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Il Mondiale casa del Brasile

Il Mondiale casa del Brasile

Redazione

29.03.2017 ( Aggiornata il 29.03.2017 14:41 )

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Il Brasile è diventato la prima squadra a qualificarsi per il Mondiale 2018, senza contare ovviamente la Russia, e rimane l'unica nazionale sempre presente nella fase finale della manifestazione sportiva più seguita del pianeta. Con la certezza di difendere questo record per l'eternità, vista la formula 'cani e porci' a 48 squadre che scatterà dal 2026 con una corrente di pensiero FIFA a spingere già per il 2022. Al di là del lavoro di Tite (ottava vittoria consecutiva), del valore della rosa (ma l'Argentina non è da meno, eppure in questo momento dovrebbe giocare lo spareggio) e del ritorno al numero 1 nel ranking FIFA (Italia dodicesima), stiamo parlando di storia. Perché quasi mai il Brasile ha rischiato di rimanere fuori: a Uruguay 1930 non ci furono qualificazioni per nessuna delle 13 partecipanti, ma già dal 1934 la presenza smise di essere scontata. Però di fatto anche in Italia il Brasile andò senza lottare, perché nel suo gruppo di qualificazione c'erano soltanto due (!) squadre e una (il Perù) delle due si ritirò... Stessa musica nel 1938, con l'Argentina che si chiamò fuori prima ancora di giocare. Nel 1950 il Brasile era paese ospitante, come tutti (soprattutto in Uruguay) ricordano, così soltanto dal quinto Mondiale la Selecão dovette sudarsi la partecipazione. Dominio in un girone con Paraguay, Cile e Perù, quindi viaggio in Svizzera. La storia ha quasi dimenticato che all'edizione del 1958, quella che di fatto ha creato il mito del Brasile, lo squadrone i all'epoca allenato da Osvaldo Brandão si qualificò quasi per miracolo nel suo gironcino Conmebol, da cui si era ritirato il Venezuela. Divennero quindi decisive le due partite con il Perù: nella prima, a Lima, i padroni di casa dominarono e soltanto un gol di Indio (fra l'altro l'ultimo vivente della Selecão 1954, mentre stiamo scrivendo queste righe) portò il match in pareggio. Per la squadra che rispetto a quella vista poi in Svezia non aveva ancora Vavà e Pelé (e nemmeno Altafini) ritorno faticosissimo e risolto soltanto da un gol di Didì. Nel 1962 e 1966 ovviamente la presenza alla fase finale fu da detentori, mentre la qualificazione del 1970 fu difficile almeno quanto quella del 1958. Continuava a non esserci il girone unico sudamericano come oggi, e il Brasile dovette vedersela con Paraguay, Colombia e Venezuela. Fu dura e all'ultima partita contro il Paraguay il Brasile di Saldanha era avanti di un solo punto: più volte si sfiorò un altro Maracanazo, poi un gol di Pelé a 10 minuti dalla fine mandò tutti (tranne Saldanha) in Messico. Per il 1978 due i gironi da superare, con Paraguay prima e Perù dopo che furono ossi duri. Grande scioltezza per il 1982 e il 1986, fatica per Italia '90 (con il famoso caso Rojas), tutto facile nel per 1994, 2002, 2006, 2010 e, come si è visto, 2018. Ricapitolando: su 21 edizioni del Mondiale in 9 il Brasile si è qualificato senza bisogno di giocare, in 8 si è qualificato facilmente e soltanto in in 4 con qualche rischio. Il Mondiale è la sua casa naturale ed in fondo anche la nostra (ma diciamolo sottovoce).

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