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Poche ore prima delle qualifiche è andata in scena a Miami la seconda Sprint stagionale, che ha visto la vittoria di Lando Norris su McLaren con 672 millesimi di vantaggio sul compagno di squadra Oscar Piastri, e con 1”073 di vantaggio sulla Ferrari di Lewis Hamilton, con l’eptacampione del mondo inglese abile a trovare il momento giusto per passare dalle gomme intermedie alle gomme d’asciutto.
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Facendo però un passo indietro, le qualifiche della Sprint (andate in scena nella giornata di venerdì) avevano visto a sorpresa Andrea Kimi Antonelli ottenere il miglior tempo (1’26”482) al volante della sua Mercedes W16 su una pista dove non aveva mai guidato in passato precedendo rispettivamente di 45 millesimi e di un decimo le McLaren di Oscar Piastri (1’26”527) e di Lando Norris (1’26”582) diventando così non solo il primo pilota italiano ad essere il più veloce al termine di una qualifica Sprint (l’ultima volta che un pilota italiano era stato il più veloce in una qualifica era stato nel 2009 in Belgio Giancarlo Fisichella al volante della Force India quando ancora le Sprint non esistevano minimamente nella massima serie motoristica) , ma sopratutto il più giovane pilota nella storia della Formula 1 ad ottenere tale risultato. Un miglior tempo, quello ottenuto da Antonelli, realizzato grazie a un pregevole secondo settore (che lo aveva portato a perdere piuttosto poco dalla McLaren di Piastri) ma sopratutto grazie a un’ottima ultima parte di tracciato (e in particolare all’ultima staccata in curva 17) dove aveva finito per fare la differenza anche nei confronti delle McLaren, potendo contare anche su un’ottima trazione così come su un bilanciamento a dir poco perfetto della sua W16 sul retrotreno (frutto di un’ottima messa a punto, ma anche del buon lavoro fatto dalla nuova ala posteriore più scarica, introdotta con buoni risultati nella FP1).
Dove Piastri aveva perso il miglior tempo nella Sprint Qualifying era stato senza ombra di dubbio nel terzo settore: se infatti se nel primo settore la MCL39 si era comportata piuttosto bene e nel secondo era stata nettamente la migliore monoposto del lotto (quasi come se in McLaren avessero quasi privilegiato nell’assetto la componente meccanica volta ad esaltare maggiormente la trazione), nel terzo settore un leggero lungo all’ultima staccata con una minore trazione in uscita lo aveva finito per penalizzare. Restando in casa McLaren, Norris come detto si era qualificato in terza posizione a un decimo da Antonelli al termine tutto sommato di un buon giro, ma non tale da riuscire a precedere né il compagno di squadra australiano, né il 18enne pilota bolognese della Mercedes.
Quarta posizione della griglia per Max Verstappen: se nel primo settore ad alta velocità la sua RB21 si era comportata piuttosto bene, nel secondo settore la sua monoposto aveva accusato più difficoltà evidenziando un minor grip, ma tale da riuscire comunque a precedere la Mercedes di George Russell (quinto) ed autore di una strategia che lo aveva portato ad effettuare un solo run con due tentativi nella prima parte della SQ3 (presumibilmente per evitare traffico e girare con pista libera) che con il senno di poi non aveva minimamente pagato.
Sesta e settima posizione per le Ferrari di Charles Leclerc e di Lewis Hamilton: se nel primo e nel terzo settore la SF-25 sembrava comportarsi piuttosto bene perdendo pochissimo dalle McLaren, il secondo settore aveva finito con l’evidenziare i limiti della monoposto, con la SF-25 più lenta gdi ben due decimi rispetto alla MCL39.
A chiudere la top ten nella qualifica della Sprint la Williams di Alexander Albon, la Racing Bulls di Isack Hadjar e l’Aston Martin di Fernando Alonso.
Se la Sprint Qualifying si era disputata su pista asciutta e condizioni di cielo sereno, un’ora e mezzo prima dell’inizio della Sprint a Miami comincia improvvisamente a piovere, con le condizioni che fin da subito appaiono piuttosto mutevoli, alternando momenti di pioggia tutto sommato leggera a momenti in cui abbiamo dei veri e propri acquazzoni. Questa incertezza meteo porta la Ferrari a sbagliare le gomme con cui i piloti devono andare a schierarsi in griglia, optando delle gomme intermedie per Hamilton e per Leclerc in un momento in cui la pioggia riprende a cadere piuttosto copiosa. Se a fatica Hamilton riuscirà a raggiungere la sua piazzola in griglia di partenza, Leclerc concluderà la sua Sprint ancor prima di cominciarla, finendo in aquaplaning e andando a sbattere in curva 11 contro il muro danneggiando prima l’ala anteriore e poi il posteriore della sua monoposto.
