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F1 Dossier: il caso Horner e la guerra interna in Red Bull. Prima parte© Getty Images

F1 Dossier: il caso Horner e la guerra interna in Red Bull. Prima parte

Dalle accuse di comportamento inappropriato nei confronti di una dipendente all’assoluzione al termine dell’indagine interna Red Bull: ricostruiamo le prime fasi del caso che ha visto protagonista il Team Principal del team campione del mondo

20.03.2024 ( Aggiornata il 20.03.2024 19:42 )

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L’Horner-gate: le denunce della dipendente e l’assoluzione al termine dell’indagine interna

In un precampionato già intenso per via dell’approdo di Lewis Hamilton in Ferrari, il caso Horner ha finito per vivacizzare ulteriormente le prime fasi della stagione 2024 della Formula 1, con il Team Principal della squadra campione del mondo improvvisamente finito sotto la luce dei riflettori.
Le prime notizie in merito a quello che sarebbe diventato l’Horner-gate vengono diffuse il 5 Febbraio in un articolo di Erik van Haren per il quotidiano olandese De Telegraaf, in cui si riferisce di una indagine interna da parte di Red Bull Austria a carico di Chris Horner alla luce di alcune accuse piuttosto gravi che gli sarebbero state mosse da una dipendente, la quale avrebbe denunciato il comportamento del 50enne Team Principal inglese al quartier generale Red Bull sito a Fuschl am See presentando anche un dossier piuttosto compromettente a suo carico.
Da notare la diversità delle indiscrezioni circolanti: se il tedesco Bild parla addirittura di foto trasgressive inviate alla dipendente, che avrebbe raccolto le immagini ricevute e consegnate alla multinazionale austriaca, il tabloid britannico The Sun smentisce la ricostruzione del Bild, parlando di comportamento autoritario ad opera di Horner.

In quelle stesse ore la testata tedesca Motorsport-total riporta che qualcuno all’interno della Red Bull avrebbe suggerito a Horner di dimettersi, ma che il 50enne Team Principal inglese avrebbe rifiutato, sicuro della sua innocenza (e smentendo al De Telegraaf tutte le notizie uscite in quelle ore), al punto da partecipare regolarmente alla riunione della F1 Commission svoltasi quello stesso giorno.

La notizia di un possibile scandalo a carico di Chris Horner comincia a fare il giro del mondo, al punto che Red Bull Austria si vede costretta ad emettere un comunicato nel quale conferma l’apertura di una indagine interna affidata a un legale esterno, al fine di ricostruire quanto realmente accaduto, rimarcando il fatto che l’azienda è solita prendere queste questioni estremamente sul serio, e che l’indagine sarebbe stata completata non appena possibile. Il giorno successivo la stessa Red Bull fa sapere che l’incontro tra Horner e il legale esterno è fissata per Venerdì 9 Febbraio.

Numerose le indiscrezioni susseguitesi nei giorni successivi: se Erik van Haren in un video sospetta che dietro l’indagine interna Red Bull si nasconda la resa dei conti definitiva tra Horner e Marko (con l’attuale Ds Jonathan Wheatley pronto a prendere il posto di Horner in caso di suo allontanamento), il giornalista britannico Joe Saward ipotizza in caso di allontanamento di Horner il contemporaneo addio del progettista Adrian Newey (che approderebbe in Ferrari) per via di una clausola nel suo contratto (smentita in seguito) che legherebbe la sua permanenza in Red Bull a quella del 50enne Team Principal inglese.

Solamente nel corso delle settimane successive è stato poi possibile ricostruire con più precisione i fatti, andando così a scoprire che la denuncia della dipendente Red Bull al quartier generale della multinazionale austriaca (con conseguente apertura dell’indagine interna) risalirebbe al Dicembre scorso, dopo uno sfogo della stessa con alcuni colleghi di lavoro.
Una volta formalizzata la denuncia della dipendente a carico di Horner sarebbero emerse le prime fratture fra le due fazioni all’interno del team Red Bull, con la componente austriaca (composta come detto all’inizio da Mark Mateschitz e da Oliver Mintzlaff) seriamente intenzionata a chiedere le dimissioni del Team Principal (il quale a sua volta decide di avvalersi della possibilità dell’indagine interna per dissipare ogni dubbio sulla sua innocenza), e con la compagine thailandese nettamente schierata dalla parte di Horner, il quale sia in occasione della presentazione della Red Bull RB20, sia in occasione della conferenza stampa in occasione dei test precampionato decide di non rispondere alle domande in merito alla situazione che lo vede suo malgrado protagonista, per via dell’inchiesta in corso.

Prima di proseguire con il racconto dell’Horner-gate è necessaria aprire una piccola parentesi: perché la compagine thailandese crede così tanto in Chris Horner? Il rapporto tra il 50enne Team Principal inglese e Chalerm Yoovidhya si è stretto in maniera significativa nell’estate 2022. Red Bull è a un passo dalla partnership con Porsche, che dal 2026 fornirebbe le proprie power unit al team austriaco campione del mondo. Porsche, però, non vuole essere solo un fornitore di motori, ma vuole entrare all’interno del management della squadra di Formula 1, e questo non va per nulla bene a Chris Horner, il quale si reca assieme al progettista Adrian Newey appositamente in Thailandia per parlare con Chalerm Yoovidhya, l’unico che possa convincere Dietrich Mateschitz che l’accordo con Porsche non deve essere fatto. In quel frangente Horner non nasconderà a Yoovidhya il suo timore in merito alla perdita d’indipendenza che la Red Bull avrebbe avuto con la partnership con Porsche.
Alla fine Yoovidhya seguì il consiglio di Horner, e in virtù del suo parere negativo, la trattativa con Porsche si fermò lì, con il motorista tedesco che sarebbe stato sostituito nel Febbraio 2023 dalla Ford, la quale a differenza di Porsche non aveva alcuna intenzione di entrare all’interno di Red Bull, ma semplicemente voleva essere un partner tecnologico per le batterie previste per le nuova power unit più semplificate.

Tornando però all’attualità delle scorse settimane, il caso Horner da vicenda privata all’interno del gruppo Red Bull comincia a diventare progressivamente sempre più pubblica, con la sopra citata Ford che in più frangenti attraverso sia il Global Director Mark Rushbrook che tramite una lettera esige chiarezza in merito alla situazione di Horner, affermando che come azienda familiare si attiene a standard molto elevati di comportamento e integrità, e altrettanto si aspetta dai propri partner, così come Formula 1 e FIA si aspettano che la questione venga risolta il prima possibile, preferibilmente prima dell’inizio della stagione.

Mercoledì 28 Febbraio la Red Bull ufficializza l’esito dell’indagine interna, con il reclamo della dipendente respinto (potrà comunque ricorrere in appello). Christian Horner dunque viene assolto dalle accuse mossegli, e dunque potrà finalmente mettersi alle spalle la situazione venutasi a creare e concentrarsi a pieno sulla stagione di Formula 1 che sta per cominciare. Almeno così sembra, perché in quelle ore nessuno può anche solo lontanamente immaginare che la vicenda Horner è ancora lontana dalla sua conclusione, con la situazione all’interno della stessa Red Bull destinata a diventare ancora più incandescente.

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