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Vettel e il rischio squalifica© LAPRESSE

Vettel e il rischio squalifica

Il pilota tedesco della Ferrari (arrivato a 9 punti di penalità sulla Superlicenza in un anno) dovrà evitare di subire delle sanzioni nelle prossime tre gare (Singapore, Russia e Giappone) per non rischiare di venir squalificato per una gara.

17.09.2019 ( Aggiornata il 17.09.2019 14:12 )

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Un vero e proprio annus horribilis. Che il 2019 sia una stagione da dimenticare (almeno per il momento) per Sebastian Vettel è sotto gli occhi di tutti. Se Hockenheim e Budapest avevano dato l'illusione di rivedere un campione di Heppenheim rigenerato dopo la delusione patita in Canada (per la vittoria conquistata sul campo ma assegnata ad Hamilton per una difesa della posizione di testa ritenuta eccessiva dai commissari) e il contatto con Verstappen in Gran Bretagna, il back to back tra Belgio ed Italia ha purtroppo ridimensionato questo momento positivo, facendo tornare in primo piano quei limiti caratteriali che troppe volte nell'ultimo anno ha condizionato il rendimento in pista del quattro volte campione del mondo tedesco.

Se a Spa avevamo visto un Vettel in evidente difficoltà sul passo gara e nella gestione delle gomme, a Monza il pilota tedesco mentre era impegnato nel rimontare Bottas ha perso la sua monoposto all'altezza della Variante Ascari senza peraltro aver nessun rivale davanti a se, e, una volta rientrato in pista, ha finito con il toccare la Racing Point di Lance Stroll mandandola in testacoda, danneggiando così non solo la gara del giovane pilota canadese, ma anche la sua, dovendo giocoforza tornare ai box per sostituire l'ala anteriore. Il tutto in una fase in cui la doppia vittoria maturata nel primo anno in Rosso tra Belgio e Monza (una cosa occorsa in passato solo a un grande campione quale Michael Schumacher nel 1996) ha sicuramente fatto salire alle stelle le quotazioni del giovane compagno di squadra Charles Leclerc, che in molti vedono sempre più come prima guida del Cavallino non solo in ottica futura, ma anche e sopratutto in ottica presente.
Eppure non è questa al momento la preoccupazione più forte per Sebastian Vettel, chiamato ad evitare quella che rischierebbe di condizionare non poco non solo il suo futuro in Formula 1, ma anche e sopratutto la sua carriera: la squalifica di un Gp.

Dal 2014 ad oggi è divenuto abitudine in Formula 1 sanzionare i piloti non solo infliggendo una penalità a tempo da scontare all'interno della stessa gara, ma anche assegnando dei punti di penalità sulla patente (rappresentata nella massima serie motoristica dalla Superlicenza) in caso di episodi piuttosto gravi, e/o comunque tali da generare del caos in pista.
Come riporta l'articolo 4.2 del Regolamento Sportivo 2019, i commissari possono quindi assegnare dei punti di penalità che rimangono sulla Superlicenza per un anno, passato il quale decadranno in automatico. Qualora il pilota dovesse raggiungere 12 punti di penalità in un anno, sarebbe costretto giocoforza a saltare la gara successiva alla penalità risultata decisiva, con conseguente azzeramento dei punti di penalità.

Una situazione, questa, alla quale Vettel deve guardare con forte preoccupazione: il contatto con la Racing Point di Stroll (con conseguente testacoda del pilota canadese) ha costretto giocoforza la Direzione Gara non solo a comminare al pilota tedesco della Ferrari uno Stop & Go di dieci secondi, ma anche ad assegnargli ben tre punti di penalità sulla Superlicenza, arrivando così a quota 9 (avendo ricevuto due punti di penalità lo scorso anno ad Austin per non aver rallentato in regime di bandiera rossa nel corso della FP1, e poi quest'anno due punti in Canada per la manovra su Hamilton poi costatagli la vittoria della gara, due punti in Gran Bretagna per aver causato una collisione con la Red Bull di Verstappen, e infine i sopracitati tre punti di Monza per la collisione con la Racing Point di Stroll).

Alla luce di tutto questo è assolutamente indubbio il fatto che Vettel dovrà giocoforza affrontare le prossime tre gare (Singapore, Russia e Giappone) con la massima prudenza sopratutto per quanto riguarda i vari corpo a corpo con gli avversari e il rispetto delle varie bandiere per evitare una squalifica che avrebbe del clamoroso (visto che il pilota di Heppenheim è pur sempre un quattro volte campione del mondo), e per fare in modo che, in caso di alcuna sanzione, i punti di penalità sulla patente possano scendere a 7, visto che il prossimo 19 Ottobre scade l'anno di validità dei due punti di penalità assegnatigli ad Austin.

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