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Argentina come nel 1990© Getty Images

Argentina come nel 1990

L'impresa dell'Arabia Saudita, le due ore di Inghilterra-Iran, i gesti politici e la ripartenza di Mancini

Stefano Olivari

23.11.2022 ( Aggiornata il 23.11.2022 10:53 )

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La prima vera grande sorpresa di Qatar 2022 è stata la vittoria dell’Arabia Saudita sull’Argentina, che nel secondo tempo ha ribaltato il gol del vantaggio dell’Albiceleste, rigore di Messi, per andare a vincere 2-1 dopo avere resistito nel solito recupero monstre. È facile andare con la memoria ad Argentina-Camerun dell’8 giugno 1990, a San Siro, partita inaugurale del Mondiale delle notti magiche. Poi la squadra di Maradona, composta quasi interamente da gregari e classe media, con il fuoriclasse mezzo infortunato (andava a farsi massaggiare da Carmando nel ritiro dell’Italia), si riprese e fra furti, ai danni del’URSS, fortuna e colpi di classe (l'azione Maradona-Caniggia contro il Brasile) arrivò in finale. Da non dimenticare che la squadra di Bilardo si salvò qualificandosi come una delle quattro migliori terze, mentre adesso quella di Scaloni deve obbligatoriamente arrivare nelle prime due di un girone dove ci sono anche Messico e Polonia: può farcela, ma non sarà uno scherzo. E se Scaloni dovesse uscire al primo turno il paragone verrebbe fatto non con il 1990 ma con il disastroso Bielsa 2002.

I tempi supplementari non dichiarati un po' in tutte le partite fanno storcere il naso a molti nostalgici (ah, le belle perdite di tempo di una volta…), ma sono finora una delle cose più positive del Mondiale. In attesa del tempo effettivo, la guerra della FIFA alle perdite di tempo è iniziata dal palcoscenico più importante, con il risultato che ad esempio Inghilterra-Iran è durata 117 minuti e 16 secondi, anche (ma non soltanto) per l’infortunio di Beiranvand. Una svolta positiva, se verrà recepita dal calcio di club, e del resto le 5 sostituzioni a partita tolgono ogni scusa. Fra analisi al VAR, festeggiamenti dopo i gol, tempo per mettere a posto la barriera, sostituzioni, infortuni gravi ed infortuni finti la situazione era sempre meno accettabile da uno spettatore moderno.

I grandi eventi sportivi hanno tanti pregi, fra questi anche far riflettere su ingiustizie e su crimini che senza i riflettori passerebbero sotto silenzio. Se i 6.500 migranti morti in Qatar durante la costruzione degli stadi e delle infrastrutture per il Mondiale fossero morti in un altro paese arabo, costruendo anonime autostrade o stadi non per un Mondiale, nessuno avrebbe parlato di loro. Come del resto non si parla di libertà e diritti quando i grandi eventi si disputano in Cina. Per questo ogni piccolo gesto è politico e l’Inghilterra ha fatto notizia rinunciando contro l’Iran a far indossare a Kane la fascia di capitano con la scritta One Love. Paura che lo uccidessero? No, soltanto di un’ammonizione, sollecitata dalla FIFA dell’ormai impresentabile Infantino. La squadra di Southgate si è così esibita soltanto nel solito inginocchiamento alla Black Lives Matter, lì non si rischia niente, mentre i giocatori dell’Iran non cantando il loro inno hanno dimostrato cosa sia il coraggio.

Domenica sera Austria-Italia è stata seguita su Rai 1 da 4.117.000 spettatori italiani, 640.000 in meno di quanti nel pomeriggio avessero seguito la vittoria del Qatar sull’Ecuador. Un risultato Auditel che depone a favore della cultura sportiva degli italiani, mentre quello sul campo ha sintetizzato bene l’ultimo anno e mezzo dell’Italia di Mancini: qualche gol fallito di troppo, un po’ di sfortuna (ma i rigori e i gol sbagliati non sono sfortuna, sono errori), un po’ di atteggiamento molle, pochi giocatori che fuori da un contesto di entusiasmo contagioso come quello di Euro 2020 fanno la differenza. Inutile analizzare due amichevoli senza senso: adesso quattro mesi di nulla prima di Italia-Inghilterra del 23 marzo, forse a Napoli, per la qualificazioni europee. Di sicuro Mancini a pieno organico tornerà all’amato 4-3-3, tenendosi soluzioni alternative solo a partita in corso. Ma in queste settimane parlare di Italia è davvero difficile.

 

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