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Il terzo anno di Mourinho© Getty Images

Il terzo anno di Mourinho

Il Manchester United non sta giocando male, ma è una squadra senz'anima e con un allenatore che fatica a nascondere il disgusto per i suoi giocatori. Che la quota del suo esonero scendesse sotto la pari era scontato...

Stefano Olivari

28.08.2018 14:26

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Esiste un solo giocatore del Manchester United attuale che sarebbe titolare non diciamo nel Real Madrid, ma nella Juventus? Dopo il disastro dell’Old Trafford contro il Tottenham, con il risultato però nettamente peggiore del gioco espresso e delle occasioni create, José Mourinho avrebbe la risposta pronta. E per la verità ce l’ha da settimane, ritenendo che il mercato estivo non abbia ridotto le distanze con il Manchester City di Guardiola. Certo è che le quote per il suo esonero prima di Natale sono pericolosamente scese sotto la pari e che il problema della squadra è sì tecnico, ma soprattutto psicologico. Non tutti sembrano remare dalla stessa parte, a partire da un Pogba che dopo la parentesi mondiale è tornato il giocatore supponente di tutta la sua avventura in Premier League.

Il discorso è anche tattico, visto che contro gli Spurs Mourinho ha pensato di dare una scossa rinunciando all’amata difesa a quattro, proposta in quasi tutte le sue partite con lo United e in generale in carriera, per una linea Herrera-Jones-Smalling che ad essere generosi è da centroclassifica, con rincalzi strapagati e da brivido come Lindelof, che le partite della vita le ha giocate negli spareggi mondiali contro l’Italia. Inevitabile ricordare i terzi anni di Mourinho, mai fortunati (come al Chelsea o al Real Madrid) o addirittura mai iniziati (Porto, Inter), ma la Premier League, come del resto tutto, non è più quella di una volta: Guardiola è al terzo anno (come Mourinho) al City, Sarri ed Emery al primo con Chelsea e Arsenal, solo Pochettino (quinto anno al Tottenham) e Klopp (quarto al Liverpool) fra le grandi sono andati più in là. E non parliamo del resto dell’Europa che conta, dove lo stravincente Real Madrid ha perso Zidane dopo due anni e pochi mesi, il Barcellona ha Valverde alla seconda stagione, il Bayern Kovac alla prima, così come il PSG Tuchel. E dopo il Milan Ancelotti non è mai durato più di due anni sulla stessa panchina… In questo quadro Allegri al quinto anno sulla panchina bianconera sembra un miracolo di longevità, reso possibile da quattro scudetti consecutivi.

Tornando al Manchester United ed evitando di replicare discorsi già fatti mille volte (su tutti uno: le squadre con i soldi veri sono oggi molto più numerosi dei fuoriclasse a disposizione sul mercato), bisogna dire che il dopo Ferguson è stato molto più difficile del previsto. Nel 2013 David Moyes sembrava l’emergente della Premier League, mentre adesso è disoccupato dopo una stagione non memorabile con il West Ham, e anche un santone come Louis Van Gaal pur non avendo fatto male (vittoria in FA Cup) dopo l’esperienza all’Old Trafford si è preso un anno sabbatico che dura però da due anni… Mourinho non intende mollare, a meno che non gli venga mostrata l’uscita (cosa possibile), ma è anche lui nel pieno di quella che al bar chiamano maledizione è che nella realtà è una squadra prestigiosa che si muove in tutt’altro contesto rispetto a quello in cui ha vinto Sir Alex. Che per tanti anni della sua gestione ha avuto come concorrente in patria soltanto l’Arsenal di Wenger. Certo è che la squadra attuale, Mourinho o non Mourinho, ha limiti evidenti e la sensazione è che se l'anno scorso si giocava per il secondo posto, quest'anno con il Liverpool così motivato forse si gioca per il terzo.

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