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Formula 1, Fia e la richiesta di garanzie per il Gp d’Italia© Getty Images

Formula 1, Fia e la richiesta di garanzie per il Gp d’Italia

Alla luce del possibile commissariamento dell’Aci il Presidente e Ceo della Formula 1 Stefano Domenicali e il Presidente FIA Mohammed Ben Sulayem avrebbero scritto al governo italiano per chiedere rispettivamente delle garanzie sugli impegni presi per Monza e il rispetto dell’autonomia dello sport rispetto alla politica

29 gennaio

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Un accordo che a distanza di due mesi rischia clamorosamente di tornare in discussione. Se lo scorso 27 Novembre la Formula 1 aveva annunciato con entusiasmo il rinnovo contrattuale con l’Autodromo di Monza che prevedeva la disputa del Gp d’Italia sul circuito brianzolo fino al 2031 compreso senza rientrare nell’elenco dei Gp a rotazione, oggi la massima serie motoristica (e con se la Federazione Internazionale dell’Automobile) guarda con profonda preoccupazione allo scenario paventato dal Decreto Legge 208/2024 Emergenze dello scorso 31 Dicembre (attualmente in discussione in Parlamento), che rischia molto seriamente di mettere nuovamente in discussione non solo l’accordo raggiunto per il Gp d’Italia e con se il possibile rinnovo di Imola, ma anche e sopratutto il futuro della Formula 1 nel nostro Paese.

Il nodo del contendere riguarda in particolare l’articolo 7, che impone anche agli enti pubblici con natura di federazione sportiva il fatto che i propri vertici non possano candidarsi per più di tre mandati consecutivi. Il riferimento in questo caso non può non andare all’ACI e al suo Presidente, Angelo Sticchi Damiani, confermato per la quarta volta consecutiva al comando dell’Automobile Club d’Italia lo scorso 16 Ottobre con mandato quadriennale dal 2025 al 2028 riscuotendo oltre il 90% dei voti. Un vero e proprio plebiscito per Sticchi Damiani a conferma dell’ottimo lavoro svolto nel corso degli anni, ma che purtroppo va in contrasto rispetto al DL Emergenze, il quale impone agli enti pubblici con dei vertici al quarto mandato di adottare entro 45 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento ogni atto necessario all’indizione di nuove elezioni, con il comando dell’ente in questione affidato a un Commissario straordinario qualora nel periodo di tempo sopra indicato non siano state indette delle elezioni.

Questo, concretamente, cosa vuol dire, per quanto riguarda l’ACI? Qualora il governo dovesse decidere di rendere la norma retroattiva, andrebbero a decadere automaticamente gli attuali vertici, con l’Automobile Club d’Italia obbligato a fissare delle ulteriori nuovi elezioni, con il serio rischio che nel frattempo l’ente venga commissariato dal Governo in attesa di avere il nuovo Presidente.

In tutto questo Formula 1 e FIA guardano la situazione italiana con molta preoccupazione: non solo Sticchi Damiani (peraltro Vicepresidente onorario FIA) gode della massima stima e fiducia sia da parte di Stefano Domenicali che di Mohammed Ben Sulayem, ma sopratutto vale la pena ricordare che per ottenere il rinnovo contrattuale del Gp d’Italia a Monza fino al 2031 compreso lo stesso Sticchi Damiani si era impegnato di persona a garantire che i lavori previsti sul circuito brianzolo nell’arco del 2025 si sarebbero regolarmente svolti secondo le tempistiche indicate dalla FOM.

Non solo grazie al suddetto DL Emergenze l’ACI sarà costretto a partire da quest’anno ad erogare al Governo ben 50 milioni di euro annui, ma sopratutto alla luce della possibile decadenza del Presidente Sticchi Damiani verrebbero di fatto meno gli impegni presi con la FOM e con la Federazione in merito alla tempistica dei lavori, tra organizzazione ed effettuazione di nuove elezioni e la conseguente nomina del nuovo Presidente.

Per questi motivi, pertanto, sia Domenicali che Ben Sulayem hanno scritto nei giorni scorsi al Governo italiano: nella fattispecie Domenicali ha inviato una lettera a ben tre ministri del Governo Meloni (il Ministro per i Trasporti Matteo Salvini, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il ministro dello Sport Luca Abodi) chiedendo sostanzialmente delle garanzie sul fatto che i lavori previsti per Monza si possano effettuare nei tempi stabiliti, rispettando le clausole previste nel contratto), così come il Presidente FIA Ben Sulayem avrebbe inviato una lettera direttamente al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiedendo il pieno rispetto dell’autonomia dello sport dalle ingerenze provenienti dal mondo della politica.

Secondo quanto si apprende, in caso di risposta negativa a rischio in ottica 2026 non sarebbero solamente i due Gp di Formula 1 di Monza e di Imola (che seppure non toccato direttamente sarebbe ancora più a rischio, visto che nella migliore delle ipotesi sarebbe comunque destinato ad entrare nelle gare europee a rotazione, come occorso di recente al circuito belga di Spa-Francorschamps) ma anche il Rally Italia Sardegna, al momento unica tappa italiana ad essere presente nel campionato mondiale WRC e peraltro all’ultimo anno di contratto.

Al momento in cui scriviamo la situazione non è stata ancora risolta: se c’è infatti chi vorrebbe la decadenza del Presidente Sticchi Damiani, una parte della maggioranza (così come l’opposizione) sarebbe orientata a chiedere la conferma del quarto mandato di Angelo Sticchi Damiani (non considerando così in questo caso la retroattività della norma per quanto riguarda l’ACI) o in alternativa la nomina dell’attuale Presidente ACI come Commissario Straordinario in vista delle elezioni (si parla come possibili candidati dei vicepresidenti Giuseppina Fusco (AC Roma), Piergiorgio Re (AC Torino) e Ruggero Campi (AC Perugia) o del Presidente AC Milano Geronimo La Russa) in modo tale da poter comunque garantire regolarmente il via ai lavori previsti quest’anno sul circuito di Monza.

L’augurio (forte e sincero) è che alla fine si possa riuscire a trovare una soluzione che possa consentire al nostro Paese di poter continuare a confermare gli eventi automobilistici fino a questo momento ospitati. Sarebbe un vero peccato, infatti, che il nostro Paese dovesse rinunciare ai suoi due Gp di Formula 1 non tanto per via del maggior numero di paesi disposti ad ospitare un Gp della massima serie motoristica, ma per una vera e propria bega politica, che rischia solamente di far perdere quella credibilità che il nostro Paese ha saputo costruire nel corso dei decenni. Uno scenario, questo, assolutamente da evitare.

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