto lo spinge ad offrirsi come pilota pagante alla BRM per il Mondiale 1973, ed &egrave; qui che incontra il pilota svizzero Clay Regazzoni, il quale rimane fin da subito colpito dal talento di pilota e di collaudatore del giovane austriaco, capace in pochi giri di capire subito quali modifiche dare alla propria monoposto in modo da farla andare pi&ugrave; veloce (da qui il soprannome di pilota Computer), al punto che, una volta rientrato in Ferrari, non esita a segnalare Lauda direttamente ad Enzo Ferrari, il quale decide di ingaggiare anche l&#39;austriaco per la stagione 1974.    Lauda non solo dar&agrave; un grande contributo fin dal suo approdo a Maranello trovando nelle sospensioni il tallone d&#39;Achille della nuova monoposto 312 B3-74 riuscendo con la nuova tipologia di sospensione a migliorare il proprio tempo di 8 decimi rispetto a quello effettuato con le vecchie sospensioni, ma, supportato da una squadra costituita dal progettista (l&#39;Ing. Mauro Forghieri) e dal Direttore Sportivo (un giovanissimo Luca Cordero di Montezemolo) dar&agrave; al via a una nuova stagione di successi che porter&agrave; la Rossa dopo un&#39;annata preparatoria rappresentata dal 1974, a conquistare il titolo mondiale sia nel 1975 con la 312T, sia nel 1977 con la 312T2.   In mezzo il drammatico incidente del N&uuml;rburgring del 1&deg; Agosto 1976 dal quale Lauda si salva miracolosamente grazie al prezioso contributo del collega Arturo Merzario, tornando a correre a Monza il 12 Settembre dello stesso anno, nonch&eacute; la conquista del titolo mondiale da parte del pilota inglese James Hunt, in occasione della gara finale disputata il 24 Ottobre 1976 in Giappone sul circuito del Fuji in seguito alla decisione di Lauda di ritirarsi dopo due giri a causa delle condizioni troppo pericolose in cui versava la pista, battuta da una violenta pioggia.    Il 1977 &egrave; un&#39;annata chiave per il pilota austriaco: se da una parte Lauda conquista con la Ferrari 312 T2 il suo secondo titolo mondiale, dall&#39;altra il rapporto sempre pi&ugrave; burrascoso con la scuderia di Maranello, fortemente intenzionata a puntare su Reutemann (che aveva preso il posto di Regazzoni) lo spinge a lasciare la squadra una volta acquisita la certezza matematica del titolo. Lauda si trasferisce cos&igrave; nel biennio 1978-1979 alla Brabham, ma la monoposto inglese motorizzata Alfa Romeo non poteva avere inevitabilmente le prestazioni della Ferrari, e cos&igrave; dopo aver conseguito due vittorie nel 1978 (Svezia e Italia) e nel 1979 solo due piazzamenti a punti (Sudafrica e Italia) a causa della scarsissima affidabilit&agrave; della sua monoposto, decide di ritirarsi dal mondo della Formula 1.    Non sar&agrave; per&ograve; un addio: a sorpresa, il 30 Settembre 1981 Niki Lauda annuncia il suo ritorno come pilota di Formula 1, e a fine Novembre dello stesso anno dopo un test effettuato sulla pista di Donington sar&agrave; la McLaren ad annunciare l&#39;ingaggio dell&#39;austriaco. Lauda disputer&agrave; con la McLaren le stagioni 1982-1985, conquistando il suo terzo e ultimo titolo iridato nel 1984, battendo per solo mezzo punto il suo nuovo compagno di squadra, il francese Alain Prost.  &nbsp;  I problemi tecnici accusati nel 1985 dalla sua monoposto lo spingono ad annunciare il suo ritiro definitivo dalla Formula 1, al termine di una carriera che lo aveva visto disputare la bellezza di 171 gare, con ben 25 vittorie e la conquista dei gi&agrave; citati tre titoli piloti.  L&#39;amore, per&ograve;, per il Circus negli anni &egrave; rimasto fortissimo, e cos&igrave;, smessi i panni di pilota, Lauda &egrave; stato negli anni 90 consulente per la Ferrari negli anni della presidenza Montezemolo, e poi a cavallo del nuovo millennio per la scuderia Jaguar. Nel 2012 l&#39;austriaco torna in Formula 1 come Presidente non esecutivo della scuderia Mercedes, dove fino allo scorso anno ha collaborato a stretto contatto con il Team Principal della scuderia, il connazionale Toto Wolff.    LA F1 RICORDA LAUDA.  Moltissimi i messaggi di cordoglio arrivati in queste ore per ricordare Niki Lauda, a cominciare dalle scuderie con cui ha corso il campione austriaco, o a cui ha dato comunque un grande contributo.   Oggi &egrave; un giorno triste per la F1. La grande famiglia della Ferrari apprende con profonda tristezza la notizia della morte dell&rsquo;amico Niki Lauda, tre volte campione del mondo, due con la Scuderia (1975-1977). Resterai per sempre nei cuori nostri e in quelli dei tifosi. #CiaoNiki pic.twitter.com/srQUUeDqLw &mdash; Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) 21 maggio 2019    A cominciare dalla Ferrari, che questa mattina ha ricordato Niki Lauda con un tweet (&ldquo;Oggi &egrave; un giorno triste per la F1. La grande famiglia della Ferrari apprende con molta tristezza la notizia della morte dell&#39;amico Niki Lauda, tre volte campione del mondo, due con la Scuderia(1975-1977). Resterai per sempre nei nostri cuori e in quelli dei tifosi&rdquo;).   All at McLaren are deeply saddened to learn that our friend, colleague and 1984 Formula 1 World Champion, Niki Lauda, has passed away. Niki will forever be in our hearts and enshrined in our history. #RIPNiki pic.twitter.com/Ndd9ZEfm6B &mdash; McLaren (@McLarenF1) 21 maggio 2019    Anche la McLaren ha voluto ricordare la figura di Niki Lauda. &ldquo;Tutti in McLaren sono profondamente attristati dall&#39;apprendere che il nostro amico, collega e Campione del Mondo 1984, Niki Lauda, &egrave; scomparso. Niki sar&agrave; per sempre nei nostri cuori e scolpito nella nostra storia.&rdquo;   &ldquo;Our team has lost a guiding light. Niki was always brutally honest - and utterly loyal. It was a privilege to count him among our team and moving to witness just how much it meant to him to be part of the team&#39;s success.