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F1 Dossier: il caso Horner e la guerra interna in Red Bull. Seconda parte© Getty Images

F1 Dossier: il caso Horner e la guerra interna in Red Bull. Seconda parte

Dalla mail anonima inviata sul finire della FP2 in Bahrain alla difficile situazione interna in Red Bull, passando dalla denuncia del comportamento di Horner al Comitato Etico FIA ad opera della dipendente sospesa: prosegue la nostra ricostruzione del caso che vede coinvolto il team campione del mondo

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F1 Arabia Saudita: dal caso Marko alle dichiarazioni di Horner

La squadra (aldilà dei risultati in pista) si presenta a Gedda in vista del Gp dell’Arabia Saudita più disunita che mai al suo interno, con Max Verstappen che nei limiti del possibile prova a fare da paciere, rispondendo ai giornalisti presenti che la sua intenzione è quella di rimanere in Red Bull fino al termine del contratto (in scadenza a fine 2028) e che solo alcuni eventi pazzi potrebbero portarlo a cambiare idea. Anche Horner prova in qualche modo a calmare l’ambiente, incontrando il manager di Max Verstappen, Raymond Vermeulen, in un weekend che vede assente Jos Verstappen per via della sua partecipazione al Rallye de Hannut.
Se l’auspicio di tutti è che a Gedda possa essere solo e unicamente la pista a parlare, la realtà sarà differente: non solo alla vigilia delle prove libere i media britannici riportano la notizia della sospensione (con mantenimento dello stipendio) della dipendente che aveva denunciato Horner (con la tedesca RTL che parla addirittura di una buonuscita di un milione di euro offerta alla stessa dipendente in parte dallo stesso Horner (700.000 Euro) e in parte dalla stessa Red Bull (300.000 Euro), mai confermata però dai diretti interessati), ma nel corso di un’intervista rilasciata poco prima delle qualifiche all’emittente austriaca ÖRF Helmut Marko annuncia addirittura una sua possibile sospensione a partire dalla successiva gara di campionato in Australia ad opera del team Red Bull per via di un’indagine interna in merito a una fuga di notizie relativa al caso Horner.

Come già occorso lo scorso Ottobre, anche in questo frangente è Max Verstappen a difendere l’ottantenne ex pilota di Graz, sostenendo nella conferenza stampa post qualifiche che una eventuale sospensione di Marko sarebbe un bel problema per la squadra, aggiungendo che a suo giudizio l’ottantenne ex pilota di Graz dovrebbe rimanere in quanto ha costruito questa squadra assieme a Dietrich Mateschitz fin dal primo giorno, ed è sempre sempre stato molto leale nei confronti della squadra per assicurarsi che tutti mantenessero il proprio posto all’interno del team (proteggendo lo stesso Horner dal licenziamento paventato da Mateschitz senior quando in seguito all’accordo con Geox lo stesso Team Principal ricevette un generoso premio dallo sponsor), sostenendo che bisogna rispettare tutto quello che ha fatto Marko, e ciò riguarda anche la lealtà e l’integrità.

Ai microfoni di Sky Sport F1 lo stesso Verstappen spiega chiaramente quanto Helmut Marko sia una parte importante della squadra, una persona chiave, e al contempo quanto sia importante per lui la sua presenza all’interno della squadra, affermando che un suo eventuale addio potrebbe essere una di quelle cose pazze che potrebbero spingerlo a lasciare la Red Bull.
Non è causale questa discesa in campo del tre volte campione del mondo olandese: secondo un’indiscrezione diffusa nei giorni immediatamente successivi al Gp dell’Arabia Saudita dal Telegraph, infatti all’interno del contratto di Max Verstappen con Red Bull sarebbe presente una clausola d’uscita (ignorata inizialmente sia da Chris Horner che dal patron thailandese Yoovidhya) inserita da Helmut Marko (come Director del team austriaco al pari di Horner) in accordo con la famiglia Verstappen secondo la quale in caso di addio alla Red Bull da parte di Marko il pilota di Hasselt sarebbe libero automaticamente di accasarsi altrove (con Mercedes in prims fortemente interessata, seguita da Aston Martin).

L’intervento di Verstappen alla fine risulterà essere decisivo: nel vertice svolto Sabato 9 Marzo (a poche ore dal Gp dell’Arabia Saudita) al termine del colloquio con il responsabile dell’area Sport della multinazionale austriaca Oliver Mintzlaff, Helmut Marko ai microfoni di Sky Deutschland annuncia che continuerà a lavorare con Red Bull.

Se il Gp dell’Arabia Saudita vedrà la seconda doppietta consecutiva Red Bull (dopo quella già conseguita in Bahrain) con Max Verstappen davanti a Sergio Perez, meritano di essere sottolineate in quel frangente le dichiarazioni di Chris Horner, il quale ai microfoni di Sky Sports Uk tiene a precisare che pur essendo Helmut un consulente Red Bull e Verstappen una parte di grande valore della squadra (capace quel giorno di conquistare il centesimo podio in carriera in Formula 1) nessuno deve considerarsi al di sopra di una squadra di 1400 persone che rende possibile un risultato come quello di Gedda attraverso il proprio lavoro.

Horner e la denuncia al comitato etico FIA

Nei giorni immediatamente successivi al Gp dell’Arabia Saudita, tornano di nuovo a farsi sentire gli effetti del caso Horner: non solamente la dipendente che aveva denunciato il 50enne Team Principal inglese della Red Bull ufficializza la sua intenzione di presentare (seppur in ritardo per via del cambio di legale) ricorso nei confronti dell’esito dell’indagine interna (che aveva assolto Horner), ma (secondo quanto riferisce la BBC nel pomeriggio di Sabato 16 Marzo) la stessa avrebbe provveduto anche a denunciare assieme ai nuovi legali il comportamento dello stesso Horner al comitato etico della Federazione. Secondo l’indiscrezione riportata dalla BBC, la decisione della donna seguirebbe altre due denunce presentate alla Federazione da un presunto informatore in data 2 Febbraio al comitato etico FIA in cui si chiedeva sostanzialmente di aprire un’investigazione in merito a un comportamento di Horner nei confronti di una dipendente prima che la Red Bull potesse insabbiare tutto, e in data 6 Marzo, in cui l’informatore avrebbe nuovamente chiesto alla Federazione di intervenire, aggiungendo che sarebbe stata sua premura avvisare anche i media.
A questa nuova indiscrezione della BBC ha risposto sempre nella serata di Sabato 16 Marzo la FIA stessa con un breve comunicato secondo cui le richieste e i reclami all’interno della Federazione vengono gestiti dal Compliance Officer ed eventualmente anche dal Comitato Etico, aggiungendo che entrambi gli organi lavorano in modo autonomo garantendo la massima riservatezza durante l’intero processo, motivo per il quale la Federazione non è in grado di confermare la ricezione di un reclamo specifico, e che non sarà in grado di fornire ulteriori commenti su dei reclami ricevuti da qualsiasi parte.

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