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Gilles Villeneuve e la prima vittoria in Formula 1© Motorsport Images

Gilles Villeneuve e la prima vittoria in Formula 1

Nel weekend in cui si sarebbe dovuto correre il Gp del Canada, ricordiamo la prima storica vittoria di Gilles Villeneuve in Formula 1, avvenuta a bordo della Ferrari 312T3 proprio sul circuito di Montreal (a lui dedicato dopo la sua scomparsa) l'8 Ottobre 1978.

13.06.2020 ( Aggiornata il 13.06.2020 19:28 )

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Un circuito speciale per i piloti, ma anche per gli appassionati di Formula 1. La pista di Montreal (sede dal 1978 del Gp del Canada) nel corso degli anni ha visto in diverse occasioni la prima vittoria in carriera di un pilota nella massima serie motoristica. Come non ricordare, ad esempio, quella di Thierry Boutsen con la Williams-Renault nel 1989, quella di Jean Alesì con la Ferrari nel 1995, quella di Lewis Hamilton nel 2007 con la McLaren-Mercedes in una gara caratterizzata dal bruttissimo incidente occorso a Robert Kubica, il quale giusto un anno dopo si prenderà una emozionante rivincita sul destino conquistando proprio la gara canadese. In tempi più recenti, nel 2014, è stato Daniel Ricciardo a bordo della Red Bull motorizzata Renault a conquistare in quel di Montreal la sua prima vittoria in carriera, in un'annata caratterizzata dal dominio della Mercedes nell'era turbo-ibrida appena iniziata.
Tra queste prime vittorie, però, ce n'è una davvero speciale: non solo perchè è avvenuta nella prima edizione del Gp del Canada corsa a Montreal (dopo che in passato si era corso sui circuiti di Mont-Tremblant e di Mosport), ma anche perchè a salire sul gradino più alto del podio è stato un pilota canadese. Stiamo parlando, infatti, di Gilles Villeneuve, che l'8 Ottobre 1978 a bordo della Ferrari 312T3 in un'annata caratterizzata dall'affermazione della Lotus di Mario Andretti, conquista nell'ultima gara della stagione la sua prima vittoria nella massima serie motoristica. Un pilota, Gilles Villeneuve, che a distanza di 38 anni dalla sua drammatica scomparsa (avvenuta in occasione delle qualifiche del Gp del Belgio a Zolder l'11 Maggio 1982), continua ad avere uno spazio speciale non solo nel cuore dei tifosi della Ferrari, ma anche in quello di tutti gli afecionados del Circus.

Un esordio, quello di Gilles Villeneuve in Formula 1, che avviene nel 1977 in occasione del Gp di Gran Bretagna, quando, dopo esser stato notato dal campione del mondo James Hunt in occasione del Gp Trois Riveries e da lui segnalato al Ds McLaren Teddy Meyer, disputa pre-qualifiche, qualifiche e gara a bordo di una vetusta M23, con cui dopo aver ottenuto il miglior tempo nel warm-up, concluderà la gara 11°, penalizzato da una spia dell'acqua mal funzionante. La McLaren decide di puntare su Tambay per la stagione successiva, ma il talento di Gilles non rimane inosservato: fin da subito l'Ing. Forghieri viene colpito dal talento del giovane pilota franco-canadese, e non mancherà di segnalarlo ad Enzo Ferrari, il quale decide di ingaggiare Villeneuve in prospettiva per il dopo Lauda. Gli esordi sono purtroppo negativi, con un doppio ritiro nelle ultime due gare del Mondiale 1977 in Canada (circuito Mosport) per un problema alla trasmissione, e in Giappone, dove, nel tentativo di superare la Tyrrell P34 di Ronnie Peterson, tocca la gomma del pilota svedese, decollando con la sua Ferrari, cappottando due volte, e terminando la sua corsa oltre il guardrail uccidendo due persone (commissario di pista e fotografo), e andando a conquistare così il soprannome di “Aviatore”, con il quale verrà riconosciuto nel corso della sua carriera.
Gilles decide così nella pausa invernale di sottoporsi ad alcune lezioni di guida tra Roma e Fiorano in modo da presentarsi più motivato e concentrato che mai alla ripresa di una stagione (la 1978) che vedrà la Lotus di Mario Andretti (dotata di minigonne) autentica mattatrice in pista.

