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F1 Amarcord: Vettel e la prima vittoria in Ferrari© Getty Images

F1 Amarcord: Vettel e la prima vittoria in Ferrari

Il 26 Marzo 2015 Sebastian Vettel conquista la sua prima vittoria in Rosso a bordo della Ferrari SF15-T mettendo fine a un digiuno di vittorie che per la scuderia di Maranello durava da 686 giorni (Gp di Spagna 2013).

26.03.2020 ( Aggiornata il 26.03.2020 15:31 )

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Un prezioso punto di riferimento all'interno della squadra. Nonostante nel corso della passata stagione le luci dei riflettori si siano giocoforza spostate sul più giovane compagno di squadra Charles Leclerc, Sebastian Vettel continua a rappresentare una sicurezza granitica all'interno della Ferrari. Vero, tra i due piloti della Rossa non sono mancati momenti di rivalità culminati poi nel contatto in Brasile che ha determinato il doppio ritiro di entrambi, ma sempre nel massimo rispetto reciproco. Merito, questo, del comportamento del Team Principal, Mattia Binotto, che non ha esitato ad intervenire prontamente quando le situazioni lo richiedevano ricordando ad entrambi i piloti che nell'ottenere un risultato la squadra veniva prima di ogni possibile personalismo, in una fase in cui l'essere uniti nel recuperare il gap dalla Mercedes era la miglior medicina possibile.
E questo ha fatto si che il rapporto tra i due piloti restasse positivo, con addirittura lo stesso Leclerc che nelle scorse settimane ha auspicato la riconferma di Vettel (in scadenza di contratto a fine anno) in Ferrari, consapevole di aver ancora molto da imparare dal più esperto quattro volte campione del mondo tedesco.

Anche Sebastian in cuor suo spera di poter rimanere in Ferrari: è ancora forte dentro di se il sogno di poter conquistare il titolo mondiale al volante della Rossa. Un sogno maturato fin da piccolo, quando osservava il suo grande idolo (ed amico) Michael Schumacher vincere con la scuderia di Maranello, e divenuto quasi un mantra da seguire una volta approdato in Rosso, sul finire del 2014, quando all'interno della stessa Ferrari l'obiettivo primario era quello di mettersi alle spalle una stagione piuttosto deludente (che aveva visto le dimissioni dopo poche gare del Team Principal Stefano Domenicali, sostituito a partire dal Gp della Cina da Marco Mattiacci, sostituito a sua volta a fine stagione da Maurizio Arrivabene)
Doppio, quindi l'obiettivo della Ferrari per la stagione 2015: tornare ad essere competitivi, e sopratutto tornare a vincere, visto e considerato che l'ultima vittoria della Rossa nella massima serie motoristica risaliva al 12 Maggio 2013, quando Fernando Alonso si era aggiudicato il Gp di Spagna.

Se la gara inaugurale in Australia vede Sebastian Vettel conquistare un prezioso terzo posto alle spalle dei due piloti Mercedes Lewis Hamilton e Nico Rosberg, in casa Ferrari l'auspicio è quello di poter tornare quanto prima alla vittoria, egemonia Mercedes permettendo. Nessuno, però, in quel momento, può immaginare che quel lungo digiuno di vittorie si sarebbe molto presto spezzato.

Dopo la prima tappa in Australia, la Formula 1 sbarca sul circuito di Sepang per il Gp della Malesia (valido come seconda prova del Mondiale), in programma Domenica 26 Marzo 2015. Se la Mercedes sembra trovarsi a proprio agio fin dalle prove libere sul giro secco, la Ferrari evidenzia nella simulazione del passo gara un buon ritmo con le gomme medie, che diventa a dir poco eccellente con le gomme Hard.

C'è grande attesa per la gara, che vede però un momento piuttosto tribolato in qualifica, con il Q2 caratterizzato dall'arrivo della pioggia, che finisce con il condizionare pesantemente il risultato di alcuni piloti. Tra questi figura senza ombra di dubbio il ferrarista Kimi Raikkonen, che, complice l'impossibilità a superare la Sauber di Marcus Ericsson, non riesce a completare a causa della pioggia sempre più copiosa un giro pulito, fermandosi all'undicesimo posto.
A conquistare la pole è Lewis Hamilton su Mercedes (1'49”834), seguito dal ferrarista Sebastian Vettel (abile a uscire per primo nel Q2, evitando così la pioggia; 1'49”908). Con il terzo tempo la Mercedes di Nico Rosberg (1'50”291), seguito dalle due Red Bull di Daniel Ricciardo (1'51”541) e di Daniil Kvyat (1'51”951), e dalla Toro Rosso di Max Verstappen (1'51”981). In settima e ottava posizione troviamo le Williams di Felipe Massa (1'52”473) e di Valtteri Bottas (1'53”179). In nona posizione si schiera la Sauber di Marcus Ericsson (1'53”261), mentre in decima posizione si colloca la Lotus di Romain Grosjean (1'52”981; qualificatosi ottavo, è stato retrocesso di due posizioni per non aver rispettato l'ordine di uscita in Q2).

Al via della gara (56 i giri previsti) Hamilton, Vettel e Rosberg mantengono le prime posizioni, seguiti da Ricciardo, Massa, Kvyat, Hulkenberg e Verstappen. Le difficoltà maggiori però sono nelle retrovie: Raikkonen al pari di Maldonado(Lotus) subisce una foratura della gomma posteriore sinistra, ed è costretto inevitabilmente a tornare ai box, con i meccanici Ferrari che monteranno sulla monoposto del finlandese un nuovo set di gomme medie. Come mostreranno i successivi replay, la foratura è stata generata dal tamponamento ad opera del pilota brasiliano della Sauber, Felipe Nasr, che nel contatto ha danneggiato la sua ala anteriore. Gara rovinata per entrambi i piloti, con il pilota finlandese della Ferrari che torna in pista in diciottesima posizione ed è giocoforza chiamato a una corsa di rimonta.

