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Il sigillo del campione, capace di fare la differenza pur non possedendo la monoposto migliore. È questa in linea di massima la sintesi delle qualifiche del Gp di Miami (sesta prova del Mondiale 2025 di Formula 1) che hanno visto Max Verstappen ottenere la terza pole position stagionale (la quarantatreesima in carriera) con il tempo record di 1’26”204, precedendo di 65 millesimi la McLaren di Lando Norris e di 67 millesimi la Mercedes del sorprendente Andrea Kimi Antonelli, che conferma quanto di buono fatto nella Sprint Qualifying, che lo aveva visto ottenere (come vedremo in seguito) nella giornata di venerdì il miglior tempo.
©Formula 1 via Facebook
Una pole (quella di Verstappen) che ribadisce una volta di più non solo la capacità della Red Bull di ottimizzare l’assetto della RB21 in prossimità delle qualifiche adottando delle modifiche estremamente valide (vedi l’aumento di carico aerodinamico rispetto all’assetto studiato per la Sprint), ma sopratutto quanto dietro queste soluzioni ci sia senza il benchè minimo dubbio l’estro di Max, capace poi in pista di fare nettamente la differenza con il suo immenso talento e il suo straordinario stile di guida. Una riprova (se vogliamo) sotto questo aspetto è arrivato proprio dalle qualifiche di Miami. Pur non disponendo della monoposto migliore e nonostante una sbavatura in curva 1, Verstappen è riuscito quasi con facilità a registrare il parziale record nel primo settore, per poi difendersi al meglio nel secondo e terzo settore, trovando quei millesimi che gli hanno consentito di restare davanti.
Restando in casa Red Bull, qualifica tutto sommato positiva per Yuki Tsunoda, che senza il nuovo fondo montato sulla monoposto gemella di Verstappen conquista comunque un preziosissimo decimo posto.
In seconda e quarta posizione troviamo le McLaren di Lando Norris e di Oscar Piastri. Un risultato apparentemente positivo, ma che rappresenta una delusione se consideriamo che i due piloti del team papaya avevano conquistato i primi due posti nella Sprint, andata in scena poche ore prima, e che conferma quanto sul giro secco la MCL39 non sia una macchina facile da guidare. Come si era già visto nella Sprint Qualifying, il punto di forza della McLaren non è tanto nel primo settore (come si potrebbe pensare) quanto nel secondo settore, caratterizzato dalla presenza di numerose curve lente e in cui la trazione (punto di forza della monoposto del team di Woking) gioca un ruolo basilare. Dove Norris perde la possibilità di conquistare la pole è senza dubbio nel terzo settore, andando ad aggredire troppo il cordolo di curva 17 che poi lo porta a sbagliare l’ingresso del tornantino.
Si deve accontentare del quarto posto Oscar Piastri, apparso leggermente più in difficoltà del compagno di squadra. Intervistato da Mara Sangiorgio (Sky), il giovane pilota australiano ha raccontato che la macchina stava funzionando molto bene, ma che purtroppo da parte sua non è riuscito a mettere tutto insieme in Q3. Detto questo, però, la monoposto è molto veloce e Piastri è fiducioso di recuperare in vista della gara. Il pilota australiano spera di poter puntare alla vittoria pur partendo dalla quarta posizione in griglia, anche se sarà indubbiamente più complicato, nonostante però a Miami può succedere di tutto e il meteo (al pari della giornata odierna) rappresenterà nuovamente un’incognita.
©Mercedes
A sandwich tra le due McLaren troviamo in terza posizione Andrea Kimi Antonelli (Mercedes), che, dopo aver fatto registrare il miglior tempo nella Sprint Qualifying, ottiene un’altra performance di valore al Miami International Autodrome su una pista peraltro dove non aveva mai guidato in passato, riuscendo a battere il più esperto compagno di squadra George Russell. Nonostante una leggera sbavatura tra curva 1 e 2, la grande forza del 18enne pilota bolognese è quella di non demordere, continuando a portare avanti il giro, collocandosi a soli 67 millesimi dal giro record di Verstappen e a soli due millesimi dal secondo tempo di Norris, facendo la differenza sopratutto nel secondo settore più tortuoso.
Intervistato al termine delle qualifiche da Mara Sangiorgio (Sky), Antonelli non ha nascosto rispetto alla Sprint Qualifying del venerdì di aver fatto più fatica per via del minor grip (dovuto anche al fatto che per via della pioggia caduta nel pomeriggio c’era meno gomma a terra) ma anche per via della differente direzione del vento. Il giovane pilota bolognese è contento della terza posizione in griglia, e in ottica del Gp domenicale spera di poter fare una buona gara, con l’obiettivo di poter puntare al suo primo podio in Formula 1.
