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F1 Ungheria: Leclerc in pole davanti alle McLaren di Piastri e di Norris
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F1 Ungheria: Leclerc in pole davanti alle McLaren di Piastri e di Norris  

Il pilota monegasco della Ferrari torna in pole dopo 20 Gp precedendo le McLaren di Piastri e di Norris. Quarto Russell. Hamilton eliminato in Q2
 

8 giorni fa

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Una pole a dir poco inaspettata, e forse per questo ancora più emozionante. Quando tutto lasciava ormai presagire l’intera prima fila ad opera della McLaren con Piastri davanti a Norris, a conquistare la pole position del Gp d’Ungheria (quattordicesima prova del Mondiale 2025 di Formula 1) è a sorpresa la Ferrari di Charles Leclerc (1’15”372), che ha preceduto rispettivamente di 26 e di 41 millesimi le McLaren-Mercedes di Oscar Piastri e di Lando Norris
Un risultato impensabile (se consideriamo che nel corso delle tre sessioni di prove libere il pilota monegasco occupava stabilmente la terza posizione alle spalle del duo McLaren, e che in Q1 e Q2 per via del progressivo abbassamento delle temperature aveva rischiato in entrambe le fasi l’eliminazione), reso però possibile grazie non solo al grande talento di Leclerc sul giro secco o alla bontà degli ultimi aggiornamenti portati dalla Ferrari nelle ultime gare (ci riferiamo in particolar modo al nuovo fondo introdotto in Austria e alla sospensione posteriore riveduta e corretta introdotta la scorsa settimana in Belgio che ha consentito di allargare la finestra di funzionamento delle gomme sulla SF-25), ma anche all’aumento del vento e alla sua rotazione di 180 gradi, che ha messo le McLaren nella condizione di perdere quei riferimenti che fino al primo run del Q3 le avevano in qualche modo favorite. 

Se infatti fino al primo run del Q3 la SF-25 di Leclerc aveva evidenziato delle sbavature in curva 1 e 4 nonché numerose correzioni al momento di affrontare le ultime due curve a differenza della McLaren (perfetta in tutta la pista e sopratutto nel secondo settore, quasi come se Norris e Piastri rispetto alla concorrenza riuscissero a gestire meglio le gomme soft su tutto il giro), nell’ultimo run del Q3 la Rossa di Leclerc è improvvisamente apparsa molto ben performante e piacevole da vedersi su tutto il giro (comprese quelle curve che in precedenza facevano soffrire la SF-25), mentre a sorpresa la MCL39 sia con Piastri che con Norris è risultata essere meno performante nelle ultime due curve, finendo con il soffrire più delle altre squadre la rotazione del vento. 

Solo così può essere dunque spiegata la pole position di Charles Leclerc in Ungheria (la ventisettesima in carriera, la prima sul suolo magiaro), che mette fine a un digiuno di pole durato venti gare (prima di quella odierna l’ultima pole di Leclerc risaliva al Gp d’Azerbaijan 2024) e che consentirà così al pilota monegasco di partire davanti a tutti su una pista come quella dell’Hungaroring, dove sorpassare non è per niente facile. 

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Se la Ferrari da una parte festeggia con Leclerc una pole assolutamente inattesa, dall’altra deve registrare con Lewis Hamilton un’altrettanto inattesa eliminazione in Q2 con il dodicesimo tempo. Se il pilota monegasco fin dalla FP1 aveva optato per un’ala posteriore leggermente più scarica trovando fin da subito un ottimo feeling con la sua SF-25, fin dalle prove libere l’eptacampione del mondo inglese aveva inizialmente optato in FP1 per l’ala posteriore di Monaco (leggermente più carica rispetto a quella montata sulla Rossa di Leclerc) salvo poi convergere in FP2 sull’ala posteriore montata da Leclerc, per poi in FP3 ritornare sull’ala posteriore più carica (preferendo evidentemente una monoposto più puntata sul retrotreno), classificandosi in quarta posizione, staccato di 369 millesimi dal pilota monegasco (terzo). 
In qualifica Hamilton ha deciso così di confermare l’assetto adottato nel corso della FP3, riducendo in Q2 il distacco da Leclerc a 247 millesimi. Se in FP3 nessun pilota si era frapposto tra i due alfieri della Rossa, in Q2 sono stati ben sei i piloti che si sono collocati tra Leclerc (quinto in quel frangente) e Hamilton (dodicesimo), decretandone così la sua eliminazione, e condannandolo a una nuova gara di rimonta dopo quella di Spa-Francorchamps, su una pista dove (a differenza di quella belga) sorpassare è decisamente più complicato, e dove in passato lo stesso Hamilton aveva colto ben nove pole position. 
Comprensibile la delusione del campione inglese, che al termine delle qualifiche ha risposto quasi a monosillabi alle domande postegli da Mara Sangiorgio (Sky), salvo però essere particolarmente critico con se stesso ai microfoni di Sky Sports Uk, affermando molto esplicitamente che l’unica cosa da fare forse è cambiare il pilota, visto che evidentemente è possibile portare questa macchina in pole position, con un chiaro riferimento alle pole di Leclerc. 

