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Qatar 2022, il girone dell'Inghilterra© Getty Images

Qatar 2022, il girone dell'Inghilterra

Considerazioni sul Gruppo B del Mondiale, con la squadra di Southgate, il Galles, gli Stati Uniti e l'Iran...

Stefano Olivari

18.11.2022 ( Aggiornata il 18.11.2022 11:06 )

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Sarà la volta buona dell’Inghilterra, a 56 anni dalla Coppa Rimet alzata davanti alla Regina Elisabetta? Impossibile che la vittoria nel Gruppo B sfugga alla squadra del sempre più contestato Gareth Southgate, quanto al resto molto dipenderà dagli incroci del tabellone. Certo arrivando prima la nazionale dei tre leoni troverebbe negli ottavi la seconda del Gruppo A, un probabile Senegal, e nei quarti la sfida stellare con la Francia. Ma non andiamo troppo in là e facciamo qualche considerazione sul girone. La prima è che l’Inghilterra è una delle nazionali del mondo con più alternative di alto livello in attacco: da Kane a Bellingham, da Foden a Sterling, da Foden a Grealish, senza dimenticare Saka e Wilson, si potrebbe pensare a una macchina da gol, ma la realtà degli ultimi anni dice altro, a parte che contro l’Andorra e il San Marino della situazione. Southgate non ha un modulo fisso, nelle ultime partite ha giocato con la difesa a tre, quattro centrocampisti e due a rotazione (Foden e Sterling su tutti) a supporto di Kane. Grave l’assenza di Reece James, dubbi in difesa anche se è probabile che si continui con Stones, Maguire e Dier. Significativo che in 25 su 26, fa eccezione Bellingham al Borussia Dortmund, giochino in Premier League: soltanto il Qatar ha più giocatori in club locali. Squadra completa, forse il Mondiale a novembre invece che al termine di una stagione di club massacrante la favorirà. 

Il Galles di Rob Page può fare la storia, se non altro perché l’ultima sua partita ad un Mondiale risale al 1958, a quel quarto di finale deciso da un Pelé diciottenne. La qualificazione ottenuta vincendo gli spareggi con Austria e Ucraina ha gasato un popolo che sogna l’impresa contro l’Inghilterra, anche se ovviamente l’obbiettivo è il secondo posto e non il primato britannico. Squadra che segna poco, schierata con la difesa a tre. Capitano e icona è ovviamente Bale, con i soliti dubbi sulle sue condizioni fisiche, ed anche gli altri giocatori di riferimento sono notissimi: da Davies, sulla sinistra punto fermo del Tottenham di Conte, a Brennan Johnson del Nottingham Forest che in attacco ha tutto per essere decisivo in un attacco che può contare anche sull’ottimo Wilson e su Dan James che è uno dei pupilli del c.t, che quasi mai ha rinunciato a lui. Da definire l’impiego di Ramsey, che al Nizza pare essersi ripreso. Fra i punti di forza di una buona difesa c’è l’unico elemento della Serie A, sia pure in prestito dal Chelsea, cioè Ampadu (Spezia).

Anche gli Stati Uniti sono pieni di giocatori di campionati importanti, mediamente anche giovani. La squadra di Gregg Berhalter ha come punti forza Pulisic, McKennie e Adams e tante alternative (fra queste anche Timothy Weah, uno dei figli di George), senz’altro più di quelle che Carlos Queiroz ha con l’Iran. Per l’allenatore portoghese, tornato in Iran dopo le parentesi con Colombia ed Egitto, questo è il terzo Mondiale consecutivo alla guida di questa nazionale e negli altri due ha sempre portato la squadra vicina ai suoi limiti, sfiorando la clamorosa qualificazione agli ottavi. A questo giro sulla carta non è lontanissimo da USA e Galles, con una squadra che ha come stelle Taremi e Azmoun, quest’ultimo mezzo infortunato e nel mirino per la sue prese di posizione in difesa delle donne iraniane. Possibilità di qualificazione agli ottavi: Ingthilterra 100%, Galles 40%, Stati Uniti 35%, Iran 25%.

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