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Pargo e l'incertezza da playoff

Pargo e l'incertezza da playoff

Redazione

18.05.2016 ( Aggiornata il 18.05.2016 16:13 )

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Penultimo atto di questo campionato di Basket di Serie A, con le semifinali playoff che vedono impegnate Reggio Emilia contro Avellino e Milano contro Venezia. Reggio Emilia si presenta a gara 1 dopo aver eliminato Sassari in tre partite, senza avere incontrato una grande resistenza, ma avendo vendicato la finale persa dello scorso anno. Sulla plancia di comando De Nicolao ha scalzato Stefano Gentile, partito come play titolare, a far dimenticare la partenza di Cinciarini verso Milano, ma reduce da un’annata non proprio fortunata. Accanto a lui un Aradori letteralmente trasformato rispetto al giocatore proveniente dall’Estudiantes e visto nei playoff di Venezia lo scorso anno: capace di essere efficace senza concedere nulla allo spettacolo, intenso su tutti e due i fronti del campo, altruista. Dall’altra parte dell’arco Rimantas Kaukenas, l’uomo che ha fermato il tempo e aggiunge maturità a una freschezza atletica che non conosce la luce del tramonto: il compagno di squadra che tutti cercano quando la palla scotta. Sotto le plance Vladimir Veremeenko è chiamato a darsi il cambio con Darjus Lavrinovic, il gigante dalla schiena di cristallo, cui dovrà rubare quantità per lasciare solo la qualità che il Lituano è in grado di dare. Completa il quintetto Achille Polonara, definitivamente consacrato a protagonista del nostro campionato e in maglia azzurra, ala dalla mano molto educata e buon rimbalzista a dispetto della stazza. Dalla panchina è chiamato a rompere gli equilibri Amedeo della Valle, il ragazzo con la faccia da duro, capace di infiammarsi in un amen e di devastare i canestri avversari. Giocatore fuori dagli schemi, poco gestibile ma dall’impatto micidiale sulla gara. Avellino è una delle sorprese (positive) di questo campionato. Costruita da Nicola Alberani e guidata da Coach Sacripanti, è stata capace di interrompere tre anni di imbattibilità casalinga di Milano e di mettere insieme una striscia vincente di 12 partite consecutive. Nei quarti ha vinto contro Pistoia (altra bella sorpresa) in tre partite dimostrando uno stato di forma eccellente. In quintetto spicca Joe Ragland, ex Cantù e Milano che in Campania pare aver trovato la sua dimensione: capace di segnare e dettare il gioco, è a volte risultato determinante a rimbalzo. In cabina di regia, spesso proveniente dalla panchina, siede Marques Green, assistman per eccellenza ma anche realizzatore è alla stagione della consacrazione, definitiva, in Italia. Altra guardia che dirà la sua in questa serie è Alex Acker, fisicamente il può forte tra i compagni di reparto, discreto passatore e realizzatore, deve sopperire alla leggerezza di un reparto ricco di estro ma povero di muscoli e centimetri. Nel ruolo di ala gioca Martin Leunen, vero cardine della squadra nel suo ruolo: ha la media minuti più alta e sta dimostrando di saper migliorare le proprie percentuali in questi playoff. Unico italiano in quintetto è Riccardo Cervi, cresciuto (non in centimetri!) in questa stagione al punto da essere in alcuni incontri determinante per l’apporto in attacco, i rimbalzi e la presenza in area. Giocatore spesso criticato per mancanza di cattiveria, ha l’occasione di dimostrare di essere pronto per giocare per il titolo e per vestire la maglia azzurra. Il reparto lunghi è completato da Ivan Buva, vecchia conoscenza di Sacripanti che lo ha allenato a Cantù e lo ha portato con se in Irpinia: è una vera e propria arma tattica. Solido sotto canestro e in difesa, molto intelligente e produttivo in attacco, dovrà mettere in difficoltà il reparto lunghi avversario e concedere respiro a James Nunnally, l’uomo che ha firmato il canestro che ha portato la squadra in semifinale. La semifinale non è scontata: entrambe le squadre possono andare in sofferenza nel caso di una serie lunga: Reggio vuole arrivare in finale e prendersi lo scudetto lasciato alla Dinamo lo scorso anno, mentre Avellino come debuttante al ballo dei grandi, sa di non avere nulla da perdere. Milano, come sempre condannata a vincere, gioca con il fattore campo la serie contro Venezia. Repesa ha lavorato molto sul gruppo, cercando di dare alla squadra un gioco che prescinda dall’assenza delle sue stelle e pare esserci riuscito. Gli infortuni di Gentile (che deve mostrare a che punto è la sua crescita anche in vista del preolimpico) non hanno dato particolari problemi alla squadra, così come l’annata storta di Cinciarini, che in questa semifinale dovrebbe (ma il condizionale è d’obbligo) esordire per la prima partita in quel di Venezia. Sotto canestro Batista, l’unico giocatore che si è dimostrato imprescindibile, sembra poter assicurare rimbalzi, punti e una difesa dura sui lunghi avversari. Assieme a lui Macvan a portare centimetri e chili per presidiare l’area pitturata. A sostituire “il Cincia” nei primi 5 sarà Kalnietis, play solidissimo, al timone della Lituania ed ex Zalgiris, sicuramente non un rincalzo. Il reparto guardie è completato da Krunoslav Simon, conosciuto da Repesa dai tempi di Malaga, giocatore che ha letteralmente rivoluzionato l’attacco di Milano, sia come terminale che come passatore. Dalla panchina daranno il loro contributo Lafayette, play che si adatta a giocare da guardia quando sono presenti tutti e due i titolari, Jenkins a dare il cambio a Simon e il gladiatore Bruno Cerella, amato dal pubblico (e non solo femminile), difensore grintoso e quel che di più conta contagioso, capace spesso di dare una lettura cuore e grinta alla partita. Venezia ha cambiato (e molto) prima dei playoff e De Raffaele stuzzica gli avversari ricordando la famosa finale scudetto persa dalla sua Livorno (era il secondo play dietro Fantozzi, ma gli si preferiva anche Forti a dire il vero) 27 anni fa contro Milano. In riva alla laguna sono arrivati Ejim, visto a Roma, ala dinamica e molto versatile, rimbalzista ma anche prolifico in attacco, Ousman Krubally, ala forte e con un passato in A2 e più recentemente in Grecia e Jeremy Pargo, guardia giramondo dalle mani magiche, fratello del più talentuoso Jannero Pargo, ottimo per la Reyer che lo ha inserito immediatamente nei suoi giochi d’attacco. I nuovi innesti si aggiungono a quel che resta della squadra di Recalcati, con Bramos e Tonut finalmente un po’ più libero di far vedere quel che vale, Ortner nel ruolo di centro titolare e Green che avrà più terminali offensivi da innescare. Una Reyer nuova, più profonda nelle rotazioni e aggressiva in attacco. I nuovi acquisti segnano un passaggio di testimone e relegano al ruolo di gregario la vecchia guardia che alla fine dei playoff, con ogni probabilità, sarà bocciata. La serie è aperta, se non altro per i nuovi innesti di Venezia e per i passaggi a vuoto che in alcune occasioni ha mostrato Milano e che finora Repesa ha saputo tamponare. La Reyer ha bisogno di amalgamare la squadra, allungare la serie potrebbe essere un fattore positivo. Milano al contrario ha fretta di chiudere per dimostrare che non teme rivali. In Italia.

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