Daniel Passarella, El Gran Capitan del Mondiale 1978

Daniel Passarella, El Gran Capitan del Mondiale 1978

Vera e propria leggenda della Seleccion e del River Plate, in Italia ha vestito le maglie di Inter e Fiorentina

Alessandro Ruta/Edipress

25.05.2023 15:57

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Nato per essere un leader, Daniel Passarella; l'unico calciatore argentino capace di vincere due volte il Mondiale, nel 1978 e nel 1986, anche se nella seconda occasione da co-protagonista, mentre nella prima da capitano. "El Caudillo", il condottiero, oggi 25 maggio compie 70 anni.

Passarella, libero moderno

Daniel Passarella nasce a Chacabuco, un paesucolo disperso nel sud dell'Argentina. Ha origini italiane, come tanti laggiù; nel suo caso di Moliterno, in Basilicata. Famiglia umile, pochi fronzoli, un inizio come calciatore da esterno offensivo: è piccolo di statura, ma ha una leadership clamorosa, tanto che se c'è da sfidare gente più grande lui non si tira mai indietro, e soprattutto non esistono amichevoli, ogni partita può essere questione di vita o di morte. Una volta rischia di lasciarci la pelle per davvero, mamma e papà devono portarlo di corsa in ospedale. Mai stato tenero, Daniel, diventato mancino dopo essersi rotto la gamba destra in un incidente d'auto con il nonno.

La squadra dove esplode è il Sarmiento, in terza serie, dove lo reimpostano terzino sinistro: faccia da indio, con lui gli attaccanti girano alla larga. L'allenatore Raul Hernandez ha un amico importante, è Omar Sivori, che lo segnala subito al River Plate. Siamo nel 1974, l'inizio della leggenda di Passarella come uno dei più forti liberi di tutti i tempi; sì, perché da terzino sinistro l'ennesimo e definitivo cambio di ruolo lo porta a comandare la difesa dei Millionarios e di lì a poco, dal 1976, anche dell'Argentina. Ha una peculiarità, Daniel, che lo distingue dagli altri colleghi a parte la grinta e il carisma, ed è la facilità con cui trova la porta, spesso con calci di punizione chirurgici ma in generale dimostrando un tocco di palla inusuale per un difensore. Diventerà, in quel ruolo, il secondo più prolifico nella storia dietro all'inarrivabile Ronald Koeman: 184 gol in 612 partite ufficiale, nazionale compresa.  

Passarella e il Mondiale del 1978

Detto che Passarella col River Plate vincerà sette titoli nazionali, il suo capolavoro è senza dubbio la Coppa del Mondo del 1978, conquistata con l'Argentina. Si tratta del primo mondiale che entra nella bacheca dell'Albiceleste e arriva in casa in un momento delicato dal punto di vista politico, con la dittatura militare e gli oppositori politici che scompaiono nel nulla. La squadra in campo è favorita più per inerzia che per valori reali, perde con l'Italia e per arrivare in finale ha bisogno della "marmelada peruana", del 6-0 al Perù che ha in porta Ramon Quiroga, nato in Argentina. L'ultimo ostacolo è l'Olanda che è senza Crujiff, ma trascina la partita ai supplementari, dove Kempes è decisivo nel 3-1 definitivo. A sollevare la coppa del mondo per primo è Passarella, che assieme a Olguìn, Galvan e Tarantini forma una retroguardia davvero di "bastardi senza gloria".

Otto anni dopo Passarella sarà nella rosa dell'Argentina campione del mondo, ma senza giocare mai, si dice anche per alcuni dissapori con Diego Armando Maradona, ufficialmente per problemi fisici. In mezzo ha partecipato a Spagna '82, segnando pure due gol di cui uno all'Italia, nella prima partita del girone di qualificazione alle semifinali. Soprattutto, ha deciso di compiere il grande salto, dal Sudamerica alla Serie A, firmando per la Fiorentina. Dal 1982 al 1986 per quattro stagioni veste il viola, senza l'esuberanza dei tempi del River o della nazionale, ma mantenendo intatta la sua leadership. Riesce anche a battere un record per quanto riguarda il numero di gol segnati da un difensore in un campionato a 16 squadre: 11 reti per lui nella stagione 1985-86. Nelle successive due stagioni gioca per l'Inter, sempre da libero, senza però riuscire a conquistare nessun titolo.

Allenatore in campo, Passarella lo diventerà anche per davvero, in panchina. Nel 1998 guida l'Argentina fino ai quarti di finale, dove viene beffato dall'Olanda all'ultimo minuto. In Italia tornerà da tecnico del Parma, dove inanellerà un record difficilmente battibile di 5 sconfitte in 5 partite prima di essere esonerato nel dicembre 2001. Rimasto sempre legatissimo al River Plate, ne diventerà anche il presidente. Amato oppure odiato, senza vie di mezzo, come tutti i grandi leader. 

 

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