&rdquo; - Toto  Statement https://t.co/BZhHstNkrh pic.twitter.com/c59wvEjTGf &mdash; Mercedes-AMG F1 (@MercedesAMGF1) 21 maggio 2019    Anche la Mercedes ha voluto ricordare Niki Lauda. Su Twitter il team campione del mondo ha pubblicato una foto del campione austriaco accompagnandolo con la scritta Niki 1949-2019 e con un cuoricino. Poco fa sull&#39;account Twitter del team campione del mondo &egrave; uscita una dichiarazione di cordoglio da parte del Team Principal Toto Wolff in cui viene messo in evidenza l&#39;importante ruolo di Lauda all&#39;interno della squadra.   Lieber Niki... pic.twitter.com/BLxi3pL33G &mdash; Nico Rosberg (@nico_rosberg) 21 maggio 2019    L&#39;ex pilota Mercedes Nico Rosberg laureatosi Campione del Mondo nel 2016 con il team tedesco ha voluto ricordare Niki Lauda sui social con una lettera. &ldquo;Caro Niki, grazie per tutto quello che hai fatto per me. Ho imparato cos&igrave; tanto da te. La tua passione, il tuo spirito combattivo, il non mollare mai,il tuo credo sul fatto che c&#39;incontriamo sempre due volte nella vita, e anche la tua pazienza con noi giovani piloti. Io come tutti i tuoi 100 milioni di fans in tutto il mondo che tu hai fortemente ispirato a non mollare mai nei momenti pi&ugrave; difficili stiamo pensando a te e alla tua famiglia e ti auguriamo di riposare in pace&rdquo;.   Rest in peace Niki Lauda.  Forever carried in our hearts, forever immortalised in our history. The motorsport community today mourns the devastating loss of a true legend.  The thoughts of everyone at F1 are with his friends and family. pic.twitter.com/olmnjDaefo &mdash; Formula 1 (@F1) 21 maggio 2019    Anche la F1 ha voluto ricordare su Twitter la figura di Niki Lauda. &ldquo;Riposa in pace, Niki Lauda. Per sempre portato nei nostri cuori, per sempre immortalato nella nostra storia. La comunit&agrave; del motorsport piange oggi la devastante perdita di un vera leggenda. I pensieri di tutta la Formula 1 sono rivolti ai suoi amici e alla sua famiglia&rdquo;.  Un pilota, Niki Lauda, simbolo di una Formula 1 che purtroppo oggi non c&#39;&egrave; pi&ugrave;, e in cui a fare la differenza non era la tecnologia odierna, ma l&#39;estro, il talento, e magari anche le conoscenze tecniche che un pilota poteva avere grazie all&#39;esperienza. Un pilota, Niki, che, siamo certi, avr&agrave; per sempre un posto speciale nel cuore di tutti gli appassionati di Formula 1.   

Il tre volte campione del mondo austriaco &egrave; morto all&#39;et&agrave; di 70 anni nella clinica svizzera dov&#39;era stato ricoverato a inizio Maggio per un problema ai reni.

Ricordando Niki Lauda

Un autentico punto di riferimento per il proprio team, ma anche e sopratutto per gli appassionati di Formula 1. Parlare di Niki Lauda (che festeggia oggi il suo 70&deg; compleanno) vuol dire raccontare un pezzo di storia del Circus: quello pi&ugrave; bello, a cavallo tra gli anni 70 e 80 in cui il talento e l&#39;estro del pilota avevano la meglio sul mezzo meccanico, che, se competitivo, poteva sicuramente rappresentare un elemento aggiuntivo ma non essere l&#39;elemento discriminatorio cos&igrave; come avviene oggi, con Mercedes, Ferrari e Red Bull che hanno disputato l&#39;ultimo campionato con la certezza di una lotta a tre, visto l&#39;evidente gap tecnico con le altre squadre. Fin da giovanissimo Niki mostra subito una grande passione per i motori, trovando per&ograve; una decisa opposizione da parte della sua sua famiglia: i genitori sono dei ricchi banchieri e hanno in mente per lui un posto di lavoro all&#39;interno della banca di famiglia, motivo per il quale fin da subito decidono di non appoggiare il sogno del figlio per paura di venir screditati agli occhi dell&#39;&eacute;lite viennese. Lauda prova cos&igrave; ad affrontare gli studi universitari, ma la passione per il motorsport &egrave; troppo forte, e cos&igrave;, dopo aver interrotto gli studi e trovato i soldi per comprarsi la sua prima macchina da corsa, comincia a correre in Formula Vee e in Formula 3 senza per&ograve; conseguire dei risultati significativi. Sul finire del 1970 un nuovo prestito d&agrave; la possibilit&agrave; al giovane Lauda di approdare in March, con cui affronta nel biennio 1971-1972 i campionati di Formula 2 prima e Formula 1 poi. Se la stagione 1971 lo vede concludere in F2 al decimo posto (con la possibilit&agrave; di debuttare in Formula 1 nel Gp d&#39;Austria a Zeltweg, con un ritiro dopo 20 giri a causa di un guasto tecnico),non altrettanto bene andr&agrave; l&#39;annata successiva in Formula 1, in quanto Niki purtroppo patisce la scarsa competitivit&agrave; della sua monoposto. Da qui la decisione di offrirsi come pilota pagante alla BRM, dove viene affiancato dal pi&ugrave; esperto pilota ticinese Clay Regazzoni. Il 1973 &egrave; una stagione chiave per Lauda: non solamente in Belgio conquista il quinto posto (e di conseguenza i suoi primi punti iridati) mostrando fin dall&#39;inizio della stagione delle ottime doti non solo di pilota ma anche di collaudatore riuscendo a comprendere con una certa precisione i problemi presenti sulla monoposto, ma&nbsp; al termine della stagione finisce a sorpresa per approdare in Ferrari grazie al preziosissimo aiuto di Regazzoni, il quale rientrato a Maranello desiderava avere al suo fianco il giovane austriaco conosciuto in BRM che in quei mesi aveva imparato ad apprezzare. Uno dei grandi meriti riconosciuti a Lauda &egrave; quello di essere una sorta di computer vivente: salendo a bordo di una monoposto di F1 ed effettuandovi pochi giri, era gi&agrave; in grado di individuare pregi e difetti della monoposto stessa. Una cosa, questa, che avviene anche in Ferrari, con Lauda che dopo aver testato sul circuito di Fiorano la nuova monoposto 312 B3-74 non esita a bocciarla davanti a Enzo Ferrari sostenendo che le sospensioni erano il tallone d&#39;Achille della