L'episodio che di fatto decide il Gran Premio si verifica nel corso della terza tornata, quando nel tentativo folle di superare in staccata la Force India di Nico Hulkenberg per conquistare la settima posizione, la Sauber di Marcus Ericsson finisce con l'andare prima in testacoda e poi si insabbia all'altezza della prima curva. Inevitabile l'ingresso della Safety Car con le due Mercedes di Hamilton e di Rosberg che decidono di fermarsi a cambiare le gomme al pari di Ricciardo, Massa, Kvyat, Verstappen, Bottas, Alonso, Button. Sebastian Vettel invece decide di andare avanti, passando così in testa con la Ferrari, dove rimarrà fino al 16° Giro, quando il quattro volte campione del mondo di Heppenheim verrà richiamato ai box per effettuare il primo cambio gomme.

Vettel torna così in pista con un nuovo set di gomme medie alle spalle delle due Mercedes di Hamilton e Rosberg, le quali, effettuati i sorpassi necessari per risalire in classifica, guidano la corsa con un vantaggio sul campione tedesco della Ferrari quantificabile in circa dieci secondi.
Vettel non si perde d'animo, e fin dalla tornata successiva fa registrare il giro più veloce, che gli consente tornata dopo tornata di annullare il gap sugli avversari, al punto che nel corso del 21° Giro riesce a superare Rosberg, guadagnando così la seconda posizione, e al 24° Giro completa la rimonta superando Hamilton nel momento in cui l'inglese stava per tornare ai box per effettuare il secondo cambio gomme (gomme dure), con Rosberg che eseguirà la stessa operazione pochi giri dopo.
Da sottolineare anche la rimonta di Kimi Raikkonen: dopo aver effettuato nel corso del 14° Giro la seconda sosta, il finlandese della Ferrari è sesto una volta rientrato in pista, e, approfittando della sosta delle due Williams di Massa e Bottas nonché della Mercedes di Rosberg, scala fino ad arrivare in terza posizione.

La seconda metà di gara inizia quindi con la Ferrari di Sebastian Vettel in testa, seguita da Lewis Hamilton (Mercedes), Kimi Raikkonen (Ferrari), Nico Rosberg (Mercedes), Felipe Massa (Williams), Max Verstappen (Toro Rosso), e Valtteri Bottas (Williams).
Se nel confronto tra le gomme medie (Ferrari) e quelle dure (Mercedes) Vettel riesce a gestire piuttosto bene la situazione (forte dei circa 20 secondi di vantaggio) nei confronti dell'arrembante Hamilton, chi soffre di più è sicuramente Kimi Raikkonen nei confronti di Nico Rosberg, con il tedesco che gira ben due secondi più veloce nei confronti del pilota finlandese della Ferrari, al punto che il muretto della Rossa anticipa la sosta di Kimi nel corso del 34° Giro mettendo anche a lui a disposizione le gomme Hard.
Rosberg così guadagna la terza posizione, e a quel punto continua ulteriormente a spingere sull'acceleratore: il suo obiettivo è superare Sebastian Vettel, che comincia man mano ad alzare i propri tempi. Nel corso del 37° Giro il campione tedesco della Ferrari si ferma ai box per montare le gomme Hard, e torna in pista in seconda posizione davanti a Rosberg, riuscendo a difendersi dagli attacchi del connazionale della Mercedes.
Nel corso del 38° Giro è Hamilton a fermarsi ai box, ma a sorpresa vengono ancora montate gomme Hard e non le medie: come verrà fuori in un successivo team radio, i tecnici Mercedes hanno preferito montare una gomma dura nuova, perchè le medie a disposizione erano state già tutte rodate, e quindi non garantivano una reale possibilità di concludere la gara.

Vettel può così volare in pista e vincere con 8”569 su Hamilton, con 12”310 su Rosberg terzo, e con 53”822 sul compagno di squadra Raikkonen quarto.

Una vittoria, quella di Vettel in Malesia, che mette fine a un digiuno di vittorie Ferrari che durava da 686 giorni, e che spinge i tecnici della Rossa a gridare via radio a Sebastian “Ferrari is back”.
Se è vero che in quello stesso anno sempre con il campione tedesco la Rossa trionferà anche in Ungheria e a Singapore, sarà solo nel biennio 2017-2018 che la Ferrari grazie a Sebastian riuscirà a lottare seriamente per il titolo con Hamilton, perdendolo in entrambe le occasioni in Messico a due gare dal termine. Un obiettivo, la lotta per il Mondiale, reso possibile non solo dalle intuizioni dei tecnici (con il trio Resta-Cardile-Sanchez autori di due monoposto estremamente competitive quali la SF70-H nel 2017, e la SF71-H nel 2018), ma anche grazie alla passione di un pilota che, nonostante abbia commesso alcuni errori tra il 2018 e il 2019 dovuti forse all'emotività o alla scarsa freddezza, non ha mai nascosto il reale attaccamento alla squadra e ai colori della Rossa, e che spera un giorno di poter diventare per la quinta volta Campione Del Mondo proprio sotto le insegne di quel Cavallino Rampante, che ama fin da quando era piccolo. Un campione, insomma, di nome Sebastian Vettel.

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