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Dopo aver conquistato a sorpresa la pole position del Gp del Qatar, la Direzione Gara retrocede in seconda posizione (infliggendogli una posizione di penalità) il campione olandese per aver ostacolato (seppur nel giro di lancio) la Mercedes del pilota inglese, andando troppo lento
Un vero e proprio colpo di scena, arrivato nella tarda serata italiana. Dopo aver conquistato a sorpresa la pole position del Gp di Qatar, Max Verstappen (Red Bull) si è visto comminare una posizione di penalità dalla Direzione Gara andando così a retrocedere in seconda posizione, con la pole assegnata a George Russell (Mercedes), peraltro il pilota artefice della penalità inflitta al campione olandese.
Per poter meglio capire cosa è successo, è necessario tornare indietro a quegli istanti così decisivi in Q3. Sia Verstappen che Russell prima di effettuare l’ultimo giro lanciato, decidono di fare un doppio giro di riscaldamento, per consentire alla gomma di entrare perfettamente nella sua corretta finestra di esercizio. Se Verstappen decide di affrontare questo giro un po' più piano (andando fuori dal delta time imposto dalla Federazione nel giro di lancio) lasciando passare sia la McLaren di Norris che l’Aston Martin di Alonso, Russell decide invece di affrontare il giro di riscaldamento extra a velocità più sostenuta al fine di rispettare il delta time imposto dalla Federazione.
©Formula 1
Arriviamo così nel corso di questo giro extra di riscaldamento per entrambi alle curve 12-14, con Russell a tutta velocità che si ritrova nella sua traiettoria la Red Bull di Verstappen a una velocità un po' più lenta. Per evitare il contatto Russell si vede costretto a scartare verso sinistra per evitare il contatto con la Red Bull del campione olandese, andando a finire oltre il cordolo con la gomma sinistra. Se in caso di giro lanciato sarebbero scattate automaticamente la penalità di tre posizioni in pista ai danni di Verstappen per impeding, trattandosi di un giro di riscaldamento la Direzione Gara opta per una sorta di ibrido tra l’impeding e la reprimenda, decidendo di sanzionare Verstappen con una sola posizione di penalità (e un punto sulla Superlicenza) per non aver rispettato il delta time e per aver di fatto rappresentato una sorta di ostacolo al pilota che stava sopraggiungendo (Russell).
Come peraltro possiamo leggere nel comunicato diffuso dalla Federazione, “la vettura 1 (Verstappen n.d.r) aveva una strategia di preparazione diversa da quella della vettura 63 (Russell n.d.r) . La vettura 1 era ben al di fuori del delta e il pilota della vettura 1 ha spiegato di aver lasciato passare le vetture 4 (Norris n.d.r) e 14 (Alonso n.d.r).
Il pilota della vettura 63 ha affermato di aver rispettato il delta e di non aspettarsi che la vettura 1 fosse sulla traiettoria di gara. Ha affermato che se una vettura procedeva lentamente in una curva ad alta velocità, non avrebbe dovuto essere sulla traiettoria di gara.
Gli steward considerano questo caso complicato in quanto è chiaro che la vettura 1 non ha rispettato le note dell'evento del direttore di gara e chiaramente stava guidando, a nostro parere, inutilmente lentamente considerando le circostanze.
Era ovvio che il pilota della vettura 1 stava tentando di raffreddare le gomme. Poteva anche vedere la vettura 63 avvicinarsi mentre guardava nello specchietto più volte mentre era sul piccolo rettilineo tra le curve 11 e 12.
Insolitamente, questo incidente si è verificato quando nessuna delle due vetture era in un giro in cui doveva spingere al massimo con l’acceleratore. Se la vettura 63 fosse stata impegnata in un giro in cui doveva spingere, la penalità sarebbe stata molto probabilmente la solita penalità di 3 posizioni in griglia; tuttavia, per attenuare la penalità, era ovvio che il pilota della vettura 63 aveva una chiara visibilità della vettura 1 e che nessuna delle due vetture era impegnata in un giro in cui doveva spingere al massimo”.
