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© Formula 1Un weekend fino a questo momento perfetto. Dopo aver fatto registrare il miglior tempo nella Sprint Qualifying ed essersi aggiudicato la gara Sprint, Max Verstappen fa sua anche la pole position del Gp degli Stati Uniti (diciannovesima prova del Mondiale 2025 di Formula 1), andando così a conquistare la sua 47°pole in carriera (la settima stagionale, la seconda sul suolo americano dopo quella conquistata nel 2021) con il tempo di 1’32”510, precedendo di 291 millesimi la McLaren di Lando Norris (1’32”801) e di 297 millesimi la Ferrari di Charles Leclerc (1’32”807).

©@redbullracing
Se nella Sprint Qualifying era stata necessaria una prodezza del campione olandese per poter riuscire a prevalere di 71 millesimi sulla McLaren di Lando Norris, nelle qualifiche valide per il Gp domenicale sono state decisive le indicazioni raccolte da Verstappen nel corso della gara Sprint, che hanno così permesso alla Red Bull di poter ottimizzare l’assetto di base, mettendo così Max nelle condizioni di poter ottenere la pole position già nel corso del primo run in Q3. Cosa, questa, molto importante, e che ha finito per far passare in secondo piano il grave errore di valutazione del team austriaco guidato da Laurent Mekies, che nel finale di Q3 ha fatto scendere in pista troppo tardi Verstappen, il quale per pochi secondi ha dovuto prendere la bandiera a scacchi senza poter effettuare un ultimo run lanciato (sfruttato invece da Lando Norris per ridurre a 291 i millesimi di ritardo dal tempo precedentemente effettuato dal campione olandese).
Ancora una volta la Red Bull ribadisce di avere in Max Verstappen il suo uomo di punta: dimostrazione ne è a parità di macchina il tredicesimo posto di Yuki Tsunoda, eliminato nel corso del Q2 al termine di una qualifica piuttosto anonima.

©@McLarenF1
Se (come detto) fondamentali ai fini della pole position di Verstappen e della Red Bull sono stati i dati provenienti dalla Sprint andata in scena poche ore prima sul Circuit Of The Americas di Austin, la McLaren paga a caro prezzo proprio questa mancanza di informazioni a causa dell’incidente innescato al via della Sprint da Oscar Piastri, che ha finito con il mettere fuorigioco dopo pochi metri anche la monoposto gemella di Lando Norris.
Ciò ha così portato il team di Woking a scendere in pista per le qualifiche in evidente ritardo di preparazione e senza alcuna indicazione utile a modificare l’assetto di entrambe le MCL39 in vista della gara, colmandolo solamente in minima parte grazie alla bontà tecnica della propria monoposto, la quale però (come nelle qualifiche dell’Ungheria) ha finito con il pagare l’aumento e il continuo cambio di direzione del vento, dimostrandosi una volta di più piuttosto fragile in queste particolari condizioni.
Se alla fine Norris è riuscito comunque a qualificarsi in seconda posizione (seppur staccato di 291 millesimi dal poleman Verstappen), peggio ancora ha fatto Piastri, qualificatosi in sesta posizione senza mai essere seriamente in grado di poter lottare per la pole position, e chiamato a una gara di rimonta in un frangente che vedrà i suoi due principali rivali per il titolo mondiale partire entrambi in prima fila.

© Scuderia Ferrari via Facebook
La sorpresa delle qualifiche del Gp degli Stati Uniti è rappresentata senza ombra di dubbio dalla Ferrari: se nella Sprint Qualifying la scuderia di Maranello aveva rischiato l’eliminazione in SQ1 e SQ2, arrivando a qualificarsi in SQ3 in ottava posizione con Lewis Hamilton e in decima con Charles Leclerc, nelle qualifiche andate in scena nel sabato pomeriggio di Austin (tarda serata di sabato in Italia) la Rossa è apparsa quasi rivitalizzata (grazie anche alle modifiche sull’assetto decretate dalla squadra in base alle indicazioni provenienti dalla Sprint), con il pilota monegasco (sopra raffigurato) che riesce ad essere decisamente più performante del compagno di squadra al punto da sfiorare addirittura la prima fila (mancata solo per sei millesimi, in virtù del miglioramento di Norris nell’ultimo tentativo lanciato in Q3) grazie ad alcune regolazioni sul volante testate nel corso della Sprint che hanno consentito a Charles di sentire più sua la macchina. Leclerc (anche grazie all’aumento del vento e al suo cambio di direzione) riesce a cogliere un preziosissimo terzo posto in griglia (nonostante un testacoda a 360°sul rettilineo del traguardo al momento di concludere il primo run in Q3), con Hamilton (sotto raffigurato) che invece deve accontentarsi di una quinta posizione,derivante da un aumento del sottosterzo che non hanno consentito all’eptacampione del mondo inglese di poter esprimere al massimo il suo potenziale su una pista come quella di Austin che Lewis conosce molto bene, avendoci vinto cinque volte nonché due titoli mondiali nel 2015 e nel 2019.

