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I 50 anni di Jacques Villeneuve© LAPRESSE

I 50 anni di Jacques Villeneuve

Nel giorno in cui il pilota canadese (campione del Mondo nel 1997 con la Williams) compie 50 anni, ripercorriamo le principali tappe della sua avventura in Formula 1.

09.04.2021 ( Aggiornata il 09.04.2021 21:24 )

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Un pilota fortemente apprezzato dagli appassionati per il suo parlar chiaro senza peli sulla lingua nei suoi otto anni di collaborazione con Sky Italia dal 2013 al 2020 compreso. Jacques Villeneuve compie 50 anni e lo fa tornando a tempo pieno al volante nell’edizione 2021 della Nascar Whelen Euro Series, l’equivalente europeo della celebre serie americana, con monoposto dalle caratteristiche simili a quelle a stelle e strisce, con telaio unico in tubulari saldati alla carrozzeria, motore V8 da 5.7 litri con potenza pari a circa 400 cavalli, cambio a quattro rapporti, e velocità massima raggiungibile pari a 245 Km/h. Un cerchio che si chiude, se consideriamo che la carriera motoristica del pilota canadese vide la sua consacrazione proprio nelle corse americane, e nella fattispecie nella IndyCar, che Jacques conquisterà nel 1995 assieme alle 500 Miglia d’Indianapolis dopo esser stato premiato l’anno precedente come Rookie of the year.

Nato il 9 Aprile 1971 a Saint-Jean-sur-Richelieu, a undici anni da poco compiuti, Jacques Villeneuve perde il padre Gilles (celebre pilota di Formula 1 ancora oggi amatissimo dai tifosi Ferrari) in occasione di un drammatico incidente occorso al volante della Ferrari 126 CK2 nelle fasi finali delle qualifiche del Gp del Belgio l’8 Maggio 1982 sul circuito di Zolder. Una perdita pesantissima per il ragazzo, il quale quasi due anni dopo contro il volere della madre Joanna decide di diventare anche lui pilota. Decisivo per realizzare il suo sogno fu il superamento di una scommessa con la stessa Joanna, la quale promise di accompagnare il figlio su una pista di kart solamente nel caso in cui fosse riuscito a conseguire degli ottimi risultati in matematica, materia per lui piuttosto ostica. Jacques non si perse d’animo, e così non solo riuscì a vincere la sua scommessa, ma addirittura volle con se sua madre a vederlo in pista ad Imola, dove il giovane utilizzò diverse tipologie di kart fino ad arrivare ad effettuare alcuni giri a bordo di una Formula 4. Una volta tornato in Canada, sarà poi lo zio Jacques-Joseph Villeneuve Sr a iscriverlo alla scuola di pilotaggio intitolata a Jim Russell, risultando a detta dell’istruttore il miglior pilota che avesse mai avuto. Dopo aver guidato per alcune corse al volante di un’Alfa 33, nel 1989 Jacques debutta nella F3 italiana , dove rimarrà fino al 1991 con risultati assai altalenanti. Nel 1992 il passaggio alla Formula Nippon, dove conquisterà il secondo posto nella classifica finale grazie a ben tre vittorie conquistate. Nel 1993 il passaggio alla Formula Atlantic americana, dove il suo talento comincerà sempre più ad emergere, come dimostra il terzo posto finale in un’annata che lo vedrà ottenere anche sette pole position e ben cinque vittorie con il team minore di Andy Green, il quale nel 1994 lo iscriverà alla Formula Cart.

I successi ottenuti nel 1995 come sopra scritto nelle 500 Miglia d’Indianapolis e con la conquista del campionato di Formula Cart spingono alle stelle la carriera del giovane Jacques, al punto che anche in Formula 1 si comincia molto seriamente a pensare alla possibilità di portare il figlio del compianto Gilles nella massima serie motoristica. Il principale artefice di questa scelta è il patron del Circus Bernie Ecclestone, il quale fece di tutto per poter avere un Villeneuve al via del Mondiale di Formula 1, e ben presto fu affiancato dallo storico patron inglese Frank Williams, il quale dopo aver fatto svolgere al giovane canadese un test di tre giorni nell’Agosto 1995 a bordo della Williams FW17, decise che a correre l’anno successivo per la sua scuderia sarebbero stati il vicecampione del mondo Damon Hill, e proprio lui, Jacques Villeneuve.