Se alla fine, quindi, la pole position del Gp del Qatar viene assegnata a George Russell (Mercedes) con Max Verstappen retrocesso in seconda posizione, tutto questo non può e non deve far passare in secondo piano l’eccellente lavoro che la Red Bull aveva svolto in qualifica per consentire al campione olandese di tornare a fare la differenza in pista. A maggior ragione dopo la Sprint che aveva visto Verstappen non solo perdere ben tre posizioni tra curva 1 e curva 4 nel corso del primo giro, ma anche non avere il passo per riuscire a superare la Haas di Nico Hulkenberg.
In questo frangente la Red Bull è stata abile al termine del primo regime di parco chiuso (appena conclusa la Sprint) nel poter rivedere e correggere il suo assetto base, potendo contare sul talento innato di Max Verstappen, tornato a vita sin dal primo run del Q1 (nonostante poi la performance più veloce sarà quella del ferrarista Leclerc, con il campione olandese solo sesto), con Max abile però ad emergere in Q2 (precedendo l’amico-rivale Norris di ben 296 millesimi), e poi in Q3 grazie a una monoposto tornata a fare la differenza sulle curve ad alta percorrenza. Se è vero che il primo crono viene abbassato prontamente da Russell, è nel secondo run (effettuato con gomma soft usata a differenza della Mercedes) che Verstappen riesce a trovare il tempo di 1’20”520, trovando così dopo 147 giorni la pole position. La gioia, però, è durata poco, con la Federazione che circa tre ore dopo il termine delle qualifiche tramite la penalità ha assegnato la pole position a Russell, con Verstappen retrocesso in seconda posizione, il quale però volendo avrà la possibilità di potersi rifare al via della gara grazie a un’ottima partenza, e riprendersi quella leadership persa per via della penalità.
Non sarà però un’impresa facile, perché proprio il secondo posto originario di Russell (divenuto poi pole dopo la penalità inflitta a Verstappen) rappresenta se vogliamo una preziosissima conferma per quanto riguarda la Mercedes. Con temperature più fresche del consueto in Qatar (quantificabili in circa 19° quella ambientale, e in circa 21° quella dell’asfalto) il pilota inglese conferma come con temperature più basse e su un circuito con un asfalto liscio come quello di Lusail (che consente alla W15 di poter girare più basso senza accusare minimamente bouncing) la sua monoposto possa essere estremamente performante, con una prestazione estremamente valida, che ribadisce quanto già visto di buono a Las Vegas, dove le temperature erano state un po' più fredde rispetto a quelle del Qatar.
©@McLarenF1
In terza e quarta posizione in griglia troviamo le McLaren, con Lando Norris (sopra raffigurato) davanti a Oscar Piastri. Se per quanto riguarda la Classifica Costruttori è indubbiamente positivo per il team di Woking poter partire davanti alla Ferrari (quinta, come vedremo in seguito con Leclerc, e settima con Sainz), non c’è però dubbio sul fatto che la MCL38 vista in qualifica sia stata una lontana parente di quella ammirata sia nella Sprint Qualifying che in gara Sprint: bilanciata e con un eccellente assetto quella vista nella sessioni Sprint, con parecchio sottosterzo quella vista in qualifica. Da capire a questo punto se questo passo indietro della McLaren tra sessioni Sprint e qualifica del Gp domenicale sia legato o a una ritrovata competitività da parte degli avversari, o a un assetto pensato più in ottica gara (volto a penalizzare le performance in qualifica), o se davvero ci sia stato un piccolo errore nel mettere a punto il nuovo assetto. Quel che è certo è che solo il Gp domenicale ci farà capire maggiormente quali possibilità avranno Norris e Piastri per lottare per il successo in una gara che potrebbe vedere il team di Woking tornare a vincere dopo 26 anni il campionato costruttori (a patto però di guadagnare 14 o più punti sulla Ferrari, anche realizzando una doppietta).
