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Il 16 Agosto 1998 il campione di Kerpen conquista il Gp d’Ungheria davanti alla McLaren-Mercedes di David Coulthard, pur facendo una sosta in più dell’avversario
Una vittoria figlia del talento di guida del pilota e della perfetta visione strategica del muretto ai box. Tra i 72 successi conquistati dal binomio Michael Schumacher-Ferrari tra il 1996 e il 2006 ancora oggi ha un posto speciale nel cuore dei tifosi della Rossa la vittoria conseguita in Ungheria sul circuito dell’Hungaroring il 16 Agosto 1998, in cui se da una parte il campione di Kerpen riuscì a fare la differenza nello stint centrale compiendo dei veri e propri giri da qualifica, dall’altra fu decisiva l’intuizione del Dt Ross Brawn di cambiare strategia passando dalle due alle tre soste, riuscendo così non solo a superare le McLaren di Hakkinen e di Coulthard, ma sopratutto a conquistare un successo su una pista come quella ungherese dove sorpassare è a dir poco impossibile in una stagione contrassegnata dalla cosiddetta guerra delle gomme.
La stagione 1998 in Formula 1 vede infatti l’adozione non solo di monoposto più strette di una ventina di cm rispetto all’anno precedente, ma anche delle gomme scanalate (tre scanalature sulle gomme anteriori (divenute poi quattro dal 1999) e quattro scanalature sulle gomme posteriori) con l’obiettivo di rallentare la velocità delle monoposto in curva. Due i gommisti impegnati: l’americana Goodyear (all’ultimo anno in F1) che supporta Ferrari, Williams, Jordan, Sauber e Tyrrell) e la giapponese Bridgestone (tornata in F1 nel 1997 dopo una breve apparizione nel biennio 1976-1977 nel solo Gp del Giappone) che supporta McLaren, Benetton, Prost, Arrows, Stewart e Minardi).
Fin dai test precampionato emerge lo strapotere del binomio McLaren-Bridgestone, con le qualità della MP4/13 che ben si sposano con le coperture nipponiche (con gomme anteriori più larghe rispetto alla Goodyear), e non è un caso se le prime due gare di campionato in Australia e Brasile vedranno ben due doppiette McLaren con il pilota finlandese Mika Hakkinen in entrambi i casi davanti al compagno di squadra David Coulthard, con Michael Schumacher terzo in Brasile staccato di poco più di un minuto.
Goodyear corre subito ai ripari, introducendo in Argentina delle gomme anteriori più larghe, con Schumacher che torna alla vittoria con la sua Ferrari conquistando la gara, davanti alla McLaren di Mika Hakkinen e all’altra Rossa di Eddie Irvine. Nella successiva gara di Imola è Coulthard a vincere il Gp di San Marino, con le due Rosse di Schumacher ed Irvine sul podio, a conferma di una effettiva ritrovata competitività delle gomme Goodyear, le quali, però, tornano a perdere prestazione in Spagna (doppietta McLaren con Hakkinen e Coulthard davanti a Michael Schumacher), e a Monaco (nuova vittoria McLaren con Hakkinen). In Canada, Francia e in Gran Bretagna è invece la Ferrari a prevalere con Michael Schumacher, con il campione di Kerpen che si porta con 54 punti a due sole lunghezze dal leader Hakkinen (a quota 56), il quale, però, torna a vincere sia in Austria che in Germania (con in entrambi i casi Coulthard secondo), con Schumacher che si classificherà terzo in Austria e quinto in Germania (dopo il nono posto in qualifica, pagando presumibilmente la scelta di testare nella giornata di venerdì la F300 con il passo lungo).
Alla vigilia del Gp d’Ungheria la classifica vede quindi Hakkinen ampliare nuovamente il vantaggio nei confronti di Schumacher: 76 i punti del pilota finlandese contro i 60 del campione tedesco della Ferrari, con Coulthard terzo a 42 punti, seguito da Irvine quarto a quota 32.
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