VILLENEUVE E LA SUA CARRIERA IN FORMULA 1

La fortuna, si dice, aiuta gli audaci, e nel caso di Villeneuve consente al pilota canadese figlio d’arte di trovarsi al debutto in Formula 1 al momento giusto (1996) e sopratutto nella squadra giusta, rappresentata dalla Williams, che, in seguito al passaggio del due volte campione del mondo Michael Schumacher dalla Benetton alla Ferrari, diventa senza ombra di dubbio la squadra da battere. Non è un mistero, quindi, che la Williams possa ambire alla conquista del titolo iridato, e che lo possa fare con entrambi i piloti, e non è un caso che i migliori risultati ottenuti da Jacques nella massima serie motoristica siano stati proprio ottenuti nel biennio 1996-1997, quando la scuderia di Grove era ancora motorizzata dalla Renault, e poteva ancora contare su un tecnico di grande valore quale Adrian Newey. Fin da subito Villeneuve comincia a mostrare il suo talento, conquistando al debutto assoluto in Australia la prima pole position in carriera (1’32”371) con 138 millesimi sul compagno di squadra Damon Hill, il quale si aggiudicherà la gara, approfittando della perdita d’olio della Williams gemella del pilota canadese, il quale concluderà la gara in seconda posizione.

A tutti appare chiaro che l’appuntamento con la prima vittoria per Jacques è solamente rimandato di poco tempo, e si concretizza puntualmente nel corso del quarto appuntamento mondiale, il Gp d’Europa, corso sul circuito del Nürburgring il 28 Aprile 1996, quando il pilota canadese riesce a controllare piuttosto agevolmente il recupero nel finale della Ferrari di Michael Schumacher, tagliando vittoriosamente il traguardo con 762 millesimi di vantaggio.

Nel corso di quella prima stagione in Formula 1 Villeneuve conquisterà altre tre vittorie in Gran Bretagna, Ungheria e Portogallo (che lo vedrà nel corso del 16° Giro superare la Ferrari di Michael Schumacher, rallentato dalla Minardi di Lavaggi da doppiare, grazie a una spettacolare manovra all’esterno), tre pole position (oltre a quella dell’Australia già citata, vanno ricordate anche quelle ottenute in Belgio e in Giappone sul circuito di Suzuka), perdendo nell’ultima gara il titolo nei confronti del più esperto compagno di squadra Damon Hill per il distacco di una ruota nel corso del 37° Giro, ma denotando al contempo nella parte centrale un rendimento costante, che lo porterà ad ottenere sette podi consecutivi tra il Gp di Spagna e il Gp del Belgio (nella fattispecie due vittorie in Gran Bretagna e Ungheria, tre secondi posti in Canada, Francia e Belgio, e due terzi posti in Spagna e Germania).

Con il passaggio di Damon Hill alla Arrows, Villeneuve viene così promosso come prima guida in Williams per la stagione 1997: al suo fianco arriva il tedesco Heinz Harald Frentzen. L’obiettivo del team di Grove è confermare il titolo mondiale vinto l’anno prima in una stagione che vedrà la decisa crescita della Ferrari di Michael Schumacher, che fin da subito diventerà la principale rivale per il titolo iridato. Se la Williams nell’arco della stagione otterrà il maggior numero di vittorie (7 con Villeneuve in Brasile, Argentina. Spagna, Gran Bretagna, Ungheria,Austria e Lussemburgo e 1 con Frentzen a Imola), la Ferrari avrà il grande pregio di essere costante arrivando pur con meno vittorie (5 con Schumacher a Monaco, in Canada, Francia,Belgio e Giappone) a lottare per il titolo fino all’ultima gara, in un quadro che vede anche la crescita della McLaren-Mercedes, in cui approda a stagione in corso dalla Williams il capo progettista Adrian Newey, che risulterà fondamentale nella progettazione della MP 4/13.

