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La rivincita di Adrian e la vittoria del Liverpool in Supercoppa Europea© Getty Images

La rivincita di Adrian e la vittoria del Liverpool in Supercoppa Europea

Il 32enne portiere spagnolo senza lavoro fino a pochi giorni fa è stato decisivo nella conquista della Supercoppa Europea da parte del Liverpool al termine di una partita che ha visto il Chelsea in crescita rispetto all'esordio in campionato. Promossa l'arbitro francese Stephanie Frappart.

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Dalla paura di restare senza lavoro alla certezza di essere diventato l'eroe di Istanbul per aver parato il rigore decisivo. Il calcio non è nuovo nel regalare emozioni, e così fa testo la finale di Supercoppa Europea, disputata mercoledì 14 Agosto nella capitale turca, e che ha visto al termine di una sfida piuttosto equilibrata tra Liverpool e Chelsea i Reds guidati da Jurgen Klopp alzare la coppa messa in palio tra i vincitori della Champions League e quella di Europa League dopo aver battuto per 7-6 ai calci di rigore (1-1 dopo i tempi regolamentari; 2-2 alla fine dei supplementari) i Blues di Frank Lampard. Una vittoria decisa dal 32enne portiere spagnolo Adrian che riesce a parare il quinto e ultimo rigore calciato dall'attaccante del Chelsea Abraham. Un rigore che, volendo esser fiscali, doveva essere ribattuto da parte del 22enne attaccante di origini nigeriane in quanto al momento di battere il penalty il portiere dei Reds aveva i piedi fuori dalla linea di porta (cosa che le nuove regole stabilite lo scorso maggio dall'International Board e dalla Fifa non consentono), ma che non scalfisce in nessuna maniera il contributo determinante di Adrian nella vittoria del Liverpool in Supercoppa.

Una storia nella storia, quella del 32enne portiere originario di Siviglia se teniamo conto che dopo sei stagioni disputate nel West Ham Adrian dopo aver perso il posto di titolare la scorsa stagione per via dell'ingaggio di Fabianski aveva lasciato gli Hammers alla scadenza del contratto senza una squadra. Solamente lo scorso 5 Agosto è arrivata la proposta del Liverpool come vice Alisson che Adrian accetta subito, senza pensare che neanche cinque giorni dopo in seguito all'infortunio patito dal brasiliano nella gara inaugurale della Premier vinta in casa dai Reds contro il Norwich, sarà proprio lui a prendere il comando della difesa, confermato non solo ieri in Supercoppa ma anche per le prossime giornate di campionato in vista del rientro di Alisson.

Se da una parte Adrian verrà ricordato nella storia del Liverpool come l'eroe della Supercoppa vinta a Istanbul (in quella stessa città che vide il 25 Maggio 2005 presso lo stadio Olimpico Atatürk i Reds allora guidati da Rafael Benitez prima rimontare tra primo e secondo tempo uno svantaggio di tre reti, e poi battere ai rigori il Milan di Carlo Ancelotti nella finale di Champions League), dall'altra bisogna anche dire che il Liverpool visto in campo mercoledì sera solo in alcuni frangenti ha mostrato quel gioco tipico della formazione di Klopp alla base ad esempio della decisiva rimonta ai danni del Barcellona nella semifinale di ritorno di Champions League giocata in casa lo scorso 7 Maggio all'Old Trafford. Se in parte può aver sicuramente inciso il caldo, dall'altra anche la scelta di Klopp di inserire nella formazione titolare Oxlade-Chamberlain al posto di Firmino ha avuto le sue conseguenze sopratutto nei primi 45 minuti, con l'inglese apparso piuttosto in difficoltà. Con l'ingresso in campo ad inizio della ripresa del brasiliano al posto di Oxlade-Chamberlain, i Reds hanno sicuramente ritrovato un punto di riferimento in avanti con Manè (autore sia del pareggio che del momentaneo vantaggio del Liverpool) e Salah tornati ad essere incisivi, ma solo in alcuni frangenti.

Merito anche dell'interessante disposizione tattica del Chelsea che ha dimostrato una volta di più sotto la gestione Lampard di essere una squadra che fa gioco, e che nella finale di Supercoppa di mercoledì sera ha trovato in Kantè e in Giroud (partiti titolari al contrario dell'esordio in Premier contro il Manchester United di Solskjaer) degli autentici punti di riferimento. Una squadra, il Chelsea, che alla vigilia della partita veniva data abbondantemente sfavorita dai pronostici, e che alla fine invece se l'è giocata a viso aperto contro i vincitori della Champions riuscendo a mantenere la calma anche dopo essere passata in svantaggio grazie alla doppietta di Manè, e trovando il pareggio su un calcio di rigore piuttosto discusso (per un presunto contatto tra il portiere dei Reds Adrian e il giovane attaccante dei Blues Abraham, entrato al 74° al posto di Giroud), che Jorginho non sbaglia, portando i suoi ai rigori. Tra i protagonisti della partita in casa Chelsea, da sottolineare la consueta generosa prova di Emerson Palmieri (tra i migliori nella disfatta di Manchester di domenica scorsa), che, seppur con un fastidio agli adduttori nella parte finale di gara non esita a battere uno dei rigori segnandolo, così come merita di essere segnalata la gara del giovane Mason Mount (subentrato al 74° al posto di Pulisic, autore di un bellissimo goal, annullato dal guardalinee per fuorigioco), che già domenica scorsa all'Old Trafford aveva ben impressionato e che in Supercoppa riesce anche a trovare la via del goal, annullato anche in questo caso per fuorigioco.
L'unico aspetto su cui Frank Lampard dovrà lavorare non poco in vista delle prossime gare è sicuramente la difesa, che anche mercoledì sera è sembrata ballare non poco. Essendo il Chelsea bloccato sul mercato fino al Giugno 2020 per via di alcune violazioni punite dalla FIFA relative al trasferimento di 29 giocatori minori di 18 anni, ai Blues non resta che aspettare il ritorno in difesa di Antonio Rüdiger per ritrovare una ulteriore solidità difensiva.

La finale di Supercoppa Europea, infine, ci regala l'ottima prova della terna femminile guidata dall'arbitro francese Virginie Frappart e delle sue assistenti (l'italiana Manuela Nicolosi che da quindici anni vive in Francia, e l'irlandese Michelle O'Neill). Se la Frappart ha adottato uno stile di arbitraggio tipicamente inglese fischiando solamente quando era necessario e con la massima autorità guadagnandosi il massimo rispetto da parte dei giocatori in campo, altrettanto valida è stata la prestazione delle due guardalinee, abili a rilevare con la massima precisione dei fuorigioco che presumibilmente sarebbero sfuggiti a tanti colleghi maschi. Uno su tutti il fuorigioco sul goal di Pulisic, difficile da trovare inizialmente, ma che le immagini televisive hanno confermato implacabilmente. L'augurio veramente sincero è quello di poter rivedere questa stessa terna arbitrale femminile in qualche gara di Champions e/o Europa League: sarebbe il miglior messaggio possibile da parte dell'Uefa che quella di mercoledì sera non è stata solo una passerella promozionale, ma l'inizio di una nuova era nel mondo del calcio in cui per dirigere una partita ad alto livello non è importante il genere maschile o femminile quanto la reale bravura in campo.

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