Charles Leclerc hits the wall!!
— Formula 1 (@F1) May 3, 2025
With rain falling heavily, Leclerc sustains heavy damage on his way to the grid after contact with the wall#F1 #F1Sprint #MiamiGP pic.twitter.com/XGiaxPPuBq
Dopo il ritiro forzato di Leclerc e alla luce delle condizioni della pista (in leggero miglioramento) la Direzione Gara decide di far fare un doppio giro di formazione dietro alle monoposto, ma alla luce della scarsa visibilità (Piastri alle spalle di Antonelli la definirà la peggiore mai vista nelle gare finora da lui disputate in Formula 1) denunciata un po' di tutti i piloti, la Direzione Gara decide di fermare la partenza della Sprint per quasi 30 minuti, con il numero di giri della Sprint che scende così da 19 a 18.
Antonelli ⚔️ Piastri
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The Sprint begins with a bold move from championship leader, Oscar Piastri #F1 #F1Sprint #MiamiGP pic.twitter.com/FF8ihcJwr6
La Sprint riprende con un nuovo doppio giro di formazione alle spalle della Safety Car (considerati come primi due giri effettivi dei 18 a disposizione), dopodichè la Direzione Gara opta per la Standing Start, la partenza cioè dalle piazzole in griglia di partenza, ed è qui che abbiamo il primo episodio chiave della minigara: al via Piastri (McLaren) parte meglio, ma Antonelli è bravo a recuperare la quasi totalità dello svantaggio presentandosi all’apex point di curva 1 addirittura con un leggerissimo vantaggio, ma qui Piastri finisce con il rilasciare leggermente il freno, impedendo così ad Antonelli di poter ruotare correttamente la monoposto in curva, portandolo verso l’esterno della pista, e (a differenza di quanto faceva in passato Verstappen) riuscendo a restare con le gomme all’interno dei limiti della pista (caratterizzata dalla linea bianca), mettendosi al riparo da una possibile infrazione regolamentare. Piastri prende così la testa della corsa davanti al compagno di squadra Norris e alla Red Bull di Max Verstappen, con Antonelli che dopo poche curve si ritrova così in quarta posizione davanti al compagno di squadra Russell e alla Ferrari di Lewis Hamilton.
La gara sembra andare nettamente in direzione della McLaren, con Piastri e Norris che sembrano ben gestire le proprie gomme intermedie nonostante la rapidità con cui la pista comincia progressivamente ad asciugarsi, mentre a soffrire maggiormente queste condizioni sono proprio Antonelli e la Ferrari di Lewis Hamilton, con il campione inglese che in più occasioni chiede alla squadra di potersi fermare anticipatamente ai box per passare alle gomme d’asciutto.
Nel corso dell’undicesimo giro, però, la Sprint cambia volto: Yuki Tsunoda (in fondo allo schieramento) si ferma per cambiare gomme passando dalle intermedie alle gomme medie, e comincia progressivamente a guadagnare terreno.
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La Ferrari in questo frangente decide di ascoltare Hamilton fermandolo nel corso del dodicesimo giro (e montandogli un set di gomme soft, come richiesto dall’eptacampione del mondo inglese), anticipando così i principali avversari, che si fermano tra il tredicesimo e il quattordicesimo giro, con Hamilton che andrà così a guadagnare non poche posizioni, risalendo dalla sedicesima fino addirittura al quarto posto, che diventerà poi terzo dopo il sorpasso ad opera della Red Bull di Max Verstappen.
In casa McLaren Piastri comincia a perdere performance nei confronti di Norris, che nel corso del tredicesimo giro si fa sempre più minaccioso nei confronti del compagno di squadra, con il pilota australiano che all’altezza di curva 14 taglia la curva, mantenendo comunque la testa della corsa. Al termine del 13°giro Piastri si ferma ai box per montare un set di gomme medie, mentre Norris si ferma al termine della tornata successiva. Il pilota inglese è destinato a rientrare alle spalle di Piastri, ma in quel preciso istante il contatto tra la Racing Bulls di Liam Lawson e l’Aston Martin di Fernando Alonso (con il campione asturiano ad avere la peggio) obbliga la Direzione Gara a far entrare nuovamente in pista la Safety Car per rimuovere l’Aston Martin. Norris può così rientrare in testa davanti a Piastri. La Safety Car rimarrà in pista fino all’ultima curva dell’ultimo giro regalando a Norris una vittoria forse inaspettata ma che al contempo conferma il suo feeling con il Miami International Autodrome dopo la prima vittoria in carriera ottenuta su questa pista proprio un anno fa.
