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Seconda vittoria consecutiva per la Ferrari, con il pilota spagnolo che ha preceduto la McLaren di Norris e la Rossa di Leclerc. Mercedes quarta e quinta con Hamilton davanti a Russell. Verstappen sesto e penalizzato di 20 secondi dopo il doppio duello con Norris
Una vittoria netta, messa in discussione se vogliamo solo al via del Gp. Carlos Sainz Jr regala alla Ferrari non solo l’emozione della seconda vittoria consecutiva (dopo quella conquistata da Charles Leclerc una settimana fa ad Austin) che mancava dal Luglio 2022 (quando Sainz e Leclerc conquistarono in successione i Gp di Gran Bretagna ed Austria), ma sopratutto mette fine a un digiuno di vittorie in terra messicana per la scuderia di Maranello (che durava da quel 24 Giugno 1990, che sempre sul circuito intitolato ai fratelli Ricardo e Pedro Rodriguez aveva visto la vittoria di Alain Prost davanti al compagno di squadra Nigel Mansell) al termine di una gara che una volta di più ha messo in evidenza il weekend perfetto del pilota spagnolo, supportato al meglio da una SF-24 che sul passo gara si conferma performante nelle curve a medio-bassa velocità.
Andando ad analizzare la gara di Sainz, non c’è dubbio che il momento forse più critico si è rivelato essere la partenza: al via, infatti, Verstappen ha uno scatto migliore della Rossa numero 55, e così nell’iniziare il lungo rettilineo che porta in curva 1 prende un po' di vantaggio. Sainz, però, nell’affrontare il rettilineo pian piano comincia a recuperare velocità nei confronti della Red Bull del campione olandese, il quale però non solo arriva al punto di corda di curva 1 con un minimo vantaggio, ma sopratutto gode della traiettoria interna, per cui per Max è quasi gioco facile stringere la traiettoria con l’obiettivo di spingere l’avversario fuori pista e al contempo mantenere la sua posizione di testa. Sainz si trova così costretto a tagliare la curva, passando anche in mezzo all’erba, e al momento di rientrare in pista si trova chiaramente davanti a Verstappen, al quale restituisce prontamente la posizione, visto che secondo il Regolamento sportivo non si può guadagnare una posizione in pista superando all’esterno della stessa.
Both angles on that first corner crash #F1 #MexicoGP pic.twitter.com/ykEjyDuwsA
— Formula 1 (@F1) October 28, 2024
Alle spalle però dei due contendenti la Racing Bulls di Yuki Tsunoda finisce per impattare contro le barriere tra le curve 2 e 3 dopo aver perso anche una gomma (uscita fuori dal cerchione) in seguito a un contatto con la Williams di Alexander Albon (costretto anch’egli al ritiro), il quale a sua volta si era trovato stretto a sandwich tra la Racing Bulls del pilota giapponese alla sua sinistra e l’Alpine di Pierre Gasly alla sua destra. Fin da subito appare chiaro come quello tra Tsunoda e Albon sia stato chiaramente un incidente di gara che però spinge gli Stewards a mandare in pista la Safety Car per pulire il tracciato dai numerosi detriti rimasti in pista.
Una volta rientrata la Safety Car in pitlane, la gara riprende nel corso del settimo giro con Verstappen che mantiene la testa della corsa davanti a Sainz, alla McLaren di Lando Norris e alla Ferrari di Charles Leclerc. Dopo aver fatto registrare il giro più veloce nel corso dell’ottava tornata (1’21”284), è nel corso del nono giro che Sainz trova il sorpasso nei confronti di Verstappen, andando ad acquisire la testa della gara.
Did he send it?
— Formula 1 (@F1) October 27, 2024
Or did he... don't... didn't send it?
Oh no, wait - HE ABSOLUTELY SENT IT! #F1 #MexicoGP pic.twitter.com/D7a0xIiyTX
Dopo aver sfruttato il DRS sul lungo rettilineo per avvicinarsi al campione olandese, il pilota spagnolo conclude con successo il sorpasso in curva 1 grazie a una staccata davvero impressionante che gli consente di trovare la traiettoria interna, ma sopratutto di potersi poi difendere dall’incrocio di Verstappen, sfruttando anche piuttosto pesantemente il cordolo. Un sorpasso fortemente voluto, quello di Sainz, da vero combattente, agevolato però in parte anche dal fatto che Verstappen nel lungo rettilineo che porta a curva 1 si sia trovato con la batteria scarica, come dimostra la luce lampeggiante (indicante il fatto che la batteria della macchina stia ricaricando) in prossimità della suddetta curva.
Superato Verstappen, Sainz può finalmente riuscire ad imprimere alla corsa il suo ritmo (caratterizzato da giri molto veloci e lift and coast necessari per gestire la temperatura di motore e freni) senza correre particolari rischi (se non una leggera paura nel corso del 38°giro per un piccolissimo misfire (vuoto di potenza) in curva 3, rivelatosi fortunatamente un episodio isolato), andando a conquistare il Gp di Città del Messico con 4”705 di vantaggio sulla McLaren di Lando Norris e con 34”387 sulla Rossa del compagno di squadra Charles Leclerc (autore anche del giro più veloce).
