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Andrea Kimi Antonelli e il primo podio in carriera in F1

Andrea Kimi Antonelli e il primo podio in carriera in F1

Il 18enne pilota bolognese conquista il terzo posto del Gp del Canada vinto dal compagno di squadra Russell, con Verstappen secondo. Ferrari: quinto Leclerc, sesto Hamilton

9 giorni fa

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La vittoria di Russell e il secondo posto di Verstappen

©@fia

Se Kimi Antonelli ha conquistato in Canada il primo podio della sua carriera in Formula 1, il Gp del Canada ha visto anche la vittoria del compagno di squadra George Russell su Mercedes W16 davanti alla Red Bull di Max Verstappen. Un risultato, questo, assolutamente inaspettato alla vigilia: in più occasioni, infatti, la Mercedes aveva evidenziato di soffrire molto le alte temperature surriscaldando e degradando non poco le gomme posteriori (vedi Barcellona), mentre in Canada a sorpresa dinanzi a una temperatura dell’asfalto quantificabile in circa 50° Russell (dopo un ottimo scatto al via che gli ha consentito di mantenere la testa della corsa davanti a Verstappen) non solo non ha sofferto eccessivamente il degrado delle proprie gomme, ma addirittura è stato in grado di ottenere il giro più veloce nel corso della 63°tornata con il tempo di 1’14”119. Come spiegare questo improvviso cambiamento di comportamento da parte della Mercedes W16? Per prima cosa dobbiamo mettere in evidenza la diversa struttura del circuito cittadino di Montreal rispetto ad esempio al Montmelò, con la pista canadese caratterizzata sostanzialmente da accelerazioni e frenate a differenza del circuito catalano (sede della precedente gara di campionato in Spagna, andata in scena due settimane fa)  in cui erano presenti curve di varie velocità. Non solo: l’assenza di curve di varia velocità mette le gomme in condizioni di subire senza ombra di dubbio meno sollecitazioni, e se a questo aggiungiamo non solo l’asfalto liscio che caratterizza la pista di Montreal ma anche l’assetto richiesto (da medio-basso carico) se ne evince che sulla pista canadese intitolata a Gilles Villeneuve e situata sull’isoletta artificiale di Notre Dame il degrado termico non rappresenta un significativo problema per le gomme, le quali lungo i quattro rettilinei presenti nel circuito possono far defluire il calore raccolto. 
Attenzione, però: questo non vuol dire che la gomma non possa degradarsi, e infatti sotto questo aspetto i piloti di un po' tutte le squadre nel corso della gara si sono lamentati della formazione di graining, generato per lo più da un degrado meccanico della gomma stessa. 
Fondamentale sotto questo aspetto si è rivelata essere la scelta dell’assetto da parte della Mercedes, che ha cercato di valorizzare sia l’ottima trazione della W16, sia la stabilità di cui gode in frenata il retrotreno della monoposto, evitando di surriscaldare le gomme posteriori così come quelle anteriori. Un vero e proprio gioco di equilibri in cui la nuova ala anteriore e il nuovo fondo introdotti a Barcellona, assieme alla sospensione posteriore introdotta precedentemente a Imola hanno giocato all’unisono, rendendo possibile questo risultato, che dovrà ora essere verificato su altre piste dalle caratteristiche opposte a quella di Montreal. 

Tornando alla gara, una volta confermata la testa della corsa, Russell di fatto non ha mai corso dei seri pericoli nei confronti di Verstappen, se non nei primissimi giri di gara, in cui la Red Bull del campione olandese era piuttosto vicina alla Mercedes del pilota inglese. 

©@redbullracing

Sotto questo aspetto bisogna rilevare come Verstappen abbia ottenuto il massimo risultato possibile (il secondo posto) in una pista le cui caratteristiche tecniche erano chiaramente ostiche a quelle della RB21, mettendoci tantissimo di suo nel blindare un risultato chiaramente inaspettato alla vigilia. 

Un aspetto che merita un momento di essere analizzato nella gara di Russell e di Verstappen è senza dubbio rappresentato dalle ultime tornate, e in particolare dal 68°giro, che ha visto improvvisamente il campione olandese affiancarsi al pilota Mercedes in rettilineo dopo una frenata di quest’ultimo, e che ha dato vita a una scaramuccia tra i due piloti, con la Red Bull che a gara finita ha presentato una protesta per comportamento anti-sportivo da parte di Russell. Ricordiamo, infatti, che negli ultimi anni è vietato che un pilota possa in qualsiasi modo affiancarsi in regime di Safety Car alla monoposto leader, o comunque a una macchina che lo precede. 

Alla base della protesta Red Bull l’accusa che Russell avesse sia frenato bruscamente in regime di Safety Car, sia lasciato una distanza maggiore di dieci vetture dalla vettura di sicurezza. 
Non solo: sottolineando come Russell si fosse lamentato del fatto che Verstappen lo avesse affiancato e superato in regime di Safety Car,  secondo la Red Bull si nascondeva una premeditazione volta a determinare la squalifica di Verstappen nella prossima gara di campionato in Austria per via del raggiungimento dei dodici punti di penalità in Superlicenza (al momento il campione olandese è a quota 11), in quanto normalmente l’affiancamento o il superamento di un pilota in regime di Safety Car viene punito proprio con un punto di penalità in Superlicenza. 

In difesa del proprio pilota, Mercedes ha spiegato che in regime di Safety car è pratica comune da parte dei piloti frenare per mantenere la temperatura costante su freni e gomme, che in rettilineo Russell era anche arrivato molto vicino alla safety car invitando a gesti la vettura di sicurezza ad accelerare il proprio ritmo, che Russell ha guardato negli specchietti per verificare se Verstappen era dietro a lui e che ha frenato solo dopo aver visto che era di lato, che la telemetria evidenziava che la pressione applicata in frenata era di 30 psi (e quindi moderata), che Verstappen avrebbe dovuto prevedere di frenare per mantenere la temperatura di freni e pneumatici, e che con la sua segnalazione Russell non era minimamente intenzionato a provocare un’investigazione a carico del pilota olandese, in quanto poi lo stesso Verstappen aveva poi restituito la posizione al pilota Mercedes. Il team tedesco come possiamo leggere nel documento pubblicato dalla Federazione “ha inoltre presentato dati di telemetria che mostravano le modalità di frenata sia della vettura 63 che della vettura 1 in diversi giri sotto safety car, dimostrando che il pilota della vettura 1 aveva frenato sullo stesso rettilineo in altri giri sotto safety car, il che, a loro dire, dimostrava che ciò che era accaduto al pilota della vettura 63 non era degno di nota.”

In rappresentanza della Federazione il Direttore Sportivo Tim Malyon ha spiegato che l’episodio tra Russell e Verstappen era stato osservato dalla Direzione Gara, ma non era stato valutato meritevole di segnalazione ai commissari, in quanto in regime di Safety Car le frenate periodiche sono tipiche e prevedibili, e che la stessa Direzione Gara consente sempre un certo grado di tolleranza rispetto alla regola delle 10 vetture, riconoscendo che è necessario un ragionevole grado di frenata e accelerazione. 
Alla luce di tutto ciò gli Stewards hanno deciso (anche grazie alla testimonianza del Ds Malyon) di accettare la spiegazione dell’episodio fornita da Russell e dalla Mercedes sostenendo che il pilota inglese non solo non abbia guidato in modo irregolare, né tantomeno abbia tenuto una condotta anti-sportiva, respingendo il reclamo presentato dalla Red Bull in quanto infondato.

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