©Mercedes
Così come nella Sprint Qualifying, anche nelle qualifiche odierne Antonelli è riuscito a precedere il più esperto compagno di squadra George Russell (qualificatosi in quinta posizione), apparso maggiormente in difficoltà al volante di una W16 che nelle sue mani tendeva quasi a scivolare. Nonostante le qualifiche siano di solito per lui un punto di forza, Russell sul sito della Mercedes ha ammesso come sia nella Sprint Qualifying che nelle qualifiche odierne non abbia minimamente avvertito questa sensazione, dichiarandosi tuttavia soddisfatto di poter partire dal quinto posto in griglia, staccato di meno di due decimi dalla pole. Nel sottolineare di essere soddisfatto della perfomance di Antonelli in qualifica, Russell guarda con attenzione alla gara auspicando di poter conquistare punti importanti per la squadra, e che alla luce delle condizioni meteo previste nuovamente variabili proverà a sfruttare ogni occasione che si potrà presentare.
©@F1
In sesta e settima posizione troviamo le Williams di Carlos Sainz Jr (sopra raffigurato) e di Alexander Albon, che hanno evidenziato non solo una evidente crescita tecnica rispetto allo scorso anno, ma anche il fatto di trovarsi molto bene sulla pista di Miami. Il tutto nonostante il team di Grove nelle scorse settimane abbia interrotto ogni sviluppo sul progetto 2025 (nato bene) per puntare tutte le forze e gli investi economici sulla monoposto 2026, da non sbagliare per nessun motivo al mondo per via del cambio regolamentare.
©@ScuderiaFerrari
Qualifica da dimenticare in casa Ferrari, con Charles Leclerc (sopra raffigurato) solamente ottavo e con Lewis Hamilton dodicesimo ed eliminato in Q2. A scanso di equivoci bisogna dire che entrambi i piloti hanno dato il massimo con quello che avevano a disposizione, con Hamilton che in Q2 è stato eliminato con un tempo più alto di soli 58 millesimi rispetto a quello del compagno di squadra monegasco, a dimostrazione del fatto che il campione inglese comincia piano piano ad avvicinarsi sotto il profilo delle prestazioni a un Leclerc, giunto al suo settimo anno in Ferrari. Il problema, però, è che mancano le prestazioni sopratutto nel secondo settore, caratterizzato da quelle curve a bassa velocità che lo scorso anno rappresentavano il punto forte della SF-24 (dotata di un’eccellente trazione) e che quest’anno rappresentano purtroppo il tallone d’Achille della SF-25.
Per ridurre il ritardo nel secondo settore la Ferrari ha provato a lavorare sulle sospensioni ammorbidendole, ma così facendo purtroppo ha finito con il perdere prestazione anche nel primo e nel terzo settore, dove nella giornata di venerdì la Rossa emergeva sia nella FP1 che nella Sprint Qualifying.
Come se questo non bastasse, le qualifiche del Gp di Miami hanno fatto emergere in maniera ancora più significativa un particolare piuttosto allarmante già visto in altre occasioni: sia Leclerc che Hamilton hanno ottenuto le loro migliori performance con gomma usata e non (come dovrebbe essere) usando la gomma nuova. Se al termine delle qualifiche ai microfoni di Sky il Team Principal Ferrari Frederic Vasseur ha ribadito come in qualifica ci sia stata fatica a mettere insieme il giro e a sfruttare le gomme nuove, e che rispetto a inserire dei nuovi aggiornamenti è necessario estrarre la prestazione della vettura visto che a Gedda era la più veloce, è altrettanto vero, però, che per quanto visto in qualifica a Miami la Ferrari ha disperatamente bisogno quanto prima (Imola?) degli aggiornamenti.
Fin dalle prime prove di campionato è evidente come il grosso problema della SF-25 (sperando che non si tratti di un errore strutturale, su cui purtroppo si può fare ben poco) riguarda il bilanciamento del retrotreno, con la monoposto che fa seriamente fatica nella percorrenza delle curve a bassa velocità. L’augurio, forte e sincero, è che nelle prossime gare la Rossa possa quantomeno riprendersi, investendo su quegli aggiornamenti che possano aiutare la monoposto a ritrovare seriamente prestazione, e non su livree celebrative, tute e cappellini speciali che magari saranno utili al merchandising, ma che indubbiamente non aiutano ad andare più forti.
A chiudere la top ten troviamo in nona posizione la Haas di Esteban Ocon (autore di una buona qualifica, in una giornata che ha visto il compagno di squadra Oliver Bearman eliminato in Q1).
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