Matias Almeyda, l'Indio della Serie A tra Lazio, Parma e Inter

Matias Almeyda, l'Indio della Serie A tra Lazio, Parma e Inter

L'argentino trovò la gloria al River Plate prima di trasferirsi in Italia, vincendo molto nella Capitale. Indimenticabile una sua rete a Buffon nell'anno dello scudetto biancoceleste

Alessandro Ruta/Edipress

20.12.2023 ( Aggiornata il 20.12.2023 20:01 )

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Non era solo un centrocampista difensivo di quelli palla-o-gamba, Matias Almeyda: era un giocatore molto completo, in realtà, fulcro indispensabile di squadre dove era un baluardo di quantità in mezzo a piedi buoni e sofisticati. "El Indio" in Italia ha trovato la sua seconda patria dopo aver vinto tutto con il River Plate.

Quel gol a Buffon

Almeyda oggi è l'allenatore dell'Aek Atene, una squadra a cui è riuscito a dare un tocco sudamericano. Sembra uno scherzo, che in un campionato dove non brilla lo spettacolo lui ci sia riuscito, ma in realtà è così. Doppietta campionato-coppa nel 2023, alla faccia delle grandi del calcio ellenico come il Panathinaikos o l'Olympiakos.

Un leader, adesso come ai tempi in cui in campo scendeva lui, centrocampista di presenza e di personalità. Al River Plate al servizio dei vari Ortega, Francescoli, Crespo, campioni della Libertadores nel 1996 ribaltando l'America di Cali. Chissà cosa sarebbe successo ai Milionarios con Almeyda nella Coppa Intercontinentale successiva contro la Juventus; sì, perché dopo poche settimane l'argentino aveva fatto le valigie in direzione Lazio.

Con Eriksson in panchina, "El Indio" diventerà un elemento imprescindibile, fino a vincere lo scudetto nel 2000. Due gol appena, uno di questi però totalmente indimenticabile, il 26 settembre 1999 a Parma: sul punteggio di 1-1 dopo un rinvio della difesa di casa Almeyda prese la mira e senza pensarci calciò al volo da 40 metri, superando nientemeno che Buffon. Tiro imparabile, perfetto e quasi fuori contesto: pesantissimo ai fini del tricolore.

Al Parma e all'Inter

All'epoca però Lazio e Parma erano in una fase in cui si scambiavano ripetutamente giocatori. Il motivo, non proprio nobilissimo, lo si sarebbe scoperto di lì a pochi anni, ma quando nel 2000 Almeyda finisce in gialloblù con Crespo a fare il percorso inverso, i gialloblù si scoprono notevolmente indeboliti anche se nell'affare entra pure Sergio Conceiçao. Un Parma in declino, devastato dai problemi economici e che si deve sbarazzare dell'argentino già dopo due stagioni, quando arriva l'Inter con un assegno da 22 milioni di euro.

Lo vuole Hector Cuper, allenatore nerazzurro e connazionale dell'Indio: nel suo centrocampo muscolare teoricamente sarebbe la prima riserva dietro Di Biagio e Cristiano Zanetti, ma finisce per ritagliarsi molto spazio visti i problemi fisici dei compagni di reparto. In Champions League trova un'altra rete spettacolare contro il Newcastle, a conferma che Almeyda segna poco ma sono sempre momenti da antologia.

Dopo due anni in nerazzurro troverà ancora una squadra italiana a dargli fiducia: è il Brescia, con cui però non lega mai. Il finale di carriera dell'Indio è abbastanza triste, compresa la retrocessione in B del suo River Plate nel 2011.

 

 

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