Alle spalle delle McLaren troviamo così in terza posizione la Ferrari di Lewis Hamilton, con l’eptacampione inglese decisivo nel trovare la chiamata giusta al momento giusto (supportato forse in ritardo dalla squadra, ma in maniera impeccabile dai meccanici, che Lewis che via radio ha ringraziato per il mega lavoro in occasione della sosta), confermando così di avere ancora dentro di se l’istinto che lo ha portato a vincere in carriera la bellezza di sette titoli mondiali. Se alla fine della Sprint Hamilton è apparso piuttosto rinfrancato dopo un periodo indubbiamente non facile, è altrettanto vero, però, che con gomme intermedie la sua Ferrari non aveva assolutamente ritmo, e questa è una cosa su cui ci sarà assolutamente da lavorare.
Alla luce della penalità inflitta ad Alexander Albon (penalità di cinque secondi per non aver rispettato in tre settori il tempo limite dalla Safety Car, retrocedendo dal quarto all’undicesimo posto), sale in quarta posizione la Mercedes di George Russell, autore di una gara regolare, ma mai al livello di quella del compagno di squadra Andrea Kimi Antonelli. Buona la Sprint di Lance Stroll, che approfittando della penalità di Albon, conquista quattro punti preziosissimi per l’Aston Martin grazie al quinto posto finale.
A punti anche Yuki Tsunoda (Red Bull) in sesta posizione e Pierre Gasly (Alpine) in ottava, che approfittano delle penalità inflitte a Liam Lawson (ritenuto responsabile e punito con cinque secondi e un punto di penalità sulla Superlicenza per aver causato l’incidente che ha costretto Fernando Alonso al ritiro) e a Oliver Bearman (cinque secondi di penalità per unsafe release in pitlane nei confronti della Sauber di Nico Hulkenberg).
Sprint molto complicata per Andrea Kimi Antonelli (nonostante il giovane pilota bolognese partisse dalla prima posizione in griglia), e conclusa in settima posizione. Dopo aver già perso la testa della Sprint (come già raccontato) a causa della manovra di Piastri ed essere rientrato in quarta posizione, il pilota bolognese si vede rovinare la propria Sprint a causa di un gravissimo errore del box Red Bull dovuto (ancora una volta) a un problema nel funzionamento del semaforo dopo l’errore già emerso in Bahrain.
Chiamato nel corso del tredicesimo giro ai box per passare dalle gomme intermedie alle gomme d’asciutto (per la precisione le Soft), Verstappen viene rimandato in pista dalla squadra senza verificare che proprio in quel momento preciso Antonelli si stava fermando ai box per effettuare la sua sosta. Inevitabile il contatto tra le due monoposto, con il pilota bolognese della Mercedes che per evitare ulteriori danni alla macchina si vede costretto a rientrare in pista, effettuare un altro giro, e poi tornare in pitlane nel corso del quattordicesimo giro per poter così finalmente effettuare la sua sosta, andando così a perdere non poco tempo. Se alla fine Verstappen viene penalizzato dalla Direzione Gara con dieci secondi di penalità (chiudendo così la Sprint in diciassettesima posizione) per un errore commesso dalla sua squadra, Antonelli non può fare altro che chiudere mestamente al decimo posto (risalendo poi in settima posizione, alla luce delle penalità inflitte ad Albon, Lawson e Bearman). Bellissimo sotto questo aspetto è stato il Team radio del Team Principal Mercedes Toto Wolff, che, per rincuorare il giovane pilota bolognese lo ha invitato a guardare alla gara domenicale, ricordandogli che alla fine la Sprint era solo la gara corta, irrilevante ai fini del punteggio.
Alla luce dei risultati della Sprint, la Classifica Piloti vede Oscar Piastri in testa con 107 punti, seguito da Norris a quota 97. In terza posizione troviamo Max Verstappen con 87 punti, seguito da Russell (78), Leclerc (47), Antonelli (40), Hamilton (37), Albon (20), Ocon e Stroll (14), Tsunoda (8), Gasly (7), Hulkenberg e Bearman (6), Hadjar e Sainz (5).
In Classifica Costruttori la McLaren è in testa con 203 punti, seguita da Mercedes (118), Red Bull (92), Ferrari (84), Williams (25), Haas (20), Aston Martin (14), Racing Bulls (8), Alpine (7) e Sauber (6).
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