Marco Di Vaio: i 45 anni di un attaccante giramondo

Marco Di Vaio: i 45 anni di un attaccante giramondo

Dalla Lazio fino al Canada, tante maglie e tantissimi gol per un centravanti moderno che ha trovato a Bologna la sua seconda casa

Redazione Edipress

15.07.2021 11:32

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Un attaccante formidabile che è riuscito a ritagliarsi un posto già nella Serie A d’oro degli anni ’90 per poi diventare protagonista assoluto in quella del nuovo millennio. Marco Di Vaio occupa il 31esimo posto nella graduatoria all-time dei bomber del nostro campionato: 142 reti al pari di Benito Lorenzi e Christian Vieri. Nato a Roma il 15 luglio 1976, Di Vaio sboccia nelle giovanili della Lazio, in quella nidiata che porta alla ribalta anche Alessandro Nesta con cui vince il campionato Primavera 1994-95. Debutta come professionista già nel 1993 grazie a Dino Zoff, ma è con il Boemo, Zdenek Zeman, che l’attaccante romano gioca le sue prime partite in massima serie. Centravanti rapidissimo e molto valido tecnicamente, è congeniale a ogni tipo di schema tattico: perfetto per l’attacco a due punte, dove può fare senza troppe differenze sia la prima che la seconda e, ovviamente, anche per il tridente.

La consacrazione alla Salernitana

 

Durante la sua carriera Di Vaio gira tutto lo Stivale: inizia con i prestiti di Bari e Verona in B e si consacra a Salerno nella stagione 1997-98. Pur essendo giovanissimo segna la bellezza di 21 centri che gli valgono il titolo di capocannoniere, grazie ai quali trascina la Salernitana al ritorno in Serie A a distanza di 50 anni dall’ultima e unica apparizione. Un predestinato che si affaccia al suo primo campionato da protagonista in massima serie con già alle spalle sei stagioni tra i grandi. Nel 1998-99 non bastano i suoi 12 gol con i granata per mantenere la categoria, Di Vaio saluta e si trasferisce al Parma di Alberto Malesani.

Parma e Juventus

 

Qui si conferma ad altissimi livelli: una Supercoppa Italiana, una Coppa Italia e 57 gol in 126 gare gli valgono la chiamata della Juventus. A Torino, nonostante la presenza dei più affermati compagni di reparto (Trezeguet, Zalayeta e Salas), è spesso lui a fare coppia con capitan Del Piero. Vince lo scudett0 e sfiora la Champions, segna 7 volte in campionato e 4 in Europa, aumentando il suo personale bottino nell’annata successiva, quando raggiunge la doppia cifra in Serie A (11 reti).

Le esperienze all’estero e il ritorno in Italia

 

Nel 2004 mette gli occhi su di lui il Valencia, squadra spagnola protagonista ai livelli top del calcio europeo. Di Vaio si trasferisce in cambio di 11 milioni. Se il primo anno è positivo – 11 reti in campionato e un sigillo fondamentale per la conquista della Supercoppa Europea contro il Porto – non si ripete nella stagione successiva, forse anche per via dell’avvicendamento in panchina che vede subentrare Quique Sanchez Flores a Claudio Ranieri. Nel gennaio 2006 passa al Monaco dove resta per 365 giorni, salutando nella finestra invernale successiva quando decide di rilanciarsi in Italia per guidare il Genoa alla promozione in Serie A. I grandi palcoscenici sembrano terminati per l’attaccante romano che con il Grifone non riesce a ripetersi.

La seconda giovinezza a Bologna

 

A credere ancora in lui è il Bologna che lo preleva in prestito. È in Emilia che Marco Di Vaio vive la sua seconda giovinezza: saranno quattro stagioni straordinarie. Nel 2008-09 i tre avvicendamenti in panchina (Arrigoni, Mihajlovic e Papadopulo) non frenano “l’istinto killer” del bomber che mette a referto 24 reti guidando il Bologna a una salvezza complicata. Meglio di lui solo un mostro sacro come Zlatan Ibrahimovic vincitore della classifica marcatori con 25 reti. In questa stagione entra nel prestigioso club dei centenari e diventa l’idolo assoluto del Dall’Ara. Il riscatto del cartellino da parte dei rossoblù è solo una conseguente formalità, una fiducia che lo porta anche a vestire la fascia da capitano. Nelle successive tre stagioni conta 105 presenze condite da un’altra valanga di reti (41), da altrettante salvezze, da riconoscimenti personali e dall’amore incondizionato del popolo bolognese. Chiude la sua esperienza da calciatore con un triennio in Canada, mentre nel 2015 torna a Bologna, la sua seconda casa, dove ancora oggi ricopre il ruolo di responsabile scouting.

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