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Qatar 2022, il Mondiale del Brasile© Getty Images

Qatar 2022, il Mondiale del Brasile

Bilancio del Mondiale dopo le prime 16 partite giocate: le stelle troppo annunciate, la mano degli allenatori, la vittoria del 4-3-3, le prime punte che mancano e la corsa verso il tempo effettivo. 

Stefano Olivari

25.11.2022 ( Aggiornata il 25.11.2022 14:27 )

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Dopo l'esaltante prestazione del Brasile contro la Serbia, alla fine del primo giro di partite di Qatar 2022 è obbligatorio un primo bilancio, per forza di cose provvisorio. I risultati dicono che fra le grandi favorite hanno deluso soltanto Argentina e Germania, ma quello che si è visto in campo contro Arabia Saudita e Giappone dice anche che le squadre di Scaloni e Flick hanno buttato via tante occasioni, soprattutto la Germania, il loro Mondiale è tutt’altro che finito anche se la loro seconda partita (Argentina-Messico sabato sera e Spagna-Germania domenica) è già da dentro-fuori. Fra chi ha impressionato in positivo, invece, al di là delle goleade il Brasile è la nazionale che ha giocato meglio contro un’avversaria forte, cioè la Serbia: al di là della copertina per le proddezze di Richarlison, tante le alternative per Tite, anche se molto dipenderà dalla tenuta di un centrocampo dove Casemiro e Paquetà devono fare un superlavoro. Da asteriscare l’Inghilterra con l’Iran, la Francia con l’Australia e la Spagna con la Costa Rica, anche se hanno dato a tratti spettacolo. Non male l’Olanda con il Senegal e invece decisamente male il Belgio con il Canada, a parte la vittoria, non brillante il Portogallo che comunque ha superato il Ghana. Anche se siamo all’inizio, dopo 16 partite comunque appassionanti qualche considerazione di carattere generale si può fare.

La prima è che le stelle troppo annunciate sono quasi un peso. Il Portogallo ha giocato meglio quando è uscito Cristiano Ronaldo (comunque per lui record, a segno in 5 Mondiali consecutivi: una cosa pazzesca), l’Argentina ha cercato troppo un Messi non ispirato, Neymar è sembrato nel Brasile quasi una tassa e adesso in pochi piangono per il suo infortunio, la Francia ha fatto senza problemi a meno di Benzema così come non aveva fatto tragedie per Pogba. La seconda è che molte squadre stanno giocando un calcio da club, diciamo pure un buon calcio rispetto a quello che di solito si vede nelle manifestazioni per nazionali, con moduli tattici diversi: i 26 giocatori a disposizione e le 5 sostituzioni a partita hanno rimescolato tutto, chi ha un livello medio più alto riesce a dimostrarlo in maniera abbastanza evidente e gli allenatori hanno sempre la tentazione di mostrare la mano dell'allenatore. Fra il vecchio 'azzeccare le sostituzioni' e l'overcoaching il passo è breve.

La terza considerazione è che non c’è uno schema di moda: fra le 32 squadre partecipanti si possono infatti individuare ben 9 moduli tattici di partenza diversi, senza contare le varianti una volta scattato il delirio dei cambi in corsa. Il modulo più usato è il 4-3-3, con 11 squadre (Spagna, Inghilterra, Argentina, Portogallo, Croazia, Uruguay, Stati Uniti, Messico, Marocco, Camerun e Australia), seguito dal 4-2-3-1 con 7 (Francia, Germania, Giappone, Polonia, Svizzera, Corea del Sud e Arabia Saudita). Al terzo posto il 3-4-1-2 con 3 (Olanda, Danimarca e Galles) ed il 3-4-2-1 (Belgio, Serbia e Tunisia). 2 squadre per i classici 4-4-2 (Ecuador e Costa Rica) e 5-3-2 (Ghana e Qatar), 2 anche per il 4-2-1-3 (Brasile e Senegal), un solo adepto per 5-4-1 (Iran) e 3-4-3 (Canada). Vedremo cosa cambierà alla seconda tornata di partite, soprattutto per le squadre che hanno iniziato male, comunque si può dire che 22 squadre su 32 giochino con la difesa a 4 e che 25 prevedano come idea una punta centrale forte, tipologia di giocatore in estinzione come dimostra la proliferazione di falsi nueve, dalla Germania alla Spagna, ed il buon funzionamento di anziani come Giroud.

L’ultima considerazione generale sulle prime 12 partite di Mondiale è sul tempo effettivo, di cui si è già parlato tanto per alcuni recuperi monstre: le raccomandazioni della FIFA per evitare perdite di tempo si sono trasformate in regole di fatto, con applicazione anche abbastanza rigida. Un minuto di recupero per ogni gol, 30 secondi per ogni slot di sostituzioni, recupero totale per le gite al VAR e per gli infortuni. Tutto giustissimo, peraltro, con decenni di ritardo rispetto alle furbizie ostruzionistiche di giocatori e allenatori, ma introdotto quasi di nascosto. La speranza è che tutto diventi regola, in attesa dell'inevitabile tempo effettivo, visto che sport poverissimi si possono permnettere un cronometrista e quindi non si capisce perché manchi nel calcio.

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