Nakata, e Perugia diventò giapponese

Nakata, e Perugia diventò giapponese

Un quarto di secolo fa gli umbri si inventarono, grazie all'aiuto di uno sponsor, un colpo eccezionale. Arrivato tra mille dubbi "Hide" fece subito la differenza, contrariamente al suo unico predecessore Miura

Alessandro Ruta/Edipress

26.07.2023 ( Aggiornata il 26.07.2023 08:01 )

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Non fu il primo giapponese ad arrivare in Italia, ma Hidetoshi Nakata ancora oggi è considerato un acquisto che ha fatto epoca. Successe esattamente 25 anni fa, il 26 luglio 1998 (ma il transfert arrivò solo il 23 agosto), quando il Perugia grazie all'aiuto cospicuo di uno sponsor portò in Serie A il miglior calciatore asiatico di quel periodo.

Nakata, come un marziano

Hidetoshi "Hide" Nakata, professione centrocampista: fantasista, ma pure interno di centrocampo, totalmente ambidestro. Quando arriva in Italia tutti pensano che possa ripetere la (non felice) esperienza di Kazu Miura, attaccante giapponese acquistato dal Genoa nel 1994 e praticamente rispedito al mittente subito, dopo appena un gol segnato in mezza stagione. La tiritera è la solita, la difficoltà di ambientamento o i paragoni quasi da ridere con "Holly e Benji", cartone animato tanto di moda in Italia. Per molti quel cognome si presta addirittura a giochi di parole del tipo "nakata-strofe" che non lasciano presagire nulla di buono.

Quando arriva l'ufficialità dell'accordo tra Hidetoshi e il Perugia è meta luglio del 1998 e Nakata ha appena partecipato al Mondiale di Francia '98, dove non è che abbia lasciato una grande traccia. Anzi, la sua nazionale è riuscita nell'impresa non solo di perdere tre partite su tre, ma di finire ko persino contro i semi-dilettanti della Giamaica. Insomma, sembra l'ennesima trovata estemporanea di un presidente come Luciano Gaucci, vulcanico per antonomasia, che ha fatto del Perugia qualcosa di totalmente a parte nel panorama calcistico italiano. Tuttavia è riuscito a portare i biancorossi in A e adesso se la vuole godere. Cominciando da Nakata, il fiore all'occhiello di quella sua prima campagna acquisti tra i grandi, pagato sostanzialmente da uno sponsor di cui Hide era testimonial in Giappone.

“Per me Gaucci con quel ragazzino ha fatto proprio un colpaccio. Questo non solo sa giocare al calcio, ma può diventare un autentico business. Noi il fenomeno Nakata dobbiamo ancora capirlo. Studiarne le implicazioni e possibilmente sfruttarlo meglio di quanto si sia fatto finora. Questo signore renderà un servizio enorme alla città di Perugia e a tutta la regione. Il turismo dall'Oriente è già abbastanza intenso, ma noi stimiamo che i flussi possano aumentare a dismisura", così si esprimeva Mariano Borgognoni, allora presidente della provincia di Perugia. E d'improvviso al Renato Curi cominciarono ad arrivare giornalisti e turisti dal Sol Levante. Nessuno parlava italiano, Nakata compreso che si muoveva col suo interprete immortalato anche in un indimenticabile video di "Mai dire Gol" dove dimostrava una conoscenza abbastanza zoppicante della nostra lingua.  

Nakata, un fuoriclasse schivo

Silenzioso, ma piacione, coi suoi 21 anni Nakata è soprannominato anche "Il Beckham giapponese". Fin dai primi allenamenti dimostra subito di avere qualcosa in più degli altri. Un Perugia che punta chiaramente a salvarsi nel campionato delle "Sette Sorelle" che hanno praticamente già ipotecato i primi posti della classifica (Milan, Lazio, Fiorentina, Parma, Roma, Juventus e Inter, in ordine di piazzamento). L'allenatore è Ilario Castagner, un tecnico vecchia scuola ma anche quello che aveva portato il Perugia al secondo posto nel 1979 da imbattuto. Rischio cortocircuito dietro l'angolo, insomma: invece no, anche Castagner capisce che quel ragazzo schivo e silenzioso è di gran lunga il migliore della rosa. Ci vogliono settimane intere per stilare il contratto e a fine agosto il Bellmare Hiratsuka, ex squadra di Hide, non ha ancora mollato il transfert. Bisogna ultimare il pagamento, alla fine saranno circa 3 miliardi di lire, e per un pelo Nakata riesce a essere tesserato per disputare la prima di campionato, contro la Juventus che qualche anno prima si era già interessata a lui.

Il debutto è assolutamente da urlo: segna una doppietta nel 3-4 con cui i bianconeri sbancano il Curi, entrambi con tiri di destro rasoterra e precisi. Forse è nata davvero una stella, che in effetti in campionato segnerà ben 10 gol, compreso uno spettacolare in rovesciata in corsa contro il Piacenza. Altro che Miura, il Perugia (che nel frattempo si salva) ha tra le mani una pepita d'oro e monetizza già nella stagione successiva, quando la Roma lo porta a casa per ben 30 miliardi di lire. Mega-plusvalenza e primo colpo "esotico" a segno per il presidente Gaucci. Ma a Nakata il calcio non è mai piaciuto davvero. Giocherà sempre abbastanza controvoglia, o comunque pensando di avere molti altri interessi più importanti del pallone: viaggiare o leggere, per esempio. Protagonista dello scudetto romanista nel 2001, si ritirerà ad appena 29 anni lasciando l'immagine di un giocatore raffinato e fuori dagli schemi.

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