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F1 Arabia Saudita: vittoria e centesimo podio per Verstappen© Getty Images

F1 Arabia Saudita: vittoria e centesimo podio per Verstappen

Il campione olandese a bordo della Red Bull RB20 si aggiudica il Gp dell’Arabia Saudita precedendo il compagno di squadra Perez e il ferrarista Leclerc. Settimo posto per il debuttante Bearman, premiato dagli appassionati con il Driver Of The Day

10.03.2024 ( Aggiornata il 10.03.2024 18:36 )

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Verstappen, Perez e la doppietta Red Bull in Arabia Saudita

Un dominio netto. Se alla vigilia del weekend di gara era lecito immaginarsi una RB20 più umana a Gedda nei confronti della concorrenza per via della differente filosofia concettuale alla base della nuova monoposto Red Bull, la realtà dei fatti ci mostra una macchina che (al pari delle precedenti monoposto del team austriaco) conferma una volta di più di possedere una pregevole efficienza aerodinamica, ribadendo come almeno per il momento sia difficilmente battibile.

L’ennesima prova di superiorità da parte della Red Bull, dunque, alla base della vittoria di Max Verstappen in Arabia Saudita (la cinquantaseiesima in carriera che coincide peraltro anche con il centesimo podio in Formula 1, la nona vittoria consecutiva considerando le ultime sette gare della passata stagione e le due della stagione appena iniziata) arrivata al termine di una gara che il campione olandese ha sempre tenuto in mano.

Sin dal via, quando Verstappen parte bene e mantiene la testa della classifica, andando giro dopo giro a creare un gap (quantificabile in 2”662 nel corso della settima tornata) nei confronti dei rivali (in primis il compagno di squadra Perez, seguito a 1”455 dal ferrarista Leclerc). Se è vero che la sosta anticipata nel corso dell’ottavo giro (dovuta alla Safety Car mandata in pista dalla Direzione Gara per consentire la rimozione dell’Aston Martin di Lance Stroll, andato a impattare lateralmente contro le barriere tra la curva 22 e la 23 nel corso del settimo giro) lo priva della leadership della gara per alcune tornate a beneficio della McLaren di Lando Norris (rimasto in pista con gomme medie), il dubbio non è sul fatto che Verstappen possa riprendere la testa della corsa, ma dopo quanti giri questo avvenga.

Nel caso specifico, dopo che la Safety Car è rientrata in pista nel corso della decima tornata, è all’inizio del tredicesimo giro che (sfruttando il DRS sul rettilineo del traguardo) il campione olandese torna in testa alla gara, che non abbandonerà più fino alla bandiera a scacchi.

Intervistato al termine della gara Verstappen ha sottolineato sia nella consueta intervista post gara con David Coulthard che ai microfoni di Sky Sport F1 che (pur essendo stato più lungo del previsto lo stint con le gomme dure per via della sosta anticipata) il passo gara alla fine è stato piuttosto buono, sentendosi peraltro piuttosto a suo agio con la macchina. In tutto questo è stato fondamentale il fatto (riconosciuto dallo stesso campione olandese) di concentrarsi solo sulle prestazioni, staccando momentaneamente l’interruttore in merito alla situazione incandescente in casa Red Bull, che, anche nel giorno della gara in Arabia Saudita, non ha mancato di riservare ulteriori colpi di scena.

Se nella giornata di venerdì Helmut Marko ai microfoni della ÖRF aveva annunciato la possibilità che potesse venir sospeso dalla Red Bull (per via di una indagine interna che lo vedeva come possibile responsabile in merito a una fuga di notizie sul caso Horner a favore della stampa, con RTL che aveva nelle ore successive smentito ogni coinvolgimento dell’ex pilota di Graz), nella giornata di sabato si è svolto un colloquio tra Marko e il responsabile sport del gruppo Red Bull Oliver Mintzlaff, al termine del quale Marko è stato riconfermato, come ufficializzato dal diretto interessato ai microfoni di Sky Deutschland, sostenendo anche che ora l’obiettivo è quello di riportare un po' di calma all’interno della squadra.
Tutto finito? No, di certo: al termine della gara, infatti, ai microfoni di Sky Sports Uk il Team Principal Red Bull Christian Horner ha tenuto a far presente che in un team di 1400 persone nessuno deve sentirsi al di sopra, che Helmut Marko è un consulente della Red Bull e che Verstappen è indubbiamente una parte di grande valore della squadra, ma è il lavoro di tutta una squadra che rende possibile risultati come quello conseguito nel Gp dell’Arabia Saudita, per cui nessuno deve sentirsi al di sopra di tutto ciò.
La sensazione, quindi, è che la situazione in casa Red Bull non sia del tutto rasserenata, e che la prossima settimana potrebbe riservarci ulteriori sorprese.

Tornando a parlare della pista, merita di essere sottolineata anche la gara di Sergio Perez, arrivato secondo e staccato di 13”643 dalla monoposto gemella di Verstappen.
Se al via il pilota messicano ha fornito un migliore scatto (favorito anche dalla manovra di Verstappen, che ha provato a chiudere all’interno la Ferrari di Leclerc per consentire al compagno di squadra di guadagnare la posizione sulla Rossa numero 16), altrettanto determinato è stato il pilota monegasco della Rossa, che prima in curva e poi sopratutto in curva 2 non ha abbassato il piede, trovando poi un minimo spazio che gli ha consentito di mantenere la seconda posizione. Checo, però, in quelle fasi ne aveva un po' di più, e così nel corso del quarto giro ecco il sorpasso nei confronti di Leclerc in fondo al rettilineo, con il pilota messicano che passa così in seconda posizione. Pur essendo più performante rispetto ad altre gare per via del suo feeling con la pista di Gedda, Perez non riesce a girare seppur di pochi decimi sui tempi di Verstappen.

© Formula 1

Rientrato per effettuare la sosta anticipata nel corso dell’ottavo giro (approfittando della Safety Car mandata in pista per rimuovere la monoposto di Stroll) il pilota messicano viene fatto uscire in pitlane dalla squadra ignorando l’arrivo in quel frangente dell’Aston Martin di Fernando Alonso, costringendo così il pilota asturiano a una frenata per evitare il contatto. Un evidente unsafe release da parte della Red Bull, che ha portato giustamente la Direzione Gara a comminare una penalità di cinque secondi nei confronti di Perez, scontata sull’ordine di arrivo finale.

Intervistato a fine gara, Perez ha dichiarato che alla fine la Safety Car ha finito per condizionare la sua gara, sia per via della penalità, sia per essere finito dopo la sosta alle spalle di Hamilton e di Norris (rimasti in pista con gomme medie), che il pilota messicano ha poi dovuto superare con fatica in pista, andando a perdere a suo giudizio nel traffico tra i sette e gli otto secondi.

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