monoposto, e che, con delle buone sospensioni, sarebbe stato in grado di recuperare ben 5 decimi. Il Drake decide di seguire il suggerimento del giovane pilota austriaco ammonendolo che in caso di mancato miglioramento cronometrico con delle nuove sospensioni sarebbe stato lui ad andare in crisi. Non solamente il suggerimento di Lauda si rivel&ograve; preziosissimo, ma lo stesso pilota austriaco riusc&igrave; a recuperare ben 8 decimi con le nuove sospensioni grazie al prezioso supporto dell&#39;Ing. Forghieri. Tutto era quindi pronto per il Mondiale 1974, che alla sua gara inaugurale in Argentina vedr&agrave; Lauda conquistare il secondo posto grazie al prezioso supporto di Regazzoni, che non aveva esitato a prendere il giovane viennese sotto le sue ali, istruendolo sulle piste che non conosceva, a cominciare proprio da quella di Buenos Aires. In quel primo anno in Ferrari Lauda conquister&agrave; ben 9 pole position (la prima in Sudafrica sul circuito di Kyalami il 29 Marzo 1974) eguagliando il primato conseguito l&#39;anno prima dallo svedese Ronnie Peterson, e 2 vittorie (il 28 Aprile in Spagna sul circuito di Jarama infliggendo sotto una pioggia battente ben 35 secondi di distacco al compagno di squadra Regazzoni, e il 23 Giugno in Olanda sul circuito di Zandvoort, anche in questo caso davanti a Regazzoni, staccato di 8.25 secondi). Una stagione, quella 1974, che, con il senno di poi, pu&ograve; essere vista come preparatoria, in vista di quella serie di successi che la Ferrari sarebbe riuscita a conseguire negli anni successivi, potendo contare sulla competenza e sulla professionalit&agrave; di un grande progettista come Mauro Forghieri, e al contempo sull&#39;innata velocit&agrave; di Lauda. Non &egrave; quindi un caso che nel 1975 veda la luce la nuovissima Ferrari 312 T: una macchina assolutamente rivoluzionaria, il cui aspetto fondamentale &egrave; caratterizzato dal cambio trasversale, che consentiva di avere una monoposto molto pi&ugrave; equilibrata oltre che a una migliore distribuzione delle masse. Non deve quindi stupire come con Lauda la Ferrari conquister&agrave; ben due titoli iridati nel 1975 e nel 1977. Titoli mondiali che avrebbero potuto essere tre, in quando nel corso dell&#39;estate del 1976 il pilota austriaco sembrava essere destinato alla riconferma del titolo vinto l&#39;anno prima. Nessuno per&ograve; poteva mettere in conto quello che sarebbe successo in Germania sul circuito del N&uuml;rburgring il 1&deg; Agosto 1976. Dopo il primo giro del Gp di Germania iniziato con gomme da bagnato per via della pioggia caduta fino a pochi istanti prima del via, i piloti cominciano a passare alle gomme da asciutto, visto che la pista si sta progressivamente asciugando. Tra questi anche Lauda che con il cambio gomme precipita nelle retrovie. Il pilota austriaco decide cos&igrave; di alzare il ritmo per tentare una possibile rimonta, ma all&#39;altezza del Bergwerk la Ferrari 412 T2 del pilota austriaco esce di strada, sbatte violentemente contro il guardrail (per alcune fonti contro un costone di roccia),&nbsp; ritornando in pista, e, a causa della grande quantit&agrave; di benzina presente nel serbatoio, comincia a prendere fuoco. La Hesketh di Edwards evita la Ferrari, cosa che invece non succede all&#39;altra Hesketh di Ertl e alla Surtees di Lunger, che colpiscono la Rossa ormai infuocata.&nbsp; Edwards, Ertl , Lunger e il pilota della Wolf Williams, Arturo Merzario, provano inizialmente a estrarre Lauda dalla sempre infuocata Ferrari 312 T2 senza inizialmente riuscirci. Ertl riesce a trovare un estintore, e sprigionando il suo contenuto contro la monoposto, protegge Merzario, il quale si dirige tra le fiamme verso l&#39;abitacolo della Rossa, e riesce questa volta a estrarre Niki dalle fiamme. Il pilota della Ferrari &egrave; semicosciente, in condizioni gravissime. Dopo dieci minuti arriva sul posto l&#39;ambulanza, che lo trasporta prima all&#39;ospedale militare di Coblenza, poi al Trauma Clinic di Ludwigshafen e poi all&#39;ospedale di Mannheim, dove, i medici capiscono che il problema pi&ugrave; grave per Lauda pi&ugrave; che le gravi ustioni al viso e nel corpo pu&ograve; essere l&#39;inalazione dei fumi della benzina al momento dell&#39;incendio. A Lauda viene impartita anche l&#39;estrema unzione, per paura che il pilota, dato pi&ugrave; morto che vivo, non ce la facesse. Invece non solo Niki verr&agrave; dichiarato fuori pericolo dai medici il 5 Agosto, e da qui trasportato nuovamente a Ludwigshafen, specializzato nelle cure per le ustioni pi&ugrave; importanti, ma dopo un po&#39; di tempo&nbsp; viene dimesso per poter effettuare a casa la propria convalescenza. Niki, per&ograve;, non &egrave; contento: c&#39;&egrave; ancora un titolo mondiale in palio, ma sopratutto vuole tornare a gareggiare. Cos&igrave; il pilota austriaco torna a correre con la Ferrari, a Monza, il 12 Settembre (esattamente 42 giorni dopo il drammatico incidente), portando a casa un a dir poco miracoloso quarto posto nel Gp d&#39;Italia, dimostrando a tutti che, seppur acciaccato e soffrendo per vie delle numerose ferite presenti sul volto, il campione era tornato. Al suo fianco, per&ograve;, non uno ma ben due compagni di squadra. La Ferrari, non ipotizzando un recupero cos&igrave; celere da parte di Lauda, aveva provveduto ad ingaggiare per la sola gara monzese l&#39;argentino Carlos Reutemann, motivo per il quale in occasione del Gp d&#39;Italia la scuderia di Maranello si vedr&agrave; costretta ad approntare ben tre monoposto. Se Reutemann si perse di fatto nelle retrovie conquistando il nono posto, a tenere alto la bandiera rossa della Ferrari furono Regazzoni (secondo dietro il vincitore Ronnie Peterson), e Lauda, arrivato quarto. Se il titolo mondiale alla fine verr&agrave; vinto da James Hunt su McLaren in occasione della gara finale disputata