©@ScuderiaFerrari
Se al termine delle qualifiche ai microfoni di Mara Sangiorgio (Sky) Charles Leclerc non ha nascosto un po' di delusione per il traffico di Verstappen che ha trovato nel secondo settore (e che quasi sicuramente seppur involontariamente lo ha privato di una possibile prima fila), assicurando che al via della gara cercherà ad essere aggressivo con l’obiettivo di provare a raggiungere la vittoria, Hamilton al termine delle qualifiche ha sottolineato il passo avanti rispetto alla giornata di venerdì, sottolineando come la gara di domenica sarà piuttosto impegnativa e che da parte sua proverà a lottare per dei punti importanti, con l’obiettivo di regalare ai tifosi presenti negli States (in quello che è uno dei suoi circuiti preferiti) un buon risultato.

© Mercedes
La Mercedes conferma le difficoltà intravviste nella Sprint Qualifying del venerdì con il sopra raffigurato George Russell quarto e con Andrea Kimi Antonelli buon settimo. Se è vero che nella Sprint (complice anche il ritiro delle due McLaren al via), Russell è stato abile a provare a giocarsi la vittoria con Verstappen salvo poi accusare progressivamente un po' di distacco dalla Red Bull, in ottica gara sembra complicato per il pilota inglese potersi giocare il podio con chi lo precede, a conferma del fatto che la pista di Austin non sembra essere particolarmente favorevole per la W16.
Nella gara di casa la Haas conferma la bontà delle novità introdotte (nuovo fondo, novità ai cestelli e ai supporti degli specchietti) conquistando un prezioso ottavo posto con Oliver Bearman, arrivato a soli 25 millesimi dalla Mercedes di Antonelli, suo ex compagno di squadra in Prema lo scorso anno in Formula 2.
Positivo il nono posto della Williams, con Carlos Sainz Jr che ancora una volta sul Circuit Of The Americas fa la differenza rispetto al compagno di squadra Alexander Albon, eliminato a sorpresa in Q1 per il mancato rispetto dei track limits in curva 15 nel corso dell’ultimo tentativo lanciato, e costretto a partire da un’insolita diciottesima posizione, guadagnando una posizione (rispetto al 19°tempo fatto registrare in qualifica) in virtù della penalità inflitta a Lance Stroll.
A chiudere la top ten è Fernando Alonso, in virtù del decimo posto della sua Aston Martin, in una sessione che ha visto il compagno di squadra Lance Stroll eliminato in Q1 con il diciottesimo tempo, e che partirà dal penultimo posto in griglia alla luce delle cinque posizioni di penalità in griglia inflittegli dagli stewards dopo il contatto con la Haas di Esteban Ocon, che ha chiuso in anticipo la Sprint del Gp degli Stati Uniti per via della discesa in pista della Safety Car.
Fuori a sorpresa dalla top ten la Sauber di Nico Hulkenberg: dopo aver ben impressionato nella Sprint Qualifying con il quarto tempo (salvo poi vedersi rovinata la gara Sprint dall’incidente innescato al via da Oscar Piastri), il pilota tedesco è stato eliminato in Q2 con l’undicesimo tempo in una sessione che ha visto il compagno di squadra Gabriel Bortoleto eliminato in Q1 con il sedicesimo tempo.
Qualifica da dimenticare infine per la Racing Bulls: se Liam Lawson viene eliminato in Q2 con il dodicesimo tempo, peggio ancora è andata ad Isack Hadjar, a muro in curva 6 nelle primissime fasi del Q1 e che partirà dal fondo dello schieramento.


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