Una vittoria, quella di Sainz (che si è aggiudicato anche il Driver Of The Day, assegnato dagli appassionati di tutto il mondo), figlia in primis dell’ottima qualifica del sabato, ma anche e sopratutto della consistenza tecnica della SF-24, cresciuta in maniera significativa con gli aggiornamenti introdotti a Settembre tra Monza e Singapore, che hanno consentito alla Rossa di debellare una volta per tutte il fenomeno del bouncing (tornato in auge dopo l’aggiornamento introdotto a Barcellona) ottimizzando al contempo non solo la precisione della monoposto sull’anteriore ma anche la già eccellente trazione sul retrotreno, facilitando il lavoro della squadra nel trovare il giusto assetto, che non a caso (a differenza di altre squadre, vedi Red Bull o Mercedes con Hamilton, o in parte anche McLaren) non ha subito particolari variazioni nel corso del weekend. Una tendenza, questa, già intravvista ad Austin ed emersa una volta di più anche a Città del Messico, nonostante le due piste abbiano caratteristiche tecniche differenti, e che indubbiamente (seppur andando con cautela) può aprire delle possibilità inattese per la scuderia di Maranello anche per il finale di stagione nella lotta al Mondiale Costruttori, che la vede salire al secondo posto, staccata di 29 punti dalla Red Bull.
Intervistato al termine della gara da Marc Genè, Sainz non ha nascosto la soddisfazione per essere riuscito a cogliere un altro successo con la Ferrari prima del suo addio a fine stagione, auspicando la possibilità di ripetersi, se ne avrà le possibilità. Per quanto riguarda il sorpasso ai danni di Verstappen, Sainz non lo aveva preparato, ma era talmente arrabbiato per la partenza sbagliata, che alla fine ha deciso di sorprenderlo, visto che il campione olandese è molto difficile da superare, per cui quando ha avuto la possibilità di potersi avvicinare a lui nel corso del nono giro grazie al DRS ha provato con successo a superarlo in curva 1, non solo perché non aveva niente da perdere ma perché nel corso del weekend era fiducioso in frenata in quel tratto.
Alla fine non solo è arrivato il sorpasso, ma una vittoria emozionante ad opera di un pilota di talento del calibro di Sainz, che sicuramente darà tutto se stesso in queste ultime quattro gare (e due Sprint) per chiudere questo suo quadriennio in Ferrari con un’ulteriore emozione. Se è vero che il prossimo anno arriverà al suo posto un pilota di valore quale l’eptacampione del mondo Lewis Hamilton al fianco di Charles Leclerc, è altrettanto vero, però, che sopratutto in queste ultime gare sale il rimpianto tra i tifosi della Rossa per vedere andare via un pilota come Carlos, con l’auspicio un giorno che la sua strada possa in qualche modo ricongiungersi con quella della scuderia di Maranello.
Se Sainz coglie una preziosissima vittoria con la Ferrari in Messico, bisogna anche dire che per buona parte della gara la scuderia di Maranello ha sognato di poter cogliere addirittura una doppietta (come nel 1990) con Charles Leclerc, abile ad approfittare del duello tra Norris e Verstappen (che approfondiremo in seguito) per salire al secondo posto, in una gara che ha visto il pilota monegasco perdere parecchio tempo nel primo stint di gara per via del lift and coast necessario per tenere sotto controllo la temperatura di motore e freni, a maggior ragione quando si è trovato in scia della Rossa del compagno di squadra Carlos Sainz Jr su una pista come quella di Città del Messico dove per via dell’aria rarefatta dovuta all’altura il motore ha necessità di poter girare in condizioni di aria libera.
Nel secondo stint di gara Leclerc con gomme dure ha potuto cominciare a girare un po' più rapidamente, ma al contempo si è dovuto difendere dal ritorno della McLaren di Lando Norris, molto performante con gomma dura, e che approfittando delle difficoltà di doppiaggio del pilota monegasco (sopratutto con l’Aston Martin di Lance Stroll) è riuscito ad azzerare il gap di circa quattro secondi che lo separava dalla Rossa numero 16.
Well saved, Charles!
— Formula 1 (@F1) October 27, 2024
He might have lost second late on to Norris, but the Ferrari driver did well to avoid hitting the wall after this moment.#F1 #MexicoGP pic.twitter.com/ShNOb3pr0u
Al momento di affrontare l’ultima curva (la Peraltada) nel corso del 63°giro (a otto tornate dal termine) Leclerc ha finito con il perdere il retrotreno della propria monoposto rischiando addirittura il contatto con le barriere, ma per fortuna grazie a un controllo da vero campione, è riuscito ad evitare l’impatto tornando in pista, seppur in terza posizione. Nel corso dell’ultimo giro il pilota monegasco riuscirà a far registrare il giro più veloce (1’18”336) conquistando il punto addizionale al termine di una gara che alla fine (nonostante le varie difficoltà accusate che non gli hanno consentito di potersi esprimere al meglio) può comunque essere considerata positiva, se consideriamo che a otto tornate dal termine poteva addirittura concludersi contro le barriere.
Proprio l’evitato incidente in gara è stato protagonista di un involontario siparietto nella Press Conference, con Leclerc che nel ricostruire l’episodio si è lasciato sfuggire una involontaria parolaccia. Appena accortosi, il pilota monegasco si è scusato immediatamente dichiarando di non voler fare compagnia a Verstappen (nei lavori socialmente utili), con lo stesso Leclerc che poi si è fermato a parlare con un funzionario FIA, presumibilmente per ribadire le proprie scuse. Da capire a questo punto cosa vorrà fare la Federazione: se aprire comunque una investigazione a suo carico, o se prendere atto delle scuse del pilota monegasco, al quale è scappata involontariamente una parolaccia nel ricostruire un episodio piuttosto delicato che avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori per la sua gara.
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