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Leclerc-Sainz, è prima fila Ferrari a Città del Messico!© Getty Images

Leclerc-Sainz, è prima fila Ferrari a Città del Messico!

I due piloti della Rossa (alla seconda pole consecutiva con il monegasco) sono separati da 67 millesimi. Terzo Max Verstappen che precede un sorprendente Daniel Ricciardo (quarto con l’AlphaTauri) e Sergio Perez, quinto. Mercedes: Hamilton sesto, Russell ottavo

29.10.2023 ( Aggiornata il 29.10.2023 14:22 )

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La pole che non ti aspetti. Quando tutto lasciava ormai presagire l’ennesima pole position di Max Verstappen, a sorpresa in Q3 è la Ferrari ad emergere, conquistando un’inattesa prima fila con Charles Leclerc (alla seconda pole position consecutiva dopo quella conquistata lo scorso weekend ad Austin), che ha preceduto sul traguardo di 67 millesimi il suo compagno di squadra Carlos Sainz Jr. Una Ferrari, quella vista sul circuito intitolato ai fratelli Rodriguez a Città del Messico, che nelle prove libere sul giro secco era stata capace di emergere molto bene nel primo settore (caratterizzato dal lungo rettilineo di 948 metri solo al termine del quale si trova la prima curva) potendo sfruttare la sua migliore velocità di punta (per via dell’assetto più scarico dovuto alla ricerca del miglior bilanciamento possibile all’anteriore, che ha evidenziato una Rossa piuttosto performante e ben assettata), così come nel terzo settore denotando anche una buona trazione, salvo soffrire nel secondo settore, e in particolare nello snake di curve veloci presente tra la 7 e la 9.

Nell’affrontare, però, la sessione di qualifiche, per via della maggiore temperatura della pista (26° atmosfera, 46° asfalto) rispetto alla FP3, in Q1 e sopratutto in Q2 la Rossa ha sofferto non poco, con Leclerc che ad esempio in Q2 ha chiuso al sesto posto, e con Sainz che addirittura ha sfiorato la clamorosa eliminazione salvandosi per soli 58 millesimi al decimo posto (divenuto poi nono dopo la cancellazione del tempo della Williams di Alexander Albon per track limits, con il pilota anglo-thailandese retrocesso dal nono al quattordicesimo posto, e con il ripescaggio dell’Alfa Romeo di Guanyu Zhou, risalita al decimo posto).

Al momento di iniziare il Q3, in pochi avevano dubbi sulla pole ad opera della Red Bull di Max Verstappen (primo al termine del Q1 e secondo in Q2 alle spalle della Mercedes di Lewis Hamilton dopo aver fatto un unico tentativo contro i due dell’eptacampione inglese, passato in testa con pista più gommata rispetto al tentativo effettuato dal campione olandese della Red Bull) ma, come detto, alla fine ad emergere è stata a sorpresa la Ferrari, con Charles Leclerc in pole con il tempo di 1'17"166, e con Carlos Sainz Jr secondo (1’17”233), staccato di 67 millesimi dal compagno di squadra messicano.


Per Leclerc quella conquistata è la seconda pole position in terra messicana (dopo quella conquistata nel 2019 sempre al volante della Ferrari, quando la gara aveva ancora la denominazione di Gp del Messico), ma sopratutto è la 22°pole in carriera, andando così ad eguagliare il numero di pole conquistate in carriera da Fernando Alonso.

Un risultato, quello della Ferrari al termine delle qualifiche del Gp di Città del Messico, sorprendente e assolutamente inspiegabile non solo per i piloti (con Leclerc e Sainz che sono rimasti a dir poco sorpresi, sostenendo entrambi che non se l’aspettavano minimamente), ma anche per il Team Principal della Rossa, Frederic Vasseur, che, intervistato da Sky, ha confessato che non si sarebbe minimamente immaginato questo improvviso miglioramento dal Q2 (che aveva visto le Rosse soffrire non poco) e il Q3 (con Leclerc e Sainz capaci di conquistare l’intera prima fila della griglia di partenza). Ammesso che la mappatura del motore tra Q2 e Q3 per Regolamento deve rimanere la stessa, cosa è cambiato in pochi minuti per consentire alla Ferrari di ottenere questo straordinario risultato?