il 24 Ottobre 1976 in Giappone sul circuito del Fuji in seguito alla decisione di Lauda di ritirarsi dopo due giri a causa delle condizioni troppo pericolose in cui versava la pista, battuta da una violenta pioggia, la stagione 1977 vede come detto il nuovo titolo mondiale di Lauda, il quale dopo la certezza dell&#39;acquisizione matematica, lascia improvvisamente la Ferrari a causa di un rapporto che nell&#39;ultimo anno era divenuto sempre pi&ugrave; burrascoso con la scuderia di Maranello intenzionata a puntare su Reutemann (che aveva preso il posto di Regazzoni). Lauda si trasferisce cos&igrave; nel biennio 1978-1979 alla Brabham, ma la monoposto inglese motorizzata Alfa Romeo non poteva avere inevitabilmente le prestazioni della Ferrari, e cos&igrave; dopo aver conseguito due vittorie nel 1978 (Svezia e Italia) e nel 1979 solo due piazzamenti a punti (Sudafrica e Italia) a causa della scarsissima affidabilit&agrave; della sua monoposto, decide di ritirarsi dal mondo della Formula 1. Non sar&agrave; per&ograve; un addio: a sorpresa, il 30 Settembre 1981 Niki Lauda annuncia il suo ritorno come pilota di Formula 1. Non ufficializza subito il team, sebbene tutti gli indizi portassero alla McLaren (che aveva testato a met&agrave; settembre a Donington). Sar&agrave; poi la scuderia di Woking a fine novembre ad ufficializzare l&#39;ingaggio dell&#39;austriaco. Lauda disputer&agrave; con la McLaren le stagioni 1982-1985: se la stagione 1982 vedr&agrave; due vittorie (il 4 Aprile a Long Beach nel Gp degli Usa Ovest, e il 18 Luglio a Brands Hatch nel Gp di Gran Bretagna) con la sua MP4/1 motorizzata Ford, la stagione 1983 sar&agrave; avara di successi per via della scarsa potenza del motore aspirato Ford nonostante un buon inizio di campionato (3&deg; posto in Brasile, e secondo a Long Beach) aveva consentito all&#39;austriaco di essere in testa al Mondiale. A met&agrave; stagione la McLaren passa al motore turbo della Porsche, rebrandizzato come Tag Porsche: sar&agrave; decisivo per la stagione successiva, quella targata 1984, che vedr&agrave; Niki Lauda conquistare il suo terzo e ultimo titolo piloti battendo per solo mezzo punto il suo nuovo compagno di squadra, Alain Prost, nonostante le sole cinque vittorie (Sudafrica, Francia, Gran Bretagna, Austria e Italia) contro le sette del giovane pilota francese (Brasile, San Marino, Montecarlo, Germania, Olanda, Europa e Portogallo), ma avendo pi&ugrave; piazzamenti a suo favore. La stagione 1985 sar&agrave; invece piuttosto avara di soddisfazioni, a causa di alcuni problemi tecnici alla sua monoposto che lo portano questa volta ad annunciare il ritiro definitivo dalla Formula 1. L&#39;amore, per&ograve;, per il Circus negli anni &egrave; rimasto fortissimo, e cos&igrave;, smessi i panni di pilota, Lauda &egrave; stato negli anni 90 consulente per la Ferrari nei primi anni della presidenza Montezemolo, e poi a cavallo del nuovo millennio per la scuderia Jaguar. Nel 2012 l&#39;austriaco torna in Formula 1 come Presidente non esecutivo della scuderia Mercedes, dove dal Gennaio 2013 collabora a stretto contatto con il Team Principal della scuderia, il connazionale Toto Wolff. Un capitolo a parte della vita di Lauda lo merita la salute. Dopo esser stato sottoposto due volte a un trapianto di reni nel 1997 e nel 2005, lo scorso agosto l&#39;ex pilota austriaco &egrave; stato sottoposto a un trapianto di polmone, e al momento &egrave; fortemente impegnato con la riabilitazione, al fine di poter tornare quanto prima nei box della sua Mercedes in modo da poter mettere a disposizione la sua esperienza nei confronti dei piloti ufficiali, Hamilton e Bottas. Un ritorno, quello di Lauda, atteso non solo in casa Mercedes, ma anche dalle altre scuderie e dagli appassionati. Lauda non &egrave; solo il Presidente non esecutivo Mercedes, ma &egrave; il simbolo di una Formula 1 che purtroppo oggi non c&#39;&egrave; pi&ugrave;, e in cui a fare la differenza non era la tecnologia odierna, ma l&#39;estro, il talento, e magari anche le conoscenze tecniche che un pilota poteva avere grazie all&#39;esperienza. Come nel caso di Niki.

Un autentico punto di riferimento per il proprio team, ma anche e sopratutto per gli appassionati di Formula 1. Parlare di Niki Lauda (che festeggia oggi il suo 70&deg; compleanno) vuol dire raccontare un pezzo di storia del Circus: quello pi&ugrave; bello, a cavallo tra gli anni 70 e 80 in cui il talento e l&#39;estro del pilota avevano la meglio sul mezzo meccanico, che, se competitivo, poteva sicuramente rappresentare un elemento aggiuntivo ma non essere l&#39;elemento discriminatorio cos&igrave; come avviene oggi, con Mercedes, Ferrari e Red Bull che hanno disputato l&#39;ultimo campionato con la certezza di una lotta a tre, visto l&#39;evidente gap tecnico con le altre squadre.  Fin da giovanissimo Niki mostra subito una grande passione per i motori, trovando per&ograve; una decisa opposizione da parte della sua sua famiglia: i genitori sono dei ricchi banchieri e hanno in mente per lui un posto di lavoro all&#39;interno della banca di famiglia, motivo per il quale fin da subito decidono di non appoggiare il sogno del figlio per paura di venir screditati agli occhi dell&#39;&eacute;lite viennese. Lauda prova cos&igrave; ad affrontare gli studi universitari, ma la passione per il motorsport &egrave; troppo forte, e cos&igrave;, dopo aver interrotto gli studi e trovato i soldi per comprarsi la sua prima macchina da corsa, comincia a correre in Formula Vee e in Formula 3 senza per&ograve; conseguire dei risultati significativi. Sul finire del 1970 un nuovo prestito d&agrave; la possibilit&agrave; al giovane Lauda di approdare in March, con cui affronta nel biennio 1971-1972 i campionati di Formula 2 prima e Formula 1 poi. Se la stagione 1971 lo vede concludere in F2 al decimo posto (con la