Zico, l'Udinese e i tre Mondiali col Brasile: fantasia al potere

Zico, l'Udinese e i tre Mondiali col Brasile: fantasia al potere

Il suo stile era efficace e spettacolare: dominò la scena per un decennio. O Galinho vinse tutto con il Flamengo, e quel legame speciale con Maradona...

Simone Pieretti/Edipress

03.03.2023 ( Aggiornata il 03.03.2023 10:34 )

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Settant’anni di Zico. Due sillabe che racchiudono un mondo dentro al quale c’è tutto il calcio di una volta. C’è stato un tempo in cui il brasiliano si presentò al Mondiale di Spagna con la corona in testa; re, deputato a guidare la Nazionale di Telè Santana: i sudamericani non avevano fatto i conti con Gentile, Tardelli e con Pablito Rossi.
C’è stato un tempo in cui il numero dieci del Flamengo sarebbe dovuto sbarcare nella Capitale dopo l’apertura delle frontiere; il presidente della Roma Dino Viola si era innamorato del talentuoso ragazzo, ma alla fine decise Nils Liedholm: risolutiva una telefonata dell’allenatore svedese con l’ex compagno brasiliano Dino Sani: "Se vuoi vincere le partite, prendi Zico, ma se vuoi vincere il campionato prendi Paulo Roberto Falcao".
L’arrivo di Zico in Italia slittò di qualche stagione, nel frattempo vinse una coppa Intercontinentale con il Flamengo con cui aveva già vinto una Coppa Libertadores e tre titoli del campionato brasiliano. Zico è un giocatore stiloso, elegante, risolutivo; il suo calcio è allegro, nelle sue parabole griffate su punizione dentro c’è la poesia di Paulo Coelho e la musicalità di Jorge Ben: non è ancora un Jogo Bonito che proporrà vent’anni dopo Ronaldinho, la gioia delle giocate è la stessa, ma lo stile del campione dell’Udinese è più essenziale.
Il suo fisico piuttosto esile trasmette un messaggio ingannevole: è alto 173 centimetri e pesa 69 chili, ma sono sessantanove chilogrammi di talento cristallino. Il giocatore ha lavorato molto sulla propria struttura muscolare, e quindi è ormai temprato ad ogni tipo di marcatura. L’Udinese lo annuncia a sorpresa nell’estate del 1983, anticipando grandi club, ma la Figc blocca il trasferimento perché sentenzia che il contratto è stato depositato in ritardo.

O Zico, o Austria!

A Udine, dalle parti di Piazza della Libertà, hanno le idee chiare; alla fine Zico arriva, e incanta con il suo destro chirurgico, Zico non fallisce mai il bersaglio. E quando sbaglia, non è colpa sua. Ora il set si sposta nel centro di allenamento della squadra friulana già durante il primo giorno di allenamento del brasiliano. Esterno giorno, Zico mette cinque palloni in fila al limite dell’area di rigore: davanti a sé ha la barriera mobile e una porta di calcio. Primo tiro, traversa. Secondo tiro, traversa, terzo tiro, traversa. A quel punto richiama l’attenzione del magazziniere: "Queste porte sono più basse rispetto a quelle regolamentari". L’uomo è interdetto, ma cerca e trova un metro per misurare l’altezza della traversa. In effetti, è cinque centimetri più bassa!
Ma ora è tempo di fare sul serio, l’Udinese fa il suo esordio a Marassi contro il Genoa; i friulani vincono per cinque a zero, Zico segna una doppietta presentandosi in maniera eccellente e offrendo la specialità della casa: punizione all’incrocio dei pali, il portiere Martina è disarmato. A fine campionato le reti saranno diciannove - ultima delle quali realizzata nella partita di ritorno contro la Lazio - ma non basteranno per vincere il titolo dei cannonieri conquistato dal francese Michel Platini. La stagione successiva un infortunio al ginocchio compromette le prestazioni del brasiliano che gioca soltanto sedici partite - ultima delle quali contro il Napoli di Maradona - segnando altri tre gol. Ormai ha 32 anni, e decide di tornare al Flamengo dove gioca per altri cinque campionati prima di trasferirsi in Giappone nei Kashima Antlers. Chiude la propria carriera nel 1994. Zico ha disputato tre Mondiali (1978,1982,1986) restando per almeno un decennio ai vertici del calcio Mondiale. La rivista francese France Football lo ha inserito nei primi dieci calciatori (9º) più forti della Storia del calcio.

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