La spiegazione più logica nel giustificare la ritrovata competitività delle Rosse di Leclerc (sopra raffigurato) e di Sainz in Q3 rispetto alle precedenti fasi di Q1 e Q2 potrebbe essere legata al progressivo abbassamento della temperatura per via del sole che stava via via tramontando. Nel corso degli anni, infatti, le monoposto di F1 si sono via sensibilizzate, tanto che al variare della temperatura dell’aria e dell’asfalto possono cambiare non di poco il proprio comportamento: vedi ad esempio la Williams di Alexander Albon, che molto bene si era comportata nel corso delle prove libere candidandosi per quanto visto alla prima se non alla seconda fila dello schieramento, e poi con l’innalzarsi della temperatura in Q1 e Q2 andare in seria difficoltà, venendo addirittura eliminata in Q2.
Nel caso della Ferrari non è da escludere che dopo aver sofferto in Q1 e Q2, con l’abbassarsi della temperatura in Q3 la SF-23 abbia trovato un’ottimale finestra di esercizio delle gomme che (complice anche, come già detto, un buon assetto della monoposto) gli abbia consentito di emergere non solo nel primo e nel terzo settore (dove già si difendeva piuttosto bene), ma a sorpresa anche in quel secondo settore, che nelle libere così come in Q1 e Q2 rappresentava un autentico spauracchio per la scuderia di Maranello. Importante, poi, è stato anche il fatto di poter contare in Q3 (al pari di Verstappen) su due set di gomme soft nuovi, che ha consentito sia a Leclerc che a Sainz di poter avere nell’ultimo tentativo le giuste indicazioni per poter tirare al massimo il giusto nel primo settore, senza arrivare nell’ultimo con le gomme surriscaldate.

L’attenzione in casa Ferrari è ora rivolta per la gara: la pista intitolata ai fratelli Rodriguez presenta al via un lungo rettilineo di 948 metri prima della prima curva, motivo per il quale sarà importante per Leclerc e Sainz (sopra raffigurato) giocare di squadra per evitare di essere attaccati per via della scia da parte della Red Bull di Verstappen. Cosa peraltro già successa nel 2021, con le qualifiche che videro (in uno scenario molto simile a quello avvenuto quest’anno) le Mercedes di Valtteri Bottas e di Lewis Hamilton conquistare l’intera prima fila a scapito della Red Bull di Max Verstappen (dominatore in Q1 e Q2) per via delle temperature più basse in Q3, con il campione olandese che poi si prese la sua rivincita in gara, superando al via nel lungo rettilineo le due Mercedes, prendendosi la testa della gara. Uno scenario, questo, che la Ferrari proverà nei limiti del possibile a evitare, o quantomeno a ritardare il più possibile: se la vittoria di Verstappen non sembra essere in discussione, è altrettanto chiaro però che sia Leclerc che Sainz proveranno di tutto per provare a difendere con i denti il risultato conquistato in qualifica, potendo contare anche su una power unit Ferrari che al momento su giro secco sembra aver risolto quei problemi di surge, che avevano caratterizzato il weekend dello scorso anno in terra messicana.