possibilit&agrave; di debuttare in Formula 1 nel Gp d&#39;Austria a Zeltweg, con un ritiro dopo 20 giri a causa di un guasto tecnico),non altrettanto bene andr&agrave; l&#39;annata successiva in Formula 1, in quanto Niki purtroppo patisce la scarsa competitivit&agrave; della sua monoposto. Da qui la decisione di offrirsi come pilota pagante alla BRM, dove viene affiancato dal pi&ugrave; esperto pilota ticinese Clay Regazzoni. Il 1973 &egrave; una stagione chiave per Lauda: non solamente in Belgio conquista il quinto posto (e di conseguenza i suoi primi punti iridati) mostrando fin dall&#39;inizio della stagione delle ottime doti non solo di pilota ma anche di collaudatore riuscendo a comprendere con una certa precisione i problemi presenti sulla monoposto, ma&nbsp; al termine della stagione finisce a sorpresa per approdare in Ferrari grazie al preziosissimo aiuto di Regazzoni, il quale rientrato a Maranello desiderava avere al suo fianco il giovane austriaco conosciuto in BRM che in quei mesi aveva imparato ad apprezzare.  Uno dei grandi meriti riconosciuti a Lauda &egrave; quello di essere una sorta di computer vivente: salendo a bordo di una monoposto di F1 ed effettuandovi pochi giri, era gi&agrave; in grado di individuare pregi e difetti della monoposto stessa. Una cosa, questa, che avviene anche in Ferrari, con Lauda che dopo aver testato sul circuito di Fiorano la nuova monoposto 312 B3-74 non esita a bocciarla davanti a Enzo Ferrari sostenendo che le sospensioni erano il tallone d&#39;Achille della monoposto, e che, con delle buone sospensioni, sarebbe stato in grado di recuperare ben 5 decimi. Il Drake decide di seguire il suggerimento del giovane pilota austriaco ammonendolo che in caso di mancato miglioramento cronometrico con delle nuove sospensioni sarebbe stato lui ad andare in crisi. Non solamente il suggerimento di Lauda si rivel&ograve; preziosissimo, ma lo stesso pilota austriaco riusc&igrave; a recuperare ben 8 decimi con le nuove sospensioni grazie al prezioso supporto dell&#39;Ing. Forghieri.  Tutto era quindi pronto per il Mondiale 1974, che alla sua gara inaugurale in Argentina vedr&agrave; Lauda conquistare il secondo posto grazie al prezioso supporto di Regazzoni, che non aveva esitato a prendere il giovane viennese sotto le sue ali, istruendolo sulle piste che non conosceva, a cominciare proprio da quella di Buenos Aires. In quel primo anno in Ferrari Lauda conquister&agrave; ben 9 pole position (la prima in Sudafrica sul circuito di Kyalami il 29 Marzo 1974) eguagliando il primato conseguito l&#39;anno prima dallo svedese Ronnie Peterson, e 2 vittorie (il 28 Aprile in Spagna sul circuito di Jarama infliggendo sotto una pioggia battente ben 35 secondi di distacco al compagno di squadra Regazzoni, e il 23 Giugno in Olanda sul circuito di Zandvoort, anche in questo caso davanti a Regazzoni, staccato di 8.25 secondi).  Una stagione, quella 1974, che, con il senno di poi, pu&ograve; essere vista come preparatoria, in vista di quella serie di successi che la Ferrari sarebbe riuscita a conseguire negli anni successivi, potendo contare sulla competenza e sulla professionalit&agrave; di un grande progettista come Mauro Forghieri, e al contempo sull&#39;innata velocit&agrave; di Lauda. Non &egrave; quindi un caso che nel 1975 veda la luce la nuovissima Ferrari 312 T: una macchina assolutamente rivoluzionaria, il cui aspetto fondamentale &egrave; caratterizzato dal cambio trasversale, che consentiva di avere una monoposto molto pi&ugrave; equilibrata oltre che a una migliore distribuzione delle masse. Non deve quindi stupire come con Lauda la Ferrari conquister&agrave; ben due titoli iridati nel 1975 e nel 1977. Titoli mondiali che avrebbero potuto essere tre, in quando nel corso dell&#39;estate del 1976 il pilota austriaco sembrava essere destinato alla riconferma del titolo vinto l&#39;anno prima. Nessuno per&ograve; poteva mettere in conto quello che sarebbe successo in Germania sul circuito del N&uuml;rburgring il 1&deg; Agosto 1976.  Dopo il primo giro del Gp di Germania iniziato con gomme da bagnato per via della pioggia caduta fino a pochi istanti prima del via, i piloti cominciano a passare alle gomme da asciutto, visto che la pista si sta progressivamente asciugando. Tra questi anche Lauda che con il cambio gomme precipita nelle retrovie. Il pilota austriaco decide cos&igrave; di alzare il ritmo per tentare una possibile rimonta, ma all&#39;altezza del Bergwerk la Ferrari 412 T2 del pilota austriaco esce di strada, sbatte violentemente contro il guardrail (per alcune fonti contro un costone di roccia),&nbsp; ritornando in pista, e, a causa della grande quantit&agrave; di benzina presente nel serbatoio, comincia a prendere fuoco. La Hesketh di Edwards evita la Ferrari, cosa che invece non succede all&#39;altra Hesketh di Ertl e alla Surtees di Lunger, che colpiscono la Rossa ormai infuocata.&nbsp; Edwards, Ertl , Lunger e il pilota della Wolf Williams, Arturo Merzario, provano inizialmente a estrarre Lauda dalla sempre infuocata Ferrari 312 T2 senza inizialmente riuscirci. Ertl riesce a trovare un estintore, e sprigionando il suo contenuto contro la monoposto, protegge Merzario, il quale si dirige tra le fiamme verso l&#39;abitacolo della Rossa, e riesce questa volta a estrarre Niki dalle fiamme.  Il pilota della Ferrari &egrave; semicosciente, in condizioni gravissime. Dopo dieci minuti arriva sul posto l&#39;ambulanza, che lo trasporta prima all&#39;ospedale militare di Coblenza, poi al Trauma Clinic di Ludwigshafen e poi all&#39;ospedale di Mannheim, dove, i medici capiscono che il problema pi&ugrave; grave per Lauda pi&ugrave; che le gravi ustioni al viso e nel corpo pu&ograve; essere l&#39;inalazione dei fumi della benzina al momento dell&#39;incendio. A Lauda viene impartita anche l&#39;estrema unzione, per paura che il pilota, dato pi&ugrave; morto che vivo, non ce la facesse. Invece non solo Niki verr&agrave; dichiarato fuori pericolo dai medici il 5 Agosto, e da qui trasportato nuovamente a Ludwigshafen, specializzato nelle cure per le ustioni pi&ugrave; importanti, ma dopo un po&#39; di tempo&nbsp; viene dimesso per poter effettuare a casa la propria convalescenza.  