Incoraggiante la ripresa Ferrari, aldilà del quinto e settimo posto in qualifica di Leclerc (sopra raffigurato) e di Sainz. Certo, il circuito di Lusail si conferma una pista ostica per la Rossa, ma il fatto che in qualifica Leclerc sia arrivato a soli 23 millesimi dalla migliore performance della McLaren di Piastri (80 dalla monoposto di Norris) dimostra come almeno in qualifica le modifiche all’assetto decretate sulla Rossa sembrano aver funzionato, con una monoposto apparsa nettamente meno sottosterzante rispetto alla Sprint Qualifying , il che può essere importante in vista della gara, con i due piloti Ferrari chiamati a stare davanti ai portacolori della McLaren.
©@ScuderiaFerrari
Non è quindi un caso che entrambi i piloti della Rossa puntino chiaramente alla gara: se secondo Leclerc su una pista dove è difficile superare (come si è visto nella Sprint) è fondamentale la gestione delle gomme (aspetto che ha visto la SF-24 ben figurare), secondo il sopra raffigurato Sainz (il quale ha giustificato il settimo posto in griglia affermando di non aver potuto contare nell’ultimo run in Q3 di una scia) il passo gara è decisamente migliore rispetto al giro secco in qualifica, assicurando che lotterà per garantire il massimo dei punti possibili, fermo restando che Lusail come già detto non è una pista molto favorevole alla SF-24.
A sandwich tra le due Ferrari troviamo in sesta posizione la Mercedes di Lewis Hamilton, con l’eptacampione inglese che pur confermando la crescita della W15 in condizioni di temperature più basse dall’altra conferma di fare più fatica rispetto al compagno di squadra Russell a trovare la prestazione sul giro secco.
Da registrare peraltro che Hamilton e Sainz sono stati protagonisti di un episodio nelle prime fasi del Q1 che ha visto in pitlane l’eptacampione inglese della Mercedes frenare e uscire leggermente dalla carreggiata per evitare il tamponamento della Ferrari numero 55. Al termine delle qualifiche l’episodio è stato investigato dagli stewards, i quali alla fine hanno deciso di comminare una multa di 5000 euro alla Ferrari per unsafe release.
Scorrendo la classifica, merita di essere segnalato l’ottavo posto di Fernando Alonso (Aston Martin) al termine di una sessione di qualifica che ha visto il campione asturiano abortire il primo run, per poi riuscire a trovare la performance cronometrica solo nel corso dell’ultimo run.
In nona posizione troviamo la Red Bull di Sergio Perez, con il pilota messicano (al ritorno in Q3 dopo tre gare consecutive che l’avevano visto eliminato in Q1 o in Q2) che aldilà del risultato in pista si dimostra vero uomo squadra montando sulla sua monoposto durante la gara Sprint (com’è poi emerso nel corso della serata) quelle modifiche di assetto che hanno poi consentito al compagno di squadra Verstappen di ottenere la pole, prima della penalità ai suoi danni. Se salvo clamorosi colpi di scena il futuro di Checo in Red Bull (e in F1) sembra essere arrivato ai titoli di coda, il pilota messicano non esita fino all’ultimo da grande professionista a mettersi a intera e totale disposizione della squadra. Da capire a questo punto fino a che punto potrà risalire in classifica in ottica gara.
A chiudere la top ten con il decimo tempo troviamo la Haas, questa volta con Kevin Magnussen (in una qualifica che ha visto insolitamente Nico Hulkenberg eliminato in Q1 con il diciottesimo tempo) a conferma della costanza che in questa stagione il team americano è riuscito a trovare con la guida di Ayao Komatsu, con il pilota danese che in ottica gara è chiamato a conquistare altri punti, necessari per blindare il sesto posto in Classifica Costruttori dal possibile ritorno dell’Alpine (al momento undicesima con Pierre Gasly e ultima con Esteban Ocon).
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