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Rilevata la società da Ernesto Pellegrini, sotto la sua gestione il club ha conquistato lo storico Triplete nel 2010. E quanti campioni hanno indossato la maglia nerazzurra
Il 18 febbraio 1995 segna il ritorno della famiglia Moratti alla guida dell’Inter. Massimo Moratti, figlio di Angelo, rileva il club da Ernesto Pellegrini per circa 50 miliardi di lire. Fu il primo capitolo di una storia lunga diciotto anni, fatta di sogni, sconfitte, trionfi e un amore mai venuto meno. Trent’anni dopo è una storia che inevitabilmente segna il passaggio del tempo e il cambiamento irreversibile del calcio e sancita dalla considerazione dello stesso Massimo Moratti che oggi no, comprare e sostenere l’Inter non sarebbe più possibile.
Il 19 febbraio 1995, appena 26 ore dopo l’acquisizione del club, Moratti fece il suo debutto a San Siro come nuovo azionista di maggioranza. Un inizio segnato dalla passione, ma anche da difficoltà. L’Inter non era più la grande squadra degli anni ‘60, quella del padre Angelo, e la scalata verso il vertice si rivela tortuosa. Il primo trofeo arriva il 6 maggio 1998 con la vittoria della Coppa Uefa contro la Lazio. Moratti, portato in trionfo al Parco dei Principi di Parigi, sapeva che quello era solo un passo di un cammino più grande.
Moratti non bada a spese per riportare l’Inter al top. Nel suo primo calciomercato acquista una futura icona dell’Inter, Javier Zanetti, ma anche il Carneade Sebastian Rambert più Fresi, Centofanti, Ganz, Caio e il talentuoso brasiliano Roberto Carlos, lasciato andare l’anno dopo su indicazione del tecnico Hodgson che gli preferisce Alessandro Pistone. Il 22 luglio 1997 strappa Ronaldo al Barcellona per una cifra record, e il brasiliano incanta i tifosi nerazzurri. Segue poi il botto Bobo Vieri, nel 1999, preso dalla Lazio di Cragnotti per 90 miliardi di lire. La determinazione a rendere competitiva l’Inter non viene mai meno. Ma il cammino fu pieno di ostacoli: la stagione 1998-99 termina con un mesto ottavo posto e le dimissioni dello stesso Moratti (che rientrano due mesi dopo).
Nel 2004 arriva Roberto Mancini e con lui il primo scudetto nel 2006, seguito da una serie di successi in Italia. Sono gli anni post Calciopoli. L’Inter divenne padrona del campionato, vincendo cinque titoli consecutivi. Nel 2008 Moratti decise di cambiare guida tecnica: saluta Mancini e punta su José Mourinho. Fu la mossa che porta l’Inter nella storia del calcio.
È la data che nessun tifoso interista dimenticherà mai. Il 22 maggio 2010 l’Inter di Mourinho batte il Bayern Monaco 2-0 e torna sul tetto d’Europa dopo 45 anni, è il Triplete, mai riuscito a nessun’altra squadra italiana. Moratti ha investito tutto, non solo in termini economici, ma anche emotivi, per riportare l’Inter tra le grandi del calcio mondiale. Dopo il Mondiale per Club vinto nel dicembre 2010 e l’ultimo trofeo, la Coppa Italia del 2011, l’era Moratti inizia il suo declino.
Il 15 novembre 2013, dopo aver investito oltre 1,5 miliardi di euro nella sua Inter, Moratti cedette la maggioranza a Erick Thohir per 250 milioni. Un addio inevitabile, dettato da un calcio che stava cambiando. "Era venuto il momento di passare la mano", disse con la solita eleganza. Oggi, a trent’anni di distanza, rimane il ricordo di una presidenza unica. Sedici trofei, miliardi spesi e un amore incondizionato per l’Inter.
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