Da Brunico a Pinzolo: i ritiri della Roma negli anni '80

Da Brunico a Pinzolo: i ritiri della Roma negli anni '80

Le stagioni del decennio d'oro giallorosso sono partite tutte dalle splendide valli del Trentino Alto Adige

Redazione Edipress

18.07.2021 12:12

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Brunico è un luogo dell’anima per un’intera generazione di romanisti, quella che ha vissuto l’epoca d’oro dei primi anni ’80. È qui che Viola e Liedholm portavano i loro ragazzi in ritiro, scortati da migliaia di tifosi che salivano le valli del Trentino-Alto Adige per vedere da vicino i loro beniamini. 

L’arrivo di Falcao 

Quasi tutti i ritiri del decennio d’oro della storia romanista si sono svolti qui, alle pendici del Kronplatz. Valli che per un motivo o per l’altro furono poco frequentate da Paulo Roberto Falcao: nel 1980 sbarcò a Fiumicino proprio mentre i suoi futuri compagni, con Ancelotti sugli scudi, facevano le valige per rientrare a Roma dopo quasi 20 giorni in montagna. Poi arrivò sempre negli ultimi giorni del ritiro: così nel 1981 non bastò la verve di Luciano Marangon a risollevare l’umore dell’ambiente, colpito dall’ennesimo infortunio a Francesco Rocca, che proprio a Brunico appese gli scarpini al chiodo. Nel 1982 Falcao era reduce dal Mondiale e assistette solo da bordo campo a una delle sconfi tte più incredibili della storia giallorossa: il secco 3-0 rimediato dal Trento nella tradizionale amichevole di fine ritiro. La Roma che avrebbe vinto lo scudetto non tirò mai in porta: una disfatta che arrivò al termine di 15 giorni in cui i giocatori erano sembrati più interessati a ridiscutere i loro ingaggi che ad allenarsi. Le successive due estati Falcao arrivò sempre dopo per problemi contrattuali con Viola: nel 1983 la gara col Trento fu la prima della Roma con lo scudetto sul petto e non la giocò neanche Cerezo, che solo durante il ritiro poté essere tesserato dalla Roma dopo una lunghissima querelle con la FIGC. 

La settimana di Eriksson a Castelvecchio di Caldaro

Anche nel suo ultimo anno da romanista, nel 1984, Falcao arriverà in ritardo a Castelvecchio di Caldaro, scelta al posto di Brunico dal neotecnico Eriksson. Nella località trentina la Roma restò appena una settimana, nella quale tutti cercarono di studiare i metodi del nuovo tecnico. In evidenza Ciccio Graziani, autore di 5 gol nelle due amichevoli contro i locali. Il ritiro del 1985 sarà caratterizzato dalla rescissione del contratto di Falcao, dall’incontenibile energia di Zibì Boniek e da un’altra sconfitta col Trento, anche se stavolta la stagione non si concluderà con un trionfo, ma con la disfatta col Lecce. Una delusione cocente che non frenerà l’entusiasmo della gente. Nel 1986 a Brunico arriva una squadra numerosissima: 25 giocatori, con inevitabili e inedite polemiche sul turnover e qualcuno che avanza addirittura un possibile dualismo Baldieri-Conti. 

Le contestazioni a Vipiteno 

Dopo un’annata terribile, Viola richiama Liedholm e abbandona definitivamente Brunico, per trasferirsi a Vipiteno. Quello del 1987 sarà un ritiro funestato dalla contestazione di una parte della tifoseria contro la società e il neoacquisto Manfredonia. L’unico a compattare i tifosi sarà Rudi Voeller, protagonista delle amichevoli di quell’anno. Nel 1988 il tedesco verrà messo in secondo piano da Renato Portaluppi, seguito da stuoli di tifosi (esaltati dai suoi numeri in allenamento e dai quattro gol al Vipiteno nella prima uscita stagionale) e soprattutto tifose. L’ultimo ritiro del decennio vede una Roma completamente rinnovata, per la prima volta senza brasiliani, affidata a Gigi Radice, salita a Pinzolo con l’appellativo di Rometta ma destinata all’epica stagione del Flaminio. È Voeller a guidare una nidiata di ragazzini grintosi e determinati, che lavorano seriamente e senza eccessi tra l’affetto della gente. Quello, davvero, non è mai mancato.

I ragazzi della Primavera

Spesso nei ritiri si mettono in mostra non solo i campioni, ma anche ragazzini della Primavera o sconosciuti gregari. Come Attilio Sorbi, definito da Liedholm “un piccolo Rivera”: era a Brunico nel 1980, poi un infortunio lo tenne fuori per sei mesi e lui passò il resto della carriera in provincia. Stessa sorte toccò a Mark Tullio Strukelj, autore di una tripletta in un’amichevole col Brunico nel 1983. Non hanno mai giocato neanche un minuto in serie A Giorgio Eritreo, poi idolo dei tifosi della Ternana, e Corrado Giannini, fratello del Principe, entrambi in gol contro le selezioni locali rispettivamente nel 1982 e 1988. 

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