Aldilà di come potrà andare il Gp d’Ungheria, non c’è dubbio che durante la pausa estiva la Ferrari dovrà fare tutto il possibile per recuperare il campione inglese. A giudizio di chi scrive, infatti, nonostante il periodo complicato che sta attraversando, Lewis Hamilton resta un campione di assoluto prestigio, capace di poter dare ancora tanto al mondo della Formula 1, così come alla stessa Ferrari. Quel che è certo, però, è che all’aldilà dell’iniziale entusiasmo, qualcosa nel rapporto tra Lewis e la Ferrari sotto il profilo tecnico non sta funzionando come dovrebbe, con il campione inglese che non riesce a sentire perfettamente la propria monoposto. L’auspicio è che durante la pausa estiva sia possibile trovare una soluzione a questo problema, per restituirci magari a partire dalla ripresa del campionato a Zandvoort un Hamilton capace di lottare per le prime posizioni e di poter fare la differenza in pista, al fianco di Leclerc. 

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La scelta di fare un passo indietro abbandonando la sospensione posteriore introdotta a Imola si è rivelata positiva per la Mercedes, apparsa piuttosto performante in qualifica con George Russell, qualificatosi in quarta posizione a soli 53 millesimi dalla pole di Leclerc, ed autore di una buona simulazione di passo gara in vista del Gp di domenica, con il pilota inglese che proverà a sfruttare ogni occasione che si dovesse eventualmente prospettare per lottare per il podio.

In difficoltà, invece, Andrea Kimi Antonelli, con il 18enne pilota bolognese eliminato in Q2 con l’undicesimo tempo, salvo poi venir retrocesso in quindicesima posizione per il mancato rispetto di un track limits, dopo peraltro aver compiuto una scodata nel giro decisivo. Un vero e proprio peccato, visto e considerato che nelle libere Antonelli si era comportato piuttosto bene, risultando in certi frangenti anche più veloce dello stesso Russell.
Intervistato da Mara Sangiorgio (Sky), Antonelli ha spiegato che in Q2 con il primo set ha avuto dei problemi in quanto la pista era bagnata (in particolare nel secondo settore all’altezza della chicane). Nell’ultimo e decisivo run, invece, con gomma nuova non ha avuto grip, e in uscita da curva 1 ha perso il posteriore della sua W16 mentre andava sul gas e da lì il suo giro è andato peggiorando. Il pilota bolognese non sa cosa dire, perché il feeling con la macchina era decisamente migliore, però ancora una volta qualcosa è andato storto. 
Così come in Belgio il pilota bolognese è chiamato a una gara di rimonta, con l’auspicio che questa volta (grazie anche al maggior feeling con la sua W16) Antonelli possa riuscire quantomeno a poter arrivare alla zona punti. 

Alle spalle della Mercedes di George Russell troviamo a sorpresa l’Aston Martin, con il sopra raffigurato Fernando Alonso quinto e Lance Stroll sesto, a conferma di un’AMR25 rivitalizzata dagli ultimi aggiornamenti introdotti (un nuovo fondo a Silverstone e la nuova ala anteriore in Belgio) e che si candida a un doppio, prezioso piazzamento a punti nella gara di domenica. 

Positivo anche il settimo posto di Gabriel Bortoleto, che ha ribadito una volta di più il passo avanti della Sauber dopo gli ultimi aggiornamenti introdotti, in una sessione di qualifica che ha visto il giovane rookie brasiliano (nonché campione uscente della Formula 2) battere il più esperto compagno di squadra Nico Hulkenberg, eliminato in Q1 con il diciannovesimo e penultimo tempo. 

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Bortoleto si è addirittura tolto la soddisfazione di procedere la Red Bull di Max Verstappen, che rappresenta senza ombra di dubbio la delusione fino a questo momento dell’intero weekend. Su una pista a lei poco congeniale, il team austriaco guidato da Laurent Mekies fa ben poco per sovvertire la situazione, mettendo a disposizione del campione olandese una monoposto che non ha il benchè minimo grip né all’anteriore, né tantomeno al posteriore, con lo stesso Verstappen che fin dalle libere si è lamentato invano con la squadra di avere una monoposto che scivola al punto, da sembrargli di guidare sul ghiaccio. 
Le difficoltà Red Bull sono ribadite una volta di più dalla difficile qualifica che ha visto protagonista Yuki Tsunoda, eliminato in Q1 con il sedicesimo tempo. 

Per una Red Bull in evidente difficoltà sul circuito dell’Hungaroring, dobbiamo registrare una Racing Bulls molto ben performante e addirittura più facile da guidare rispetto alla RB21, con il sopra raffigurato Liam Lawson ed Isack Hadjar in quinta fila, rispettivamente con il nono e decimo tempo. 

 

 

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