Jimmy Floyd Hasselbaink: incompreso in patria, grande in Premier League

Jimmy Floyd Hasselbaink: incompreso in patria, grande in Premier League

Nato in Suriname e cresciuto in Olanda, l’attaccante è stato due volte capocannoniere del campionato inglese dove ha militato con Leeds, Chelsea, Middlesbrough e Charlton

Alessio Abbruzzese/Edipress

27.03.2022 ( Aggiornata il 27.03.2022 09:41 )

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La storia di Jimmy Floyd Hasselbaink, scritta principalmente sui campi europei, inizia molto lontano, sotto il sole cocente del Suriname. È lì che l’attaccante è nato il 27 marzo del 1972, quando quel fazzoletto di terra che affaccia sull’Oceano Atlantico, era ancora una colonia olandese.

I primi anni

Arriva molto piccolo nei Paesi Bassi, dove si mette in luce nelle giovanili del Telstar e si guadagna la chiamata dell’AZ Alkmaar. Qui muove i primi passi nel professionismo, rimanendo per tre stagioni prima di vivere una strana battuta d’arresto: i Kaaskoppennon gli rinnovano il contratto, il PSV e il PEC Zwolle, inizialmente interessati, si tirano indietro e Hasselbaink si trova senza squadra a 21 anni, nonostante le oltre 40 presenze collezionate in Eredivisie. È un momento drammatico: il giovane calciatore si ritrova tra i dilettanti, prima di strappare un contratto in Portogallo, alla Campomaiorense. In terra lusitana rimane per due stagioni, l’ultima delle quali in forza al Boavista, e comincia a segnare senza più fermarsi.

La maturità tra Inghilterra e Spagna

Hasselbaink dimostra di essere un attaccante con la A maiuscola. Dotato di una velocità fuori dal comune, semina il panico nelle difese avversarie ed ha un ottimo rapporto con il gol. Nel 1997 gli si aprono le porte del calcio che conta davvero, quando viene ingaggiato dal Leeds United. Il club è a cavallo di due periodi storici molto distanti, quello in linea con i fasti del passato che lo continua a vedere protagonista in Inghilterra e in Europa, e quello del tracollo societario che arriverà di lì a poco. I due anni che Hasselbaink passa a Elland Road sono fantastici e iniziano subito nel migliore dei modi: il 9 agosto i Whites ospitano i Gunners di Bergkamp, Overmars e Petit, che si portano in vantaggio con Ian Wright. Pochi minuti dopo Hasselbaink bagna la prima presenza con il Leeds con un gran gol in diagonale e diventa subito il beniamino dei Peacocks. Nella prima stagione segna 16 reti, mentre nella seconda arriva a 18, laureandosi capocannoniere della Premier League a pari merito con Michael Owen e Dwight Yorke. Purtroppo, come capita spesso, la storia d’amore con “il maledetto United” non finisce bene: questioni mai risolte con la dirigenza lo portano in Spagna, all’Atletico Madrid. Con i Colchoneros continua a segnare con una frequenza incredibile. Tra campionato e coppe gonfia la rete ben 34 volte, che non bastano ad evitare la retrocessione della squadra madrilena. L’attaccante olandese decide dunque di tornare in Inghilterra, dove scriverà un’altra grande pagina di storia della Premier, questa volta con i Blues di Londra. A Stamford Bridge rimane per 4 stagioni, segna 87 reti e vince di nuovo la classifica cannonieri nella stagione 2000/2001. Con il Chelsea alza anche l’unico trofeo inglese della sua carriera, la Community Shield del 13 agosto del 2000, vinta a Wembley contro il Manchester United anche grazie ad una sua rete. Chiuso ormai dai più giovani Crespo e Mutu, decide di dire addio ai Blues e accasarsi al Middlesbrough, dove si rende protagonista di due grandi stagioni. Con il Boro vive una seconda giovinezza, trascinando la squadra fino alla finale di Coppa Uefa 2005-06,persa per 4-0 contro il Siviglia. Prima di appendere gli scarpini al chiodo vive due brevi esperienze al Charlton e al Cardiff, dopo le quali intraprende la carriera di allenatore. Oggi è il tecnico del Burton Albion FC, club che milita nella terza divisione inglese.

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