Come detto, quindi, il titolo iridato si decide nell’ultima gara di campionato (Gp d’Europa) a Jerez il 26 Ottobre 1997 . Già le qualifiche si presentano piuttosto spettacolari, con Villeneuve (Williams), Schumacher (Ferrari) e Frentzen (Williams) autori dello stesso identico tempo (1’21”072), con i due rivali per il titolo che partiranno in prima fila (con Villeneuve in pole) semplicemente per aver fatto il tempo prima di Frentzen.
Al via Villeneuve fa pattinare troppo le gomme, e Schumacher prende così la testa della corsa, seguito da Frentzen, con il pilota canadese terzo, che poi risalirà in seconda posizione nel corso dell’ottavo giro grazie a un ordine di scuderia. Neanche le due soste sembrano cambiare l’andamento della corsa con Schumacher davanti a Villeneuve di circa due secondi e mezzo nel corso del 45° dei 69 giri previsti. Il pilota canadese da quel momento in poi comincia progressivamente a recuperare nei confronti del campione tedesco, che aveva già provato a superare con scarso successo nel corso del 27° Giro.

Arriviamo così all’episodio topico che non solo decide la gara, ma anche l’esito del Mondiale: dopo aver chiuso in più occasioni l’avversario, nel corso del 47° Giro Schumacher si fa sorprendere da un nuovo attacco del rivale alla curva Dry Sac, e a quel punto prova a chiudere la traiettoria, finendo però con il dare una sportellata alla Williams numero 3. Schumacher (penalizzato nei giorni successivi dalla Federazione per la manovra venendo squalificato dal campionato) è costretto al ritiro, con la sua Ferrari che è ferma sulla sabbia e che non riesce a ripartire. Villeneuve può proseguire, ma la sua monoposto nell’impatto con Schumacher è danneggiata. Al pilota canadese basta anche un terzo posto per conquistare il titolo mondiale, e pertanto comincia a rallentare al fine di riuscire a portare la macchina al traguardo. La sua Williams verrà superata nel corso dell’ultimo giro dalle McLaren di Hakkinen (vincitore della gara) e di Coulthard, ma quello che conta è che con questo risultato Jacques Villeneuve si laurea Campione del Mondo.

Tutto farebbe presupporre l’inizio di una era di successi per Villeneuve e la Williams, purtroppo non sarà così. Al termine della stagione 1997 la Renault saluta la Formula 1, con Williams e Benetton che avrebbero potuto continuare ad utilizzare i V10 francesi tramite la Mecachrome, seppur come motori clienti. Nonostante al termine della stagione 1998 Villeneuve risulterà essere il pilota con più giri all’attivo (937) contro i 921 di Schumacher e gli 856 del neo campione del mondo Hakkinen, la Williams non sarà mai seriamente in grado di lottare per il titolo mondiale, con il pilota canadese che otterrà come miglior risultato due terzi posti in Germania e in Ungheria.

Da qui la decisione di lasciare la Williams, e di approdare nel 1999 alla neonata scuderia BAR (British American Racing) fondata dall’amico e manager Craig Pollock con il sogno di tornare a vincere. Purtroppo per Jacques non andrà così. La Bar motorizzata Supertec in quella prima stagione di vita si rivelerà essere un clamoroso flop, con il pilota canadese (affiancato dal brasiliano Ricardo Zonta) costretto al ritiro consecutivamente nelle prime undici gare (su 16) della stagione, con l’ottavo posto a Monza come miglior risultato.
Nel 2000 con il passaggio alla motorizzazione Honda la BAR e Villeneuve sembrano quasi risorgere: dopo le deludenti prestazioni dell’annata precedente, la BAR-Honda 002 conquista in sette occasioni la zona punti (quarto posto in Australia, Francia, Austria e America; quinto posto a Imola e in Malesia, sesto posto in Giappone), con 17 punti conquistati e il quinto posto in Classifica Costruttori. Da qui la decisione di Villeneuve di rinnovare con la BAR, con la convinzione che la squadra possa finalmente aver intrapreso un corretto percorso di crescita.
Se nel 2001 riuscirà a tornare sul podio grazie al terzo posto nel Gp di Germania e nel Gp di Gran Bretagna, bisogna però anche dire che la BAR003 si rivelerà essere una monoposto un po' meno performante rispetto alla precedente come dimostra il sesto posto finale in Classifica Costruttori, in una stagione che vedrà Jacques coinvolto nella gara inaugurale in Australia in un brutto incidente innescato da Ralf Schumacher (Williams) che gli provocherà lo spostamento di una vertebra, con il pilota canadese che solamente a partire dalla Spagna tornerà ad essere maggiormente competitivo e performante nei confronti del neo compagno di squadra, il francese Oliver Panis. Nel corso dell’estate Villeneuve verrà contattato dalla Jaguar, ma alla fine deciderà di restare in Bar a fianco dell’amico Craig Pollock, il quale però a inizio 2002 verrà estromesso dalla squadra, sostituito da David Richards, con cui Villeneuve non si troverà mai a suo agio, al punto di lasciare la squadra alla viglia dell’ultima gara del Mondiale 2003.