Niki, per&ograve;, non &egrave; contento: c&#39;&egrave; ancora un titolo mondiale in palio, ma sopratutto vuole tornare a gareggiare. Cos&igrave; il pilota austriaco torna a correre con la Ferrari, a Monza, il 12 Settembre (esattamente 42 giorni dopo il drammatico incidente), portando a casa un a dir poco miracoloso quarto posto nel Gp d&#39;Italia, dimostrando a tutti che, seppur acciaccato e soffrendo per vie delle numerose ferite presenti sul volto, il campione era tornato. Al suo fianco, per&ograve;, non uno ma ben due compagni di squadra. La Ferrari, non ipotizzando un recupero cos&igrave; celere da parte di Lauda, aveva provveduto ad ingaggiare per la sola gara monzese l&#39;argentino Carlos Reutemann, motivo per il quale in occasione del Gp d&#39;Italia la scuderia di Maranello si vedr&agrave; costretta ad approntare ben tre monoposto. Se Reutemann si perse di fatto nelle retrovie conquistando il nono posto, a tenere alto la bandiera rossa della Ferrari furono Regazzoni (secondo dietro il vincitore Ronnie Peterson), e Lauda, arrivato quarto.  Se il titolo mondiale alla fine verr&agrave; vinto da James Hunt su McLaren in occasione della gara finale disputata il 24 Ottobre 1976 in Giappone sul circuito del Fuji in seguito alla decisione di Lauda di ritirarsi dopo due giri a causa delle condizioni troppo pericolose in cui versava la pista, battuta da una violenta pioggia, la stagione 1977 vede come detto il nuovo titolo mondiale di Lauda, il quale dopo la certezza dell&#39;acquisizione matematica, lascia improvvisamente la Ferrari a causa di un rapporto che nell&#39;ultimo anno era divenuto sempre pi&ugrave; burrascoso con la scuderia di Maranello intenzionata a puntare su Reutemann (che aveva preso il posto di Regazzoni). Lauda si trasferisce cos&igrave; nel biennio 1978-1979 alla Brabham, ma la monoposto inglese motorizzata Alfa Romeo non poteva avere inevitabilmente le prestazioni della Ferrari, e cos&igrave; dopo aver conseguito due vittorie nel 1978 (Svezia e Italia) e nel 1979 solo due piazzamenti a punti (Sudafrica e Italia) a causa della scarsissima affidabilit&agrave; della sua monoposto, decide di ritirarsi dal mondo della Formula 1.  Non sar&agrave; per&ograve; un addio: a sorpresa, il 30 Settembre 1981 Niki Lauda annuncia il suo ritorno come pilota di Formula 1. Non ufficializza subito il team, sebbene tutti gli indizi portassero alla McLaren (che aveva testato a met&agrave; settembre a Donington). Sar&agrave; poi la scuderia di Woking a fine novembre ad ufficializzare l&#39;ingaggio dell&#39;austriaco. Lauda disputer&agrave; con la McLaren le stagioni 1982-1985: se la stagione 1982 vedr&agrave; due vittorie (il 4 Aprile a Long Beach nel Gp degli Usa Ovest, e il 18 Luglio a Brands Hatch nel Gp di Gran Bretagna) con la sua MP4/1 motorizzata Ford, la stagione 1983 sar&agrave; avara di successi per via della scarsa potenza del motore aspirato Ford nonostante un buon inizio di campionato (3&deg; posto in Brasile, e secondo a Long Beach) aveva consentito all&#39;austriaco di essere in testa al Mondiale. A met&agrave; stagione la McLaren passa al motore turbo della Porsche, rebrandizzato come Tag Porsche: sar&agrave; decisivo per la stagione successiva, quella targata 1984, che vedr&agrave; Niki Lauda conquistare il suo terzo e ultimo titolo piloti battendo per solo mezzo punto il suo nuovo compagno di squadra, Alain Prost, nonostante le sole cinque vittorie (Sudafrica, Francia, Gran Bretagna, Austria e Italia) contro le sette del giovane pilota francese (Brasile, San Marino, Montecarlo, Germania, Olanda, Europa e Portogallo), ma avendo pi&ugrave; piazzamenti a suo favore. La stagione 1985 sar&agrave; invece piuttosto avara di soddisfazioni, a causa di alcuni problemi tecnici alla sua monoposto che lo portano questa volta ad annunciare il ritiro definitivo dalla Formula 1.  L&#39;amore, per&ograve;, per il Circus negli anni &egrave; rimasto fortissimo, e cos&igrave;, smessi i panni di pilota, Lauda &egrave; stato negli anni 90 consulente per la Ferrari nei primi anni della presidenza Montezemolo, e poi a cavallo del nuovo millennio per la scuderia Jaguar. Nel 2012 l&#39;austriaco torna in Formula 1 come Presidente non esecutivo della scuderia Mercedes, dove dal Gennaio 2013 collabora a stretto contatto con il Team Principal della scuderia, il connazionale Toto Wolff.  Un capitolo a parte della vita di Lauda lo merita la salute. Dopo esser stato sottoposto due volte a un trapianto di reni nel 1997 e nel 2005, lo scorso agosto l&#39;ex pilota austriaco &egrave; stato sottoposto a un trapianto di polmone, e al momento &egrave; fortemente impegnato con la riabilitazione, al fine di poter tornare quanto prima nei box della sua Mercedes in modo da poter mettere a disposizione la sua esperienza nei confronti dei piloti ufficiali, Hamilton e Bottas. Un ritorno, quello di Lauda, atteso non solo in casa Mercedes, ma anche dalle altre scuderie e dagli appassionati. Lauda non &egrave; solo il Presidente non esecutivo Mercedes, ma &egrave; il simbolo di una Formula 1 che purtroppo oggi non c&#39;&egrave; pi&ugrave;, e in cui a fare la differenza non era la tecnologia odierna, ma l&#39;estro, il talento, e magari anche le conoscenze tecniche che un pilota poteva avere grazie all&#39;esperienza. Come nel caso di Niki. 

In occasione del settantesimo compleanno del celebre tre volte campione austriaco, ripercorriamo le fasi principali della sua carriera agonistica (e non solo) nella massima serie automobilistica.

