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Dopo il trionfo nella Sprint George Russell conquista la sua prima vittoria in carriera aggiudicandosi il Gp di San Paolo davanti al compagno di squadra Hamilton e alle Ferrari di Sainz e di Leclerc
Una gara divenuta improvvisamente più complicata del previsto. La Red Bull chiude il Gp di San Paolo al sesto posto con Max Verstappen e al settimo posto con Sergio Perez al termine di un weekend che ha visto il team austriaco in difficoltà con la gestione delle gomme, ma anche alle prese a sorpresa con un rapporto divenuto difficile tra i due piloti, con Verstappen (autore di una gara in rimonta dopo il contatto con Hamilton nel corso del settimo giro) che nonostante la richiesta della squadra si è rifiutato di restituire la posizione a Sergio Perez.
Al via della gara Verstappen mantiene la terza posizione alle spalle del duo Mercedes Russell-Hamilton, salvo poi tentare il sorpasso ai danni dell’eptacampione inglese una volta che la gara riparte nel corso del settimo giro una volta che la Safety Car (scesa in pista per consentire la rimozione della McLaren di Daniel Ricciardo) è tornata ai box. Il duello tra Hamilton e Verstappen ricorda molto quelli visti in più occasioni nel corso della passata stagione, con il campione olandese che tenta di superare l’eptacampione inglese della Mercedes esternamente per poi avere a favore la traiettoria interna in curva 2.
Come più volte è capitato lo scorso anno, né Hamilton, né Verstappen sono disposti ad alzare il piede per far passare l’altro, e il risultato è un inevitabile contatto tra le due monoposto, con la RB18 di Verstappen ad avere la peggio con la rottura dell’ala anteriore, e un leggero danno al fondo che alla fine non ha particolarmente influito sul suo passo gara. Il pilota olandese è così costretto a rientrare ai box per cambiare l’ala anteriore e, scontati i 5 secondi di penalità inflitti a suo carico dalla direzione gara per aver innescato la collisione con Hamilton, inizia la sua gara di rimonta che lo porta fino al settimo posto alle spalle del compagno di squadra Sergio Perez.
Nel corso del 66°giro Verstappen chiede alla squadra di invitare Checo a dargli strada, ma la squadra rifiuta con il pilota olandese che, ignorando le direttive del team ,supera autonomamente il compagno di squadra. Perez all’interno dell’abitacolo chiede spiegazioni, ma la squadra prova a rincuorarlo dicendogli che se Verstappen non riuscirà a superare Alonso per la quinta posizione gli renderà la posizione. Arriviamo così all’ultimo giro con Verstappen, distante 495 millesimi dall’Alpine di Alonso, che, non riuscendo a superare il pilota asturiano, decide di non rendere la posizione a Perez chiudendo così in sesta posizione, nonostante in quell’ultimo giro la squadra (e in particolare il suo ingegnere di pista Andrea Lambiase) gli avessero ricordato di cedere la posizione a Checo, con Max fermo e perentorio nel non volerlo fare. Se nel dopo gara Verstappen, ribadendo le proprie ragioni (legate, secondo quanto si sussurra, all’incidente occorso a Perez nel finale delle qualifiche del Gp di Monaco, fatto su base volontaria per impedire a Verstappen di migliorare il tempo) ha comunque assicurato che ad Abu Dhabi aiuterà Perez, il pilota messicano nelle interviste rilasciate al termine della gara alle emittenti latine è stato piuttosto duro nei confronti di Max, sostenendo di non capire le ragioni del suo comportamento e che se è diventato un due volte campione del mondo lo è grazie a lui.
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