Per la Ferrari un'annata interlocutoria che vedrà comunque in Gilles una fase di maturazione che lo porterà ad essere più attento in pista, dove conquisterà il primo podio in carriera arrivando terzo in Germania. Villeneuve, a dire il vero, sarebbe poi arrivato secondo nel Gp d'Italia a Monza dietro alla Lotus di Mario Andretti, ma una falsa partenza di entrambi spingerà i commissari di gara a penalizzarli di un minuto, con l'italo-americano che chiuderà la gara in sesta posizione, e con Gilles settimo.
Manca però l'emozione della prima vittoria in Formula 1, che arriva puntualmente l'8 Ottobre 1978 in casa, sul nuovo circuito di Montreal.
Dopo essersi qualificato al terzo posto, staccato di circa due decimi dalla Lotus-Ford di Jean Pierre Jarrier (autore della pole in 1'38”015) e dalla Wolf-Ford di Jody Scheckter (1'38”026), suo prossimo compagno di squadra in Ferrari, al via Villeneuve perde una posizione a favore dell'australiano Alan Jones su Williams, il quale al termine del primo giro supera anche Scheckter portandosi al secondo posto. Sarà però una breve illusione per il team di Grove: con il passare dei giri la monoposto dell'australiano dopo l'ottimo exploit in partenza, comincia a girare sempre più lenta a causa di una foratura, che porta Jarrier ad accumulare in 17 giri un vantaggio di circa 20 secondi, e il duo Scheckter-Villeneuve a superare rispettivamente al 18° e al 19° giro il pilota della Williams. Dietro spicca la rimonta dell'altra Ferrari guidata da Carlos Reutemann, il quale partito 11° e portatosi in pochi giri al 6° posto, in questo frangente di gara conquista la quinta posizione superando Patrick Depailler, costretto a sostituire le gomme.

© Motorsport Images

Tra il 19° e il 25° Giro inizia un intenso duello tra Villeneuve e Scheckter vinto dal portacolori della Ferrari, il quale al 25° Giro supera il suo futuro compagno di squadra conquistando il secondo posto, e andando così all'inseguimento alla Lotus di Jarrier, sempre in testa alla gara. Allo stesso tempo Reutemann conquista il quarto posto superando Jones, sempre più in crisi di gomme.

L'interesse del pubblico è però per il duello a distanza tra Jarrier e l'idolo di casa Villeneuve. Un duello destinato però a concludersi con un colpo di scena: già nel corso del 46° giro dei 70 previsti Laffite con la sua Ligier-Matra riesce a sdoppiarsi dalla Lotus del pilota francese, sintomo che sulla monoposto campione del mondo non tutto sta funzionando correttamente. Sintomo che tre giri dopo (49° tornata) diventa certezza, con Jarrier costretto suo malgrado al ritiro a causa di una perdita d'olio, che di fatto mette fuori uso il sistema frenante.

©Motorsport Images

Via libera, così, per Gilles Villeneuve, il quale vince in casa la sua prima gara in Formula 1 davanti alla Wolf di Scheckter (staccato di 13”372 al traguardo) e all'altra Rossa di Reutemann, giunto sul traguardo con un distacco di 19”408.

Una vittoria che Gilles festeggia sul podio non brindando con la consueta bottiglia di champagne, ma stappando una bottiglia di birra Labatt, che tra l'altro figurava tra i suoi sponsor principali. Un caso eccezionale, per non dire unico nella lunga storia della Formula 1.

Proprio la vittoria di Montreal (celebrata nel 2018 con un'esibizione del figlio Jacques a bordo della Ferrari 312T3 del padre, come possiamo vedere dalla foto sopra pubblicata), darà a tutti la sensazione che, dopo le esuberanze giovanili dell'annata precedente, Villeneuve sia finalmente maturato, pronto a combattere per il titolo mondiale. In tal senso è grande attesa per l'anno successivo, il 1979, che vedrà da una parte il pilota canadese tornare a commettere qualche leggerezza (vedi l'episodio di Zandvoort, dove, una volta forata una gomma, non esiterà a tornare ai box a tutta velocità su 3 ruote con il portamozzo della ruota posteriore sinistra staccato ma al contempo trattenuto dalle tubazioni dei freni), dall'altra regalare ai suoi tifosi non solo diverse vittorie (in un'annata che alla fine vedrà trionfare l'altro pilota della Rossa, Jody Scheckter), ma anche dei momenti emozionati nella storia della Formula 1, il cui punto più alto sicuramente non può non essere il celebre Duello di Digione, che lo vedrà combattere fino all'ultimo giro con la Renault di Rene Arnoux (di cui diventerà in seguito grande amico).

Ma questa, come scrisse Michael Ende, è un'altra storia.

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