I 70 anni di Niki Lauda

La tempra di un grande condottiero. Quando pensiamo a Niki Lauda, non possiamo non pensare ai tre titoli mondiali vinti tra il 1975 e il 1984 in Ferrari e poi in McLaren, ma ancor pi&ugrave; alle dure prove che la vita ha saputo presentargli. Una su tutte il drammatico incidente del N&uuml;rburgring del 1976, che ha visto il 69enne ex pilota austriaco salvarsi per miracolo da morte certa grazie al gesto eroico di Arturo Merzario, ma anche e sopratutto grazie a una tempra che gli ha consentito non solo di sopravvivere nonostante i fumi tossici inalati mentre la sua Ferrari 312T2 prendeva fuoco, ma addirittura di ripresentarsi a Monza 42 giorni dopo quel bruttissimo incidente per affrontare il Gp d&#39;Italia nonostante le ferite sul volto non si fossero ancora richiuse. Una tempra che abbiamo avuto modo di apprezzare una volta di pi&ugrave; quest&#39;estate, quando a causa di una malattia polmonare dovuta a un&#39;influenza di cui erano stati sottovalutati i sintomi, Lauda era stato costretto a rientrare dalle vacanze nella sua casa di Ibiza e a sottoporsi d&#39;urgenza a un trapianto di polmoni effettuato presso&nbsp; l&#39;Akh (Allgemeines Krankenhaus) di Vienna dall&#39;equipe medica del Dott. Walter Klepetko, responsabile dell&#39;unit&agrave; toracica. Grande in quel frangente la paura che il cuore di questo leone austriaco non ce la potesse fare, ma per fortuna non solo Lauda riusc&igrave; a superare quella fase cos&igrave; delicata, ma nello scorso mese di Ottobre l&#39;attuale Presidente non esecutivo della Mercedes&nbsp; venne dimesso dall&#39;ospedale, pronto a iniziare un lungo periodo di riabilitazione a distanza di circa due mesi e mezzo da un intervento cos&igrave; delicato (con allenamenti di natura respiratoria e muscolare volti a tenere i polmoni puliti e in funzione). Una tempra messa nuovamente alla prova da un ulteriore ricovero avvenuto nei primi giorni dell&#39;anno, a causa di un&#39;infezione generata da una grave influenza che il tre volte campione del mondo austriaco aveva contratto mentre si trovava nella sua casa di Ibiza per festeggiare le festivit&agrave; natalizie assieme alla sua famiglia. Fin da subito i medici avevano consigliato il ritorno immediato in Austria e un nuovo ricovero in terapia intensiva presso l&#39;Akh per evitare un ulteriore indebolimento del sistema immunitario, gi&agrave; provato per via del delicato trapianto subito pochi mesi prima. Per fortuna, per&ograve;, anche questa volta la sua forza di volont&agrave; e la sua tempra hanno avuto la meglio, e cos&igrave; nella giornata di ieri un comunicato dello stesso nosocomio austriaco in cui l&#39;ex pilota di Ferrari e McLaren era stato operato in estate ha ufficializzato la notizia che i tifosi di Formula 1 sparsi in tutto il mondo aspettavano di sentire: la guarigione e al contempo le dimissioni dall&#39;ospedale. Secondo quanto raccolto dall&#39;agenzia austriaca APA, Lauda era stato tenuto sotto osservazione in terapia intensiva per via delle precarie condizioni di salute, ma per fortuna tutto &egrave; andato per il meglio riuscendo persino ad evitare il rischio di una polmonite. Non solo: sempre secondo quanto appreso dalla stessa&nbsp; APA, il Dr. Kepletko aveva gi&agrave; autorizzato le dimissioni la scorsa settimana, viste le tutto sommato buone condizioni del 69enne ex campione del mondo. Dimissioni alla fine arrivate nella giornata di ieri. Per Lauda riprende ora la fase di riabilitazione, con il campione austriaco che sogna con tutto il cuore di poter riessere all&#39;interno dei box Mercedes al fianco della squadra il prossimo 17 Marzo in occasione del Gp d&#39;Australia a Melbourne, gara inaugurale della stagione 2019. Un sogno apparentemente impossibile, anche se il tre volte campione del mondo pi&ugrave; volte ha mostrato nel corso della sua lunga carriera grazie al suo valore e alla sua grinta come nella vita tutto sia possibile. A patto di volerci credere.

La tempra di un grande condottiero. Quando pensiamo a Niki Lauda, non possiamo non pensare ai tre titoli mondiali vinti tra il 1975 e il 1984 in Ferrari e poi in McLaren, ma ancor pi&ugrave; alle dure prove che la vita ha saputo presentargli. Una su tutte il drammatico incidente del N&uuml;rburgring del 1976, che ha visto il 69enne ex pilota austriaco salvarsi per miracolo da morte certa grazie al gesto eroico di Arturo Merzario, ma anche e sopratutto grazie a una tempra che gli ha consentito non solo di sopravvivere nonostante i fumi tossici inalati mentre la sua Ferrari 312T2 prendeva fuoco, ma addirittura di ripresentarsi a Monza 42 giorni dopo quel bruttissimo incidente per affrontare il Gp d&#39;Italia nonostante le ferite sul volto non si fossero ancora richiuse.  Una tempra che abbiamo avuto modo di apprezzare una volta di pi&ugrave; quest&#39;estate, quando a causa di una malattia polmonare dovuta a un&#39;influenza di cui erano stati sottovalutati i sintomi, Lauda era stato costretto a rientrare dalle vacanze nella sua casa di Ibiza e a sottoporsi d&#39;urgenza a un trapianto di polmoni effettuato presso&nbsp; l&#39;Akh (Allgemeines Krankenhaus) di Vienna dall&#39;equipe medica del Dott. Walter Klepetko, responsabile dell&#39;unit&agrave; toracica. Grande in quel frangente la paura che il cuore di questo leone austriaco non ce la potesse fare, ma per fortuna non solo Lauda riusc&igrave; a superare quella fase cos&igrave; delicata, ma nello scorso mese di Ottobre l&#39;attuale Presidente non esecutivo della Mercedes&nbsp; venne dimesso dall&#39;ospedale, pronto a iniziare un lungo periodo di riabilitazione a distanza di circa due mesi e mezzo da un intervento cos&igrave; delicato (con allenamenti di natura respiratoria e muscolare volti a tenere i polmoni puliti e in funzione).  Una tempra messa nuovamente alla prova da un ulteriore ricovero avvenuto nei primi giorni dell&#39;anno, a causa di un&#39;infezione generata da una grave influenza che il tre volte campione del mondo austriaco aveva contratto mentre si trovava nella sua casa di Ibiza per festeggiare le festivit&agrave; natalizie assieme alla sua famiglia. Fin da subito i medici avevano consigliato il ritorno immediato in Austria e un nuovo ricovero in terapia intensiva presso l&#39;Akh per evitare un ulteriore indebolimento del sistema immunitario, gi&agrave; provato per via del delicato trapianto subito pochi mesi prima.  Per fortuna, per&ograve;, anche questa volta la sua forza di volont&agrave; e la sua tempra hanno avuto la meglio, e cos&igrave; nella giornata di ieri un comunicato dello stesso nosocomio austriaco in cui l&#39;ex pilota di Ferrari e McLaren era stato operato in estate ha ufficializzato la notizia che i tifosi di Formula 1 sparsi in tutto il mondo aspettavano di sentire: la guarigione e al contempo le dimissioni dall&#39;ospedale. Secondo quanto raccolto dall&#39;agenzia austriaca APA, Lauda era stato tenuto sotto osservazione in terapia intensiva per via delle precarie condizioni di salute, ma per fortuna tutto &egrave; andato per il meglio riuscendo persino ad evitare il rischio di una polmonite. Non solo: sempre secondo quanto appreso dalla stessa&nbsp; APA, il Dr. Kepletko aveva gi&agrave; autorizzato le dimissioni la scorsa settimana, viste le tutto sommato buone condizioni del 69enne ex campione del mondo. Dimissioni alla fine arrivate nella giornata di ieri.  Per Lauda riprende ora la fase di riabilitazione, con il campione austriaco che sogna con tutto il cuore di poter riessere all&#39;interno dei box Mercedes al fianco della squadra il prossimo 17 Marzo in occasione del Gp d&#39;Australia a Melbourne, gara inaugurale della stagione 2019. Un sogno apparentemente impossibile, anche se il tre volte campione del mondo pi&ugrave; volte ha mostrato nel corso della sua lunga carriera grazie al suo valore e alla sua grinta come nella vita tutto sia possibile. A patto di volerci credere. 