Alle spalle delle due Ferrari troviamo rispettivamente in terza e quinta posizione le Red Bull del sopra raffigurato Max Verstappen (1’17”263, staccato di soli 97 millesimi dalla pole di Leclerc) e di Sergio Perez (1’17”423). Nel caso del pilota olandese (perfettamente a suo agio in Q1 e Q2) a fare la differenza in Q3 è stata l’improvvisa perdita della corretta finestra di esercizio delle gomme, dovuto all’abbassamento della temperatura ambientale (così come quella dell’asfalto) per via del sole che stava tramontando. Al termine delle qualifiche, infatti, il pilota olandese ha dichiarato che la monoposto scivolava maggiormente, il che ha portato non solo ad un inevitabile aumento della temperatura delle gomme, ma anche a una perdita di grip nel terzo settore per via del surriscaldamento delle gomme stesse. Lo stesso Verstappen, però, non ha nascosto in ottica gara, di aver capito come affrontare al meglio il terzo settore e di essere fiducioso per il Gp domenicale, che si preannuncia lungo. Vero, avrebbe preferito partire primo, ma anche la terza posizione in griglia a detta del campione olandese è comunque buona in ottica gara.
A rassicurare il campione olandese presumibilmente è anche il fatto di aver adottato un assetto più carico rispetto ad esempio alle Ferrari, che gli consentirà in ottica gara di gestire al meglio le gomme rispetto al giro secco, e di essere comunque piuttosto performante in pista.

Restando in casa Red Bull, troviamo (come detto) in quinta posizione la RB19 di Sergio Perez. Nella sua gara di casa il pilota messicano ha comunque disputato una buona qualifica, limitando a soli 160 i millesimi di distacco nei confronti del campione olandese, e chiaramente si candida a un posto sul podio. Detto questo, però, è inevitabile che al via della gara Perez si presenta con non poca pressione sulle spalle alla luce dell’ottimo quarto posto conseguito in qualifica dall’AlphaTauri di Daniel Ricciardo (1’17”382), a sandwich tra le due Red Bull.

Proprio il pilota australiano di origini italiane (dato in più occasioni come possibile sostituto di Perez in Red Bull nel caso in cui il rapporto tra il messicano e la scuderia austriaca dovesse irrimediabilmente deteriorarsi) rappresenta la sorpresa più bella delle qualifiche del Gp di Città del Messico: su quella pista dove nel 2018 al volante della Red Bull ottenne la sua ultima pole position superando per soli 26 millesimi l’allora compagno di squadra Max Verstappen, Ricciardo fin dalle prove libere ha dato l’impressione di trovarsi davvero molto bene con la sua AlphaTauri classificandosi sempre all’interno della top 10 se non nelle primissime posizioni in Q1 e Q2, riuscendo addirittura a far registrare il parziale record nel terzo e ultimo settore, come possiamo vedere da questo tweet pubblicato sui profili social della Formula 1.

Un risultato incredibile, se consideriamo che attualmente l’AlphaTauri è ultima in Classifica Costruttori seppur in recupero su Haas, ma che conferma da una parte la crescita dello junior team Red Bull (con sede a Faenza) grazie alla bontà degli ultimi aggiornamenti introdotti, ma dall’altra anche il feeling di Ricciardo con il circuito intitolato ai fratelli Rodriguez.
Intervistato da Sky al termine delle qualifiche, Ricciardo ha dichiarato che nella giornata di venerdì ha provato un set-up che gli era piaciuto di più e che fin dal primo run in FP1 gli ha fatto sentire più fiducia nel guidare la macchina, e che ovviamente ha mantenuto sulla stessa per tutto il weekend. Daniel confessa che si aspettava un approdo in Q3 (e in tal senso ha ringraziato il compagno di squadra Yuki Tsunoda per la scia offertagli in Q1 e Q2) con un possibile ottavo posto in griglia, ma non certamente una quarta (frutto di un ottimo giro nel primo run), che alla fine gli ha dato la possibilità di tornare a sentirsi il vero Daniel.

Adesso Ricciardo ha dunque l’occasione d’oro in gara per consentire all’AlphaTauri di togliersi dall’ultimo posto in Classifica Costruttori provando a superare la Haas, a soli due punti: basterà fare meglio del nono posto. Obiettivo assolutamente alla portata per il pilota italo-australiano, tornato a correre ad Austin dopo l’infortunio patito a Zandvoort, e rinato nello spirito in AlphaTauri dopo la deludente esperienza dell’ultimo biennio in McLaren (vittoria 2021 a Monza a parte).

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