Gigi Proietti e quell'amore per la Roma

Gigi Proietti e quell'amore per la Roma

L'inimitabile attore romano scomparso il 2 novembre 2020, oltre al teatro, aveva un'altra grande passione: quella per la squadra giallorossa

Jacopo Pascone/Edipress

02.11.2021 ( Aggiornata il 02.11.2021 15:09 )

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Gigi Proietti è stato un simbolo della romanità, come Alberto Sordi: un artista straordinario, vanto assoluto per la Città Eterna e per il suo popolo. Durante la sua inimitabile carriera ha spaziato dal teatro – sua grande passione, del quale resta uno dei massimi esponenti italiani – al grande schermo, portando sempre con sé quell’inimitabile senso dell’umorismo, quella battuta che solo lui sapeva rendere così speciale. La sua scomparsa, avvenuta il 2 novembre 2020, proprio nel giorno del suo ottantesimo compleanno, ha lasciato un vero e proprio vuoto nel popolo romano e non solo. Sì perché Gigi Proietti ha fatto ridere tutti, ma proprio tutti: grandi e bambini, da Nord a Sud. I suoi monologhi leggendari hanno tenuto compagnia agli italiani anche sul piccolo schermo, oltre che in teatro; il sorriso magico di Gigi Proietti, come disse lui stesso in una delle tante epiche scene di “Febbre da cavallo”, resta unico e inimitabile. Un attore a cui bastava sorridere per rendere felici le persone. Il Maestro, oltre alla sua compagna Sagitta che gli ha donato due figlie, ma con la quale non si è mai sposato, aveva un altro grande amore: la Roma. Una passione, quella per il calcio e per la squadra giallorossa, da sempre coltivata e professata. Fuori dal palco o lontano dalle telecamere era molto riservato, ma si è ovviamente guadagnato la fama d’illustrissimo tifoso giallorosso. Abbonato allo Stadio Olimpico, era sempre sul pezzo: ha spesso messo la Roma davanti a tutto il resto. Spostava registrazioni e prove per vedere la sua squadra del cuore. Il suo senso di appartenenza si è manifestato anche in qualche film. Per la Roma ha esultato e gioito, godendosi in pieno gli scudetti del 1983 e del 2001 (era già nato, ma troppo piccolo per ricordare quello del ’42), ma ha anche pianto, come in occasione della finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool persa all’Olimpico il 30 maggio del 1984: “La più grande delusione da romanista. Ricordo che arrivato al parcheggio per riprendere l’auto incrociai un altro tifoso, con le lacrime agli occhi come me. Non ci conoscevamo, ma ci abbracciammo”, ha raccontato anni fa. “La Roma negli ultimi anni è quasi sempre stata una tragedia! Ma noi che amiamo il teatro riusciamo ad amare anche lei”, questa invece una delle più celebri battute sulla sua squadra del cuore, che avrebbe voluto vedere vincere ancora e che ha sostenuto e amato follemente fino all’ultimo istante.

 

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