Dopo esser stato dimesso dal General Hospital di Vienna dove era stato ricoverato a pochi mesi dal trapianto di polmoni per un&#39;infezione causata da un virus influenzale, il tre volte campione del mondo austriaco punta a ritornare a seguire ai box la Mercedes gi&agrave; dal Gp inaugurale in Australia.

Niki Lauda: una tempra d&#39;acciaio

Non c&#39;&egrave; pace per il mondo della Formula 1. A pochi giorni dalla tragica notizia della scomparsa del Presidente della Ferrari, Sergio Marchionne, un altro grande protagonista del Circus sta lottando in queste ore per la vita: stiamo parlando del tre volte campione del mondo Niki Lauda, che nella giornata di ieri &egrave; stato sottoposto ad un trapianto di polmoni, dopo che in passato subito dopo il drammatico incidente occorsogli 42 anni fa sul circuito del N&uuml;rburgring aveva gi&agrave; subito due trapianti di reni. Che ci fossero dei problemi lo si era gi&agrave; intuito nel corso delle ultime gare, con la sua improvvisa assenza ai box sia in occasione del Gp di Germania ad Hockenheim, sia domenica scorsa all&#39;Hungaroring. In quel frangente attraverso alcune voci che giravano nel paddock si era venuto a sapere che Lauda aveva contratto un&#39;infezione polmonare durante una vacanza ad Ibiza. Emersa, in quel frangente, una forte tosse, il tre volte campione del mondo austriaco aveva preferito sospendere la vacanza per ritornare d&#39;urgenza in Austria ed esser ricoverato all&#39;Ospedale AKH di Vienna (Reparto di Terapia Intensiva).&nbsp; Nonostante in un primo momento le sue condizioni fossero state date in miglioramento, all&#39;improvviso nella giornata di ieri un drastico peggioramento&nbsp; ha spinto il capo della Divisione di Chirugia toracica dell&#39;Ospedale, Walter Klepetko, e Konrad H&ouml;tzenecker a disporre d&#39;urgenza il trapianto di polmoni. Trapianto il cui esito da un punto di vista clinico, secondo quanto riporta un comunicato dell&#39;ospedale diffuso in serata dalla Radio Televisione Austriaca (&Ouml;RF), sarebbe perfettamente riuscito, sebbene le condizioni del paziente siano molto delicate. Condizioni che non verranno comunicate pubblicamente per rispettare la privacy richiesta dalla famiglia del pilota austriaco, laureatosi campione del mondo nel 1975 e 1977 con la Ferrari e nel 1984 con la McLaren. Tantissime le manifestazioni d&#39;affetto arrivate in queste ore per Lauda, autentico riferimento per tutti gli appassionati di Formula 1, oggi alle prese con la sua gara pi&ugrave; importante, assolutamente da vincere: quella per la vita.

Non c&#39;&egrave; pace per il mondo della Formula 1. A pochi giorni dalla tragica notizia della scomparsa del Presidente della Ferrari, Sergio Marchionne, un altro grande protagonista del Circus sta lottando in queste ore per la vita: stiamo parlando del tre volte campione del mondo Niki Lauda, che nella giornata di ieri &egrave; stato sottoposto ad un trapianto di polmoni, dopo che in passato subito dopo il drammatico incidente occorsogli 42 anni fa sul circuito del N&uuml;rburgring aveva gi&agrave; subito due trapianti di reni.  Che ci fossero dei problemi lo si era gi&agrave; intuito nel corso delle ultime gare, con la sua improvvisa assenza ai box sia in occasione del Gp di Germania ad Hockenheim, sia domenica scorsa all&#39;Hungaroring. In quel frangente attraverso alcune voci che giravano nel paddock si era venuto a sapere che Lauda aveva contratto un&#39;infezione polmonare durante una vacanza ad Ibiza. Emersa, in quel frangente, una forte tosse, il tre volte campione del mondo austriaco aveva preferito sospendere la vacanza per ritornare d&#39;urgenza in Austria ed esser ricoverato all&#39;Ospedale AKH di Vienna (Reparto di Terapia Intensiva).&nbsp;  Nonostante in un primo momento le sue condizioni fossero state date in miglioramento, all&#39;improvviso nella giornata di ieri un drastico peggioramento&nbsp; ha spinto il capo della Divisione di Chirugia toracica dell&#39;Ospedale, Walter Klepetko, e Konrad H&ouml;tzenecker a disporre d&#39;urgenza il trapianto di polmoni. Trapianto il cui esito da un punto di vista clinico, secondo quanto riporta un comunicato dell&#39;ospedale diffuso in serata dalla Radio Televisione Austriaca (&Ouml;RF), sarebbe perfettamente riuscito, sebbene le condizioni del paziente siano molto delicate. Condizioni che non verranno comunicate pubblicamente per rispettare la privacy richiesta dalla famiglia del pilota austriaco, laureatosi campione del mondo nel 1975 e 1977 con la Ferrari e nel 1984 con la McLaren.  Tantissime le manifestazioni d&#39;affetto arrivate in queste ore per Lauda, autentico riferimento per tutti gli appassionati di Formula 1, oggi alle prese con la sua gara pi&ugrave; importante, assolutamente da vincere: quella per la vita. 

Nella giornata di ieri il tre volte campione del mondo ed attuale Presidente non esecutivo di Mercedes, Niki Lauda, &egrave; stato sottoposto ad un trapianto di polmoni. Le sue condizioni vengono definite molto serie.

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