Nel 2004 Villeneuve approda in Renault per sostituire Jarno Trulli nelle ultime tre gare della stagione, ottenendo però un undicesimo posto in Cina, e due decimi posti in Brasile e Giappone, a causa di un difficile adattamento alla R24, a cui si aggiunse una condizione fisica non eccellente dovuta all’inattività. Nello stesso periodo in cui Villeneuve approda in Renault per sostituire Trulli, la Sauber ufficializza l’ingaggio biennale del pilota canadese. Se la prima parte del Mondiale 2005 non sarà molto positiva, nella seconda Villeneuve riuscirà sostanzialmente ad eguagliare le prestazioni del più giovane compagno di squadra, il brasiliano Felipe Massa. Miglior risultato il quarto posto di Imola, in una stagione che vedrà a fine anno l’acquisizione della Sauber da parte della BMW, con il team che prenderà la denominazione di BMW Sauber.

Se nelle prime cinque gare del Mondiale 2006 Villeneuve riuscirà a conquistare in ben tre occasioni la zona punti (sesto posto in Australia, settimo in Malesia, e ottavo nel Gp d’Europa corso al Nürburgring),il brutto incidente occorsogli durante il 30° Giro del Gp di Germania (svoltosi sul circuito di Hockenheim il 30 Luglio 2006), spingerà la BMW a sostituire il pilota canadese con il talentuoso polacco Robert Kubica, che nella gara successiva conquisterà in Ungheria il settimo posto finale, prima di venire squalificato in quanto la sua monoposto era stata trovata sottopeso di 2 Kg. Dinanzi alle migliori prestazioni di Kubica, la BMW proporrà a Villeneuve di fare una serie di test privati insieme al pilota polacco in modo da stabilire chi avrebbe affiancato Nick Heidfeld per le rimanenti gare della stagione. Il pilota canadese deciderà a questo punto di lasciare la squadra con effetto immediato, e con essa la Formula 1, ritenendo di aver sostenuto numerose prove nell’arco della sua carriera, e di non dover dimostrare più nulla a nessuno.

Una volta lasciato il mondo della Formula 1, Villeneuve parteciperà nel 2007 e nel 2008 alla 24 Ore di Le Mans senza vincerla, perdendo così l’occasione di eguagliare il record di Graham Hill, unico pilota nella storia del Motorsport ad essersi aggiudicato la Triple Crown per aver vinto il Mondiale di Formula 1, la 24 Ore di Le Mans e le 500 Miglia d’Indianapolis.

Dopo esser tornato a riassaporare negli ultimi anni (dal 2013 al 2020) il Mondiale di Formula 1 come commentatore Sky nei post gara al fianco di Federica Masolin, Marc Gené e Davide Valsecchi, in queste settimane Villeneuve si sta preparando per la nuova avventura della Nascar Whelen Euro Series, con l’auspicio di tornare a togliersi qualche soddisfazione nella serie europea ispirata alle corse americane. Lì dove la sua carriera aveva preso il volo verso quel mondo speciale chiamato Formula 1.

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